God of War Collection – Recensione God of War Collection

Kratos, il Fantasma di Sparta. Un nome che dal 2005 ad oggi ha mietuto infinite vittime e ancor più consensi, guadagnandosi di diritto un posto nel cuore di moltissimi utenti Playstation. Conclusasi da poco con un memorabile terzo capitolo recentemente uscito su PS3 – chi non l’avesse ancora provato corra a leggersi la recensione, e poi a procurarsi una copia del gioco – la trilogia di God of War affonda le sue radici nel passato recente della PS2, che già a suo tempo gli sviluppatori (allora come oggi i Santa Monica Studios di Sony) avevano spremuto fino all’osso. I primi due capitoli della saga, datati rispettivamente 2005 e 2007, sono già stati rilasciati sotto forma di collection sul mercato statunitense, mentre la versione PAL era stata fino ad ora riservata ai soli possessori della lussuosa Ultimate Trilogy Edition di God of War III. Finalmente, tra pochi giorni, questa verrà distribuita anche in formato stand alone a un prezzo (circa 40 Euro) decisamente interessante se rapportato al prezioso contenuto.

Non c’è dubbio: Kratos è nato per indossare i panni del Dio della Guerra!

 

Un Blu-Ray, due epiche avventure

I primi due capitoli della saga di God of War sono stati rimessi graficamente a nuovo (cosa della quale si parlerà tra poco) ed inseriti in un unico Blu-Ray, per la gioia di tutti i fan che non possiedono una PS3 retrocompatibile. In effetti, se avete la vostra fidata PS2 ancora collegata al televisore, o se semplicemente avete già giocato e rigiocato ai primi due GoW fino allo sfinimento, probabilmente non troverete molti motivi per acquistare anche la collection. Non ci troviamo di fronte a una versione director’s cut con scene inedite o qualsivoglia aggiunta, bensì alla semplice riedizione dei due giochi in questione, accompagnati da qualche interessante video relativo al making of di God of War II. Intendiamoci: chiunque avesse già provato (e amato) solamente il terzo capitolo, o chi non avesse più la possibilità di mettere mano alla sua gloriosa Playstation 2, non potrà che accogliere a braccia aperte questa scelta di Sony, che ha pensato bene di aggiungere anche una lista di trofei distinta per singolo gioco (traduzione per i "cacciatori": due platini!) per ingolosirci ancora di più.

 

Il combattimento contro l’Idra, all’inizio del primo GoW, resterà sempre un momento memorabile

 

Lifting e cicatrici delle battaglie passate

Senza dubbio, per chi ha già giocato ai vari GoW al momento della loro uscita sul mercato, l’interesse principale riguarda il rinnovo del comparto tecnico. Neanche gli Dei dell’Olimpo erano in grado di fare chissà quale miracolo: non aspettatevi le texture iper definite e gli incredibili effetti particellari recentemente visti su Playstation 3. Ma allo stesso tempo non pensate nemmeno di rimanere delusi, dal momento che entrambi i titoli, grazie all’alta definizione (risoluzione nativa a 720p, naturalmente con il supporto del formato 16:9), vantano immagini molto più pulite e dettagliate rispetto al passato. Aggiungete poi che il tutto gira costantemente inchiodato sui 60 frame al secondo, rendendo giustizia soprattutto alle fenomenali (per il periodo nel quale sono state concepite) animazioni di God of War II. Il primo episodio, infatti, è quello che (a ragione) mostra maggiormente i segni del tempo. Nonostante ciò il passaggio su PS3 ci permette di avere immagini molto più nitide rispetto al passato, e rivivere la tormentata storia di Kratos partendo dal suo epico inizio permette di apprezzare ancora di più i salti qualitativi tra un episodio e il successivo
 

 

Anche se graficamente datate, le immagini del primo GoW in HD sono molto pulite e ancora godibili

 

Oscar per la fotografia

E’ innegabile che in God of War III ogni inquadratura sia stata appositamente studiata per stupire il giocatore, facendolo sentire in ogni momento parte integrante dell’azione rappresentata su schermo. Fa piacere scoprire come, anche quando rivisti con il terzo episodio ancora vivido nella memoria, i primi due capitoli non facciano mai brutta figura. Anche solo soffermandosi ai primi minuti di gioco, infatti, è facile notare piacevoli analogie tra passato e presente: il combattimento contro l’Idra a tre teste di GoW o le battaglie con il Colosso di Rodi sullo sfondo in GoW II ricordano molto da vicino gli epici scontri con (e sui) Titani di GoW III. Il che è tutto dire, perché (ri)giocare a tre titoli separati l’uno dall’altro da qualche anno e ritrovare tutti questi elementi sottolinea ancora di più come l’idea di creare un qualcosa di epico ed immenso era nei piani dei Santa Monica Studios fin dall’inizio, quando ancora Kratos era solo un guerriero Spartano nella mente di un fantasioso game designer.

 

Poseidone: il primo Dio incontrato in GoW, il primo Dio massacrato da Kratos in GoW III

Le lame del Caos fanno sempre male

Prendendo in considerazione il puro gameplay, è bello constatare come già il primo God of War contenesse tutti quegli elementi che affinati e (non più di tanto) modificati hanno portato il Fantasma di Sparta ad essere lo spietato guerriero che tutti conosciamo: mettere mano alle lame del Caos o alle altre armi in GoW e GoW II subito dopo aver completato il terzo capitolo, infatti, ci ha permesso di capire come i Santa Monica Studios lavorassero già con l’obiettivo di creare un piccolo capolavoro di giocabilità action. Quick Time Event, lunghe combo e prese violente e mortali erano già presenti su Playstation 2, e sulla console di nuova generazione sono semplicemente diventate più furiose e coreografiche.

 

Le mosse e i nemici sono gli stessi, ma i 60 fps rendono l’azione sempre fluida e spettacolare

 

Il giusto tributo a un Dio dell’Olimpo

Ma allora, a conti fatti, vale la pena acquistare la God of War Collection? Sicuramente si tratta di un must have per ogni fan di Kratos che si rispetti: il lifting grafico, sommato alla fluidità delle animazioni e al carisma che tutti gli appassionati della saga ricorderanno bene, bastano da soli a convincere anche chi ha già martoriato i propri polpastrelli a suo tempo sul pad della PS2. Chiunque avesse conosciuto Kratos solo con il terzo capitolo per PS3, poi, avrà l’occasione per vivere d’un fiato tutta la saga, assaporando al meglio l’epico l’intreccio narrativo e scoprendo come anche in un gioco ormai vecchio di cinque anni la grafica possa passare in secondo piano se supportata da un gameplay che definire granitico è un eufemismo. L’aggiunta dei trofei e dei video dei vari making of si possono considerare quasi superflui, anche se rappresentano certamente un valore aggiunto per i cacciatori di coppe virtuali e per gli appassionati della saga. Kratos ha saputo ridefinire in un colpo solo i canoni degli action game improntati sull’hack’n’ slash, innalzandoli ad un livello fruibile sia dai neofiti che dai puristi delle combo. Traduzione: evitate la GoW collection solamente se odiate spassionatamente il genere. Altrimenti, non lasciatevi scappare l’occasione e portatevi a casa due capolavori che vi renderanno fieri di possedere una PS3.

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