DmC: Devil May Cry – Definitive Edition

Sarebbe dovuto nascere come quarto capitolo della serie Resident Evil, ma ben preso Hideki Kamiya – una delle figure di maggior rilievo nell’industri videoludica giapponese – si accorse che l’anima survival horror non c’entrava nulla con il titolo che si ritrovava tra le mani, così nacque successivamente Devil May Cry, uno degli action più frenetici nel panorama degli  hack and slash.

Alla storia di Dante narrata in Devil May Cry, seguirono altri tre capitoli, che andarono a chiudere il ciclo iniziato da Kamiya. Ci vollero altri due anni, dopo il rilascio di Devil May Cry 4, per rivedere Dante al Tokyo Game Show 2010, che venne tuttavia presentato in una veste nuova, completamente differente da quella a cui erano abituati i fan della serie Capcom. Così nel gennaio 2013 debuttava DmC: Devil May Cry, reboot dell’originale, collocato in una realtà alternativa differente da quella dell’universo classico della serie, così da non chiudere le porte a un eventuale quinto capitolo atteso da molti, confermato poi dalla stessa Capcom nel corso del 2014.

Torna quindi nel 2015 DmC: Devil May Cry – Definitive Edition su PlayStation 4 e Xbox One, una versione rivista e corretta della versione uscita su PlayStation 3, Xbox 360 e PC, che propone una risoluzione Full HD a 60 fotogrammi al secondo, oltre a tutti i contenuti aggiuntivi rilasciati precedentemente, incluso “Vergil’s Downfall”, e contenuti inediti per questa edizione. Vediamo cosa è cambiato e cosa no nel corso di questi due anni.

Are you Dante? 

Come abbiamo detto poc’anzi, il protagonista di DmC: Devil May Cry è una versione meno matura del Dante che abbiamo imparato a conoscere da quell’ormai lontano 2001, più arrogante e sbruffone, dal linguaggio piuttosto colorito. In caso ve lo foste perso, un breve excursus della storia: Dante è un giovane ragazzo dalle abilità straordinarie, che ha già combattuto con i demoni, senza però porvi la giusta attenzione, ma affrontandoli solo per uscire dal Limbo in cui viene più volte trascinato. Il Limbo è un punto chiave della narrazione, in quanto è qui che andremo a combattere i demoni, una dimensione a stretto contatto con quella umana, una sorta di Velo di Maya come direbbe il filosofo Schopenhauer – che una volta squarciato rivela la vera entità di ciò che ci circonda. Limbo City (è la città in cui si svolge la nostra avventura) è completamente soggiogata dal potere mediatico e da altri elementi – come la bibita energetica Virility – che mantengono passivi i suoi abitanti.

DmC: Devil May Cry - Definive Edition - Recensione

A svelarci questo e altro, sarà il famoso fratello gemello di Dante, Vergil. Egli svelerà al protagonista di essere un Nephilim, frutto dell’unione tra un demone e un angelo, ovvero di Sparda ed Eva, sconfitti da Mundus, il demone che tiene sotto scacco Limbo City e regna nel Limbo. Secondo la leggenda raccontata da Vergil, solo un Nephilim può sconfiggere Mundus, in quanto racchiude in sé i poteri di un angelo e di un demone, e guarda caso Dante e il suo gemello sono gli unici due esistenti. Il giovane Nephilim deciderà quindi di aiutare il fratello, e vendicare quanto fatto alla sua famiglia da Mundus, ricevendo aiuto anche da Kat, una giovane ragazza con poteri medium, capace di far viaggiare Dante tra le due diverse realtà.

L’intera trama andrà quindi a snocciolarsi nel corso di venti capitoli, che possono essere affrontati più volte a livelli più elevati, così da permetterci di scovare ogni segreto al loro interno e di migliorare il nostro punteggio finale, il quale verrà messo in classifica, per confrontare in nostri risultati con quelli degli amici. Il filone narrativo si dimostra essere interessante e coinvolgente, soprattutto riesce a svolgere davvero bene il lavoro da tramite tra il giocatore e Dante stesso, con le sue combo fuori di testa. Infine troviamo incluso nel pacchetto anche “Vergil’s Downfall”, DLC uscito già per l’edizione originale del gioco, che ci racconterà cosa accade a Vergil dopo l’epilogo, mettendoci proprio nei suoi panni. Yamato inclusa.

“Kill Dante, stop him!”

Uno dei fattori davvero importanti, per cui si può dire che un action funziona, è il gameplay, che come i predecessori e simili (qualcuno ha detto Bayonetta?) è davvero frenetico. La formula di base che ritroviamo in DmC: Devil May Cry – Definitive Edition è quello di concatenare combo sempre più estese e perfette, così da ottenere il grado massimo di stile, ovvero “SSS”. Tuttavia questo è solo uno dei fattori che ci permetterà di ottenere un punteggio elevato nella “pagella” di fine livello, in quanto verranno conteggiati anche il tempo impiegato a concludere lo stage, gli oggetti utilizzati tra una combo e l’altra, e ovviamente le morti. Ma delle combo formidabili, richiedono degli strumenti formidabili: Dante verrà equipaggiato sin da subito con l’iconica Rebellion, e con le altrettanto iconiche Ebony e Ivory, le pistole gemelle del protagonista. La particolarità di Rebellion, grazie anche alla natura del nostro antieroe, è quella di cambiare sembianze, diventando Osiris, una potente falce, veloce e dinamica, la quale richiama il potere angelico, oppure Arbiter, più lenta ma allo stesso tempo più potente, scatenando il potere demoniaco del protagonista.

Arbiter e Osiris sono fondamentali anche per spostarsi verticalmente per i vari livelli, oltre che negli scontri con i vari avversari; Arbiter vi permetterà di attrarre a voi il malcapitato di turno, mentre Osiris farà la stessa cosa solo che a essere attratti sarete voi, così da essere velocemente sull’avversario. Se saprete sfruttare a dovere le varie modalità di Rebellion, potrete concatenare combo virtualmente infinite che non lasceranno il tempo di respirare ai demoni che ci si pareranno davanti. Infine, se non dovesse bastarvi, possiamo dirvi che a un certo momento della trama Dante risveglierà il suo potere latente, la modalità Devil Trigger. In questo stato, il tempo rallenterà quasi a fermarsi, dandoci un certo vantaggio sui nostri avversari, permettendoci di scagliarli in aria, dove resteranno bloccati per il simpatico ruolo del tiro al bersaglio.

DmC: Devil May Cry - Definive Edition - Recensione

Come detto nel precedente paragrafo, ripetere i livelli sarà un ottimo modo per scoprire quello che ci eravamo lasciati alle spalle, presi dall’adrenalina che il titolo saprà darvi. Tra questi segreti, degni di menzione sono le chiavi d’oro che ci daranno accesso ai livelli segreti, se sapremo scovarli ovvio. I livelli segreti consistono in missioni da portare a termine entro un tempo limite, che se superato porterà inevitabilmente al fallimento, ma non scoraggiatevi, perché potrete riprovarci in quanto verranno comunque catalogate come le missioni della storia principale. Oltre a chiavi e livelli segreti, ci sono anche le anime dannate che una volta liberate a suon di spadate, ci ricompenseranno con i classici globi rossi, moneta del gioco sin dal primo capitolo della serie, da spendere all’interno della Statua della Divinità, altro elemento che i fan di vecchia data ricorderanno, in quanto ci permetterà di personalizzare Dante a livello di abilità, grazie ai punti che sbloccheremo nel corso degli scontri. Ma non finisce qui perché potremo anche comprare gli oggetti che ci saranno utili nel corso della storia, come il globo d’oro, che ci permetterà di riportare in vita il protagonista in caso dovessimo morire. Pratica sconsigliata ai giocatori alla ricerca del punteggio perfetto, in quanto il globo d’oro unito alla morte vi allontaneranno automaticamente dal punteggio massimo.

Una volta finito, cosa ci aspetta? Presto detto: DmC: Devil May Cry – Definitive Edition offre diversi livelli di difficoltà, che vanno dal semplice “Umano”, che definiremmo una passeggiata, al “Inferno e Inferno”, che potrebbe portarvi alla pazzia. La particolarità di questo di questo livello di sfida è che i nemici hanno un livello di salute normale, ma Dante muore con un colpo solo. Dobbiamo poi citare “Gli Dei Devono Morire” – esclusivo per questa versione del gioco – dove gli avversari vengono generati automaticamente con il Devil Trigger attivo, e l’impossibilità di utilizzare gli oggetti. Il nostro consiglio è quello di godere sin da subito alla difficoltà “Nefilim”, suggerita a tutti coloro che vogliono sin da subito godere appieno del titolo confezionato da Ninja Theory, e che hanno già avuto modo di giocare a Devil May Cry in passato, magari in modalità “Hardcore” – anch’essa esclusiva di questa versione – che va ad aumentare i danni che ci verranno inferti, offrire un Devil Trigger alternativo, e un ribilanciamento del livello di stile.

Concludendo, come se tutto quello finora elencato non bastasse, torna il “Palazzo di Sangue” che consiste in 101 livelli di sfide continue, dove ci verranno messi contro Boss e demoni incontrati durante i livelli della storia. I piani del palazzo sono le diverse aree di gioco che fanno da sfondo alle vicende di Dante, che cambieranno ogni volta che avremo superato venti piani. Potremo cimentarci in questa scalata solo dopo aver concluso il gioco principale, e non prima. C’è da ribadire però che Dante non è il solo protagonista e, come la modalità Vergil’s Downfall”, anche Vergil avrà un suo Palazzo di Sangue, ovvero il “Vergil Bloody Palace”. In modo non molto dissimile dal precedente, nei panni del gemello di Dante dovremo affrontare svariate difficoltà, attraverso i sessanta piani offerti, partendo sin da subito dalla modalità “Nefilim”. Demone avvisato, mezzo salvato.

Parola d’ordine: Dante a 60fps

La tanto attesa next-gen si è ormai affermata da un anno diventando a tutti gli effetti la current-gen, lasciando a PS3 e Xbox 360 l’appellativo di last-gen (anche se è un po’ presto per etichettarle così, in quanto le sorelle maggiori di PS4 e Xbox One hanno ancora qualcosa da dire, NdR). Dante non poteva però astenersi di fare un giro sui nuovi gioiellini di Sony e Microsoft, e Capcom ha deciso di accontentarlo presentando al pubblico DmC: Devil May Cry – Definitive Edition, dove sul suo biglietto da visita figura un comparto tecnico aggiornato aggiornato per l’occasione. Il titolo presenta una risoluzione Full HD su entrambe le piattaforme, ovvero i tanto agognati 1080p. Ma quello che secondo noi è davvero importante per un action di questo tipo, che fanno della fluidità un vanto, sono proprio i fotogrammi al secondo, i quali passano da 30 a 60, facendo risultare questa Definitive Edition una vera e propria versione 2.0 del gioco. Pur mantenendosi stabili per la stragrande maggioranza delle volte, non calando anche nelle versioni più frenetiche e concitate, il frame rate non è bloccato, e sarà quindi possibile vederlo scendere di poco, sporadicamente. Tra le varie modalità che si sposa bene con la fluidità generale del titolo, incluse nella nuova Definitive Edition, segnaliamo la “Modalità Turbo” che aumenta del 20% la frenesia degli scontri. Per la nostra recensione, è rimasta selezionata per ogni livello e la differenza si è notata sin da subito, non potendone più fare a meno.

DmC: Devil May Cry - Definive Edition - Recensione

A muovere ancora una volta la creatura di Ninja Theory troviamo una versione modificata del Unreal Engine 3 di Epic Games, che ha permesso agli sviluppatori inglesi di creare un mondo dallo stile unico, differente dall’impronta gotica che trovavamo nel mondo del vecchio Dante, più adattata alla realtà contemporanea in cui viviamo, dando importanza ad alcuni elementi come la torre della televisione, principale fonte di notizie della città, controllata ovviamente dai demoni. Anche la nuova versione stilistica di Dante è proiettata ai giorni nostri, dando un sonoro colpo di spugna al passato, rendendo futili i confronti con l’originale, in quanto incarnano due personalità e stili differenti, condividendo solo alcuni elementi chiave del brand.

Purtroppo, ancora una volta, dobbiamo storcere il naso innanzi al doppiaggio completamente in italiano che non sa rendere giustizia ai personaggi, risultando privo di mordente, oltre al fatto che qualche volta la sincronizzazione tra video e audio non sarà perfetta, e quindi vedremo muovere le labbra dei protagonisti senza che ne fuoriesca alcun suono. Ancora una volta il doppiaggio inglese è quello a uscirne vincitore, oltre che consigliato. Per fortuna a tirare su la non proprio felice situazione del doppiaggio, ci pensano i gruppi Noisia e Combichrist a comporre la colonna sonora, dando il meglio di loro in quello per cui sono famosi, la musica elettronica, che potrete ascoltare anche fuori dal contesto ludico senza che perda il suo fascino.

[signoff icon=”quote-circled”]DmC: Devil May Cry – Definitive Edition ripropone la stessa avventura che abbiamo apprezzato nel 2013, questa volta su PlayStation 4 e Xbox One, arricchendola di tutti i DLC rilasciati, di elementi inediti, e di un comparto tecnico aggiornato per l’occasione a 1080p, con il supporto dei 60 fotogrammi al secondo. Questi ultimi danno una nuova vita all’esperienza di gioco, rendendo questa Definitive Edition una versione 2.0 dell’originale, consigliata quindi anche a chi lo ha già giocato su PlayStation 3 e Xbox 360. La ricerca dello stile perfetto vi terrà impegnato a lungo, e se non riuscirà lui, siamo sicuri che lo faranno tutte le attività alternative disponibili una volta che avrete portato a termine la trama principale. Inoltre, se proprio non riuscite a mandar giù il nuovo Dante, potrete sempre modificarlo con delle skin alternative, consigliate ai veri nostalgici. Ancora una volta, purtroppo, il doppiaggio italiano è la vera macchia nel lavoro svolto da Ninja Theory. Per fortuna, la colonna sonora non porta sulle spalle lo stesso infame destino, grazie alla musica elettronica proposta dai gruppi Noisia e Combichrist, che tengono alto il ritmo.[/signoff]

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