Borderlands – Recensione Borderlands

FPS e fantascienza sono un connubio consolidato da tempo, rinvigorito dall’esperienza e approvato dall’amore dei giocatori. Perché questa coppia rende così bene? Semplicemente per motivi legati all’ambientazione. La sci-fi permette non solo una serie infinita, e quanto mai immaginifica, di armi dalle forme più strane, ma anche avversari da film horror, luoghi da sogno (o da incubo), e un’impostazione del plot che riesce a sposarsi a pennello con gli influssi militareschi, dei quali questa tipologia gioco fa uso spesso e volentieri. Ma anche Role Playing Game e Fantascienza sono due sostantivi che non stonano così tanto. Mass Effect e Knights of the Old Republic I e II, piccoli gioielli della Bioware, sono lì pronti a dimostrare questa affermazione, così come tutta l’oramai celeberrima saga di Fallout (arrivata al terzo episodio per mano della Bethesda).

Oggi, dove la fusione degli RPG con altri generi ludici è diventata una moda, ecco uscire sugli scaffali Borderlands, FPS con pesanti elementi da GDR, sviluppato da Gearbox Software ed edito da 2K Games. Il gioco in questione, in linea con la fantascienza avventurosa ed errabonda (quella per la quale i viaggi nello spazio sono all’ordine del giorno), riuscirà a trasportarci in un desolato pianeta alieno? Per scoprirlo accendiamo i motori dell’astronave, impostiamo la rotta e iniziamo il lungo viaggio verso Pandora.

 

Il vaso di Pandora è stato aperto

In un futuro lontano, gli esseri umani, grazie alla loro fiorente tecnologia, sono riusciti a solcare le correnti dello spazio e a colonizzare nuovi e strani mondi in un’escalation pionieristica che sembra non conoscere fine. Uno di questi mondi si chiama Pandora, un pianeta ai confini della galassia, caratterizzato da una rotazione attorno al suo sole così lenta da far sì che la sua superficie sia totalmente coperta dalla neve. Repentini cambiamenti climatici, però, tramutano Pandora in un deserto bollente e senza fine, così arido che pare scaturito dalla mente di Frank Herbert, il papà di Dune. Con lo sciogliersi dei ghiacci, però, si aprono anche le tombe congelate che avevano ibernato antiche e terribili creature, ora libere di scorazzare per le lande desertiche di Pandora.

Anche la vita umana sul pianeta non pare iniziare con il piede giusto: spinti lì da leggende di tesori e perdute rovine aliene, i coloni scoprono sin da subito che questo non è altro che un mondo sterile e oramai privo di quella che un tempo era una fiorente civiltà, della quale rimangono solo rovine distrutte dallo scorrere dei secoli. Ben presto, i pochi che possono abbandonare il pianeta, ripartono alla volta di stelle ben più fortunate, lasciandosi alle spalle una popolazione impazzita che sfocia in un’anarchia incontrollata e vandalica. L’unica speranza rimane un luogo sperduto e favoleggiato dai pochi che lo hanno intravisto tra le sabbie del deserto, una locazione ricca di reperti alieni e di ricchezze.


Quattro amici per perdersi tra le sabbie

Si capisce sin da subito che Borderlands non è un FPS come tanti altri, non solo per la sue componenti GDR, ma anche per l’approccio all’avventura. Gli sviluppatori hanno infatti creato un mondo vasto ed aperto, ricco di scelte e opportunità, dove starà a noi e alle nostre capacità riuscire ad avere la meglio sulle terribili creature delle sabbie. L’approccio al gioco, dunque, ricalcherà in maniera molto simile titoloni del calibro di Fallout 3 (che ricorda anche per via dello stile post-apocalittico e decadente delle colonie umane), con un mondo vastissimo esplorabile in puro stile Free Roaming, per muoverci non bisognerà ricorrere solo ai piedi, ma anche a mezzi adatti al deserto, che ci permetteranno di risparmiare tempo e fatica.

Importantissimi saranno i combattimenti; a questo fine, infatti, dovremo crearci un personaggio iniziale, scegliendone la classe e l’indole, così da poter indirizzare le nostre abilità verso un certo approccio al combattimento. Potremo avere il forzuto, ossia colui che prediligerà la forza bruta, oppure il combattente elusivo, abilissimo nei combattimenti stealth. Tutte queste abilità, com’è logico, verranno potenziate tramite i classicissimi punti esperienza. Quel che conta, comunque, saranno le armi da fuoco, le uniche amiche capaci di salvarci la pelle negli scontri più difficili e a rischio salute. A quanto pare, nel corso del gioco ne saranno presenti un numero a dir poco spaventoso, e basterà uno sguardo per osservarne le caratteristiche e decidere se inserirle nel nostro equipaggiamento o meno.


Un punto di vista davvero interessante!

Saranno presenti, ovviamente, le immancabili sidequest, le classiche innalzatrici della longevità di qualsiasi titolo. Queste ci doneranno tesori e, ovviamente, esperienza, e saranno presenti in gran quantità (addirittura 130). Ognuna di esse avrà un grado di difficoltà, così da permetterci di decidere se vale la pena o no imbarcarci in questa o quell’avventura. A queste si affiancherà anche la massiccia quest principale, divisa in 30 piccoli sotto capitoli, somiglianti a tante missioni secondarie (che così salgono a 160). Per portare a termine tutti questi compiti si potrà contare non solo sulle proprie forze, ma anche sull’aiuto di altri tre compagni di avventure che, in cooperativa locale od online, potranno darci manforte e condividere con noi le sabbie di Pandora.

Tutto verrà gestito per permetterci di divertirci tanto in singolo quanto accompagnati da altri tre amici di scorribande, che potranno unire le loro abilità alle nostre, (sia online, sia in locale) così da poter aumentare le possibilità di riuscita di qualsiasi quest o battaglia. Proprio il sistema coop si rivela come il più grande pregio del titolo. Esso, infatti, è settato per adeguare la propria difficoltà in base al numero di giocatori e al loro livello, così da rendere gli scontri sempre interessanti e fuori dagli schemi.  Tale scelta renderà le sessioni in multiplayer un vero marasma di azione e frenesia, bollando Borderlands come un FPS non adatto ai deboli di cuore. Naturalmente, i nostri companeros saranno liberi di abbandonare la partita in qualsiasi momento vorranno, senza impedire in alcun modo l’andamento del gioco e il premio in punti esperienza alla fine di qualsiasi avventura.
Inoltre, sotto richiesta dei giocatori, gli sviluppatori hanno inserito un particolare sistema di PvP. Lo scontro giocatore contro giocatore inizierà quando entrambi si infliggeranno un colpo a vicenda. Inutile dire che tale possibilità renderà le partite ancor più varie e divertenti. Oltre a questo sistema, verranno implementate speciali arene dove competere uno contro uno oppure in particolari sfide a squadre. Insomma, se la nostra indole ci spingerà a collezionare scalpi di altri giocatori, ne avremo tutte le possibilità.

Ennesima peculiarità che avvicina il gioco a quanto visto nei capitoli di Diablo (storico hack’n’slash made in Blizzard), è la generazione casuale dei dungeon e dei luoghi pericolosi. In pratica, nessuno script pre impostato e nessun evento pre calcolato ci accoglieranno all’interno di questi luoghi sconosciuti, ma solo eventi assolutamente casuali e creati grazie al potente motore di gioco. Solamente le strade di connessione tra i luoghi e le varie città rimarranno sempre le stesse. Tutto il resto potrebbe ora apparire in un modo, ora in un altro, aumentando ancor di più la voglia del giocatore di scoprire ed esplorare. L’editor casuale è stato implementato anche sulle armi, che potranno apparire nei modi più strani e particolari, e saranno presenti in quantità a dir poco industriali. Unica pecca in tutto questo splendente calderone sarà l’IA nemica, a volte davvero bassa e quasi parodistica. Tutto sommato, però, è un difetto veniale che potrebbe esser facile lasciar perdere.

Quando tremola l’orizzonte!

Arriviamo ora ad una veloce carrellata sul comparto grafico, inaspettatamente pregevole quasi in ogni sua manifestazione. Si capisce fin da subito che tutto il gioco punta sullo stile più che sulla tecnica. Un mondo tanto vasto non poteva che essere sorretto da un motore grafico di potenza straordinaria, ed ecco che gli sviluppatori hanno optato per delle scelte singolari ma, nel complesso, originali. L’uso del Cell-Shading, particolare ed inusuale per questa tipologia di giochi, contando anche l’aspetto assolutamente non fumettistico dei personaggi e dei luoghi. Esso riesce comunque a donare al titolo uno stile particolare e fuori dagli schemi.


Ora chi pulirà questo macello?

Per il resto, Borderlands potrà vantare un orizzonte vastissimo e relativamente nitido, con ambientazioni a metà tra il post-apocalittico ed il marcescente, un po’ alla Fallout per intenderci. Gli abitanti del luogo saranno vestiti con abiti mal messi e vanteranno capigliature alla punk, che doneranno loro un aspetto non proprio amichevole. Anche i vari mostri si difendono bene, dimostrandosi sin da subito abbastanza orripilanti e feroci, cosa che aumenta non poco il carisma degli scontri. L’Unreal Engine 3, se pur non il vanto del progetto, riesce a regalare visioni d’insieme decisamente appaganti, impreziosite qua e là da una gestione degli effetti speciali davvero encomiabile. Qualche parola può infatti essere spesa per elogiare il bellissimo effetto di tremolio dell’orizzonte che, simulando il caldo torrido, sarà capace di immergere il giocatore in un clima poco piacevole ma senza dubbio dotato del suo fascino amaro. Naturalmente, Borderlands non è solo rose e fiori. Non sarà raro, infatti, incorrere in qualche fastidioso difetto grafico, ossia texture che caricano troppo lentamente rispetto al resto dello scenario. Questo però è uno dei pochi difetti riscontrabili davvero gravi, ma che passa in secondo piano grazie alla bontà di tutto il resto dell’armamentario.

Su ottimi livelli anche il comparto audio, capace di vantare un doppiaggio italiano godibile e in linea di massima di buon livello, e composizioni di sottofondo mai stancanti e soffocanti, ma capaci di sottolineare i vari momenti in maniera egregia.

In conclusione

Mischiare RPG, Free Roaming ed FPS poteva dar luogo ad un minestrone di caotica bruttezza; per nostra fortuna, non è stato così. Borderlands riesce a mescolare le carte in maniera sapiente, con un tocco personale pregno di originalità e gusto artistico, rivelandosi così come uno sparatutto fuori dagli schemi e dannatamente divertente, forse uno dei più riusciti di tutto il 2009.

Consigliato a tutti gli amanti degli FPS e dei mondi ad ampio respiro, soprattutto se accompagnati da quattro compagni di avventura. In quel caso, preparatevi a perdervi per le sabbie di Pandora.

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