Dead Space 2 – Recensione Dead Space 2

Dopo aver assistito alle presentazioni dell’E3 e del Gamescon, dopo aver fatto man bassa di video e di screenshot e – goccia che ha fatto traboccare il vaso dell’hype – aver finalmente provato la Demo di Dead Space 2, il conseguente aumento della salivazione con annessa dilatazione delle pupille ha reso parte della redazione di Gamesource del tutto simile ai Necromorfi di Dead Space: dopo essere stati piacevolmente colpiti dal primo episodio, infatti, la voglia di impersonare nuovamente lo sfortunato ingegnere in armatura è cresciuta esponenzialmente per tutti i due anni resi necessari per lo sviluppo del secondo capitolo. Ora, con finalmente una copia del gioco completo tra le mani, ci apprestiamo ad affrontare nuovamente l’orrore nelle profondità dello spazio (morto). Improvvisamente, le luci si spengono. Rumori in lontananza, forse urla. La colonna sonora sottolinea il climax crescente con uno stridore di violini che ci fa trasalire, disegnandoci allo stesso tempo un cinico sorriso di soddisfazione sul volto: impugniamo la nostra lama al plasma e prepariamoci, perchè Dead Space è tornato.


Solo un pazzo andrebbe ancora contro i necromorfi. Per nostra fortuna, Isaac si risveglierà in manicomio

Survival horror, questi sconosciuti

Per parlare degnamente di Dead Space 2 e di quanto questo gioco ha da offrire, è necessaria prima di tutto una breve digressione sull’evoluzione dei survival horror negli ultimi anni. Nata decenni or sono con la storica serie di Alone in the Dark e definitivamente sdoganata al grande pubblico grazie ai brand Resident Evil e Silent Hill, questa tipologia di giochi ha visto nel tempo un progressivo ridursi della sua componente survival in favore di uno stile maggiormente action. Questa rivoluzione – che in molti attribuiscono a Resident Evil 4 – sembrava aver decretato la fine di un’epoca, con buona pace degli amanti dell’horror. Poi ci fu Dead Space. Non fraintendete le nostre parole: Dead Space 2, così come il suo predecessore, presenta delle meccaniche decisamente action. Gli sviluppatori di Visceral Games però, da bravi alchimisti, hanno dimostrato di saper coniugare con maestria azione adrenalinica e orrore allo stato puro, riuscendo dove molti altri prima di loro avevano fallito. Dead Space 2 vi catturerà con un tripudio di effetti speciali e di situazioni sempre sul filo del rasoio, senza mai darvi tregua: dal momento stesso in cui inserirete il disco nella console e fino alla fine dell’avventura, senza richiedere nè un’installazione iniziale, nè caricamenti intermedi (le aree adiacenti a quella visitata dal giocatore vengono infatti precaricate sulla memoria della console prima che questi le raggiunga). Dead Space 2 riesce, in definitiva, a miscelare sapientemente i classici ingredienti del genere di appartenenza condendoli con la giusta dose di azione, regalando agli appassionati quello che da tempo non si vedeva sugli scaffali dei negozi: un survival horror moderno e vecchio stile al tempo stesso. Certi che questa premessa sia servita a far luce sul punto della situazione – e sul perchè noi di Gamesource attendevamo con così tanta ansia il titolo in questione – torniamo sui nostri passi e analizziamo più nel dettaglio cosa il gioco ha da offrire.


A Dead Space va il merito di aver riportato i survival horror ai fasti dei vecchi tempi

Tre anni di buio

Uno dei principali punti deboli del primo Dead Space era la storia alla base dell’avventura, troppo simile a molte altre raccontate in vari FPS a sfondo fantascientifico: i soliti minatori nello spazio scoprono un manufatto alieno (il cosiddetto Marchio) che inizia ad infettarli trasformandoli in creature cannibali e mostruose. Con Dead Space 2 bastano pochi minuti di gioco per capire come in questo caso la trama sia di qualità decisamente superiore: basandosi sugli eventi appena citati questa si sviluppa in una storia interessante e ricca di colpi di scena, in cui scopriremo che alcuni umani hanno addirittura abbracciato la trasfigurazione portata dal virus come una via di salvezza, costituendo attorno al Marchio una vera e propria religione.

E Isaac? A tre anni dagli eventi del primo Dead Space è stato ritrovato alla deriva nello spazio, unico superstite con una scia di morte e orrore che si è lasciato alle spalle. Smembrare qualche centinaio di necromorfi ha leggermente incrinato la sanità mentale del povero ingegnere, che al suo risveglio si ritroverà senza ricordi e imprigionato in una camicia di forza. Il protagonista del gioco è stato trasportato sulla colonia The Sprawl, dove è stato "curato" con degli inibitori della memoria nel tentativo di salvarlo dall’infezione del Marchio. Una volta che avremo preso il controllo di Isaac, la situazione inizierà improvvisamente a degenerare, trascinando ancora una volta l’eroe – e noi con lui – in una spirale di orrore e avventura. Non possiamo dire altro per non rovinarvi l’esperienza, ma sappiate che mai come in questa situazione gli amici diventeranno nemici e i pazzi improbabili alleati, confermando l’impegno degli sceneggiatori nel regalarci un’esperienza narrativa sopra le righe, soprattutto se raffrontata alla precedente.


Su The Sprawl come sull’Ishimura, la fortuna non è certo dalla parte di Isaac Clarke

"Isaac, per fermare i necromorfi devi staccargli gli arti"…

…"Lo so: ho fatto pratica". Questo scambio di battute tra Isaac e la prima superstite che incontrerete nel gioco strapperà un sorriso cinico a tutti i fan della serie, sintetizzando in poche parole l’anima del gameplay bellico di Dead Space 2: come nel primo episodio, infatti, potremo infliggere ingenti danni ai nostri nemici solamente colpendoli a braccia, gambe, tentacoli e giunture. Colpite un necromorfo alla testa e questo continuerà a muoversi anche senza; staccategli un braccio o una gamba, invece, e rallenterete subito la sua corsa per poi poterlo finire con comodo. Per eseguire il lavoro sporco avremo a disposizione una moltitudine di armi differenti (da acquistare presso i negozi che incontreremo proseguendo nell’avventura principale), molte delle quali già viste nel primo Dead Space. A differenza di quanto accadeva nel primo episodio, però, questa volta troveremo più di un’alternativa alla Lama al Plasma (l’arma principale di Isaac) e saremo più incentivati a cambiare armamentario e strategie di attacco in base al nemico che di volta in volta dovremo affrontare. Altra gradita novità per quanto riguarda le armi, inoltre, è l’evoluzione del metodo di potenziamento: presso gli appositi terminali, gli stessi del primo episodio, sarà possibile spendere i nodi energetici raccolti per migliorare le caratteristiche di armi e corazza; questa volta, però, sarà anche possibile recuperare i nodi energetici utilizzati su di un’arma per potenziarne un’altra. Si tratta di una trovata interessante in termini di gameplay in quanto rende possibile, anche nelle fasi avanzate del gioco, decidere di utilizzare una nuova arma: per renderla da subito abbastanza potente da affrontare i necromorfi più agguerriti, infatti, basterà migliorarla con i nodi energetici recuperati da un’altra arma nell’inventario che si è deciso di non portare più con sè.

Ma non finisce qui, perchè alle sezioni di combattimento bisogna aggiungere altri elementi già presenti nel gameplay del primo capitolo, che sono stati ulteriormente affinati: segnaliamo innanzitutto delle stupende sequenze semi-animate, durante le quali ci sarà principalmente richiesto di prendere la mira e sparare ai nemici nel bel mezzo di un tripudio di effetti speciali generati da script in grado di dar vita a sequenze straripanti di adrenalina. Ci dispiace solo che, in queste sequenze, le poche volte che ci verrà richiesto di eseguire un Quick Time Event si tratterà sempre e solo di premere ripetutamente un solo taso del pad: l’inserimento di QTE in stile God of War avrebbe reso meno monotone e più divertenti queste parti, che in questo modo finiscono invece per essere ognuna la fotocopia delle altre.

Ma veniamo al vero fiore all’occhiello del gameplay di Dead Space 2: le sezioni di gioco a gravità zero. Se nel primo episodio Isaac poteva solamente saltare da un punto all’altro della stanza con i suoi stivali magnetici, in Dead Space 2, come un novello Iron Man, il protagonista avrà a disposizione dei veri e propri razzi incorporati nell’armatura, potendo così spostarsi liberamente nelle tre dimensioni. Durante gli spostamenti, inoltre, sarà anche possibile utilizzare armi e poteri speciali – come la stasi e la telecinesi, rispettivamente da usare per rallentare meccanismi o nemici e per spostare gli oggetti – arricchendo così questi momenti potenzialmente noiosi rendendoli ricchi di sfide. Di sicuro impatto anche le brevi escursioni nello spazio al di fuori dalla stazione: la tuta di Isaac gli permetterà letteralmente di svolazzare tra le stelle, anche a grande velocità. Chi ha presente il teaser che gli sviluppatori mostrano da qualche mese a questa parte (quello in cui Isaac evita i detriti in volo a folle velocità per raggiungere la stazione spaziale) sappia che si tratta di una scena in-game durante la quale controlleremo direttamente il protagonista nella sua folle picchiata verso The Sprawl: davvero spettacolare, ve lo garantiamo.


Le sezioni a gravità zero, rispetto al passato, sono uno spasso. Provare per credere

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