Mass Effect 2 – Recensione Mass Effect 2

Da quando i giochi di ruolo sono penetrati nel mondo dei videogame, rompendo le barriere che li volevano confinati tra carta e immaginazione, i giocatori hanno potuto varcare le porte di mondi fantastici a cavallo tra regni medioevali fantasy e galassie fantascientifiche. In un processo graduale ma significativo, il GDR si è ritagliato un ruolo di spicco tra i tanti generi videoludici, divenendo ad oggi meta ambita di molti sviluppatori. E così Bioware, che da sempre si è distinta per l’elevata qualità dei suoi giochi di ruolo, è riuscita ad imprimere nell’immaginario collettivo mondi fatti di spade ed astronavi, dando alla luce piccole perle del genere. A partire dall’immenso Baldur’s Gate, passando per la bellissima saga di Knights of the Old Repubblic (KOTOR per gli amici) e arrivando al recente Dragon Age: Origins, il contributo di Bioware al mondo dei GDR non può che essere considerato fondamentale. Se poi nel calderone gettiamo un certo Mass Effect, ecco che l’abilità della software house canadese inizia davvero a stupire.

Mass Effect, uscito nel 2007 su Xbox 360 e PC, non solo sancì l’ingresso di Bioware nel mondo dei giochi next gen, ma rivoluzionò, in piccola parte, il concetto stesso di RPG e di approccio alla trama. Il mondo fantascientifico di Shepard & co. era un universo vivo e vibrante, capace di rapire il giocatore, non solo per l’accurato background proposto, ma anche e sopratutto per un sistema di dialoghi profondissimo ed un battle system devoto al genere degli sparatutto in terza persona. Insomma, il capolavoro Bioware dava la possibilità di tirare le fila della trama e di prendere decisioni difficilissime in un contesto, quello fantascientifico, mai così immenso e verosimile. La critica specializzata lo riconobbe come lavoro di primissimo piano, ma minato qua e là da alcune imprecisioni tecniche e una longevità a tratti altalenante.

 

Ora, a distanza di due anni, Bioware ripropone il suo gioiellino sci-fi con un seguito diretto che ha fatto parlare di sè per mesi e mesi: Mass Effect 2. Tante le promesse, tante le paure, ma ancora di più l’attesa per quello che, lentamente, si è trasformato in uno dei titoli più attesi dell’anno. Ora che finalmente è in mano nostra, non resta che immergersi in questo nuovo GDR made in Bioware.


Una missione suicida, una minaccia galattica

Appena inserito il primo disco di gioco (i DVD infatti sono due), eccoci catapultati all’interno della Normandy, pronti per continuare il discorso lasciato in sospeso con il primo capitolo. Mass Effect 2, infatti, ci metterà subito al corrente delle ultime vicende incorse nella galassia.

Dopo l’attacco della Sovereign alla Cittadella, e dopo la sconfitta inferta da Shepard e l’Alleanza Terrestre, i geth hanno continuato ad attaccare piccole colonie e a procurare problemi ai mondi del Consiglio, tanto da costringere il Consiglio ad autorizzare missioni punitive atte a sterminare la specie robotica. Di ritorno da una di queste missioni, e alla ricerca di altri geth da rimandare al creatore, Shepard e la sua squadra si trovano sulla Normandy quando un’astronave di origine sconosciuta, sbucata dal nulla, apre il fuoco e distrugge la nave terrestre. Riuscito a mettere in salvo gran parte dell’equipaggio, Shepard si ritrova nello spazio aperto destinato ad una morte solitaria e silenziosa. Ma è possibile che possa finire così? Naturalmente no.

Risvegliato da un sonno quasi infinito e ricostruito grazie ad innesti cibernetici, Shepard si ritrova nel covo di Cerberus, organizzazione spesso bollata come terroristica, il cui fine è quello di preservare ed innalzare il genere umano. Qui, incontrato l’enigmatico "Uomo Misterioso", il cervello dietro tutta l’organizzazione, il nostro eroe viene messo al corrente del ritorno dei Razziatori e di una terribile minaccia che incombe su tutta la galassia. La missione sarà delle più difficili e ad alta percentuale di fallimento: si dovrà, infatti, formare una squadra di specialisti e reietti spaziali ed affrontare degli avversari potenti e terribili. Eccoci dunque nuovamente ai comandi della Normandy (ricostruita per l’occorrenza), pronti a girovagare per la galassia.

La trama, da prima interessante ma leggermente tediosa, prenderà ben presto il decollo, divenendo davvero trascinante e ricca di suspance. Il vero punto di forza di tutto l’intreccio saranno i comprimari, personaggi caratterizzati in maniera impeccabile e capaci di rimanere nel cuore del giocatore. Tra i tanti, i più significativi si riveleranno Miranda, Thane e Jack, tutti e tre dotati di un background solidissimo ed affascinante. Insomma, dal punto di vista narrativo ci ritroveremo davanti ad un lavoro profondo ed incalzante, impreziosito da un sottofondo fantascientifico ancora più realistico ed affascinante.

Il peso delle scelte

Uno degli elementi peculiari di questo secondo capitolo è la possibilità di importare il proprio personaggio dal primo Mass Effect. Appena scelta nuova partita, infatti, ci verrà chiesto se iniziare una nuova carriera o importarne una dai dati di salvataggio del capitolo precedente. Scegliendo la seconda ipotesi, Mass Effect 2 inizierà tenendo conto delle scelte messe in atto nel primo episodio, dimostrandosi differente in base al modo in cui abbiamo portato a termine la battaglia della cittadella e del nostro modo di comportarci nel gioco. Sin dall’inizio la eco delle nostre scelte passate si farà sentire: in un primo momento lo farà in maniera blanda, ma proseguendo ci accorgeremo di come la continuità tra i due capitoli è stata mantenuta in maniera sapiente e sbalorditiva. Naturalmente, iniziando il gioco con una carriera nuova di zecca, le scelte verranno prese per noi da Bioware, permettendoci di seguire quello che potremmo definire "intreccio standard".

Sempre parlando di scelte, in questo secondo episodio i dialoghi avranno un peso ancora più marcato rispetto al passato: sin da subito, ci accorgeremo che la scelta delle parole da dire cambierà l’approccio al mondo di gioco e all’avventura. Spesso e volentieri saremo messi davanti a dialoghi di altissimo spessore, costretti a decisioni difficili e per nulla scontate. Questa peculiarità donerà una profondità unica, riuscendo ben presto ad immergere il giocatore nei panni del comandante Shepard.

A dare man forte a questo sistema ecco fare capolino le azioni improvvise durante i dialoghi, da mettere a segno premendo il tasto apposito che apparirà sullo schermo, di colore azzurro per le azioni da eroe e rosso per quelle da rinnegato. In questo modo potremo sottrarre una pistola dalle mani di un ragazzino troppo voglioso di scendere in campo (destinato a diventare carne da macello), oppure gettare un fastidioso soldato da una finestra. Spetterà a noi scegliere se comportarci o no in un determinato modo. Le nostre scelte, infatti, influenzeranno la nostra reputazione: le buone azioni ci doneranno punti eroe, mentre quelle discutibili aumenteranno il punteggio da rinnegato. La nostra reputazione non cambierà solo il modo in cui verremo visti nella galassia, ma modificherà l’aspetto di Shepard. Reduce da un incidente disastroso, il nostro eroe sarà sfregiato in volto. Comportandoci bene le ferite spariranno lentamente, mentre, se sceglieremo una linea di comportamento immorale, il viso di Shepard verrà solcato da cicatrici rosso fuoco.


Quando il gioco si fa duro…

Al momento di gettare le basi del gameplay del titolo, gli sviluppatori devono aver soppesato due possibilità: mantenere una linea più tradizionale oppure rompere con il passato e mettere in campo qualcosa di nuovo. Mass Effect 2 è sicuramente figlio di quest’ultima scelta. Nonostante possa ancora essere considerato un GDR a tutti gli effetti, l’ultima fatica Bioware abbandona alcuni elementi classici per approcciarsi ad un modo nuovo di concepire il genere. Dimenticatevi elaborati menù od inventari chilometrici perchè in Mass Effect 2 non troverete nulla di tutto questo. O almeno, non come ve lo immaginate.

La prima cosa che farà sicuramente storcere il naso ai puristi sarà un’apparente mancanza dell’inventario. Accedendo al menù della squadra, infatti, non potremo scegliere quali armi equipaggiare o come gestire l’inventario dei nostri personaggi. Se questa scelta apparirà straniante, almeno all’inizio, più avanti scopriremo che in questo modo l’azione di gioco diverrà più diretta e meno spezzettata. Potremo comunque cambiare le armi del gruppo, grazie ad apposite console, e potenziarle sviluppando progetti tecnologici direttamente sulla Normandy spendendo la dovuta quantità di materiali. Sia le nuove armi, sia i potenziamenti, saranno direttamente disponibili per tutto il gruppo, così che basterà comprare (o trovare) un singolo fucile di un determinato tipo per renderlo utilizzabile a tutti i personaggi capaci di maneggiarlo. Una semplificazione che potrebbe essere vista come una limitazione, specialmente quando troveremo nuove armi durante l’avventura e queste verranno cambiate automaticamente, magari negandoci l’uso temporaneo di un fucile a noi utilissimo, che potremo riequipaggiare solo trovando una console adeguata (solitamente vicinissima ogni volta che troveremo una nuova arma) o tornando sulla Normandy. Insomma, una prova in linea di massima riuscita, se non fosse per qualche leggera imprecisione.

Sempre rimanendo nell’ambito dell’equipaggiamento, non si può non elogiare la grande varietà di armi (questa volta saranno presenti anche prototipi particolari ed unici) e la personalizzazione della corazza del protagonista. Sarà possibile non solo comprare i pezzi dell’armatura per poi equipaggiarli come più ci aggrederà, ma anche cambiare colore alla nostra corazza con le tonalità che più ci piaceranno. Inutile dire che gli altri personaggi non potranno cambiare il proprio equipaggiamento di difesa, anche se i potenziamenti delle corazze saranno applicati anche a loro.

Per il resto, il mantenimento dei livelli, delle abilità (poche, proprio come nel primo) e delle classi renderà possibile una personalizzazione del personaggio dal punto di vista prettamente statistico. Come nel capitolo precedente, le classi da scegliere saranno sei: Soldato, Adepto, Ingegnere, Incursore, Ricognitore e Sentinella. Ognuna delle sei classi, se pure all’inizio sembrerà simile alle altre, potrà vantare delle peculiarità uniche e dei poteri speciali da tenere bene in considerazione prima di fare la propria scelta. Naturalmente, importando la carriera direttamente dal primo Mass Effect, importeremo anche la classe del personaggio. Niente paura però: in caso di ripensamento, quasi all’inizio sarà possibile cambiare nuovamente classe e aspetto del nostro alter ego virtuale.

 

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