Ar Nosurge – Ode to an Unborn Star

Non è facile parlare di JRPG al giorno d’oggi. Vista la prevalenza di serie affermate che hanno fatto storia e la rinascita negli ultimi anni di GDR Occidentali o in stile occidentale, molti titoli finiscono per passare inosservati ai radar dei consumatori per finire nelle mani di appassionati di un genere sempre più di nicchia. Esaminiamo quindi la più recente proposta di Gust, lo studio che ci ha portato le serie Atelier, Mana Khemia e Ar Tonelico (titoli noti per il loro gameplay atipicoì) e parliamo dunque di Ar Nosurge – Ode to an Unborn Star per PS3, il secondo titolo della serie emergente Surge Concerto, che funge da prequel alla saga Ar Tonelico. Noto in Giappone come Surge Concerto: Ar Nosurge -Umareizuru Hoshi e Inoru Uta-.
Come gran parte dei JRPG che sono emersi dalle tenebre della localizzazione, Ar Nosurge è confezionato in uno stile prettamente “anime”, ricco di canzoni Jpop, costumi stravaganti e un fattore moe non indifferente, per non parlare di situazioni e scene osé, che in questo caso sono alla base del gioco stesso, o quantomeno del gameplay. I fattori chiave di questa serie, e per estensione anche di Ar Tonelico, sono i legami sentimentali, il mondo dei pensieri e la musica. Infatti alla base del mythos di Surge Concerto/Ar Tonelico c’è la Song Magic, magia della canzone che ha effetti strabilianti come anche devastanti. Gli ingredienti per un JRPG piuttosto insolito ci sono tutti. Che gusto avrà il prodotto finale?

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Surge Concerto: Episode 2

Veniamo introdotti al mondo di Ar Nosurge tramite un sistema operativo che ci narra l’antefatto. Il mondo di Ra Ciele era in declino, il suo sole pronto ad esplodere. Da generazioni gli umani vivevano in armonia con i Genom, razza spirituale e antica, e detentrice del potere della Song Magic. Gran parte del pianeta divenne invivibile, i mari si prosciugarono e le terre bruciarono. I pochi sopravvissuti costruirono una cupola sul polo magnetico a nord del pianeta, e crearono un impero. Tentarono invano di trovare una soluzione ma finirono per vagare nello spazio all’interno di una Nave/Colonia immensa: Soreil.
Ecco dunque che dopo anni, nello spazio arrivarono gli Sharl, una specie somigliante a fate che iniziarono ad attaccare gli umani sopravvissuti, rapendoli di tanto in tanto. Questo causò uno scisma nella popolazione che si divise in due gruppi fondamentali: quelli che resistettero fondarono la Città di Felion, circondata da una barriera impenetrabile, e quelli che decisero di venerare gli Sharl per non essere attaccati, che fondarono la Chiesa di Genomirai.
Fino a qualche anno prima dell’inizio della storia pochi sapevano dell’esistenza di Felion, finché l’imperatrice divina non sbloccò la barriera, e fu così che emersero gli Ancients, persone capaci di usufruire del potere della Song Magic, da tempo persa.
Seguiamo quindi le avventure di due paia di protagonisti: Delta e Cass, e Earthes e Ion (quest’ultima protagonista del primo titolo della serie Surge Concerto, ovvero Ciel Nosurge). Entrambi lottano per l’armonia e la salvezza degli abitanti della colonia, ma forze oscure minacciano di porre fine a tutto, riusciranno a salvare il mondo?

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Insepscion?

Innanzitutto va detto che arriviamo tardi alla festa: Ci manca un intero capitolo della saga! Ciel Nosurge, per PSVITA, rimane confinato in Oriente, senza notizie su una sua eventuale localizzazione. Andando avanti ci rendiamo conto che nell’immediato questo non influisce così tanto sul godimento della storia, ma la sua assenza si sente: Ciel Nosurge è la storia/antefatto di uno dei protagonisti: Ion.
Ciò detto, è vero che una visita su internet aggiusta questo problema, basta leggersi la trama.
Ar Nosurge si rifà molto a entrambe le serie che lo hanno preceduto. Da Ar Tonelico riprende due pilastri di gameplay, le Song Magic ed il sistema Dive (nel quale uno dei protagonisti entra nel mondo dei pensieri dei suoi compagni), e dal suo prequel Ciel Nosurge l’enfasi su uno stile di gioco simile al visual novel. Tutte queste influenze vengono unite da un tema centrale che pervade sia la trama che il gameplay: i legami sentimentali. Il risultato di questo pastiche è particolare: ci ritroviamo con un gioco che deve conciliare l’azione richiesta da un JRPG, una quantità esorbitante di lore, e un sistema di relazioni interpersonali assai profondo. L’idea è solida ma forse poteva essere implementata in maniera più fluida.
Dopo che siamo stati introdotti al mondo di Soreil e alla prima coppia di protagonisti, la trama vera è propria parte all’improvviso, e inizialmente ci ritroviamo leggermente spaesati. Difatti a questo si aggiungerà un quantitativo assurdo di informazioni che vengono forzate sul giocatore che si ritrova a a dover capire il nuovo sistema di combattimenti, dove si trova e con chi ha a che fare, il tutto nella prima ora di gioco. Fortunatamente siamo muniti di glossario di termini ed enciclopedia. Per di più una finestra del menu principale ci ricorda sempre cosa dobbiamo fare in quel preciso istante per fare avanzare la trama, e in una voce nello stesso menu possiamo rileggere gli eventi della storia a mo’ di riassunto, cosa che faremo molto spesso nel corso del gioco. Infatti gran parte dell’esperienza viene passata a leggere, è inutile tergiversare. L’influenza visual novel/life sim del predecessore si sente molto in questo caso.

Torniamo sul tema dei legami fra personaggi, presente in tutti gli aspetti del gioco che cercheremo di riassumere in maniera concisa, per quanto possibile. L’azione ruota sempre intorno a una coppia di personaggi (maschio e femmina) che si possono alternare a piacimento superato un certo punto. Il giocatore deve esplorare questa relazione fino in fondo non solo per fare avanzare la trama ma anche per ottenere benefici che rendono la vita più facile in combattimento. Ogni occasione è buona per far conversare i personaggi, persino durante l’esplorazione c’è sempre una conversazione da leggere.
Da Ar Tonelico il combattimento riprende una meccanica base, il pg controlla uno dei protagonisti (il maschio) che difende l’altro (la femmina) mentre carica la Song Magic (base del Mythos di questo universo, e fulcro del combattimento). Durante l’azione ci ritroviamo a far fronte a gruppi di nemici che appaiono in varie ondate, note come Wave, per un massimo di quindici gruppi composti da tre a sei membri per combattimento. In un numero limitato di turni bisogna sconfiggerli tutti, e difendere colei che carica la Song Magic, che se viene sconfitta pone fine allo scontro. Il giocatore ha a sua disposizione una serie di attacchi leggeri e pesanti che deve concatenare per poter effettuare un Break, cosa che regala turni bonus, e questo è importante visto che raggiungere questo limite di turni imposto dal gioco è un altro modo di ottenere una sconfitta. Una barra in alto durante gli scontri armati mostra il numero di Wave rimanenti. L’altro fattore chiave è la Song Magic stessa. Difatti con l’attaccare si riempiono due barre, quella della magia e quella dei Wave. Riempita la barra della magia è possibile lanciare una magia devastante che elimina più Wave e pone fine al combattimento. Da questo punto di vista si apprezza il fatto che Ar Nosurge tenta una strada diversa.

L’altra componente è il sistema Dive, che influisce direttamente su due aspetti: combattimento e sviluppo dei personaggi. In questo sistema a la’ Inception il protagonista (componente maschile della coppia) si “tuffa” nei pensieri della sua controparte femminile (e anche di altri personaggi femminili) con l’uso di un macchinario. Entrato in questo mondo dei pensieri presentato con una mappa/menu, si partecipa a vari eventi in un mondo pazzesco e colorato che riflette la personalità e i pensieri interni della persona in questione. In questi eventi si prendono decisioni che alterano il carattere della persona scelta. Questo ci permette, in maniera un po’ confusa, di capire la persona nel suo profondo. Decisioni prese mandano avanti questo “minigioco” in stile visual novel e regalano gemme al giocatore, che può assegnare ai personaggi per modificarne le statistiche base. L’obiettivo di tale sistema, oltre a queste gemme, è l’acquisizione di altre Song Magic che si possono scegliere all’inizio di ogni scontro. Qui passiamo a un altro aspetto del gioco, che si rivolge ai fan “otaku”. Finita una sessione di Dive, la coppia diventa più intima, in tutti i sensi. Per poter usufruire degli effetti delle gemme acquisite bisogna infatti passare attraverso il sistema di Purificazione che prevede che la coppia si denudi (parzialmente) e faccia il bagno nelle terme sacre (sparse in giro per il mondo) per conoscersi meglio e poter inserire le gemme acquisite in degli slot vuoti che aumentano man mano che ci si conosce.

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Manichini in action

Dal punto di vista tecnico vediamo le lacune di Ar Nosurge. Evidentemente è stata fatta una scelta alla base, e cioè quella di privilegiare lore, personaggi e gameplay  piuttosto che grafica. Per l’appunto gran parte del tempo si passa a leggere le conversazioni fra personaggi, che pur essendo disegnati bene, risultano essere bei manichini che si muovono meccanicamente. Questo si nota di meno nei combattimenti, vista la loro natura alquanto frenetica, ma diventa lampante durante le conversazioni e l’esplorazione del mondo. Per quanto riguarda il mondo stesso, si passa gran parte del tempo a navigare mappe fatte a menu (le città infatti sono solo menu), e poche zone esplorabili. Queste zone rappresentano forse il punto più debole del gioco. Quello che abbiamo a disposizione è essenzialmente una serie di semplici corridoi decorati in maniera blanda, il tutto in uno stile sci-fi alquanto generico, dagli interni della nave colonia a esterni ispirati a zone di campagne. Questo risulta in un’esperienza di gioco sconnessa, visto che l’immersione avviene nella lettura e non nell’inserimento in un mondo colorato e complesso, fattore chiave di JRPG di successo e parte del motivo dell’apprezzamento di questo genere. Tuttavia, con l’uso di filmati (pochi e distanti l’un l’altro) in stile anime Ar Nosurge si redime leggermente.
Fra le lacune tecniche, emerge un aspetto di merito: la musica. Essendo alla base della mitologia, risulta essere l’aspetto tecnico più curato. Ci vengono presentate una lunga serie di tracce cantate e non (le stesse Song Magic), che cambiano di stile da canzone a canzone; passando da un genere religioso/spirituale a uno puramente elettronico, il tutto condito da un influenza JPOP.

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[signoff icon=”quote-circled”]Tante informazioni, tanto da fare. Nonostante le lacune tecniche, Ar Nosurge ci offre un universo e una trama complessa, ricca di personaggi colorati e tutto sommato interessanti. Il tutto rigorosamente in stile anime. La complessità e ricchezza di informazioni a disposizione risulta in un’esperienza di gioco talvolta sconnessa, esasperata dal fatto che ci manca il primo capitolo. Il da farsi è tanto ed è incoraggiato l’approfondimento. C’è un elemento trainante che nonostante le lacune trasporta chi ha la pazienza di leggersi tanti dialoghi e la voglia di immergersi in questo strano universo sci-fi/fantasy.[/signoff]

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