Mass Effect – Recensione Mass Effect

Il ritorno in grande stile di Bioware

Finalmente, dopo una lunga ed estenuante attesa, il 23 Novembre 2007 esce sul mercato europeo Mass Effect, l’ultimo capolavoro targato Bioware Corp. Ci troviamo di fronte all’eccellente prodotto di una delle software house più illustri del panorama videoludico; circa una decina di anni fa pubblicò su PC il suo primo capolavoro, Baldur’s Gate, uno dei giochi di ruolo occidentali più amati dal pubblico, per poi sfornare altri capolavori sul promettente mercato delle console. E’ così che vide la luce un altro ottimo titolo dalla indubbia profondità come Star Wars: Knight of the old Republic, per poi spaziare nelle atmosfere mistiche di Jade Empire. ora, anche per la Bioware è finalmente arrivato il momento di tuffarsi nella promettente next generation e possiamo ben dire che lo fa in grande stile; un’esperienza videoludica senza precedenti sintetizza generi diversi in un unico titolo, creando un universo a dir poco sbalorditivo. Mass Effect si presenta come il primo capitolo di una trilogia annunciata in esclusiva per Xbox 360, tanto da non vedere un corrispettivo nemmeno su PC. La narrativa fantascientifica trova il suo pieno sfogo in un background narrativo e in una sceneggiatura che evocano un universo estremamente affascinante, profondo e fervente di vita propria. La Bioware si distacca questa volta dalla licenza narrativa della saga di George Lucas, creando un intreccio narrativo che ha veramente ben poco da invidiare alle più blasonate saghe fantascientifiche. Un comparto grafico di prim’ordine, seppur con le sue pecche e le sue incertezze, unito ad un sonoro di pregevole qualità in cui il doppiaggio italiano trova finalmente il suo trionfo, ci mette di fronte ad un titolo che assurge al grado di capolavoro grazie ad un gameplay profondo, fresco ed innovativo. La Bioware ci regala, dunque, un’esperienza unica, che farà felice qualsiasi giocatore che avrà l’ardire di lanciarsi in questa galattica epopea.

Bello e dannato

Sotto il profilo squisitamente tecnico possiamo tranquillamente dire di trovarci di fronte ad un vero e proprio gioiello di nuova generazione, ma come tutto ciò che è bello, Mass Effect non è esente da difetti più o meno evidenti. Dal punto di vista stilistico, ci troviamo di fronte ad un design estremamente affascinante, che coinvolgerà il giocatore in un universo di rara bellezza; l’architettura di navi ed edifici spaziali, gli stupendi paesaggi e le razze aliene che li popolano, forniscono un incredibile scorcio di un futuro lontano, eppure già radicato nel nostro immaginario fantascientifico. Resteremo basiti di fronte ad ottime texture, colori vividi e brillanti, ed effetti di riflesso a dir poco magistrali, per poi incantarci di fronte agli eccellenti modelli di ambienti e personaggi. L’anatomia, l’espressività e l’animazione raggiungono nuovi standard, e gli accurati dettagli fanno veramente gridare al miracolo. Purtroppo la firma della Bioware porta con se anche alcuni difetti che gravano più o meno in maniera pesante su un titolo di pregevole fattura. Uno dei problemi più grandi con cui la casa di sviluppo lotta da tempo, è il brusco calo di frame rate che si avverte in particolari fasi di gioco; il livello medio si aggira attorno ai 30 fps, che caleranno in maniera vertiginosa nelle fasi di gioco più concitate, creando un leggero fastidio anche ad un occhio meno sensibile. Altro problema di cui risente Mass Effect sono i suoi caricamenti; nei passaggi tra zone abbastanza ampie assisteremo a continui accessi ad un dvd messo costantemente sotto pressione, con conseguenti problemi di streaming e scatti più o meno vistosi. Seppure le texture, come detto prima, siano di ottima fattura, un problema che colpisce in generale il motore grafico dell’Unreal Engine 3, sarà la causa dei fastidiosi ritardi nei loro caricamenti in fase di gioco, talvolta fin troppo evidenti. Infine la fluidità è minata da un palpabile difetto di tearing che avvertiamo con movimenti bruschi del personaggio o della telecamera. Sono questi i problemi che increspano un titolo comunque ottimo sotto il profilo tecnico, ma raggiungiamo invece i gradi dell’eccellenza nell’analisi del comparto sonoro. L’intera colonna sonora firmata Jack Wall e Sam Hulick, è stata orchestrata in maniera magistrale, con 37 tracce che spaziano dallo stile cyberpunk, a quello sinfonico per i momenti più epici e struggenti. La perfezione però, viene raggiunta nel certosino lavoro di doppiaggio localizzato nella nostra lingua. Un anno e mezzo, di cui sei mesi per la sola registrazione, sono serviti alla realizzazione di un incredibile numero di ore di dialoghi, tutti recitati e doppiati in maniera eccelsa. Le voci che ascolteremo saranno tantissime ed ogni specie aliena sarà caratterizzata da un timbro assolutamente caratteristico. La chicca vera e propria però, la troviamo nello stupefacente labiale, sincronizzato in maniera sbalorditiva anche con i fonemi del nostro idioma. Una realizzazione tecnica dunque che nonostante i suoi difetti, si rivela essere decisamente di prim’ordine.

 Così ebbe inizio

"Sembra ieri, eppure, nelle notti di 176 anni fa osservavamo ancora il cielo stellato ammirando corpi celesti lontani apparentemente irraggiungibili se non nelle nostre più futuristiche fantasie. L’umanità aveva compiuto i suoi primi passi, confinati in alcune regioni del nostro sistema solare. Il resto ci appariva immoto ed inesorabilmente distante, solo le teorie e l’osservazione tramite telescopi (vere e proprie macchine del tempo) potevano aiutarci a comprendere. Ma un bel giorno tutto questo cambiò. Poco più di trent’anni fa, la nostra prima vera spedizione su Marte portò alla colonizzazione del pianeta rosso. Naturalmente non trovammo esseri viventi, ma trovammo forse qualcosa di più grande: le rovine Prothean, che scoprimmo essere un popolo forse estinto ma dotato di conoscenze tecnologiche fuori dalla nostra portata. Alcuni sono ancora oggi formalmente convinti che la religione, ancora molto forte allora, nacque da un contatto antico umani-Prothean. Ma questo non è rilevante, fondamentale è stato invece lo studio di questa tecnologia così avanzata e così allo stesso tempo antica. Studi che permisero in breve tempo di apprendere i concetti quali effetto massa ed elemento zero. Ma è nell’anno 2157 che assistemmo alla prima vera e grande svolta dell’umanità: la scoperta di un portale Prothean, il primo di una lunga serie, situato proprio nel sistema solare e precisamente sepolto fra i ghiacciai che ricoprono la luna di Plutone".

Non potevamo fare a meno di prenderci questa “licenza videoludica” per presentare e dare una minima idea della grandiosa trama, di un gioco che fa della narrazione degli eventi, una squisita arte. Effetto Massa ed Elemento Zero non sono che la chiave di volta della tecnologia spaziale di un universo immenso, ora raggiungibile nei suoi disparati punti grazie all’azzeramento della massa, e di conseguenza colonizzabile. Tuttavia la mania d’onnipotenza che ha sempre caratterizzato l’umanità, si troverà sbattuta in faccia un’amara verità: l’uomo non è altro che l’ultimo arrivato in tutto ciò. Si compirà così il primo passo verso quella che sarà la “guerra del primo contatto”, dando il via ad una saga che si presta a diventare leggenda. La Bioware è stata capace di ricreare un complesso modello sociale e culturale di stupefacente credibilità, che trova il suo definitivo corollario in una sceneggiatura mai stucchevole, e in grado di fornire una immedesimazione totale del giocatore che vi si accosta. Non c’è assolutamente alcun dubbio, il suo intreccio non ha nulla da invidiare alle saghe fantascientifiche più osannate, per un romanzo videoludico senza precedenti.

Gioco di ruolo? Strano ma vero

Che lo si creda o meno, Mass Effect è classificabile sotto il genere dei giochi di ruolo, seppure quello che ci troviamo davanti è un caleidoscopico titolo che unisce sotto il suo nome una molteplicità di generi. I ragazzi della Bioware con questo ardito esperimento, cercano di attirare e soddisfare allo stesso tempo, una gamma di pubblico decisamente ampia, e dobbiamo ammettere che hanno colto nel segno. Verremo subito messi di fronte ad un enorme tutorial per la creazione e personalizzazione del protagonista, maschile o femminile che sia, con la relativa montagna di opzioni estetiche selezionabili; la scelta della classe di appartenenza poi (soldato, ingegnere, adepto, incursore, ricognitore e sentinella) sarà di fondamentale importanza per l’equilibrio che il nostro eroe avrà nell’uso della biotica, una sorta di potere psicofisico precluso ai normali esseri viventi, e la forza bruta. L’unico consiglio che ci sentiamo di darvi è la scelta di un profilo non troppo nerboruto, dal momento in cui ne risentirebbe l’ottimo doppiaggio del protagonista, che non si adatterebbe appieno alla sua rude fisionomia; per la donna invece il discorso non sussiste. Qualunque sia stata la scelta della classe di appartenenza, avremo comunque a che fare con personaggi di diverse tipologie, in modo da poter sfruttare appieno le loro potenzialità nelle diverse circostanze di gioco, fornendo al titolo un’ottima varietà. 
Un elemento che in queste circostanze risulterà particolarmente utile, è l’innovativo sistema di dialoghi, grazie al quale non solo avremo un potere decisionale sulla trama fuori dal comune, ma potremo addirittura influenzare i nostri parametri di sviluppo. Non ci troveremo di fronte alla scelta delle battute, ma a quella degli stati d’animo con cui il protagonista si approccerà alle molteplici situazioni, determinando soluzioni e rivolgimenti del tutto diversi tra loro. L’utente chiamato ad interpretare questo ruolo, verrà coinvolto totalmente in una caratterizzazione a tutto tondo del personaggio, influenzando a sua volta il comportamento dei diversi membri del party. Fra una rosa di sei personaggi che incontreremo nel corso dell’avventura, tre prenderanno parte a scontri dal sapore spiccatamente action, in cui entreranno in gioco armi da fuoco, poteri biotici ed abilità tecnologiche. Di primo impatto potrebbe sembrare di trovarci di fronte ad uno sparatutto in terza persona, ma non è così, dal momento in cui i combattimenti richiederanno momenti di accurata riflessione tattica. Saremo chiamati a giostrare ogni singola azione di gioco, anche se potremmo tranquillamente affidare alla CPU quelle dei nostri compagni, ed impartire così loro ordini di natura strategica. Sarà possibile poi mettere il gioco in pausa per gestire l’apposito menù di armi e incantesimi, in puro stile gioco di ruolo. Un sistema di combattimento di pregiata fattura dunque, dove le numerose variabili rendono ogni scontro entusiasmante ed assolutamente privo di noia, anche se talvolta a risentirne è l’intelligenza artificiale dei nemici, poco atta alla gestione di queste stesse variabili. La crescita dei nostri personaggi è affidata al classico accumulo di punti esperienza, guadagnabili in diversi modi. Tutte le azioni che compiremo, come l’uccisione di un nemico, l’esplorazione di una locazione, l’interazione con un preciso personaggio, la reazione emotiva ad un determinato evento o il superamento di un determinato enigma, ci faranno guadagnare esperienza con la quale far crescere e personalizzare il nostro eroe. Le possibilità che ci troveremo davanti saranno ovviamente influenzate dalle scelte fatte all’inizio del gioco, potremo così sbloccare determinati parametri ed abilità a seconda del tipo di eroe che abbiamo creato. Purtroppo la trama principale, divisa in cinque missioni, non sarà molto articolata e ci terrà impegnati per poco più di una decina di ore di gioco; la sua epica conclusione lascia con l’amaro in bocca, ma prepara i nostri palati al seguito di questa promettente trilogia. Le scelte morali che faremo durante l’avventura porteranno a rivolgimenti della trama così profondi, da garantire un’assoluta rigiocabilità del titolo, ed una buona variabilità di fondo, garantita dalla presenza della mappa galattica, lenisce una longevità altrimenti bassa. Questa mappa è sita al centro della nostra nave stellare Normandy e la mole enorme di contenuti cui ci metterà di fronte sarà quasi spaesante; un’intera galassia attende il nostro arrivo, interi pianeti aspettano d’essere esplorati: ci si apre così davanti un succoso panorama di subquest.

Un capolavoro annunciato? 

Mass Effect è senza ombra di dubbio uno dei migliori titoli, se non il miglior titolo presente sul panorama Xbox 360. La Bioware ha colto nel segno con un gioco di ruolo occidentale che racchiude in sé tutti i pregi del genere e ne fa una commistione perfetta con quelli di una molteplicità di altri generi differenti, catturando così l’attenzione di un pubblico decisamente ampio. Quello che abbiamo di fronte è un autentico esempio di next generation. Un comparto grafico di tutto rispetto, nonostante le sue imperfezioni, ed un audio a dir poco strabiliante, con dialoghi e doppiaggi degni di una produzione cinematografica, permetteranno un coinvolgimento totale del giocatore. Un gameplay dinamico ed innovativo ed una trama epica ed appassionante ci faranno vivere una grandiosa epopea fantascientifica da assoluti protagonisti. I difetti che affliggono Mass Effect, da quelli tecnici a quelli relativi alla longevità, non minano assolutamente la riuscita di un capolavoro annunciato, e la Bioware si conferma di nuovo garante di qualità. Che siate appassionati di giochi di ruolo o meno, non potete assolutamente farvi sfuggire questa pietra miliare; non averlo nella vostra collezione sarebbe un vero e proprio “delitto” videoludico.

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