Devil May Cry 4 – Recensione Devil May Cry 4

Si riaprono le porte dell’Inferno

Nel 2005 la Capcom donava al mercato videoludico il terzo capitolo della saga Devil May Cry, nel quale assistemmo ai primordi della storia del demone Dante nella sua vicenda col fratello Vergil. 
Quando oramai tutto sembrava conclusosi con quella solita formula che porta il terzo capitolo cronologicamente prima dei capitoli precedenti, la possibilità di vedere un quarto capitolo targato ancora una volta Capcom scosse i fan, rimasi però intertedetti quando si scoprì che a guidare il nuovo gioiello giapponese non sarebbe stato più Dante bensì un nuovo semidemone: Nero. A distanza di tre anni quindi dall’ultimo capitolo, torna tra le mani di possessori Xbox360, Ps3 e Pc, il Demone con la possibilità del pianto, più sferzante che mai.

Nero come un demone

Adorano Sparda come loro salvatore, adorano il demone che chiuse la porta degli inferi come unico vero Dio della loro città, Fortuna. La scena si apre nella chiesa dove il capo dell’ordine della Spada, Sanctus, sta tenendo il solito sermone in favore di Sparda, mentre il nostro sguardo induce su un giovane seduto svogliato su una panca con un braccio fasciato e uno stile molto simile a quello di Dante. Una ragazza gli si avvicina, è la sorella del più caro ufficiale di Sanctus, Kyrie, sorella di Credo e ragazza amata dal nostro protagonista: Nero. Mentre la cerimonia volge alla fine dalla cupola più alta del complesso santo scende una faccia nota, pronta a mostrarci uno sprazzo d’azione che fino ad ora difficilmente avevamo visto in un videogioco. Con un colpo di pistola, che sicuramente creerà malinconia agli esperti della saga, che sia Ebony o Ivory poco importa, Dante stende Sanctus avanti ai piedi dell’enorme statua di Sparda. E nel panico i credenti fuggono, Credo porta via la sorella, Nero inizia il duello più spettacolare che si sia mai visto con il suo antagonista Dante: con grandi doti acrobatiche, Nero mostrerà la sua Red Queen, una spada fornitagli dall’ordine e potenziata per una resa maggiore, una pistola simile a quelle di Dante e, dulcis in fundo, un braccio demoniaco. Parte così la storia di Nero, storia che si intreccerà presto con quella di Dante, col quale combatterà per un unico obiettivo e per salvare la donna da lui amata, arrivando a lottare contro il suo Ordine.

Il Dante della Commedia

Per quanto possiate sentire la mancanza di Dante, che comunque ritroverete a metà della vostra avventura, sappiate che Nero si muove nello stesso identico modo di come avevate mosso il figlio di Sparda contro suo fratello tre anni fa. Col tasto quadrato potrete sparare con la vostra unica pistola, che non ha una potenza tale da poter fare concorrenza a Ebony e Ivory, col tasto triangolo userete la potente Red Queen, che potrà essere potenziata con la pressione del tasto R2 che caricherà l’elsa come un motore, e col tasto cerchio userete in tutte le sue combo e varianti il vostro braccio demoniaco. Per quanto riguarda Dante non c’è niente da aggiungere tranne che sarà possibile cambiare le armi con i tasti R2 e L2 quando ne avrete la possibilità, e che col tasto cerchio invece di usare il braccio demoniaco, che Dante ovviamente non ha, potrete giostrarvi nelle varie azioni speciali che vi mette a disposizione lo stile che adoperate. Infatti il figlio di Sparda mantiene i suoi tre stili ottenuti nel terzo capitolo della saga, che saranno intercambiabili con le freccie direzionali: una doppia pressione dello stesso verso permetterà poi l’uso della Yamato, la spada appartenuta a Vergil in passato, quando riuscirete a conquistarla. Noterete sin dall’inizio l’esuberante presenza di sfere rosse che vi faranno pensare ad un largo uso di abilità nascoste sbloccabili tramite il loro utilizzo: noterete ben presto però, purtroppo oserei aggiungere, che le abilità saranno acquisibili con le anime fiere, oggetti che vi saranno dati alla fine di ogni missione come ricompensa per il grado raggiunto. Potrete acquistare quindi le diverse abilità, da quelle per le spade, a quelle per le armi da fuoco, fino a quelle normali come il doppio salto, la capriola laterale e quant’altro: una volta acquistata l’abilità potrete, quando volete, recuperare le anime fiere e perdere l’abilità per uno scopo più utile e d’uopo. Parlando di gradi poi ritroviamo lo stesso canonico modo degli episodi precedenti: partendo da D potrete arrivare ad una S a seconda del tempo, punti stile e sfere rosse trovate, aiutati anche dai bonus e dai malus, caratterizzati a volte dalle perdite di vita, al non utilizzo degli oggetti a tutto il resto. La vostra ascesa quindi dall’inferno al paradiso, degna di Dante e del suo nome, sarà a dir poco interessante, piena di varianti e vi donerà entusiasmanti momenti di azione.

Dimmi il tuo peccato e ti dirò il tuo girone

Per un gioco di nuova generazione ci voleva un grande motore grafico, anche perchè a muovere un’azione del genere non poteva mancare un qualcosa di grandioso. Non solo non noteremo il minimo ritardo o scatto da parte della grafica, ma avremo anche un dettaglio incredibilmente curato, che si parli dei protagonisti, dei personaggi, dei demoni avversari, fino alle ambientazioni: tutto curato nel minimo particolare senza sbavature. I filmati d’intermezzo sono spesso caratterizzati, come anche detto prima, da attimi di azione impossibili da paragonare con qualsiasi altro videogioco del genere o no, della generazione o no. Per il sonoro abbiamo un ottimo doppiaggio in inglese, potremo usufruire solo dei sottotitoli in italiano infatti e di una colonna sonora basata sul solito ritmo rockeggiante durante le battaglie contro i demoni. 

E riuscimmo a riveder le stelle

Senza sapere se ci sarà un altro episodio, un altro capolavoro di questa portata, un tentativo di chiarirci la posizione di Nero nei confronti di Dante, il perchè del suo braccio e tant’altro, godiamo di questo capolavoro senza precedenti di sicuro: la Capcom regala, in questo momento colmo di nuove colonne del mercato videoludico, a tutti i fan della serie un ritorno in auge del demone preferito di tutte le generazioni di console. Affiancato da un ottimo gameplay e dal cambio di personaggio, che non avverrà tantissime volte ma quanto basta per far cambiare un po’ l’aria al giocatore, il gioco mostra una pecca solo per un uso trito e ritrito di alcuni boss e ambienti. Ad esempio troveremo per ben tre volte i boss affrontati e l’unica variante sarà il fatto che li incontrerete in tre diversi momenti di gioco, all’inizio, a metà e alla fine, in modo tale da poter usufruire delle migliorie apportate al vostro personaggio, Nero o Dante che sia. Per quanto riguarda la longevità si parla di circa venti ore che ovviamente sono, come è sempre accaduto in tutti gli episodi della saga, rigiocabili in tutte le modalità sbloccabili. Un vero capolavoro per gli occhi, le mani e il cuore.

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