Dead Rising 2: Off the Record – Recensione Dead Rising 2: Off the Record

Uscito nel settembre 2010, Dead Rising 2 era riuscito a riscuotere un buon consenso di pubblico e critica, forte della fama del predecessore e di un gameplay divertente e ragionato seppur ripetitivo sulla media distanza; Capcom deve aver dunque fiutato l’affare, perché dopo circa un anno propone questo Off the Record, una vera e propria versione alternativa del titolo originale con protagonista Frank West, il medesimo personaggio principale del primo capitolo della saga: le modifiche e le opzioni apportate con questo "aggiornamento" sono però in grado di giustificare un prezzo non propriamente "low budget"?

Di professione fotografo

Le innovazioni principali derivano dal cambio di protagonista: laddove Chuck Greene doveva infatti pensare alla figlia malata e procurarle dello Zombrex da iniettarle ogni 24h in un punto specifico dell’area di gioco, Frank deve sì trovare campioni del medicinale, ma può iniettarseli ovunque egli sia, senza costringere il giocatore a dover tornare sui suoi passi di frequente.

In secondo luogo, Frank può guadagnare PP (Punti Prestigio, utili ai fini del level up) più rapidamente di Chuck affidandosi alla sua macchina fotografica: scattando foto che soddisfino particolari requisiti sarà infatti possibile ottenere un’ingente quantità di punti, elemento che rende molto più fluido il processo di crescita del personaggio rendendo di fatto la curva di difficoltà maggiormente abbordabile rispetto al titolo originale.
Eccezion fatta per le innovazioni sopra citate, non aspettatevi di trovar molto altro di nuovo in questo Off the Record, specie a livello narrativo: la storia è la medesima di Dead Rising 2, solo vissuta attraverso la prospettiva di Frank con filmati dedicati ma priva di sviluppi che non fossero già conosciuti.
Ottimo invece l’inserimento di una modalità Sandbox che permette al giocatore di esplorare Fortune City in tranquillità, senza doversi preoccupare dei limiti di tempo imposti dalla formula originale e senza la necessità di procurarsi Zombrex, offrendo la possibilità di accumulare punti esperienza, denaro e schede combo che poi possono essere trasferite nella campagna principale permettendo dunque di sfruttare nuove devastanti combinazioni di armi, vero e proprio tocco di classe che snellisce un gameplay che molti potrebbero altrimenti trovare presto ripetitivo.

La stessa foto

Tecnicamente parlando Off the Record è praticamente emulo del suo genitore: medesimo motore grafico, medesimi cali di framerate, con l’unica miglioria riscontrabile forse in una miglior gestione delle ombre nelle cut-scenes.
Buoni invece la colonna sonora ed il doppiaggio in lingua inglese, affiancati da sottotitoli non sempre fedeli al testo originale.
Apprezzabile il design della nuova area di gioco introdotta, l’Uranus Zone, sede di oggetti utili a creare armi davvero spettacolari ed originali.

In Conlusione

Dead Rising 2: Off the Record regalerà ben poco a chi abbia già giocato all’originale Dead Rising 2: malgrado il cambio di protagonista introduca alcune meccaniche discretamente interessanti, la quantità di aggiunte non è decisamente adatta a giustificare il prezzo di commercializzazione del prodotto. Viceversa chi non ha mai giocato al secondo capitolo della saga dovrebbe dare una possibilità ad un titolo che sa essere decisamente divertente se giocato senza pensieri, in virtù soprattutto dell’inserimento della tanto richiesta modalità Sandbox.

 

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