Dragon Quest VII: Frammenti di un Mondo Dimenticato – Recensione

Nel lontano 1985 il genio di Yuji Horii diede vita, assieme al suo studio Armor Project, alla famosa saga di Dragon Quest. Questa è una delle saghe JRPG più popolari al mondo, assieme a quella anche più rinomata di Final Fantasy, ma che per lungo tempo è rimasta sconosciuta a noi europei. Conosciuta col nome di Dragon Warrior in America a causa di problematiche legate ai copyright, solamente nel 2002 ha ottenuto finalmente il suo nome originale e la prima uscita anche per noi italiani con Dragon Quest VIII su Playstation 2 (del quale ora attendiamo con ansia il remake su Nintendo 3DS).

Da allora i vari titoli di Dragon Quest sono usciti anche da noi con ottimi remake su Nintendo DS, e con il settimo capitolo finalmente il cerchio si chiude portando nelle nostre mani l’esperienza completa. Dopo 16 anni dalla sua uscita originale su Playstation, ecco che arriva su Nintendo 3DS un remake completo di Dragon Quest VII: I Guerrieri dell’Eden, rinominato per l’occasione Dragon Quest VII: Frammenti di un Mondo Dimenticato.

Dragon Quest VII: Frammenti di un Mondo Dimenticato

Gli ultimi rimasti sulla Terra

Ci troviamo su una pacifica isola in mezzo all’oceano, chiamata Estard. A quanto dice la gente pare essere l’unico appezzamento di terra rimasto sulla faccia della Terra: oltre l’isola c’è solo sconfinato, infinito mare. Il nostro eroe e il suo amico Kiefer, principe di Estard, investigano in segreto su un luogo misterioso dove pare siano state rinvenute delle tavolette che raccontano di terre passate, fiorenti e piene di vita. Quando l’eroe partirà per mare con suo padre, famoso marinaio, inizierà un’avventura che lo vedrà salvare il mondo, riportando in superficie ogni luogo dimenticato dalla Dea viaggiando nel passato per visitarlo e ripristinarlo. Riusciranno l’eroe e il principe Kiefer, seguiti da altri compagni, a riportare il mondo allo stato originale e a salvarlo dalle grinfie del Signore dei Demoni?

Dragon Quest VII: Frammenti di un Mondo Dimenticato

Un universo in 3 dimensioni

Il gameplay basilare di Dragon Quest VII è rimasto immutato dal gioco originale, e anche rispetto ai capitoli precedenti della saga. Abbiamo tra le mani quindi un JRPG nudo e crudo dallo stile classico, con esplorazioni di mappe e dungeon, conversazioni con PNG fermi al loro posto e battaglie a turni dove potremo scegliere la nostra strategia tra attacchi, magie, abilità, difesa e oggetti. Nulla di nuovo fin qui, tutto è uguale a ciò che abbiamo vissuto sin dalle origini dei videogiochi di ruolo dai tempi di NES e SNES. Cos’è allora che è cambiato in questi 16 anni che hanno separato Dragon Quest VII dal suo remake tanto atteso?

Innanzitutto, e questo è scontato, abbiamo una grafica nuova fiammante. Tutto il mondo di Dragon Quest VII è stato ricreato da zero in tre dimensioni, con tanto di telecamera controllabile e uno stupendo 3D stereoscopico grazie alla console portatile Nintendo. I luoghi sono colmi di personalità e ottimamente caratterizzati e i personaggi sprizzano l’energia del character design di Akira Toriyama da tutti i pori, arricchiti dal loro nuovo aspetto che si andrà a modificare a seconda della classe di combattimento percorsa. La colonna sonora rimane quella di un tempo, addirittura in midi, sebbene la qualità dei giorni d’oggi offra senz’altro una resa migliore.

La modifica più importante in assoluto riguarda gli incontri casuali con i nemici: se nella precedente versione dovevamo affrontare uno scontro casuale dopo alcuni passi, nel remake i nemici sono visibili su schermo e potremo quindi decidere se combatterli oppure evitarli. Ciò permette un grado di interattività e di strategia che lascia all’utente la possibilità di grindare quando necessario ma di proseguire spediti con la storia quando più lo si desidera, saltando fasi di combattimento in momenti che potrebbero risultare frustranti. Gli unici momenti in cui torneranno in gioco gli incontri causali saranno quelli durante i viaggi in nave.

Per ottenere il massimo dal grinding, in ogni caso, potremo approfittare di sporadici momenti nella storia in cui si unirà al nostro gruppo un “guest character”, che rimarrà a combattere al nostro fianco (in maniera del tutto non controllabile) fino al termine della missione in corso. Occasione perfetta per utilizzare potenza di campo extra e ottenere punti esperienza facili per il nostro gruppo di eroi.

Dragon Quest VII: Frammenti di un Mondo Dimenticato

Parlando di avanzamento nella storia, la trama è particolarmente lenta rispetto ai giochi di ruolo di oggi. Se un tempo i giocatori erano disposti ad immergersi nella storia anche molto a lungo prima di entrare in azione, pratica di cui troviamo l’estremo in Xenogears, oggi tendono ad annoiarsi molto facilmente e non sarebbero in grado di resistere alla decina di ore che fungevano da preambolo in Dragon Quest VII. E’ per questo che la parte iniziale ha subìto molti tagli ed è stata accorpata di modo da far recepire al giocatore un’idea generale di lore in poco tempo, ma nonostante ciò ci troviamo di fronte a uno dei giochi più longevi di sempre, che necessita di oltre cento ore per essere portato a termine senza contare le innumerevoli quest secondarie.

L’esperienza di gioco viene ulteriormente arricchita grazie a una nuovissima modalità Streetpass, che permette di condividere delle tavolette con gli amici che incontreremo. Tali tavolette, che sono circa sessanta, sbloccano un nuovissimo dungeon ciascuno, nel quale potremo sfidare mostri e boss provenienti dagli altri capitoli della serie Dragon Quest e ottenere ricompense esclusive. Per coloro che hanno difficoltà a incontrare persone saranno comunque presenti degli utenti Streetpass fittizi con i quali scambiare tavolette. Molti di questi dungeon offriranno una sfida addirittura più alta della fase finale dell’avventura, così da lasciare agli utenti del divertimento anche una volta che il titolo sarà stato completato. Come se ciò non bastasse sono presenti, oltre alle side quest, anche svariati minigiochi ripercorrenti nella saga di Dragon Quest, come l’immancabile slot machine, il poker, e altri giochi del casinò.

Dragon Quest VII: Frammenti di un Mondo Dimenticato

In conclusione

Dragon Quest VII: Frammenti di un Mondo Dimenticato offre un’esperienza definitiva per tutti coloro che sono ancora in cerca di un gioco di ruolo dal gameplay classico. Combattimenti a turni, storia semplice, tante sidequest, puzzle ambientali e longevità letteralmente alle stelle, il tutto per almeno 200 ore di gioco. La trama è abbastanza scontata e molto, molto lenta nell’ingranare, tuttavia se si è in grado di passare oltre a ciò, avrete tra le mani un vero e proprio gioiello. Con questo tutti i capitoli di Dragon Quest sono disponibili in Europa, ad esclusione dell’ultimo arrivato MMORPG. Il cerchio quindi si chiude, e il settimo capitolo gode del miglior remake mai creato per la serie di Yuji Horii.

8.5

Pro

  • Resa grafica splendida
  • Innumerevoli ore di gioco
  • Tante sidequest e minigiochi
  • Aggiunte ottimali al gameplay

Contro

  • Trama molto lenta e scontata
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