Aliens: Transmedia bug hunt

Dodici anni di attesa, uno sviluppo tra i più lunghi e difficili della storia videoludica (la prima versione, quasi subito cancellata, sarebbe dovuta uscire per PS2 nel 2001), numerosi passaggi di piattaforma e l’abilità degli sviluppatori di Gearbox software, già responsabili delle serie di Borderlands e Duke Nukem. Tanto c’è voluto per far uscire finalmente l’ultimo prodotto videoludico dedicato alla saga di Alien, arrivato ormai a quasi una trentina di titoli (senza contare gli episodi cinematografici). Per festeggiare l’uscita di Aliens: colonial marines il Vigamus, il museo del videogioco di Roma, in collaborazione con la Halifax-Digital Bros (distributrice del prodotto in Italia), ha organizzato nelle sue sale una mostra che durerà fino al 3 maggio, dedicata al titolo Gearbox e al franchise di Alien in generale.

  

 

 

 

 

 

 

L’evento, iniziato in concomitanza con il day one del titolo il 12 febbraio 2013, è stato anche l’occasione per l’uscita del libro "Aliens: terrore interattivo" di Marco Accordi Rickards, direttore del Vigamus, che narra in modo dettagliato e scorrevole la storia dei titoli dedicati ad Alien (in gergo i prodotti letterari e videoludici ispirati ad altri titoli, diversi per tipo ma uguali per ambientazione, vengono detti Tie-In) dai primi pionieristici tentativi per Atari 2600 nei primi anni ’80, fino all’ultimo prodotto Gearbox. Presenti all’evento anche Dino Gasperini (assessore alle politiche culturali) e Michele Lo Foco (consigliere della fondazione cinema per Roma). I due hanno esposto le iniziali difficoltà nel fondare il Vigamus, l’importanza del museo stesso, il ruolo artistico e culturale che l’intrattenimento videoludico sta iniziando finalmente ad avere (sottolineando quanto il videoludo ormai non possa essere considerato soltanto una forma di intrattenimento), nonché il fatto che l’industria videoludica è ormai ai livelli di quella cinematografica, ne riprende molti meccanismi, in alcuni casi la supera. L’interessante discorso di Gasperini e Lo Foco ha introdotto l’intervento di Matt Powers, Senior Producer di Sega of America, e James Dyer, PR di Sega of Europe, vero momento culminante dell’evento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mentre su un grande schermo veniva proiettata una sessione di Aliens: colonial marines, Matt Powers e James Dyer illustravano le caratteristiche del titolo, quali l’ambientazione fedele alla serie cinematografica (tale fedeltà si deve alla collaborazione con la 20th Century Fox, distributore americano del titolo), l’interessante modalità online, il sistema di controllo, la personalizzazione e il potenziamento delle armi e gli elementi da GDR (Gioco di ruolo) presenti nel titolo grazie alla possibilità di sviluppare le capacità dei marine. Powers ha inoltre sottolineato la passione messa nel replicare gli elementi principali della saga. In particolare da Aliens: scontro finale, il film di James Cameron del 1986, del quale il prodotto è una sorta di seguito ufficiale. E i risultati si vedono tutti. Il titolo Gearbox riprende in modo quasi maniacale le ambientazioni, le meccaniche e persino i dialoghi della pellicola. Powers ha infatti spiegato come le voci originali (impostate in italiano durante la sessione) siano state doppiate da molti degli attori originali del film di Cameron, come Michael "Hicks" Biehn e Lance "Bishop" Henriksen. Persino le fattezze degli attori originali sono state inserite nel titolo, nonché ulteriori meccanismi del successo dell’intero franchise di aliens: il cameratismo tra i marine, uniti in una lotta disperata per sopravvivere, il linguaggio decisamente adulto, il fascino stesso della creatura partorita dal genio di Hans Rudolf Giger, e l’atmosfera opprimente, angosciante e claustrofobica della saga. Subito dopo la dimostrazione del titolo e le spiegazioni di Powers e Dyer, il pubblico e i giornalisti presenti hanno avuto occasione di visitare la mostra "Aliens: transmedia bug hunt" che, come dicevamo, durerà fino al 3 maggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’interessante esposizione, piccola ma piacevole, ha ripercorso i tre decenni di vita della saga (il primo episodio, di Ridley Scott, risale al 1979) con l’ausilio di 4 postazioni (due PS3 e due Xbox 360) per provare il titolo della Gearbox, varie action figure, monitor che mostravano la numerose versioni videoludiche dedicate all’inquietante creatura, artworks, vetrine con varie versioni Pc e PS1 del franchise, tra cui titoli in versione originale ormai storici come Alien trilogy del 1996 e Alien vs Predator del 1999 e persino modelli in scala naturale delle opere di Giger, sia esposti nei pressi delle postazioni di gioco, sia installati sui muri della sala, quasi a voler replicare l’interno delle suggestive ambientazioni della saga. In questo riuscito scenario Powers e Dyer, sempre disponibili e gentili, si sono prestati alle domande dei giornalisti intervenuti, annunciando, tra l’altro, l’uscita di un DLC dal titolo emblematico di "Big Hunt" (disponibile a marzo). Ovviamente anche il resto del museo, con le sue collezioni di veri e propri reperti dell’era videoludica dagli anni ’70 a oggi, e ulteriori postazioni di gioco, era aperto al pubblico presente.

 

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