Assassin’s Creed – Recensione Assassin’s Creed

Ubisoft sul gradino più alto

Da molto citato, contestato e ammirato, Assassin’s Creed finalmente giunge sul mercato pronto a contestare e/o confermare quanto detto sul suo conto nei mesi e anni di sviluppo da parte della Ubisoft. Proprio quest’ultima cerca di raggiungere la cima della piramide dopo aver scalato le classifiche videoludiche riuscendo come non mai nei videogiochi su licenza cinematografica e riconfermando vecchi canoni in una nuova stilistica, vedere Rayman come esempio. Dopo aver quindi ipervalorizzato titoli che hanno confermato tutte le aspettative portando in auge delle grandi serie di trilogie, i rispettivi terzi capitoli di Halo e Metroid, e dopo aver osservato l’inizio di nuove spettacolari storie, come Gears of War, ci troviamo di fronte ad un qualcosa che potrebbe ricordare il Principe di fatto e di nome della Persia, solo che stavolta la casa fancese madre dell’uomo melanzana Rayman, dalla Persia precristiana ci porta nell’anno mille, a Gerusalemme, durante le gloriose guerre religiose, le Crociate: appunto, quindi, riprendendo canoni vecchi portandoli in una nuova stilistica, come sopra detto.
Forse non è la trama che ci si aspetta da un videogame ma la Ubisoft intenzionata a fare le cose in grande, con mano ferma ci porta a conoscere la terra santa sotto l’invasione della casata di Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghiltrerra, in nome della guerra santa.


Un musulmano alla conquista di Gerusalemme

È il 1191, anno della conquista cristiana di Acre, piccola città portuale sulle coste dell’attuale Palestina: la situazione religiosa e politica e tutt’altro che calma, e l’opposizione musulmana all’invasione dei crociati non conosce tregua. Attestano le fonti e lo conferma la Ubisoft, che proprio in questo scenario critico, guidati dal generale Saladhin, italianizzato Saladino, ad affrontare Riccardo, da un anno arrivato in terra santa e intenzionato a recuperare Gerusalemme caduta in mano della jihad, troviamo la nascita della setta degli Assassini guidata da Hassan II figlio di Muhammad I. Il protagonista del gioco è Altair, novizio della saga, e il suo compito è quello di eliminare metodicamente una serie di bersagli, sopratutto tra gli avversari politici, sostenitori della fede cristiana, e chiunque possa essere d’intralcio al popolo musulmano: un’attenta ragnatela che puntando ai punti focali riesce a far cadere l’intero intreccio cristiano che incalza Gerusalemme. Niente può negare che il nostro alter ego non sia davvero esistito, visto che la storia è ripercorsa su avvenute e realistiche vicende, ed è proprio su Altair che dobbiamo soffermarmi per lodare al meglio la casa francese. Non un’indiscrezione è trapelata durante lo sviluppo sul nostro eroe, che per molto tempo si pensava fosse senza nome: compito arduo nel quale anche grandi del campo come Kojima fallirono, e dove non arrivarono i grandi arriva la Ubisoft che ha tenuto tutti sulle spine per poter poi svelare la figura di Altair solo a gioco pubblicato.
Il background è particolare, esclusivo e la stoia, che ci porta in una realtà davvero realisticamente vissuta e che ci mette nei panni del nemico, e quindi in una parte maligna ma a lunghe vedute: tutto ciò riesce a tenere il giocatore incollato allo schermo per portare il mondo musulmano al riscatto e evitare che Federico Barbarossa prima e Riccardo Cuor di Leone dopo riescano a riportare la Terra Santa in occidente.


Nel mio regno amo sognare

Come già detto in precedenza, in Assassin’s Creed troviamo alla base di tutto gli assassini: serie di questi si articoleranno in sette diversi capitoli, progressivamente più lunghi. Raccolte le informazioni, seguite le queste informative, dopo aver percorso il regno in lungo e largo a cavallo o saltando sui muri, sarà fin troppo semplice per Altair uccidere l’obiettivo. Approssimativamente troveremo sei informatori, ovviamente appartenenti alla confraternita, per ogni assassinio da compiere, e questo significa sei missioni secondarie nelle quali dovrete aiutare i vostri fratelli per ottenere informazioni in cambio. saranno proprio queste a distogliervi dalla monotonia che potreste trovare nell’immensa zona aperta del regno: vuoto, per quanto riguarda le persone, pieno per il design che ci mostra un piccolo capolavoro graziato dall’immensa quantità di oggetti, fiumi, vallate, montagne, colline e quanto più possibile trovare in un paesaggio asiatico. un lavoro perfetto per l’ambiente per il quale dobbiamo giustificare la mancanza di troppe persone: d’altronde siamo in guerra, no? In viaggio nel regno avremo la possibilità di vedere raramente, quindi, fedeli in pellegrinaggio, soldati accampati, e rovine abitate dai senza tetto.
Volendo abbozzare una critica possiamo però dire che il regno, questa fantomatica zona di gioco, poteva essere resa in un modo migliore, come dire più pieno, per farvi godere ogni minimo sprazzo di questo medioevo irripetibile: ma forse vedendolo così aiuterà uno sforzo di immaginazione da parte del giocatore, e alla fine potremmo anche evitarci questa critica, che d’altra parte era solo abbozzata.

Ma chi ti credi di essere? Snake?

Un gioco come Assassin’s Creed non poteva certo fermarsi di fronte ad un banale stile action e meritava un’aggiunta di stealth, che sembra essere molto convincente. Dovrete stare attenti a non farvi notare troppo nè correndo sui tetti, perchè di certo non è cosa di tutti i giorni vedere qualcuno che si destreggia sui cornicioni dei palazzi: cercate di non dare nell’occhio e di rimanere nell’anonimato e avrete la libertà di fare quel che vi pare. Ma se vi farete notare, facendo cadere anche solo un portatore di giare, o saltando su una bancarella del mercato rovesciandone il contenuto, il vostro status cambierà e, seguito da una musica concitata, vedrete iniziare una spietata caccia in giro per le strade e fin sopra i tetti: infatti le guardie che vi seguiranno dopo aver ascoltato la folla chiamarvi assassino o disturbatore della quiete, sono dotate delle vostre stesse caratteristiche atletiche, e vi seguiranno senza tregua. Il gioco permette anche in questo frangente però di avere diversi approcci con l’azione: la cosa più facile e immediata che vi verrebbe da pensare è quella di fuggire all’impazzata e far perdere le vostre tracce infilandovi tra la folla, oppure potreste provare ad acciuffare la guardia che fa da capofila alle altre e ucciderla nel silenzio in modo tale che le altre si fermino ad esaminare il corpo esanime a terra. Basta che alla fine riusciate a far perdere l’orientamento alle guardie e queste andranno via arrese. Pensiamo poi agli arcieri sui tetti, che prima vi intimeranno gentilmente quasi di andarvene, e solo dopo, prenderanno l’arco pronti a colpire. Quindi a dimostrare di come le guardie siano davvero sveglie e attente e questa componente stealth è davvero ben studiata a metà tra il darvi la libertà d’azione e il mettervi in difficoltà dinanzi ad un’eventuale game over che altrimenti diventerebbe impensabile.
Avanzando nell’avventure, il nostro protagonista avrà nuove tecniche, abilità e armi, ma andando avanti anche le guardie diventeranno più pericolose, perchè Gerusalemme è un luogo nel quale la voce subito si sparge, e voi diventerete presto un assassino famoso. Nel momento in cui vi troverete contro le guardie preparatevi ad un avvincente combattimento, che nonostante sia basato su un solo tasto d’attacco viene reso alquanto spettacolare: altair dovrà affrontare piccoli gruppi di soldati che generalmente attaccheranno uno alla volta, ma che saranno pronti ad approfittare di ogni vostro minima indecisione. Avrete il pugnale e la spada come armi e le vostre possibilità di uccidere l’avversario saranno molteplici, come ad esempio afferrare il nemico per il bavero, colpirli al collo con un singolo preciso colpo, se starete in alto anche buttarli giù dal palazzo. Per quanto riguarda poi la parata sappiate che l’iniziale invulnerabilità è pura utopia, e ben presto vedrete come anche voi sarete presto colpiti dalle sciabole dei vostri nemici. 
Il combattimento quindi è qualcosa di non troppo complesso, e nonostante la presenza di un unico tasto per l’attacco il tutto non sembrerà monotono se non dopo ore e ore di gioco. Ottimo lavoro.

Gerusalemme come non l’avete mai vista

Abbiamo già citato la condizione del regno, dal punto di vista della giocabilità, che però già rispecchiava simboli grafici, quindi ora c’è da parare delle città, gli ambienti enormi di Assassin’s Creed. Forse non si sono mai viste ambientazioni così grandi, rifinite da mille dettagli, ricche di poligoni e texture applicate come meglio non si poteva. L’illuminazione cambia passando da giornate assolate a ore nuvolose, come un normale alternarsi del giorno rendendo la cosa ancora più realistica, rendendo il tutto a mo’ di Grand Theft Auto, con la differenza che qui non abbiamo gli orologi e le pistole. Tutti gli oggetti riescono ad avere ombre precise senza far scaturire niente nel banale. La componente artistica, che però sembra distaccarsi dalle canoniche forme orientali che avevamo potuto vedere in Prince of Persia, è caratterizzata da una cura maniacale dei particolari, e anche tra di loro, le città, saranno leggermente diverse: Gerusalemme ha un’architettura diversa da quanto potrete constatare in Damasco e Acre. La capitale è infatti ricca di grandi palazzi anche molto signorili, e zeppa di enormi moschee e chiese per le diversità di culto. La terza nominata invece è funestata dalla peste e al vostro passaggio potrete notare i fiumi di sporcizia che infestano la zona conquistata dai cristiani. La folla è composta da centinaia di modelli, dai ricchi, a poveri malati, ai portatori di giara, ai famosi personaggi politici, ognuno modellato alla perfezione. Le scene di intermezzo, infine, sono realizzate con lo stesso motore del gioco stesso e a volte forse la cura dei volti lascia a desiderare, ma non è certo questo piccolo problema a guastare un lavoro grafico eccellente.

"Ti trasformo in un cioccolatino"

Forse non tutti accetteranno questa frase come inizio capitolo ma forse ad alcuni farà strappare un sorriso sapere che il capo della setta degli Assassini altro non è che lo stesso doppiatore che aveva dato voce al Master Chief in Halo e Majin Bu in Dragon Ball, ed ecco spiegato il perchè della frase. Tutto ciò altro non sta che a testimoniare che siamo ancora un po’ lontani dal poter avere un doppiaggio magistrale nella nostra lingua madre, dovendo lasciare il capolavoro Bioshock in un’isola di speranza in un mare di uniformità: infatti solo quest’ultimo portava un successo incontrastato nel doppiaggio. Ovviamente c’è la possibilità di settare la lingua inglese con la quale potrete godervi una recitazione ottimale di tutti i doppiatori originali del gioco. Per quanto riguarda la colonna sonora c’è poco da dire tranne che le musiche riescono ad essere evocative e a mantenere alto il livello di gioco: ottimi anche gli effetti sonori.


Un ottimo futuro lo si costruisce su un eccellente Rayman

Oramai resta un’ombra lontana, non tanto però, di casa Ubisoft, ma fu la melanzana antropomorfa che permise la scalata alla casa francese che oggi, dopo aver dato vita ad altri capolavori, vedi Beowulf tra gli ultimi, dona al mercato videoludico il gioco che molto probabilmente rimarrà sul mercato per parecchio e difficilmente sarà dimenticato dagli appassionati del genere e non. la potenza delle nuove console sembra essere finalmente sfruttata a pieno, e il fattore multipiattaforma permetterà a tutti di provare l’ebbrezza dell’avventura di Altair nell’antica Gerusalemme. C’è chi grida al gioco dell’anno, c’è chi pensa ad un seguito, c’è chi non riesce a staccarsi dallo schermo, c’è chi si è reso conto che non supera le venti ore circa di longevità, ma penso che venti ore nell’antica Gerusalemme a saltare sui muri e ad uccidere persone basti e avanzi. Complimenti alla Ubisoft per questo grande regalo che viene fatto al mercato videoludico.

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