Burnout Paradise: The Ultimate Box – Recensione Burnout Paradise

Burnout is back! 

Ci sono giochi che rivoluzionano, altri che rimangono nella mischia senza fare nulla di concreto e altri che invece si fanno conoscere come un fallimento miserabile. La serie di Burnout direi che appartiene senza dubbio alla prima categoria: sviluppata dalla Criterion, inizialmente ci si concentrava sul guidare alla più alta velocità possibile evitando di fare incidenti, e possiamo dire che proprio questi ultimi sono il sale del gioco. Anche i capoccioni di Criterion se ne sono accorti, tanto da aggiungere in seguito la modalità Crash (dove il punteggio è deciso in base alla grandezza dell’incidente che riusciremo a provocare). Presto il connubio “distruzione e velocità” divenne il leitmotiv della serie, e quando l’eccellente terzo capitolo viene pubblicato dalla EA vengono introdotti i Takedown, ovvero la possibilità di far schiantare gli avversari contro i muri o contro il traffico per guadagnare punti. Con queste continue innovazioni la serie ha sempre avuto un grande successo, e proprio quando si pensava che non si sarebbe potuto fare di più, la Criterion ha pubblicato per le console della next generation Burnout: Paradise. Per celebrarlo con il dovuto rispetto, il sottoscritto ha messo le mani nientepopodimeno che sulla Ultimate Box, che include vari contenuti speciali.

"Ultima chiamata per Paradise City"

Pronti per entrare a Paradise City? Certo che lo siete, perché una volta entrati non vorrete più stare fermi: la Criterion ha infatti svolto un lavoro eccellente progettando una città che è un vero e proprio luna park della velocità e distruzione automobilistica. E’ impressionante la quantità di salti e scorciatoie che potrete trovare, ma la grande novità sono i negozi. Sì, avete capito bene! Infatti potrete acquistare macchine dallo sfasciacarrozze, ripararle in officina e perfino ricaricare il turbo alle stazioni di servizio. Gli sviluppatori hanno lavorato su ben 400 km di strada liberamente esplorabile. Il tutto ovviamente presentato con una grafica da applausi: riflessi sulle vetrate, effetti di luce, lens flare e, pensate un po’, nell’Ultimate Box è stato perfino introdotto l’avvicendamento giorno/notte, che influenzerà la presenza delle gare a cui potremo partecipare. Anche le molte vetture disponibili sono state realizzate con una cura maniacale: quando le selezionerete passerete di certo del tempo ad osservarle con lo zoom e pregherete di non incidentarvi per non rovinarle, ma sarà inutile. Gli incidenti sono il vero spettacolo e la fisica delle collisioni è così verosimile da farvi provare a voi stessi dolore per un tamponamento, anche se siete comodi comodi sulla vostra poltrona. E il tutto si muove a 60 fotogrammi per secondo. Ovviamente è raccomandato un televisore HD per gioire appieno di tutto ciò.

 

Eccoci sulla nostra fiammante fuoriserie in cerca di qualche poveraccio da far schiantare…

Guida di prima classe

Il sistema di controllo è sempre stato uno dei punti forti della serie Burnout, e questo capitolo non è da meno. Infatti non ci metteremo molto a prendere confidenza con i controlli squisitamente Arcade del titolo di casa Criterion, e nel giro di poche ore lo adopereremo in modo esperto, magari incatenando derapate a raffica sui passi di montagna. La vera novità del sistema di controllo è che ci dovremo ritrovare a familiarizzare con i diversi veicoli che sbloccheremo. Infatti, dovremo adattarci alla guida ad ogni macchina perché non tutte sono uguali: ci sono mastodontici 4×4, scattanti sportive giapponesi con vocazione per il drift, muscle cars americane e così via, ognuna con i suoi punti di forza e i suoi punti deboli con cui avere a che fare quando ci ritroveremo a guidarle; per questo è consigliata la pratica guidando lungo le strade nei vari distretti. In questo modo, infatti, possiamo familiarizzare col veicolo con cui ci ritroveremo a che fare per poi buttarci subito nella mischia. Questa è stata una mossa intelligente perché si fa in modo che il giocatore non si annoi avendo a che fare con un modello di guida magari troppo “piatto” ma che comunque non sia eccessivamente simulativo. Insomma, col tempo troverete ogni macchina divertente da guidare.

Fuori la patente, amico!

Parlare di longevità con questi titolo è quasi impossibile: Burnout Paradise è semplicemente immenso! All’inizio del gioco ci verrà data una patente che migliorerà sempre di più di livello man mano che vincerete le gare, e di queste ce ne sono tantissime: le trovate a ogni incrocio, e vanno dall’uno contro tutti alla “classica” gara, dalla prova stunt alla furia stradale alle prove a tempo. E’ particolarmente interessante notare come la disponibilità degli eventi vari a seconda del fatto che sia giorno o notte, quindi conviene sempre tenere un occhio sull’orologio di gioco. Ogni volta che saliremo di livello con la nostra patente sbloccheremo una nuova macchina, ma non è l’unico modo per ottenere delle nuove fuoriserie. Infatti, di tanto in tanto verremo informati del fatto che una nuova auto gira in città e che se vogliamo sbloccarla dobbiamo metterla K.O. con un takedown ben assestato! A questo punto il veicolo sarà di nostra proprietà e diventa utilizzabile per le varie gare. Ma se vi dicessi che ci sono anche mezzi a due ruote? Eh sì, nella Ultimate Box è stata inclusa l’espansione Bikes, che vi permette per la prima volta di guidare in Burnout delle possenti moto da corsa. Forse è l’unica feature meno curata del gioco, almeno dal punto di vista offline, dato che le uniche gare che possiamo affrontare sono a tempo e la selezione di moto è limitata a soli 4 modelli. Immancabile la modalità online che ci permette di scontrarci con piloti di tutto il mondo, ma la cosa interessante di questa versione è la modalità Party, che permette di sfidare i nostri amici in sfide offline di abilità e velocità generate casualmente dal gioco, facendo diventare questo titolo fruibile anche per coloro che amano i party games.

 

Oh-oh! Ho come l’impressione che questo farà molto male…

 

Drift, nitro e rock ‘N’ roll

Come ogni gioco della EA, la soundtrack è ben curata e soddisfa tutti I generi: abbiamo infatti Guns ‘n’ Roses (la loro “Paradise City” è utilizzata come title track del gioco), LCD Sound System, Pennywise, Killswitch Engage e molti altri ancora. Tutte le canzoni sono organizzate secondo il canonico sistema “EA Trax” che ci mostra titolo e autore della canzone che ci fa compagnia in basso a sinistra dello schermo. Naturalmente, se per caso non garbasse la soundtrack, nulla ci impedisce di collegare un lettore MP3 o un iPod alla nostra Xbox 360 e caricare la nostra musica preferita dalla Guida Xbox. Sugli effetti sonori il lavoro svolto è ottimo: i motori rombano come devono e i rumori del traffico e degli incidenti si sposano benissimo con le visuals di gioco. Ma se volete un risultato davvero devastante, vi suggerisco di collegare il vostro televisore a un sistema 5.1 e poi provare a fare un incidente: brividi sulla schiena garantiti!  L’unica “nota stonata” nel comparto sonoro è forse l’inserimento di brani di musica classica nella soundtrack: non è un po’ fuori luogo sentire le Quattro Stagioni di Vivaldi mentre ci si ritrova faccia a faccia contro un tir?

Calmiamo i bollenti spiriti

Credetemi, è davvero difficile trovare dei difetti in Burnout Paradise: ogni cosa è stata progettata con una cura maniacale per favorire l’immersione del giocatore nell’esperienza di gioco. Forse, l’unico difetto (se così si può chiamare) è che l’introduzione della mappa libera per trovare le gare può essere una novità, come può essere una spina nel fianco: infatti non saranno poche le volte in cui magari sbaglieremo strada durante una gara proprio perché non prestiamo alla mappa la dovuta attenzione. Proprio per questo è stato implementato un sistema “bussola” che ci avverte quando girare, assieme all’attivazione dell’indicatore di direzione del nostro veicolo, ma è comunque meno efficace di quello che sarebbe potuto essere un sistema GPS come quello utilizzato dalla Rockstar in GTA IV. Per il resto poco da dire, Burnout Paradise è ottimo e questa Ultimate Box (che è disponibile anche per PS3 e PC) per la console di zio Bill spinge al massimo l’esperienza di gioco del “solo” Paradise che già era superba. Aggiungete il fatto che potete allungare la longevità ulteriormente con i Downloadable Contents proposti periodicamente da Criterion, che comprendono veicoli aggiuntivi e nuove location (come la Big Surf Island) e avete davanti a voi un gioco praticamente infinito. C’è da dire comunque che gli amanti del realismo esagerato e del tuning ci staranno bene alla larga. Ma se invece siete fra coloro che cercano qualcosa di frenetico, spettacolare, veloce, imponente, che sia una tremenda scarica di adrenalina a ogni secondo di gioco… perché state ancora leggendo? Procuratevelo! E’ un must.

 

Per la prima volta nella serie potremo anche guidare dei bolidi a due ruote come questo… peccato siano solo quattro…

 

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