Battlezone VR – Recensione

Continua la parata del VR a pochi giorni dal lancio. La periferica della Sony è sulla bocca di tutti ultimamente, come anche l’esperienza che essa ci regala. Sono state lanciate tante affermazioni positive e, nonostante ciò, vi è ancora un bacino di utenza che diffida da quello che, visto il passato della Sony in fatto di periferiche, può apparire come un mero gimmick. Solo il tempo potrà rivelare la risposta a tale quesito, quindi per il momento siamo costretti a fare affidamento sulle esperienze altrui per prendere una decisione.

Battlezone VR

Ciò detto esaminiamo a dovere uno dei big dell’offerta di lancio VR, ovvero Battlezone, sviluppato dallo studio Inglese, Rebellion. Da un pò di tempo a questa parte sta tornano in voga la cultura degli anni ‘80, come ad esempio con la serie televisiva di Netflix: “Stranger Things”, e quindi questo titolo dovrebbe suonare familiare ai gamer di una certa generazione. Fu uno fra i primi titoli a implementare il concetto di 3D sfruttando la grafica wire-frame nel lontano ’88. Considerato come il padre del VR, vediamo come è stato reso “moderno” un titolo che ci giunge dagli albori dell’industria videoludica. Munitevi di walkman e musiche di Vangelis, e preparatevi ad un’esperienza sì moderna, ma con un vero sapore “old-school”!

Battlezone VR

Benvenuti nel mondo di Tron… ops, BattleZone

Il genere umano è sull’orlo dell’estinzione, e come ultimo baluardo della propria razza il PG viene messo al comando del Carro armato Cobra, l’arma più potente a disposizione per sconfiggere le orde meccaniche comandate da una maligna IA. Bisognerà attraversare mille peripezie, non che BattleZone (zone di battaglia), per raggiungere e distruggere la base nemica e sede dell’IA.

Comincia e finisce qui la “trama” di BattleZone, difatti a regnare sarà l’esperienza stessa. Forse non era intenzionale, o forse era un richiamo ai titoli degli anni 80 dove l’immaginazione giocava un grande ruolo nel successo di un titolo, ma comunque è un occasione per il giocatore stesso di immaginarsi una backstory e rendersi partecipe della missione posta davanti a lui; da la realtà virtuale farà il resto. Detto ciò, un briciolo di storia in più e qualche PNG per darci un pò di contesto non avrebbe danneggiato certo l’esperienza.

Battlezone VR

Si vis pacem para bellum

Arriviamo al nocciolo della questione, nonchè la punta di diamante di BattleZone: il gameplay. All’inizio potremo scegliere fra varie opzioni che determinano la durata della nostra Campagna, la difficoltà iniziale, e il tipo di carro Armato che varia da leggero a pesante, con altri sbloccabili dopo aver completato la campagna a certe difficoltà. Fatta questa scelta veniamo messi al comando del suddetto Cobra Tank e ci viene chiesto di conquistare una serie di punti strategici, o per l’appunto di BattleZone, rappresentate da una serie di esagoni che formano la mappa della nostra campagna bellica, richiamando i vecchi titoli retro come ad esempio Super Conflict su SNES. Il fattore nostalgia influisce molto per noi gamer di una certa generazione, bisogna ammetterlo.

Il gameplay stesso rimane assolutamente basilare, ma non per questo meno divertente. Il VR ci immerge nella cabina di pilotaggio dove una serie di indicatori ci tiene al corrente delle nostre armi, dello status degli scudi, munizioni e armi speciali. Senza togliere il gusto di scoprire ogni sfaccettatura, vi basta sapere che con le levette ci si muove a 360 gradi con assoluta fluidità (chapeau agli sviluppatori), e con i grilletti si spara. Con il tasto quadrato / x si potrà scegliere quali armi usare, il tasto L2 attiverà la modalità turbo che permette spostamenti più veloci per un tempo limite, e con R1 attiveremo la nostra arma speciale, che cambia a seconda del carro armato e di solito comporta un Buff/Debuff.

La varieta dei nemici incontrati è sufficiente da dare l’impressione di un possente esercito relativamente ben organizzato, ma parte importante sono le loro disposizioni sulla battle zone e le tattiche di accerchiamento e posizionamento che usano per tentare di sconfiggerci. BattleZone non ce la dà vinta e farà di tutto per impedirci di andare avanti, difatti se verremo sconfitti e le nostre vite si esauriranno verremo espulsi dalla campagna in corso e dovremo ritentare da capo, ma ecco che in questo caso subentra un’altra meccanica, stavolta più moderna e che si sposa molto bene all’azione. Sconfiggendo nemici otterremo infatti Data, la moneta di scambio che useremo per sbloccare e potenziare le armi/scudi/armi speciali a nostra disposizione e che rimarranno disponibili anche una volta finita la campagna, sia in caso di vittoria che di sconfitta. Cresceremo quindi in potenza noi come anche il nemico che si farà sempre più tosto con ogni playthrough.

BattleZone si comporta come un rogue-like, modificando la mappa della campagna da partita a partita e regalandoci così infiniti playthrough per ottenere risultati sempre migliori o per andare a caccia di trofei. Oltre a ciò potremo anche scegliere di affrontare la campagna online, per partecipare assieme ad altri giocatori reali. Il numero di utenti che possono giocare allo stesso momento in partita non è enorme e abbiamo riscontrato un pò di lag, ma non al punto da minare l’esperienza.

C’è tanto, tanto, da scoprire in BattleZone, tuttavia va anche detto che il gioco in sè non va oltre lo sparare ripetutamente da terra come farebbe un carro armato, il che potrebbe risultare decisamente ripetitivo sulla lunga durata.

Battlezone VR

Futuro al Neon

Gli anni ’80 si fanno sentire soprattutto nel comparto grafico. Ma prima di parlarne facciamo un piccolo passo indietro.

Partendo dall’avvio del software, verremo subito inseriti nella cabina di pilotaggio in glorioso 3D grazie al VR che ci immerge letteralmente nel mondo proposto da Battlezone. Scrutando la cabina noteremo i piccoli particolari come i contatori di munizioni, gli schermi di status del veicolo e anche le leve di movimento del mezzo. Gli schermi brillano di luce verde e rossa a seconda della situazione e avremo veramente l’impressione di stare in Guerra, nel bene e nel male.

Infine giungiamo al fattore nostalgia, datoci dallo stile futuristico anni’80 ricco di neon e di sonorità in stile Vangelis. Per quelli di noi che se lo ricordano è come ritornare nel mondo di Tron, (il primo, ben s’intende). Rivediamo lo stile Pixel/Wireframe, che nel caso nostro è stato aggiornato leggermente per i gusti moderni, ma conserva quella sua essenza che rese il BattleZone originale così popolare negli Arcade di un tempo.

Per le nuove generazioni non c’è modo migliore per gustare quello che piaceva ai vostri parenti/fratelli e sorelle maggiori/genitori. Qui si parla del padre di tutti i Tank-game moderni e il vero pioniere del VR.

Battlezone VR

In conclusione

Inutile dire che ci troviamo davanti a una delle gemme del lineup di lancio per il VR. Per quanto sia divertente in single player, la modalità co-op si trova a un livello superiore. Tuttavia la domanda è sempre la stessa: senza il VR avrebbe reso lo stesso? Forse non altrettanto, ma fortunatamente il VR c’è e rende, almeno in questo caso. Ai retro gamer o quelli di una certa generazione non c’è nulla da dire: è tornato BattleZone, in tutta la sua Gloria, e stavolta in VR. Per tutti gli altri è una validissima proposta per gustare l’esperienza VR e forse l’inizio di un nuovo modo di giocare.

7.8

Pro

  • Level design semplice ma dal sicuro effetto
  • Ogni partita è un'esperienza nuova
  • Divertentissimo online

Contro

  • Alla lunga ripetitivo
  • Un prezzo più basso di una ventina di euro di meno sarebbe stato perfetto
Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento