Crash Bash – Recensione Crash Bash

E Jason abbandonò la barca

Perchè la Naughty Dog cede? Questa sarà stata la domanda di ogni appassionato della saga del Bandicoot, mostrando grande delusione per la cessione dei diritti del Platform più bello degli ultimi tempi ad una casa che non si era messa particolarmente in luce: la Eurocom. Ben quattro volte la Naughty Dog e Jason Rubin erano riusciti a portare in auge questo animale, oramai nella realtà in via d’estinzione, vestendolo con un blue jeans, fino alle vette delle classifiche mondiali dei giochi più amati. Forse Rubin aveva previsto la fine del progetto? Forse Rubin pensava che non ci fosse più futuro per Crash? Qualunque cosa sia stata non era proprio il caso di abbandonare così il progetto dopo tre bellissimi capitoli Platform e un quarto sul quale trovavamo un topo alla guida di una macchina dalle ruote motrici che sparava razzi e lanciava casse di TNT e Nitroglicerina. Crash Bash è quindi il primo capitolo sviluppato al di fuori della Naughty Dog, ma il quinto della serie: ennesima rivoluzione, ora infatti si parla di un Puzzle Game.

Medesima storia ma grande innovazione nel Gameplay

In un puzzle game che si rispetti non esiste una vera e propria trama, ma Crash Bash ne presenta comunque una, alquanto inutile visto che è sempre la solita riproposizione della sfida tra i due fratelli Aku Aku e Uka Uka, che vede contrapposti il bene e il male, e vedrà i due Bandicoot, accompagnati da Tiny Tiger e Dingodile, indimenticabili protagonisti dei capitoli precedenti, fronteggiare i nemici Cortex, N. Gin, Koala Kong e Rilla Roo. Attraverso le solite stanze che abbiamo visto nei capitoli precedenti, che si sviluppano in verticale, attraverso le quali potrete salire grazie all’uso di un’ascensore che si attiverà solo dopo aver completato l’intera sezione, dovremo ottenere trofei su trofei per procedere nel gioco. Quattro minigiochi per ogni stanza, più una quinta sezione, che si sbloccherà solo dopo aver conquistato i trofei delle altre sezioni, dove dovrete affrontare una sfida stile boss dei capitoli precedenti. Per conquistare un trofeo dovrete ottenere tre vittorie in ognuno dei minigiochi: Crate Crush, nel quale i giocatori devono lanciarsi le casse presenti nell’arena fino a quando non ne rimane vivo uno solo; Polar Push, durante il quale, a cavallo di orsi polari, i giocatori devono spingere gli avversari fuori dall’area ghiacciata senza cadere, vince chi resta sulla piattaforma; Pogo Pandemonium, che consiste nel colorare più caselle possibili sull’arena, per tramutarle poi in punti rompendo delle casse speciali, vince chi ottiene più punti alla fine; Ballistic, una specie di flipper dove bisogna spingere delle palline nella porta dell’avversario, vince chi riesce a difendere meglio la propria porta, bucando quelle avversarie; Tank Wars, una battaglia di carri armati; Crash Dash, corse su kart spaziali in circolo, nella quale trionfa chi taglia per primo il traguardo; Medieval Maheym, battaglie a punti ambientate nel Medioevo. Ottenendo tre vittorie nella sezione si viene in possesso di un trofeo, molto simile alla coppa che si vinceva nel Team Racing della Naughty Dog, utile per finire il gioco. Ma ovviamente il divertimento non finisce qui, infatti potrete conquistare anche le gemme e i cristalli, con delle condizioni d’handicap che vi verranno proposte all’inizio della sfida dopo aver selezionato il premio per il quale volete gareggiare. Alla fine del gioco, dopo l’ultima battaglia tra Aku Aku e Uka Uka, troverete un’altra stanza nascosta nella quale potrete entrare solo se in possesso di un certo numero di gemme e cristalli, quindi se volete completare il tutto al 100% datevi da fare sin dall’inizio. Divertimento e longevità non mancheranno di certo in questo nuovo capitolo del Bandicoot. Ovviamente ricordiamo anche una cosa interessante: in questo capitolo, come anche nel quarto ed ultimo capitolo prodotto dalla Naughty Dog, non dovrete per forza vestire i panni di Crash, ma potrete impersonare chiunque voi vogliate, basta deciderlo all’inizio, che sia il Bandicoot oppure Coco, la sorella di Crash, oppure Cortex, N. Gin, Tiny Tiger, insomma, a voi la scelta, ma sono sicuro che pochi lasceranno a casa il tanto amato Bandicoot con i jeans.


Il sonoro alle fondamenta

La grafica non migliora molto rispetto ai capitoli precedenti, anzi, a volte, sembra quasi che la Eurocom regredisca rispetto alla Naughty Dog che c’aveva mostrato una gran bella innovazione tecnica nel quarto capitolo: il Team Racing. Crash si presenta con una forma un po’ troppo quadrata, soprattutto nel muso, ma tutto sommato le ambientazioni sono realizzate in maniera eccellente, quindi grande arte da parte della Eurocom negli spazi aperti, ma poca precisione nei particolari.
Per il sonoro avremo la solita funzione multilingua che conferisce grande spessore al videogame, con una voce, ovviamente disponibile anche in italiano, molto elettronica che ci accompagnerà per il gioco, facendo all’inizio da starter col suo "tre, due, uno, via!" e alla fine del minigioco con un "tu hai vinto" oppure "hai perso". Dialoghi ovviamente in italiano, per quanto possano parlare i personaggi, perchè ricordiamo che Crash è muto. Effetti sonori a livelli altissimi, d’altra parte si parla di dover gestire un puzzle game dalle più assurde combinazioni, e quindi gli effetti sonori sono chiamati a sostenere un bel lavoro: ma qualcuno dovrà pur farlo.

Prima o poi finisce, ma…

Cambia casa, forse perde la grafica che aveva, si perdono i canoni del Platform lineare che ci vedeva impegnati a portare il nostro Bandicoot su e giù per una strada saltando sopra i suoi strani nemici, ma tutto sommato, per quanto si possa sentire la mancanza del Crash della Naughty Dog, questo della Eurocom non è affatto malvagio, anzi, tutt’altro: questo è un puzzle game con i fiocchi che segna un passo importante nel genere, non nella saga, perchè non si era stati abituati a vedere un Crash in queste condizioni. Godetevelo per quante più ore è possibile, perchè sarà pur vero che prima o poi finisce, ma per finirlo vi ci vorrà del tempo, e soprattutto tanta tanta pazienza nel ripetere i vari minigiochi, che comunque sono stati muniti di un’ottima varietà.

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