Halo 3: ODST – Recensione Halo 3: ODST

Nel 2001 usciva su Xbox uno sparatutto rivoluzionario in ambito console, Halo: Combat Evolved, capace di catturare milioni di fan con un solido gameplay unito ad un background fantascientifico di un certo spessore. In seguito, arrivarono Halo 2 e Halo 3, capaci di modificare per sempre il concetto di multigiocatore sulle console casalinghe, sviluppando allo stesso tempo una storia cinematografica e avvincente.
Innumerevoli vicende sull’universo di Halo sono state raccontate tramite diversi media: esistono romanzi, fumetti e cartoni animati dedicati alla saga di Bungie, nonché diversi videogiochi che abbandonano le avventure del Chief per esplorare i punti di vista di altri personaggi.
Dopo lo strategico in tempo reale Halo Wars, approda su Xbox360 l’ennesimo titolo della saga, Halo 3: ODST, che ci metterà nei panni di un Orbital Drop Shock Trooper, un comune soldato umano alle prese con l’attacco Covenant alla città di New Mombasa, nella quale abbiamo già avuto il piacere di combattere in Halo 2.
Inizialmente pensato come contenuto scaricabile denominato Recon, ha mutato il proprio nome in ODST, arrivando nei negozi in una versione "fisica" di tutto rispetto, comprendente una campagna, una nuova modalità multiplayer chiamata Firefight (sparatoria) e un secondo disco contenente l’intera esperienza multiplayer di Halo 3, map pack inclusi. Il tutto all’accessibile prezzo di 49,90€, un’offerta veramente appetibile per fan di vecchia data e nuove reclute.

We are ODST

Noi siamo Odst, queste le parole che chiudono lo spot cinematografico che mostra la dura e precaria vita delle truppe d’assalto orbitali, soldati umani altamente addestrati, armati e muniti con gli equipaggiamenti migliori e lanciati sul campo di battaglia con delle capsule monoposto da navi stellari in orbita planetaria. I migliori, l’élite dell’esercito umano (ma pur sempre umani), questa la premessa che accompagna ODST. Non sarete Master Chief, non sarete l’Arbiter, sarete solamente la Recluta, il muto pivello arruolato da poco.
I Covenant sono giunti sulla Terra e stanno assediando New Mombasa alla ricerca di qualcosa. Le forze Brute hanno invaso la città e l’unica speranza sembra essere l’impiego della squadra ODST di cui fate parte.
Durante il lancio qualcosa va storto e verrete separati dai vostri compagni, finendo completamente soli in una Mombasa in balìa delle forze aliene. Sopravvivere, ricongiungervi coi vostri compagni e scoprire gli obiettivi dei Covenant saranno le vostre priorità.

Il VISR sarà fondamentale nella campagna

Il gioco sfrutta un particolare stile narrativo: nei panni della Recluta vagherete per una New Mombasa buia e desolata, cercando indizi sul resto della squadra e sulle motivazioni degli assalitori.
Esplorando i settori della città troverete oggetti particolari che attiveranno dei flashback nei quali impersonerete uno dei quattro componenti del team, ripercorrendo la sua storia e seguendo gli eventi che hanno portato all’indizio da voi raccolto. Visiterete così diverse locazioni, utilizzando personaggi dotati di abilità differenti e seguendo l’intrecciarsi di cinque storie in una.
Nonostante ogni membro della squadra possieda una diversa specializzazione (cecchino, demolitore, ecc.), esistono 3 equipaggiamenti inediti, comuni a tutti gli ODST: l’elmetto VISR, la mitraglietta silenziata M7S e la pistola M6S con ottica di precisione, ispirata a quella presente in Halo.
L’assenza del rilevatore di movimento dello Spartan verrà largamente compensata dal VISR, l’elmetto con visore attivabile a piacimento, che consente di rintracciare nemici e punti di interesse anche al buio, offrendo al contempo una dettagliata mappa della città. Il buio in particolare diverrà un prezioso alleato, soprattutto alle difficoltà più elevate, quando evitare un branco di Brute sarà ben più saggio che attaccarli. Inutile dire che il visore costituirà una preziosissima risorsa durante le fasi stealth, visto che spesso e volentieri le uniche luci saranno le insegne di qualche palazzo e il fuoco che abbraccia qualche carcassa d’auto.
Un altro fattore che differenzia la Recluta da Master Chief è l’assenza di scudi: sarete infatti muniti di una barra ricaricabile in grado di assorbire i primi colpi, i successivi andranno invece ad intaccare la vostra salute, ripristinabile solamente grazie a dei medikit.
In quanto umani, gli ODST possiedono limitate capacità fisiche, che nell’economia del gioco si traducono nell’impossibilità di compiere gli enormi balzi effettuabili nei precedenti capitoli, così come cadere da una certa altezza causerà perdite di salute e i colpi corpo a corpo provocheranno un danno inferiore.
Ecludendo questi dettagli, rimane lo scheletro dello sparatutto duro e puro che è Halo 3, anche se votato ad un approccio leggermente più ragionato.
Durante l’esplorazione potrà capitare di imbattervi in punti d’interesse quali telefoni che squillano; esaminandoli sarà possibile visualizzare, tramite la pressione del tasto back, una storia parallela collegata alla vicenda principale. Assisterete quindi ad una sottotrama che vede comuni cittadini, come la diciannovenne Sine, accompagnata dall’IA che controlla la città intera, affrontare il dramma dell’invasione Covenant.
 

Doppia Leggenda

Oltre ad un’intera campagna affrontabile in quattro, ODST offre una nuova modalità multigiocatore cooperativa: Firefight. Un numero variabile di giocatori (da 1 a 4) si troverà alle prese con diverse ondate nemiche via via sempre più agguerrite. Il concetto alla base è il medesimo della modalità Orda presente in Gears of War 2, ampliato e migliorato.
Ad aggiungere pepe al tutto è da segnalare innanzitutto la presenza dell’intera schiera di nemici presenti nel gioco, veicoli compresi, e i teschi che si attivano ad ogni round, ostacolando i giocatori.
Collaborare coi compagni e trovare i punti migliori dove barricarsi sarà fondamentale, soprattutto grazie ai teschi, che aumenteranno enormemente la difficoltà della sfida.
Le partite di Firefight si svolgeranno su mappe piuttosto ampie riprese direttamente dal gioco qualche volta in versione notturna, intensificando la necessità di usare il VISR.
 

In sparatoria i nemici saranno tanti e molto, molto agguerriti

Sentite però la necessità di massacrare altri giocatori? Nessun problema, ODST comprende un secondo disco contenente l’intera esperienza multiplayer di Halo 3, oltre a tre mappe inedite.
Heretic, Cittadella e Porto Industriale saranno affiancate da tutti gli altri map pack, quindi mappe base, Heroic, Legendary, Cella Frigorifera e Mythic per un totale di 24 mappe.
Niente male visti i costi dei singoli pacchetti, una ghiotta occasione per chi intende avvicinarsi solo ora alla componente online di Halo 3.

 

Inoltre ODST garantisce l’accesso alla beta del nuovo capitolo della saga, Halo Reach, in uscita nel 2010.


Grafica e Sonoro

Graficamente non ci troviamo di fronte a niente di eccezionale, il motore utilizzato è lo stesso di Halo 3, con relativi limiti e difetti dovuti all’invecchiamento. Se da una parte riesce a gestire grossi scontri senza accennare a rallentamenti di alcun tipo, dall’altra mostra i segni del tempo con textures a volte poco dettagliate, alcuni modelli poligonali di qualità discutibile ed una gran quantità di aliasing.
L’impatto però è più che buono: l’uso dell’illuminazione e l’effetto pellicola riescono a trasmettere al giocatore una sensazione di smarrimento, una malinconia mista a solitudine mentre vagabonda per le vuote strade della città. Il lavoro è quindi riuscito, anche se affrontare l’avventura in due o più uccide l’ottima atmosfera che Bungie ha saputo creare.

Il comparto audio è particolarmente riuscito, presentando brani jazz capaci di donare un tocco noir alla già ottima ambientazione, e di accentuare il costante senso di solitudine.
Niente cori mistici quindi, ma musiche dalle tonalità jazz che sottolineano l’aspetto noir ed investigativo del titolo, uscendo dagli schemi ai quali eravamo stati abituati nei precedenti Halo.
 

New Mombasa possiede un’atmosfera unica

La ciliegina sulla torta è il doppiaggio di ottima qualità nella versione italiana, ma superbo nella versione inglese del gioco.
Direttamente da Firefly, serie tv firmata Joss Whedon,  arrivano Nathan Fillion, Adam Baldwin e Alan Tudyk a prestare le voci (e nel caso di Fillion anche la faccia) alla squadra degli ODST.
Come se non bastasse l’agente Dare dell’ONI è doppiata e modellata sulle fatteze di Tricia Helfer, famosa per il suo ruolo di Cylon nella serie Battlestar Galactica.
Scelte più che piacevole per i fan delle serie tv citate, peccato per l’impossibilità di scegliere il doppiaggio originale nella versione italiana.

Pronti al lancio

In definitiva Halo 3: ODST è poco più di un’espansione rilasciata su disco, con conseguenti pregi e difetti.
ODST riesce ad essere un ottimo esponente del marchio creato da Bungie, presentando la medesima struttura alla base degli altri Halo, rivista per essere adattata ad un soldato umano. Il gameplay non viene sconvolto, ma è stata aggiunta una sfumatura stealth che modifica l’approccio a diverse situazioni. Sfruttando il nuovo visore dovremo sgattaiolare al buio dietro le pattuglie Brute, ignare della presenza di una forza ostile, e colpire solo quando necessario, magari da una distanza di sicurezza grazie alla nuova pistola dotata di zoom.
Non sarà così per tutto il gioco, ci saranno molte occasioni per adrenalinici scontri a fuoco, soprattutto nelle missioni flashback, mentre nei panni della recluta potrete sperimentare l’angoscia di trovarvi soli in una città assediata dagli alieni.
La modalità Sparatoria sa farsi apprezzare, necessitando una buona dose di cooperazione per poter venire a capo dei numerosi nemici. Sarà però giocabile solamente con amici presenti nella vostra lista, niente partite casuali, dove la cooperazione rischierebbe comunque di essere minima.
Il gioco risente del suo essere una sorta d’espansione nella longevità, in meno di otto ore è posibile completarlo, però  c’è sempre il secondo disco contenente il multiplayer di Halo 3 ad allungare notevolmente i tempi di gioco con l’intero pacchetto di mappe e la parte multigiocatore in un unico disco ad un prezzo ottimo.

Dal punto di vista grafico, l’engine di Halo 3 riesce ancora a stupire nonostante l’età, regalando perle d’atmosfera noir e desolante; comincia però a sentire l’età che avanza mostrando textures non sempre all’altezza delle produzioni odierne, oltre che un fastidioso aliasing.
Le musiche sono particolarmente ispirate, con sonorità jazz che si distaccano dai brani ai quali ci aveva abituati Bungie, pur presentando anche pezzi roccheggianti.
Gradita anche la presenza di attori del calibro di Adam Baldwin e Nathan Fillion come doppiatori della versione inglese, purtroppo non presenti nella versione italiana.

ODST si porta appresso i difetti del predecessore, relegati più che altro al comparto grafico, ma riesce nel suo intento di presentare un diverso punto di vista nell’universo di Halo. L’esperienza del giocatore singolo unita all’ottimo multiplayer riescono a meritare il prezzo ribassato, dando vita ad un ottimo gioco sia che siate fan della serie che proviate ad avvicinarvi solo in questo momento, anche se perdereste richiami alle precedenti opere.
Pronti al lancio, ODST, New Mombasa vi aspetta.

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