Band Hero – Recensione Band Hero

Grazie ai successi degli ultimi anni, il genere musicale nei videogiochi è diventato oggi un fenomeno fortemente lanciato e accettato tra i videogiocatori di ogni tipo ed età: praticamente chiunque ha giocato almeno una volta a Guitar Hero o Rock Band, molti ne posseggono uno e sono sempre di più quelli che ne acquistano molteplici versioni, specialmente quelle con kit controller comprensivo di chitarra, batteria e microfono. Proprio l’avvento di queste edizioni bundle e delle nuove tracce eseguibili con più strumenti (anche contemporaneamente) ha ridisegnato lo standard del genere e aperto la strada a un nuovo pubblico e a diverse modalità di gioco: mentre prima si puntava sulla sessione in singolo e solo a partire da capitoli più recenti sulle sfide tra due chitarristi, con Rock Band e Guitar Hero World Tour si sono aggiunte nuovissime opzioni multiplayer proprio grazie ai nuovi strumenti, capaci di allargare l’esperienza a quella di un’intera band e di trasformare il gioco musicale in un vero e proprio party game.

Da quel momento questi giochi si sono presentati come un’interessante opzione per l’intrattenimento di gruppo in casa, attirando la curiosità anche di chi è sempre stato meno avvezzo ai videogame e adattandosi (con i vari livelli di difficoltà) a tutti.
Cosa c’entra tutto questo con Band Hero? Perché fare uscire due prodotti simili (DJ e Band Hero) nello stesso periodo? Perché puntare soprattutto su generi musicali non ancora affrontati dalla serie? E’ quasi Natale gente, e Activision ha pensato che quest’anno giocare a carte potrebbe non essere l’unica opzione per divertirsi con gli amici.

Let’s…Pop!

Nonostante suoni terribilmente peggio del più fortunato e diffuso “Let’s Rock”, questa espressione calza perfettamente a pennello con un gioco come Band Hero. Questo perché la diversità del nome non sta solo a indicare una netta predisposizione verso la modalità multiplayer, ma anche perché l’intero gioco si presenta molto più commerciale, orecchiabile e “leggero”, nelle musiche come nell’aspetto. Ciò che sinora mancava davvero alla serie era proprio un capitolo più “popular”, aperto ad un pubblico più vasto e con generi musicali più diffusi del rock e i suoi derivati; un capitolo che potesse attirare l’attenzione anche di chi non ha una particolare cultura musicale ma vuole semplicemente divertirsi, anche in famiglia.

Il cambiamento d’aria si nota subito, prima ancora di iniziare a giocare: niente più rockstar a petti nudi che a colpi di assoli e saette si combattono distruggendo montagne o scatenando l’ira divina, ma tutta una serie di luci, scritte glitterate e sfondi rosa che annunciano un’atmosfera più “trendy” e dedicata soprattutto (inutile negarlo) ad un pubblico femminile.

A questo punto (ovvero ancora prima del menù principale), chi ha giocato a tutta la serie “Guitar” e (possiede ancora un briciolo di dignità) avrà letteralmente “espulso” il gioco dalla console per farne chissà cosa, ma ciò che viene dopo non sembra così tragico. Nel caso in cui si riesca a fare l’abitudine alla miriade di sfondi rosa (davvero troppi), si può iniziare a notare quale nuova direzione gli sviluppatori abbiano voluto dare ad un capitolo totalmente diverso dai “precedenti” nello stile, ma identico nella modalità di gioco. Riguardo quest’ultima, Band Hero non ha assolutamente nulla in più o in meno rispetto a Guitar Hero 5: soliti locali, concerti con una canzone alla volta, cinque stelle standard più tre per le sfide (e una bonus per il 100%), carriera unica per tutti gli strumenti, personaggi segreti lungo il cammino, GH Tunes identico, modalità multiplayer pressoché invariata (seppur meglio valorizzata), controlli di sempre.

Nonostante il breve lasso di tempo trascorso dallo stesso GH5, il fatto che Band Hero non presenti alcuna novità nel gameplay lascia un po’ a desiderare; tuttavia, è anche vero che controlli, modalità e opzioni sembrano aver raggiunto ormai il loro massimo livello, rendendo possibili solo cambiamenti nella forma e non nella sostanza, come quelli delle nuove sfide: mentre prima venivano richieste “imprese” da eseguire lungo tutto il brano, adesso non mancheranno delle sessioni only-one-shot nelle quali bisognerà dare il meglio di sé (assoli, ritornelli, strofe particolari), eseguendo perfettamente passaggi di note, utilizzando la leva vibrato o sfruttando al massimo lo Star Power.

I veri cambiamenti, oltre che nella tracklist (di cui parleremo più avanti), stanno tuttavia proprio nello stile: i fan più “rockettari” subiranno un altro colpo al cuore nel vedere i propri miti nei loro nuovi panni pop, con tagli alla moda, brillantina a più non posso, magliette attillate e colori sgargianti. Vedere Axel Steel con i capelli corti o Johnny Napalm senza cresta (e sono solo dei dettagli) è quasi un trauma, ma dopo poco ci si fa l’abitudine e ci si può concentrare sul gioco vero e proprio. A proposito, anche la corsia è piena di stelle e stelline, ma progredendo nella carriera si sbloccano gli abiti e gli accessori classici della serie. Per fortuna.


I No Doubt si esibiscono tutti insieme sul palco di Band Hero


Suoniamo tutti insieme

L’aspetto che più incuriosisce di questo Band Hero non può che essere la track list, anche perché tutto il resto del gioco viene praticamente ripreso da Guitar Hero 5.
Per la felicità dei fan, le più larghe aspettative non sono state rispettate: chi infatti ipotizzava un titolo pieno di pop band, ragazzini prodigio e simil-Hanna-Montana troverà molto altro e sicuramente anche diversi brani graditi. Band Hero abbraccia un numero di generi veramente ampio e si presenta come titolo adatto a tutti, con brani di stile diverso intervallati tra loro in modo da creare un equilibrato miscuglio di rock, pop, r’n’b e molto altro. L’elemento che contraddistingue ciascuna canzone è la sua orecchiabilità: conosciute o no, pop o rock, tutte presentano un ritmo accattivante e orecchiabile, capace di coinvolgere ogni giocatore e di spingerlo a suonare anche per lunghe sessioni, seppur non le conosca e non le abbia mai provate.

Probabilmente non tutti riconosceranno i brani a prima vista, ma una volta lanciata l’esibizione non saranno pochi i motivi che torneranno alla mente: titoli come Happy Together, American Pie, Believe, ABC, Let’s Dance, persino Wannabe potrebbero non dire nulla a molti (soprattutto i più giovani), ma una volta terminato ciascun brano si finisce spesso col ripensare a tutte le volte che lo si aveva già sentito prima.
Altri titoli poi si presentano sicuramente orecchiabili, ma famosi ancora di più: fra tutti YMCA (dei mitici Village People) e Kung Fu Fighting (di Carl Douglas), seguiti da grandi successi degli ultimi anni come She Will Be Loved (Maroon 5), Kids (Robbie Williams e Kylie Minogue), Bring Me To Life, Naive, Pictures Of You e tanti altri.

Deludono un po’ le tre canzoni di Taylor Swift (sgradevoli da suonare e impossibili da cantare) e i pochi personaggi segreti presenti (Adam Levine dei Maroon 5, i No Doubt e la stessa Taylor Swift), che non bastano per raggiungere miti del calibro di Jimi Hendrix, Santana, Kurt Cobain, Slash e tutti gli altri che finora hanno onorato la serie principale; in compenso ci sono molti più brani “cult”, ovvero leggende del mondo musicale in grado di far scatenare chiunque e candidate a monopolizzare la scelta in multiplayer. Ed è proprio quest’ultimo che valorizza adeguatamente l’intero gioco: grazie ad un gameplay sempre migliore e a questi brani travolgenti, giocare in compagnia si rivela più che piacevole, semplice e coinvolgente. Anche i novizi prenderanno subito gusto con gli strumenti e canzoni come le già citate YMCA e Kung Fu Fighting o altri successi (come Walking on Sunshine, ABC, You Had Me ecc.) animeranno ciascuna partita rimanendo entusiasmanti anche con tutti gli strumenti in utilizzo. Sempre che si possiedano.


Il multiplayer è il lato migliore di questo gioco


Sei un grande

Anche in Band Hero, come in tutta la serie, questa breve espressione conclude ogni esibizione; nella versione inglese, tuttavia, il classico “You Rock”, nonostante vada comunque bene nel significato inteso, stona un po’ col resto del gioco, che di rock vero e proprio conserva davvero poco. Quello stile (non solo grafico) caratteristico della serie viene totalmente abbandonato per seguire una nuova strada, palesemente dedicata ad un pubblico molto più giovane e con uno sguardo al mondo femminile. Senza nulla togliere alle qualità del gioco, chi si è innamorato dei “Guitar” non apprezzerà al massimo la nuova rotta intrapresa da Neversoft, mentre chi non ha mai avuto un gioco musicale in mano probabilmente lo giudicherà titolo dell’anno.
Il vero guadagno per tutti sta sicuramente nel nuovo bundle strumenti, rinnovati ed essenzialmente migliorati: la nuova chitarra, più resistente di quella distribuita con World Tour, monta anche un nuovo slider, mentre finalmente alla nuova batteria è possibile fissare il pedale, che in questo modo non andrà più via lontano dal batterista ma gli rimarrà a fianco anche nelle sessioni più difficili.

Riguardo il gameplay in sé, in singolo il divertimento rimane assicurato, ma chi possiede già GH5 potrebbe annoiarsi presto, soprattutto perché se ci si impegna la carriera si finisce in un pomeriggio e senza tutti gli strumenti non si possono affrontare nemmeno tutte le sfide; in compagnia invece si riacquista il piacere di giocare e seppur le canzoni siano sempre quelle non ci si stanca facilmente; ovviamente questo divertimento è necessariamente legato al possesso di questi strumenti, il che non è così facile (considerando il costo) anche se consigliato, quantomeno per gustare al massimo tutta una serie ormai impegnata a 360° nel genere musicale e per sfruttare un kit bundle davvero valido e capace di far divertire veramente tanto non solo in gruppo, ma anche in singolo.
Ormai “Guitar” sembra destinato a diventare “Band”, ma se il vero Guitar Hero continuasse ad andare avanti non sarebbe assolutamente male.

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