Dark Souls II: Crown Of The Old Iron King

[signoff icon=”quote-circled”]Con questo ulteriore, eccellente DLC, la From Software si rivela ancora abile nel creare titoli diversi dai classici (e abusati) canoni del videoludico. La qualità generale, e il relativo divertimento, sono superiori a quanto riscontrato nel precedente Crown Of The Sunken King, il che fa ben sperare per il prossimo DLC, in uscita il 24 settembre. Il prezzo del DLC, e del relativo season pass, è pienamente giustificato: qui non ci troviamo in presenza di ridicole espansioni che aggiungono al massimo una mezz’ora di gioco, ma ad elementi che, di fatto, espandono e approfondiscono l’intero universo di Dark Souls in modo eccellente. Tra nemici ancora più ostici, ambientazioni sotterranee contorte (talvolta si rischia di perdersi) e nuove meccaniche di gioco, non ci si annoia di certo. Solo a tratti potrebbe sembrare un titolo sleale, a causa di nemici dediti a imboscate e in grado di provocare danni talvolta troppo ingenti (a prescindere del livello del nostro personaggio), ma così è la saga: o si ama o si odia. [/signoff]
Affascinante sadismo videoludico

A marzo di quest’anno la From Software, autrice di numerosi ottimi titoli, ha voluto confermare la sua fama di sviluppatrice fuori dagli schemi, in un mercato videoludico spesso ancorato a meccaniche semplici e ripetitive. Con il loro Dark Souls II i ragazzi di Tokyo ripresero le meccaniche dei precedenti titoli, derivate dalla vecchia scuola dell’hardcore gaming.

Talvolta sadica, ma mai frustrante, la saga dei Souls è composta da titoli di nicchia, destinati a una ristretta (ma fedele) cerchia di giocatori che non si lasciano spaventare da meccaniche di gioco che non perdonano il minimo errore, che necessitano di allenamento, costanza e pazienza, ma in grado di dare soddisfazioni che ormai sembravano assenti nel mercato videoludico.

Ben lontana dall’adagiarsi sul successo del suo titolo principale, la From Software ha continuato a espanderne l’ambientazione con tre DLC dedicati alle corone di re Vendrick, vecchia conoscenza per i veterani della saga.
Questo Crown Of The Old Iron King riprende il discorso iniziato con il precedente Crown Of The Sunken King, proponendo nuove ambientazioni, nemici e oggetti.

dark souls ii crown of the old iron king
Questi nemici sembrano abbastanza facili.

Fiamme e dolore

Anche in questo caso la storia si svelerà solo a mano a mano che avremo la costanza di metterne insieme gli indizi sparsi.

La nostra nuova avventura inizierà con il possesso, nel nostro inventario, di una Chiave di ferro pesante necessaria per raggiungere una nuova zona situata nell’area dove abbiamo affrontato il Vecchio re di ferro. La nostra ricerca, come prevedibile, ruoterà stavolta intorno alla seconda corona appartenuta a re Vendrick. Raggiunta la Torre nebbiosa ci ritroveremo quindi in un’ambientazione in cui la cenere e il fuoco regnano sovrani (là dove nel precedente DLC la protagonista era invece l’acqua) e che conferma ancora una volta la capacità di From Software di creare ogni volta scenari evocativi e avvincenti.

Ma il piacere di ammirare gli scenari durerà poco. Dopo una prima fase decisamente tranquilla tra torri immense collegate da catene altrettanto enormi e labirintici passaggi sotterranei, la nostra avventura verrà ben presto insidiata da nuove trappole e letali nemici, che sottolineano nuovamente la volontà degli sviluppatori di voler spremere fino in fondo l’abilità (e la pazienza) degli utenti.

Gli scenari sono sempre splendidi
Gli scenari sono sempre splendidi

Morire, morire e ancora morire

Le meccaniche e la giocabilità di questo DLC rimangono quelle eccellenti e spietate (ma quasi mai sleali) dell’intera saga.

In un’ambientazione contorta e labirintica, talmente piena di scorciatoie e passaggi da ricordare Demon’s Souls, troveremo numerosi nuovi avversari, i cui pattern di attacco andranno come sempre assimilati alla perfezione, pena una morte (tante morti) prematura.

Ben lungi dal rappresentare un semplice elemento scenico, il fuoco avrà ora un ruolo importante nelle meccaniche e nelle strategie (comprese quelle nemiche), che andrà oltre il semplice “spegni la statua fiammeggiante per poter passare”. Nemici inizialmente ostici, ad esempio, potranno essere sconfitti utilizzando con saggezza le statue e gli elementi dello scenario.

Là dove nel precedente DLC avevamo delle colonne che, se colpite, cambiavano alcuni elementi ambientali aprendo o chiudendo nuovi passaggi, qui troveremo degli altari (abbastanza inquietanti) di fiamma e cenere, in grado di resuscitare i nostri nemici, ricaricarne l’energia, o persino scatenare attacchi di fuoco. Per fortuna non sono indistruttibili, ma potranno essere disattivati con degli oggetti speciali (in numero limitato) che troveremo nascosti nello scenario.

La longevità del DLC è di circa 3-4 ore. Forse poche, ma il suo punto forte di questo sono i numerosi incantesimi, armi e oggetti, alcuni dei quali veramente utili, che andremo a trovare solo dopo un’attenta esplorazione dello scenario. Esplorazione che di fatto raddoppierà la durata complessiva della nostra avventura.

Vera icona dell’intera saga, i boss sono in questo caso leggermente sottotono, alcuni hanno pattern di attacco abbastanza prevedibili sin da subito, e in generale sanno un po’ troppo di “riciclato”. Un boss in particolare è praticamente identico a una nostra vecchia conoscenza.

Il versante online, altro punto forte della saga, rimane nelle stesse identiche meccaniche già riscontrate negli episodi precedenti, con invasioni, consigli di altri utenti, e collaborazioni.

Alcuni nemici richiedono tattiche precise
Alcuni nemici richiedono tattiche precise

Combattere in fondo all’abisso

Il design di questo DLC rimane negli standard alti dell’intera saga. Ormai sappiamo che la forza del franchise della From Software non sta nel numero di poligoni o nella qualità delle texture (pur rivelandosi al di sopra della media anche in questo caso), ma nel saper proporre ogni volta ambientazioni, scenari e nemici dotati di un fascino e di uno stile unico, fosco, desolante nel senso buono del termine.

Anche se nello stile generale i livelli rimangono altissimi, stavolta la fantasia degli sviluppatori mostra incertezze solo in un caso, come accennavamo. Sembra che con Crown Of The Old Iron King, infatti, ci si sia trovati a corto di idee per la caratterizzazione e le tattiche di attacco dei boss. Nulla di grave, intendiamoci, ma nemmeno all’altezza degli splendidi, angoscianti boss dei precedenti titoli e DLC.

Sul versante sonoro nulla di nuovo: anche qui le musiche (più che buone) sono presenti soprattutto durante i combattimenti con i boss, e fanno da cornice ai consueti effetti sonori tipici della saga.

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