Dragon Ball: Evolution – Recensione Dragon Ball: Evolution

Dragon Ball in Live Action!

Non è la prima volta che il mondo del famosissimo anime/manga di Akira Toriyama viene portato su pellicola in live action (ovvero con attori reali), ma le realizzazioni precedenti (su tutte Dragon Ball – Il film, del 1989) risalgono a date troppo lontane per essere conosciute dai nuovi fan della serie che sono nati negli ultimi anni; quindi, dopo mesi di indecisioni e rinvii, la 20th Century Fox nel marzo 2002 acquista definitivamente i diritti cinematografici di Dragon Ball e si prepara a svilupparne un nuovo lungometraggio. Nato inizialmente come seguito della sopracitata pellicola dell”89, Dragon Ball Z (più o meno questo sarebbe dovuto essere il nome originale) avrebbe dovuto narrare la storia di un Goku già adulto e sposato con ChiChi, nelle avventure conosciute come la "Saga dei Sayan": questo sarebbe piaciuto sicuramente a tutti i fan.
Tuttavia, forse a causa del prequel troppo datato (nell’89 molti fan odierni non erano ancora nati), il regista James Wong ha deciso di cambiare rotta e dedicarsi nuovamente alla nascita della leggenda, narrando i primi passi di un ignaro e giovane Goku costretto ad affrontare un’imminente distruzione del mondo e il suo specialissimo destino. La scelta di un titolo inedito però non è casuale e la dice lunga sulle scelte di Wong, che si ispira sì all’anime/manga di Toriyama, ma con decise e particolari novità: una sorta di evoluzione moderna del mito.
Nasce così questo nuovo film in live action, che affronta i fans con questi discutibili (e discussi) cambiamenti, e con esso viene prodotta (quasi ovviamente si potrebbe dire) una prevedibile trasposizione videoludica, approdata stavolta solo su PSP e non ostentatamente commercializzata come si può notare di solito. Che le critiche pre-pubblicazione sul film abbiano allarmato sul suo atteso successo??  


Un moderno Yamcha riesce a colpire il Maestro Muten (Roshi nella versione USA)

Goku va al liceo

Guardandosi intorno non risulta difficile notare come l’attesa dei fans rispetto alla pellicola e al videogame di Dragon Ball Evolution (da ora DBE quando si intenderà il gioco) non sia decisamente in linea con il successo della saga originale. Soprattutto qui in Italia, dove Dragon Ball è ormai un mito per più di una generazione, questa realizzazione cinematografica ha destato pesanti critiche e di ciò ne ha risentito anche l’omonima trasposizione videoludica. Se poi si aggiungono le prime impressioni suscitate dai video di anteprima sul gameplay di questo picchiaduro, Dragon Ball: Evolution sembra proprio non essere nato sotto una buona stella.
Escludendo quei particolari che hanno procurato diverse perplessità agli appassionati dell’anime (come l’assenza di Crilin, una Bulma armata fino ai denti e un Goku iscritto al liceo) DBE lascia delusi soprattutto per la sua totale coincidenza del gameplay con quello delle edizioni precedenti (i vari Dragon Ball Shin Budokai e Budokai Tenkaichi), fattore che riduce l’originalità stessa del gioco e la relega unicamente alla modalità Storia. Vengono eliminate alcune mosse speciali (causa la mancanza di alcuni tasti nella console portatile) e semplificate le combo più complesse, ma il sistema di base rimane spudoratamente identico a quello degli ultimi capitoli usciti per console fisse e non.
Al di là dell’effettiva consistenza o meno delle critiche sul film e ciò che lo circonda, DBE si presentà già da subito come un prodotto già pronto al quale è stata cambiata la confezione, con le normali modifiche necessarie a renderlo omogeneo al lungometraggio: stavolta, però, sembra che nemmeno i fans arriveranno a salvarlo da un quasi annunciato flop di mercato.

Il gioco in sè

Per quanto circondato da dubbi, il pubblico destinatario di DBE si concentra nella fascia dei più giovani e in essa spera di trovare quei nuovi amanti che magari hanno scoperto la saga da poco. Se così non fosse, infatti, non si giustificherebbe la diffusa superficialità con la quale è stata affrontata la realizzazione tecnica, e non si capirebbe il perchè di un gioco copiato da altri titoli che tanto devono essere stati giocati dai fans più maturi della saga. Nascondendo la polvere sotto il tappeto, Bandai ha inscatolato un sistema già pronto incorniciandolo con una grafica differente e ispirata al film, così come la modalità storia. Questo stratagemma rende il titolo quasi invendibile ai già possesori di giochi "Dragon Ball" precedenti, ma allo stesso tempo permette, per assurdo, la realizzazione di un prodotto più o meno collaudato che gode tra l’altro della pubblicità derivante dalla pellicola cinematografica. L’effettivo peso di questa pubblicità, però, resta da valutare con attenzione per i suoi possibili risvolti negativi, considerando le numerose perplessità suscitate dalla critica. DBE, quindi, rischia di affondarsi da solo sotto il peso di una pellicola/madre non all’altezza del suo ruolo e una realizzazione tecnica decisamente lacunosa e per nulla interessante, anche se basata sulle radici di un gameplay già apprezzato in passato.


  Piccolo sfida Goku al torneo Toi San, ma con scarso successo a giudicare dalla salute rimanente

La Storia si presenta perfettamente fedele al film: inizialmente percorribile solo dal punto di vista di Goku, in seguito sarà possibile scegliere determinate scene (12 quelle originali, più alcune bonus) e completare in esse combattimenti personali di Yamcha, Bulma e ChiChi, a seconda dei casi. Gli intermezzi saranno costituiti da dialoghi (forse troppi e troppo lunghi, sembra quasi di "leggere" interamente il film) e talvolta da scenette in CG (computer grafica) che aiuteranno a rendere l’idea del momento descritto. Ciascuna scena (o atto) conterà almeno un combattimento (22 quelli totali per le scene originali) e ognuno di questi (così come quelli delle altre modalità) sarà valutato con tre parametri: tempo impiegato, tecnica esibita e salute rimasta; l’insieme di questi tre voti darà luogo al giudizio generale dello scontro (espresso con una lettera dell’alfabeto, partendo da S e scendendo poi con A, B, C ecc..), il quale determinerà anche la quantità di Zenie guadagnati, indispensabili per acquistare artworks, foto dei set, spezzoni audio e altri bonus sbloccabili.

Arcade, Mission e Survival

Oltre alla modalità Storia, DBE riesce a vantare una longevità mediocre grazie anche alle altre tre modalità principali disponibili: Arcade, Mission e Survival. L’Arcade consiste nel classico susseguirsi di combattimenti uno dopo l’altro, tuttavia anche qui legati da un minimo intreccio riguardante il personaggio, espresso da brevi dialoghi di intermezzo. Più interessante si mostra sicuramente la modalità Mission, con tre categorie di sfide a seconda della loro difficoltà (facili, normali e difficili) e 15 sfide per ciascuna categoria: superata la maggior parte delle prove facili il computer ci permetterà di afforntare quelle normali e così via. Purtroppo però questa modalità non viene adeguatamente supportata dal sistema di allenamento, il quale non spiega mai in maniera chiara come eseguire determinate tecniche (spesso indispensabili per superare alcune missioni), lasciando così al caso o all’intuito del giocatore il loro apprendimento. Infine, sbloccabile dopo il completamento della Storia, abbiamo la modalità Survival, sterile aggiunta che si basa sul principio di battere quanti più nemici consecutivamente senza subire alcuna sconfitta; ad ogni combattimento la salute del nostro combattente verrà ripristinata parzialmente, mentre i vostri nemici saranno sempre tonici e al massimo della forma: inutile dire che vincere una serie elevata di incontri richiederà una notevole bravura personale, ma è altrettanto superfluo giudicare una modalità che non ha nulla da aggiungere e si rivela presto monotona per la ripetitività dei suoi incontri, i quali si ripresentano più volte identici a causa dell’esiguo numero di personaggi presenti nel gioco, finendo col lottare sempre contro gli stessi.
Quando vi stancherete anche di questa modalità (molto, molto presto), non vi resterà che perfezionarvi (portando magari a S i giudizi di tutti i combattimenti nella storia), dopodichè spegnere la console, uscire l’UMD del gioco, riporlo nell’apposita custodia e non sentirne mai, mai più la mancanza.


Goku si prepara a lanciare la sua Kamehameha

Cosa ci riserva il futuro?

Al di là della scarsa fattura tecnica del gioco, Dragon Ball Evolution è un titolo accettabile almeno per il pubblico dei più giovani al quale è direttamente destinato. Il livello degli Shin Budokai è troppo lontano (per tanti e ovvi motivi) ma proprio grazie allo sfruttamento di un gameplay già usato in passato (con ottimi risultati) questo gioco riesce a difendersi e a "limitare i danni". I personaggi sono veramente pochi (11 in tutto, ovviamente legati a quelli cinematografici, tra i quali  Piccolo, Goku, Muten, Oozaru e gli altri), ma ognuno ha il suo stile particolare, il quale si esaurisce però in poche mosse, tutte apprezzabili nella breve durata di uno scontro; come picchiaduro non ha nulla in più da offrire rispetto alla concorrenza, ma chi ha apprezzato il film troverà il gioco quantomeno piacevole. I difetti di DBE quindi restano tutti in questa evidente superficialità avuta nel volerlo pubblicare con un gameplay identico a quello già visto per gli altri titoli della saga, lasciando molte perplessità sul voler acquistare questo nuovo gioco che di diverso ha solo personaggi, grafica e storia, ognuno di questi peggiore rispetto al passato.
In poche parole: se avete gradito il film e state cercando qualcosa di leggermente diverso dagli Shin Budokai, DBE è il gioco adatto a voi; ma se il lungometraggio vi ha fatto rimpiangere la serie animata e siete stanchi dello stravisto gameplay dei Budokai, vi toccherà attendere magari i prossimi capitoli Bandai, i quali saranno a loro volta sicuramente legati al merchandise dei futuri due film della trilogia ideata da 20th Century Fox (e iniziata proprio con Dragon Ball Evolution). La leggenda di Dragon Ball prenderà davvero vita nei cuori dei fans con questi nuovi film?? Noi ci auguriamo che possa trovare almeno maggiore fortuna di quella avuta con questo primo tentativo.

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