Call of Duty: Modern Warfare 2 – Recensione Call of Duty: Modern Warfare 2

In un mercato videoludico saturo di ogni genere di sparatutto, spiccano alcuni nomi famosi e degni di fiducia, capaci di vendere milioni di copie divenendo in breve tempo dei best seller. È il caso di Call of Duty, FPS a sfondo storico, ambientato in un contesto da terza guerra mondiale nelle sue ultime apparizioni marchiate Infinity Ward e sottotitolate Modern Warfare.

A due anni dall’uscita di Call of Duty 4: Modern Warfare, esordisce il secondo capitolo di questa serie, uno dei seguiti più attesi di sempre, che si appresta a calcare l’enorme successo del predecessore. Una legione di giocatori si prepara ad imbracciare nuovamente i fucili, combattendo da soli o in gruppo, questa volta anche in una nuova modalità cooperativa chiamata Operazioni Speciali. Pur continuando sullo stile tanto apprezzato dai videogiocatori, MW2 garantisce un’abbondante dose di aggiunte affiancate a vecchie conoscienze. Vediamo insieme queste novità.

Nessuna tregua

Gli eventi iniziano cinque anni dalla fine di COD4: MW; il terrorista Zachaev è deceduto, onorato come martire in una Russia politicamente instabile e più che mai nazionalista. Per prendere le redini dell’impero si presenta Vladimir Makarov, suo sottoposto che ne porta avanti i folli piani con una serie di attacchi terroristici rivolti al mondo occidentale, scatenando una vera e propria guerra.

Riprende così la lotta dei Ranger americani, della CIA e della Task Force 141 britannica, in una corsa contro il tempo che vede il giocatore combattere la rinnovata minaccia tutt’attorno al globo. La trama strizza l’occhio al cinema action di stampo prettamente yankee, in particolare a "The Rock" con Nicholas Cage (docce del Gulag, fumogeni e attacco aereo), facendo della spettacolarità il suo punto forte. Non mancano i classici colpi di scena e i momenti da tachicardia, abbinati però ad un plot con qualche buco di sceneggiatura, narrato con superficialità e in maniera sbrigativa.



Alcuni frangenti saranno carichi di spettacolarità

Impersonando diversi soldati, tra i quali Joseph Allen della CIA, James Ramirez dei Rangers ed il soldato Roach della Task Force 141, saremo chiamati a combattere in  Afghanistan, Russia, Brasile e in degli Stati Uniti messi a ferro e fuoco.  La gran varietà di ambientazioni garantisce paesaggi e situazioni molto differenti, alternando sessioni stealth a sessioni di guerriglia urbana e a bordo di veicoli, portando il giocatore ad infiltrarsi in una base montana sfruttando la tormenta, per poi fuggire a bordo di una motoslitta, oppure combattere per le strade di una Washington avvolta nelle fiamme e gettarsi in un’adrenalinica caccia all’uomo tra i vicoli delle favelas di Rio.

Nonostante la grande varietà, diverse missioni lasciano al gamer un senso di deja vu, dovuto non ai numerosi clichè tipici dei film a tema militare, ma alla riproposizione estremamente simile di alcuni frangenti di COD4. L’infiltrazione nella base tra i monti richiede di non farsi scoprire e viene svolta in due, con tanto di uccisioni coordinate tramite il fucile da cecchino, attingendo a piene mani da quanto visto nel livello ambientato a Chernobyl del precedente capitolo. Lo stesso dicasi per diverse porzioni dei livelli, che lasciano in bocca un sapore di già vissuto, pur non minando l’esperienza.



Combatteremo in tutto il mondo
, Stati Uniti compresi

A farci compagnia avremo diversi personaggi, tra i quali spiccano Ghost della Task Force 141 ed il nostro vecchio amico "Soap" MacTavish, protagonista di COD4, nostro mentore nonchè personaggio controllabile in alcuni livelli di MW2. Nostro alleato potrà essere anche un amico in carne ed ossa: grazie alla nuova modalità Operazioni Speciali, una moltitudine di sfide possono essere affrontate da soli o in coppia, cooperando online ed offline.

Le sfide spaziano dal dover resistere ad un assedio da parte di nemici controllati dall’IA, similarmente alla modalità Sparatoria di Halo ODST, ai percorsi a tempo, passando per gare in motoslitta e proteggere il commilitone. In diverse competizioni la difficoltà scelta è a discrezione del giocatore, e andrà a condizionare la valutazione finale. Un numero variabile di stelle, per un totale di 69 complessive, è il premio previsto per ogni sfida ed è condizionato dalla modalità scelta e dai tempi ottenuti. Finire la prima in meno di 35 secondi, per esempio, farà guadagnare tre stelle, mentre impiegandoci più tempo ne riceveremo solo una o due. Allo stesso modo, affrontare una gara a livello di difficoltà Veterano, garantisce un maggior numero di stelle guadagnabili. Per guadagnare il massimo numero di stelle negli stage più difficili, è di fondamentale importanza la cooperazione tra due giocatori, in quanto riesce a semplificare le cose e rendere il tutto più divertente.

Charlie Oscar Delta

Il gameplay è rimasto pressochè invariato, ancorato alle radici che contraddistinguono la saga. Ancora una volta potremo portare con noi solamente due armi, due tipi di granata e due equipaggiamenti come mine o laciagranate. Affidando la selezione degli oggetti alla croce direzionale, i tasti vengono impiegati per ricaricare, cambiare arma, saltare,  accovacciarsi e sdraiarsi, mentre i tasti dorsali consentono di prendere la mira, aprire il fuoco e gestire le granate.

I nemici agiscono in modo più realistico, adattandosi e rispondendo in diversi modi a ciò che succede loro intorno e riuscendo saltuariamente a spiazzare il giocatore. I respawn continui degli avversari sono gestiti con maggior criterio, riducendo la necessità di dover attraversare i checkpoint per fermare l’infinita ondata di soldati, rendendo meno pesante completare gli obiettivi di missione ai livelli di difficoltà più elevati. Il cambiamento tocca anche le mappe di gioco, mitigando la presenza degli ormai obsoleti binari, proponendo aree più ampie e, seppur limitatamente, affrontabili in diversi modi.

Resta comunque il fatto che possedere il gran livello di epicità tipico di Call of Duty, dove il giocatore è costantemente immerso nella furia della battaglia, tra compagni, fumo ed esplosioni, significa sacrificare tutto in favore degli script e di un level design lineare. Quasi tutto quel che succede sullo schermo è infatti prestabilito, che si tratti dell’apertura di una finestra per fare fuoco da parte di un nemico, all’esplosione di un veicolo alleato. Allo stesso modo seguiremo sempre una strada pilotata e dalla quale non potremo deviare minimamente, meccaniche datate che fanno storcere il naso, vista la libertà offerta da altri prodotti.

Tra le novità troviamo lo scudo antisommossa, utilizzabile anche nel multiplayer

Diverse aggiunte sono state fatte all’armamentario, pesantemente modificato. Una vasta selezione di mitragliette, pistole, fucili d’assalto, da cecchino e a pompa, potrà essere modificata aggiungendo mirini normali, termici, rilevatori di movimento, silenziatori e tanti altri gadget. L’arsenale a disposizione è, ancora una volta, molto ampio, con offerte per tutti i gusti. Al giocatore la scelta dell’arma più consona all’occasione. Purtroppo, nel multigiocatore, questa vastità si traduce nell’avere delle armi inutili e scartate in partenza, vista la loro scarsa efficacia contro giocatori in carne ed ossa.

Avremo a disposizione anche una serie di nuovi equipaggiamenti speciali, come il missile Predator, teleguidabile tramite un laptop, e la torretta robotica, un mitragliatore montato su di un piedistallo e capace di individuare i bersagli in modo autonomo.

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