Assassin’s Creed II – Recensione Assassin’s Creed 2

Assassin’s Creed si era fatto apprezzare quanto basta dalla critica, con dei commenti altalenanti che andavano ad esaltare l’ambientazione e la trama di gioco insieme all’ottima giocabilità, criticando poi situazioni un po’ troppo monotone e ripetitive che lasciavano cadere il gioco in un alone di mediocrità provvisoria. Inoltre alcuni extra inseriti nella modalità di longevità, la ricerca delle bandiere e dei Templari ad esempio, non erano stati del tutto graditi e si sono rivelati davvero troppo frustranti. Per fortuna la Ubisoft impara dai suoi errori e da quel titolo, comunque ben riuscito e innovativo, nasce un capitolo totalmente nuovo, farcito da interessanti novità e pieno di aspetti diversi di giocabilità: un capolavoro sotto molti aspetti, carente solo leggermente nell’aspetto tecnico, che ci dona una nuova entusiasmante storia legata al passato di Desmond, questo ragazzo rapito a causa dei suoi antenati famosi, e alla ricerca del frutto proibito dell’Eden.

Ubisoft ci getta in Assassin’s Creed 2 con l’aspettativa di ritrovarci in un mondo dal quale non vorremo più scappare e per fare in modo di innamorarci di quell’Italia rinascimentale che un po’ tutti invidiamo ai giorni nostri.

Ezio Auditore da Firenze

Un grullo, come lo apostrofa immediatamente Vieri de’ Pazzi. Un nobile, come si presenta per le sue sembianze. Un antenato di Desmond Miles.

La nostra avventura parte da dove si era concluso il primo episodio: tramite un riassunto effettuato con le scene del primo capitolo, Desmond ci racconta perchè si trova nell’Abstergo, cos’è l’Animus, chi è lui. Ha poco tempo a disposizione però, perchè Lucy è venuto a prenderlo per un’ultima rapida visita all’Animus e ai suoi antenati. Venuti a conoscenza del nome del soggetto interessato che proseguirà la storia iniziata da Altair, si avvia una fuga fuori dall’Abstergo verso un nascondiglio segreto, dove conosceremo l’Animus 2.0, modello perfezionato della tecnologia usata per esplorare Gerusalemme.

Ezio Auditore, figlio di Giovanni Auditore, non è ancora a conoscenza del suo futuro e di quello che accadrà di lì a poco. Nelle prime battute è solo un sempliciotto, dedito alle donne e al piacere e che ben presto inizierà ad essere ricercato per una bravata notturna con la bella Cristina. Le sue giornate trascorrono portando lettere e sfacchinando per conto del padre o del fratello più piccolo, che gli lascerà una passione per le piume d’uccello. Nel frattempo farà conoscenza con Firenze, la sua città natale, e con la gente che la governa o chi vuole salire al potere. Ben presto però i tradimenti che fanno da sfondo a questa che sembra una città piacevole e rinomata, verranno a galla e sarà la famiglia Auditore a pagarne le pene, e in questo caso sarà proprio l’ignoranza del protagonista ad essere l’arma a doppio taglio.

L’ultimo di questa famiglia si ritroverà a dover fronteggiare un popolo in rivolta, una lotta che dura da secoli tra Templari e Assassini, che nel 1500 è ancora più grave e importante rispetto all’anno 1000. La nostra storia si svilupperà intorno a personaggi noti della scena fiorentina come Lorenzo de’ Medici, coinvolto in qualcosa di più grande di quanto possa sostenere, o come Leonardo da Vinci, presentatoci come un pittore che non trova pace per il suo genio, o ancora la famiglia dei Borgia e quei de’ Pazzi, con i quali avevamo avviato la nostra narrazione.

Una storia architettata in maniera eccellente, che regala una visione nascosta di come Leonardo divenne grande architetto o come Lorenzo divenne Magnifico, tutto nei giochi crudeli e nei sotterfugi che legano le storie di città come Firenze e Venezia, Forlì e San Gimignano, perferie della Romagna e del Senese. Nulla è lasciato al caso, tutto ha un copione, la storia è ripercorsa senza sbavature, affrontando temi duri e solenni, tirando in ballo personaggi del calibro anche della famiglia Borgia, che, quasi a confermare le leggende che la storia ci tramanda su di loro, si ergono a fulcro delle maldicenze. Toccherà a Ezio riportare la pace in Italia, in un plot che supera nettamente il lavoro svolto per Altair, qualche anno addietro dalla sceneggiatura Ubisoft.

L’uomo potrà volare

Se volessimo definire e sezionare il gameplay di Assassin’s Creed 2 potremmo trovare ben tre diversi situazioni: la prima si compierà dall’inizio del gioco ad ogni intermezzo frapposto nei ricordi di Desmond, fino alle ultime apparizioni della trama, e ci farà vestire i panni del nostro vero protagonista in felpa e jeans. Movimenti per nulla atletici e situazioni per nulla difficili durante la fuga dall’Abstergo, anzi potrebbero anche risultare noiose come scene iniziali, ma per fortuna presto verrete ricompensati: inoltre il protagonista, come accadde per il primo episodio nel quale prese l’abilità dell’occhio dell’aquila, riuscirà ad acquisire alla grande alcune abilità di Ezio e diventare un provetto acrobata. La seconda sessione di giocabilità la ritroviamo in un Auditore che si impegna nei primi compiti familiari da risolvere: una rissa con Vieri de’ Pazzi ci mette dinanzi alle tattiche di combattimento, una corsa sui tetti, una visita ad una piacente donna fiorentina, ci permetteranno di apprendere come arrampicarci in ogni dove, e infine i primi due incontri con Leonardo da Vinci ci lanceranno nelle ultime piccole conoscenze che un Assassino merita.

Dopo queste due, alquanto lunghe, sessioni di preambolo, l’avventura decolla finalmente con l’ultimo atto a noi disposizione: indosseremo la tunica lasciataci da nostro padre e avvieremo inizialmente situazioni del tutto identiche a quelle vissute con Altair, ma ben presto ci troveremo in un mondo da sovrastare per le nostre capacità incredibilmente superiori al vecchio Assassino. Come prima cosa noteremo un inventario decisamente più grande a nostra disposizione a partire dalla possibilità di portare con sè una lama grande e una piccola: per le prime potremmo portare l’esempio di una spada o di un martello, mentre per le seconde una daga o un pugnale. Avremo poi la famigerata lama dell’assassino, che scatterà con un’abile meccanismo perfezionabile nel corso del gioco, arrivando ad avere a disposizione una doppia lama o ancora una che inietta veleno. Ezio avrà a disposizione anche delle borsette da attaccare alla sua cinta nelle quali andranno a posizionarsi bombe fumogene, pugnali da lancio e medicine per curarsi quando si è prossimi alla morte: quest’ultima rappresenta sicuramente una bella aggiunta per quando ci troveremo coinvolti in lotte lunghe e difficili da affrontare. Questi items da inserire nelle bisacce saranno acquistabili, qualora dovessero terminare, dai rispettivi venditori.

Concentrandoci su quest’ultima voce, i mercanti, abbiamo modo di notare una nuova notevole aggiunta nel mondo di Assassin’s Creed. Avremo a disposizione i fabbri, che non solo andranno a riparare le nostre armature logorate dal tempo e dalle battaglie, e che vi venderanno tutte le armi a loro disposizione nonchè nuove protezioni sempre di materiale migliore. Avremo anche i sarti, che ci forniranno delle nuove cappe e che conserveranno quelle che otterremo nel corso dell’avventura; mercanti d’arte che venderanno dipinti e mappe del tesoro, che andremo ad analizzare successivamente; pure i medici, che vi cureranno e vi venderanno medicine e boccette di veleno per la vostra lama. Insomma i borghi rinascimentali si sono adattati al progresso e il mercato ha trovato giustizia in questo nuovo capitolo Ubisoft.

Le mappe del tesoro, acquistate a un prezzo non troppo alto dai mercanti d’arte, ci permetteranno di svelare i posti segreti di oggetti nascosti nella città e delle Tombe dell’Assassino. Ce ne saranno sei in tutt’Italia, tra Firenze, Forlì, San Gimignano e Venezia, e ognuna di esse daranno accesso a dei dungeon che comporteranno un’esplorazione tipica del genere: aggrapparsi a travi, saltare su lampadari, lancarsi nel vuoto e aggrapparsi a un davanzale, scalare le pareti di un edificio, tutte azioni che ci permeteranno di arrivare all’ambito segreto delle Tombe, il sarcofago, nel quale troveremo un sigillo. Tutti e sei i sigilli ci permeteranno di  accedere alla tomba di Altair e impossessarci della sua armatura, ambita dalla casta degli Assassini, in particolare elogiata dallo zio di Ezio, Mario Auditore. Un’aggiunta platform e stilistica che piacerà davvero a tutti: assicurato.

La Villa

Zio Mario ci darà asilo, dopo che la vita a Firenze è diventata difficile, nella sua magione poco fuori dal centro della città. Il suo borgo è un insieme di innovazioni e nuove aggiunte per la nostra avventura. In prima analisi il nostro compito, per ripagare l’ospitalità del parente, sarà quello di arricchire e migliorare la Villa e con sè l’ambiente circostante: in un paradiso senza guardie e senza problematiche, dove tutti i cittadini saranno nostri amici e le botteghe faranno degli sconti sulla merce, dovremo vestire i panni di amministratore e deporre l’arma di assassino. Dallo studio, entrerete nel precedentemente analizzato luogo della tomba di Altair, dove troverete altre sei statue dei vostri antenati, tra greci e cinesi. Appena a sinistra dell’entrata avrete a disposizione il libro contabile, gestito da vostra sorella Claudia, che terrà segnati tutti i progressi dei vostri acquisti e le migliorie che apportate al borgo. Accanto a lei l’Architetto che seguirà i vostri ordini di restauro: i soldi acquisiti in giro per le vostre missioni, quindi, dovranno servire non solo per l’acquisto di armi e armature, ma anche per ricostruire e migliorare gli edifici circostanti alla Villa di vostro zio.

Ogni edificio migliorato porterà degli introiti maggiori all’economia del posto, soldi che saranno costuditi da vostra sorella nello scrigno e che voi potrete ritirare in ogni momento possibile per usarli come meglio credete. Gli introiti saranno puntuali e con cadenza regolare e verrete aggiornati ogni 20 minuti circa sul suo contenuto con un pop up sulla sinistra. Una meccanica gestionale che sicuramente piacerà a chi voleva dedicarsi anche ad altro, oltre che all’assassinio, e che non dispiacerà a chi invece non ne vorrà sapere: dopotutto Mario non vi obbligherà a migliorare obbligatoriamente il posto dove vivete.

Requiescat in pace

Le missioni di Ezio si svolgono in maniera regolare ed esattamente come quelle che vedevamo per Altair: vi sarà comunicato il bersaglio, oppure lo sceglierete da voi, e vi lancerete alla ricerca del malcapitato che dovrà cadere sotto le vostre furie prima del saluto classico con un solenne requiescat in pace. A differenza però di quanto accadeva nel Medio Oriente, qui avremo la possibilità di gestire al meglio la furtività e l’effetto sorpresa: a nostra disposizione avremo infatti diverse fazioni da assoldare, a prezzi diversi e con capacità diverse, ma tutte con lo stesso scopo. Le cortigiane andranno ad ammaliare le guardie facendole cadere in tentazione, i ladri andranno a infastidirle schernendole e costringendole a un inseguimento, e i mercenari ingaggeranno una lotta armata per uccidere ed eliminare definitivamente il problema. Tutto ciò avrà un prezzo, e una volta scelta una fazione, questa vi seguirà ovunque, tranne se verranno attirate da altro o accellerete il passo. Una volta distratte tutte le guardie, lasciatevi pure andare nell’uccisione più spettacolare possibile, lanciandovi da un cornicione, avvicinandovi alle spalle, uscendo da un covone di fieno, o quello che meglio credete.

Un’altra particolare situazione che vi seguirà per tutto il gioco sarà la presenza delle tantissime guardie a Firenze e a Venezia. A seconda del vostro profilo, alto o basso, verrete ricercato con insistenza e grande capacità da parte delle atletiche guardie: questo sarà visualizzabile in alto a sinistra, in un rombo che si dividerà in diversi frammenti. A seconda delle vostre azioni questa barra rombale si riempirà di rosso e per la farla svuotare avrete tre possibilità. Potrete andare alla ricerca dei manifesti che mettono sulla vostra testa una taglia e strapparli, assassinare di nascosto i procuratori che testimoniano sulla vostra cattiveria e, infine, potrete corrompere con 500 fiorini i parlatori delle piazze, che smetteranno subito di aizzare la folla e cambieranno rapidamente argomento, parlando magari delle tasse troppe alte o delle rivolte che partono da Siena e stanno per arrivare in tutt’Italia. Quando avrete un profilo basso non avrete problemi nella città, ma ovviamente pensate che le guardie si ricorderanno di voi e se mentre passate dinanzi al loro sguardo loro inizieranno ad indagare (il loro puntatore diventerà giallo) e se vedranno in voi qualcosa di malfamato o darete loro la possibilità di notarlo inizieranno ad inseguirvi dando l’allarme (il puntatore diventerà rosso).

Il vostro profilo potrà diventare alto quando non darete ascolto ad un ordine, come ad esempio un arciere che vi dirà di scendere immediatamente dal tetto sul quale state salendo, oppure quando inizierete a correre per la città spingendo a più non posso gli altri passanti, o quando inizierete a dare largo sfogo alla vostra cleptomania. Vi sarà insegnato, infatti, appena indosserete la tunica, da Paola, maestra delle cortigiane, come rubare o come mimetizzarvi nella folla. Per rubare basterà camminare in maniera normale e premere il tasto azione non appena vi avvicinerete alla vostra preda. Sgraffignerete una somma di fiorini prestabilita a seconda della classe che state razziando (nobili, popolani, borghesi, poveri) e dovrete poi essere abili a non farvi riconoscere tra la folla, altrimenti il malcapitato correrà ad avviare le guardie. Per nascondersi tra la folla invece basterà trovare un gruppo di persone, di solito tra i quattro o cinque, che cammina per i borghi, e così riuscirete a non farvi notare da chi vi cerca: molto utile per seguire qualcuno senza dare nell’occhio, oppure per oltrepassare un posto di blocco delle guardie.

Alla fine dei conti il prodotto Ubisoft si innalza a un buon mix di diverse opzioni che daranno libero sfogo alle vostre fantasie gestionali o omicida: forse un po’ troppa confusione, troppe cose da fare, ma piano piano si riescono a soddisfare tutte le richieste del gioco. La  storia di per sé e le Tombe dell’Assassino, innnovazione davvero eccezionale e molto gradita, riescono a portarci via più di venti ore di giocabilità, senza contare tutte le missioni secondarie, prettamente extra che non comportano nulla a livello di completamento o altro e che vivono solo per uno scopo esclusivamente ludico, senza fine. Le missioni si attestano su buoni parametri, senza cadere troppo nello scontato e nel ripetitivo, anche se una volta giunti a Venezia ci ritroveremo in alcuni stralci leggermente fastidiosi e missioni davvero troppo lunghe per essere sopportate. Questo rappresenterà solo un breve passaggio prima di ricevere da Leonardo miglioramenti che andranno a perfezionare la vostra arte da assassino, con la quale nessuno potrà mai competere.

Parlando poi, infine, dei nemici che ci troveremo a fronteggiare possiamo lodare il lavoro svolto: ovviamente resta la caratteristica rissa uno contro uno, che può al massimo sfociare in un colpo da tergo da parte di un’altra guardia mentre noi stiamo ingaggiando un duello con un altro nemico, ma tutto ciò avverrà solo in condizioni di difficoltà avanzata, a Venezia per l’appunto. Per il resto combattimenti che si limiteranno alla parata e al contrattacco e alla quasi inutile schivata, sono all’ordine del giorno. Completamente assente invece, cosa che ci duole in particolar modo, una modalità stealth, che sicuramente avrebbe migliorato i nostri lavori da devianza penale. Ezio non può camminare in maniera nascosta e tantomeno potrà nascondersi dietro un angolo o sotto qualcosa adibito a questa funzione: l’unico effetto sorpreso rimarrà l’attacco dall’alto, alle spalle o da un covone. Si poteva fare sicuramente di più, ma non vogliamo premere troppo il pulsante dei contro, soprattutto dinanzi a un grande lavoro e anche perchè sta per arrivare qualcosa di più gravoso.
 

Povero grullo!

Graficamente Assassin’s Creed 2 si pone su buoni livelli riuscendo a riproporci anche situazioni del primo capitolo in una grafica leggermente migliorata. Per usare termini chimici, o comunque slegati dal mondo delle arti sceniche, definiamo buono, se non ottimo, il lavoro a livello macroscopico e mediocre quello a livello microscopico. Firenze e Venezia, e le città che accompagnano la nostra avventura, sono di fattura pregevole, riprodotte al meglio, anche negli edifici, donando un aspetto completamente poetico all’epoca di Ezio. Stessa cosa possiamo dire per le folle che camminano per le città, sempre piene e brulicanti, e anche per l’alternanza del giorno e della notte, regolarmente scriptati e per nulla legati al trascorrere del tempo nel gioco. Vorremmo però poter dire lo stesso anche per i dettagli: sin dai primi momenti notiamo un Desmond per niente a livelli eccellenti, e una Lucy che, per quanto si possa giustificare la scelta stilistica, non ha il viso della bella ragazza di cui innamorarsi facilmente. Parecchi volti saranno poco curati e a volte anche le animazioni che risentiranno: episodio clou sarà il momento che precede l’atto sessuale tra Ezio e la bella Cristina, durante il quale l’antentato di Desmond le toglierà i vestiti con movimenti che sarebbero potuti essere decisamente più naturali o dolci. Guardato dall’alto però, o dalle spalle, Assassin’s Creed 2 è davvero un piacere.

Altra problematica che afflige il motore grafico è legata al tiring, ovvero quella frammentazione di pixel che comporta qualche sfasamento nella visione dell’immagine: presentando un’assenza totale di vertical synchronization, che ci mostrerà magari in un momento di pausa del gioco una testa spostata rispetto al corpo. Il problema prima citato è leggermente fastidioso, soprattutto nella versione PlayStation 3 che, a prescindere dalla possibilità di integrare l’avventura per PSP Assassin’s Creed Bloodlines, regala un aspetto grafico peggiore rispetto alla versione Xbox360. Nulla di particolare, s’intende, ma sicuramente una piccola chicca che farà piacere che venga notata a chi, possessore di svariate console, desidererà accaparrarsi la versione migliore e più prestante.

A livello sonoro possiamo segnalare effetti ben fatti, a partire dall’ottimo doppiaggio: Ezio sicuramente meno degli altri, ma ci sarà una grande tonalità fiorentina nel discorrere dei personaggi chiavi iniziali, partendo da leggeri insulti classici della lingua madre italiana, fino ad arrivare a sonore scurrilità che diventano ancora più presenti nel momento in cui a Venezia si arriverà a fare conoscenza di persone dalla dubbia moralità. La colonna sonora è gestita in maniera interessante ma sicuramente viene messa in secondo piano dal già lodato doppiaggio. Avremo la possibilità di ascoltare discorsi davvero solenni, e quasi vaneggianti, da parte dei nostri obiettivi: apologie del credo cristiano, esaltazioni della scena politica, momenti di panico da persone che non s’aspettavano delle vicende tali. Un lavoro eccelso che merita un voto pieno, anche per la qualità della narrazione, che ci trasporta dal mondo da donnaiolo di Ezio, al mondo dell’assassino Auditore. Interessante anche che nelle versioni extra italiane si possano ascoltare frasi in un italiano maccheronico da parte dei protagonisti della trama.

Riproposte le visioni dell’aquila per vedere dall’alto i punti salienti del mondo a nostro disposizione e poter guardare al meglio tutte le costruzioni che caratterizzano Firenze e Venezia tutt’oggi: è una visita davvero in tempo reale nelle città più belle di Italia. Il lavoro macroscopico di Ubisoft è già diventato leggenda.


Desmond impara l’arte e poi la mette da parte

Un titolo che sicuramente non ci saremmo aspettati così pieno e carico di innovazioni e che sicuramente chi è rimasto deluso dal primo capitolo riuscirà ad apprezzare a pieno. Abbiamo già sottolineato i piccoli difetti presenti a livello grafico e in quel gameplay che ricalca le orme lasciate da Altair, ma che comunque riesce ad offrire svariati spunti. Il sistema economico è una delle principali e fantastiche opzioni in più rilasciate per il titolo, e la libertà legata alla possibilità di svolgere o meno le missioni secondarie, che non comporteranno il completamento massimo del gioco, lascia tirare un sospiro di sollievo per chi aveva penato alla ricerca delle bandiere nel capitolo precedente: che vengono sostituite, come già detto, dalle piume d’aquila e della statuette degli dei Greci. Interessanti anche gli spostamenti che spesso ci costringeranno a corse in carovana per depistare gli avversari e quando non avremo voglia di attraversare l’intera campagna fiorentina potremo affidarci a questa che, alla modica cifra di 100 fiorini circa, ci teletrasporterà in un luogo già visitato.

Aggiunta sulla quale non ci siamo soffermati eccessivamente per non rovinare l’effetto sorpresa, avremo anche la possibilità di lanciarci in piacevoli enigmi, dall’aria del tutto scenica, che ci faranno piano piano svelare una realtà a noi nascosta riguardante il Soggetto 16, autore di quelle scritte di sangue all’interno dell’Abstergo. Inoltre, la possibilità da parte di Desmond di apprendere ancora più capacità rispetto a quanto fatto nel primo capitolo, rende l’azione più frenetica anche al di fuori dell’Animus 2.0.

Inutile, ma comunque interessante, è segnalare che il finale del gioco è totalmente aperto e noi siamo già qui in attesa di Assassin’s Creed III ci delizi con ulteriori novità e magari una grafica microscopica ancora più elevata e una fase stealth degna di un assassino e che è mancata al gameplay per prendere quel voto cui nessun altro potrebbe ambire. Che con il terzo capitolo possa poi finire la saga resta un’incognita, ma ci sentiamo di dire che visto lo sviluppo del secondo c’è davvero tanto ancora da svelare e queste 20 ore, o più, di trama principale non saranno sufficienti per completarlo.

Lavoro di grande fattura, di livello eccezionale e di grande levatura. Assassin’s Creed 2 riesce a dare filo da torcere a capolavori dell’action recenti, vedere quell’ottimo Batman Arkham Asylum che ci lascia la modalità stealth di cui Ezio ci ha privati, e ci dona una buona gestione economica, figlia di Fable 2 tanto osannato da Molyneux. Nulla di tutto ciò vuole segnalare una copia da parte di Ubisoft, ma solo effettuare un valido confronto con qualcosa che si avvicina al genere e mina al podio di miglior action dell’anno. L’uomo potrà volare, sicuramente, magari Ezio riderà a questa frase di Leonardo in un primo momento, ma presto si ricrederà: per ora è Ubisoft a spiccare il volo e se la cosa vi rende scettici sicuramente le avventure degli Auditore da Firenze vi faranno ricredere, proprio come il da Vinci fece con il suo fedele assistito.

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