Kickstarter, rendi possibile il tuo progetto

Alla domanda: "Che cos’è l’arte?" Si potrebbe rispondere così celiando, ma non sarebbe una celia sciocca: "L’arte è ciò che tutti sanno che cosa sia". 

Diceva così Benedetto Croce, filosofo del ‘900 noto al popolino per aver additato i poetucoli ultra diciottenni come cretini. Quella che era una giusta considerazione oggi viene riutilizzata come aforisma, per dare più solennità al contenuto, ma il concetto non cambia: senza un po’ di arte il nostro non sarebbe un mondo degno di colore, di piacere, di divertimento. Lo sappiamo bene noi che seguiamo con passione i videogiochi, prodotto di intrattenimento massimo, sia per profondità che per capacità di immedesimazione: non lo definiamo arte, perché chi vi parla non è assolutamente un fautore di tale pensiero, ma indubbiamente è un condensato d’arte, che Croce avrebbe sicuramente riposto nella sua affermazione. 

Per arrivare però a creare un’opera d’arte degna di nota, un prodotto che possa soddisfare i più, c’è bisogno, al giorno d’oggi più che mai, di sostenersi con delle spese importanti, vuoi perché mancano le attrezzature degne, e questo lo sanno bene i registi di film o anche i programmatori di videogiochi, vuoi perché serve la forza lavoro e mancano i fondi, vuoi perché manca anche lo spazio necessario per mettersi seduti a tavolino e discutere di quello che si vuole fare. Nasce, quindi, per la fortuna degli artisti, il sistema di Crowdfunding, che prende piede in questa generazione in maniera imponente e, soprattutto, fondamentale.

Cos’è il Crowdfunding? Traducendo dall’inglese, noi che siamo italiani e siamo decisamente i più incapaci nell’arte della localizzazione, definiremmo questa pratica come un finanziamento da parte della folla (crowd = folla; funding = finanziamento). Fondamentalmente un gruppo di persone, in maniera del tutto collaborativa, finanzia gli sforzi di un’organizzazione, o anche di una persona, che ambisce al raggiungimento di uno scopo comune, che può essere anche un’opera d’arte. Mobilita le persone e parte dal basso, con cifre davvero di poco conto, ma che messe insieme forniscono un finanziamento degno di un qualsiasi ente pubblico. Ovviamente tale concetto può essere rapportato tanto al sostentamento della popolazione dopo una catastrofe naturale – la classica colletta per i poveri – fino a un concetto di giornalismo partecipativo.

La storia del crowdfunding
, per dare un cenno storico che non guasta mai, si basa, tanto per cambiare, sul Manifesto del Kapipalist scritto da Alberto Falossi, un italiano, fondatore della piattaforma Kapipal, una delle prime concezioni di crowdfunding. Il momento più importante, però, di ciò che stiamo analizzando lo troviamo con Barack Obama, in piena propaganda elettorale, con quello che sarebbe stato il futuro Presidente degli Stati Uniti d’America che pagò parte della propria campagna con i soldi arrivati dagli stessi elettori. Un processo che ha colpito, portato a grandi obiettivi e soddisfatto i più, e che oggi è diventato quasi un obbligo per chiunque cerchi di produrre qualcosa con il supporto della gente.

Arriviamo però al dunque parlando del sistema di crowdfunding che più ci è vicino: Kickstarter. La sua natura si accosta più facilmente al nostro pensiero perché incentrata esclusivamente sui progetti creativi, dai film indipendenti fino alla musica, al giornalismo e ovviamente ai videogiochi. Ad oggi Kickstarter è tra le più famose a livello mediatico, seguita dalla meno nota MobCarter, incentrata più sull’attività di film. Ovviamente avviare e richiedere un progetto su Kickstarter non è per tutti, altrimenti ci ritroveremmo pieni di persone che chiedono soldi e non portano a termine il proprio lavoro: un’opera di sciacallaggio che sicuramente qualcuno di noi ha pensato immediatamente di poter compiere. I requisiti minimi da dover rispettare richiedono di essere maggiorenni, avere una carta di credito del circuito americano ed essere residente negli Stati Uniti d’America. Sono vietati categoricamente progetti di carità o di supporto per la Croce Rossa, finanziamenti per scopi personali come l’acquisto di un nuovo accessorio di lavoro o anche per ottenere delle ferie, e bisogna attenersi esclusivamente a progetti creativi, evitando anche di cercare finanziamenti per aziende o per avviare un nuovo commercio: concetti basilari, ma essenziali. 

Contare quanti videogiochi indie stiano nascendo sulle piattaforme di Kickstarter sarebbe impossibile, ma vi assicuriamo che esiste un movimento importante che sta aiutando quei game designer che non trovano sostegno per le loro idee. Ovviamente per poter ricevere la somma richiesta, e prefissata come obiettivo, bisogna realmente raggiungerla: se la meta è fissata a 10mila dollari e la cifra si ferma a 9mila e mezzo, la cifra resterà bloccata fino al raggiungimento dell’obiettivo. Nonostante questa giusta clausola, le cifre raggiunte da Kickstarter in questo periodo sono davvero da capogiro: parliamo di quasi 7 milioni di dollari dati ai progetti videoludici, senza contare gli altri 2 milioni ricevuti dalla piattaforma, ma ancora non distribuiti ai rispettivi artisti. Parliamo di 9 milioni e mezzo, circa, di dollari concessi nelle mani di questi artisti, impegnati nel creare il proprio prodotto videoludico. 

Tra i più importanti progetti troviamo una riproposizione di Leisure Suit Larry, arrivata a raccogliere, ad oggi, 445mila dollari; una riedizione di OGRE ha toccato i 250mila dollari, e Wasteland 2, invece, ben 3 milioni di dollari, facendosi però superare da Double Fine Adventure, che ha ricevuto 3 milioni e 300 mila dollari. Cifre importanti, essenziali, che assicurano al videogioco un futuro, a patto che poi lo sforzo sia realmente ripagato. Concludiamo guardando anche in casa nostra e parlando della TinyColossus, una casa sviluppatrice indie made in Italy fondata dal game designer Ciro Continisio, ex collaboratore di GameSource e autore del video introduttivo dei nostri filmati (il Super Mario, per intenderci): il suo progetto su Kickstarter ha raggiunto e superato l’obiettivo dei 10mila dollari lo scorso 11 febbraio, permettendo lo sviluppo di Ufho 2, prodotto al quale auguriamo il miglior successo. 

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