Dynasty Warriors: Strikeforce – Recensione Dynasty Warriors: Strikeforce

Una dinastia infinita…

Chi fa parte del mondo videoludico, saprà benissimo che in questo universo, per quante nuove uscite ed esclusive ci possano essere, vanno avanti principalmente quei titoli che hanno avuto così tanto successo da divenire la gallina dalle uova d’oro per una determinata casa produttrice. Entrando più nello specifico, Koei ha fatto di Dynasty Warriors il suo punto di forza. Da anni ormai le diverse console che si sono succedute nel tempo hanno visto numerosi titoli appartenenti a questa saga ormai storica. 

Ma quale potrebbe essere il motivo di tale successo? Probabilmente il fatto di comandare personaggi appartenenti a casate leggendarie della Cina, o il poter far fuori migliaia di nemici, o lo stile consono all’ambientazione. Effettivamente Dynasty Warriors ha molti punti di forza. O forse conviene dire "aveva"? Dopo lunghissimi anni di carriera iniziati 12 anni fa, forse gli storici punti di forza diventano un difetto. "Squadra che vince non si cambia", non c’è detto più vero. Ma se passa troppo tempo prima o poi questa tecnica viene per nuocere. 

Chissà se l’ultimo titolo uscito per Play Station 3 e Xbox360 riesce ad uscire dalla monotonia che ormai caratterizza la saga. Certo i presupposti non fanno ben sperare dato che Dynasty Warriors: Strikeforce è un rifacimento per le suddette console del titolo uscito in precedenza su PSP, che certo non segna il titolo di svolta delle serie anzi.

…ma troppo antica

Magari i fan più accaniti della serie saranno stufi di sentire la stessa solfa, ma è giusto fare un accenno alla trama per chi si avvicina a Dynasty Warriors per la prima volta. La saga riprende un celebre romanzo, ambientato in una Cina medievale, su tre leggendari regni: quello dei Wei, degli Shu e infine quello dei Wu. Nel romanzo essi combattono per il bene del loro paese ed per eliminare ogni traccia di tirannia.
Nel gioco ritroverete questi leggendari personaggi. Voi ne dovrete scegliere uno per debellare i malvagi che ostacolano la pace e infine far prevalere il vostro regno su quello degli altri per portare la Cina ad un unico impero.

La scelta del personaggio è legata oltre ad un semplice fattore estetico e biografico, alle sue statistiche. Infatti selezionando i vari personaggi, che sono davvero numerosi, verrete a conoscenza delle loro peculiarità, dei loro parametri legati alle armi e così via. Una volta fatta la vostra scelta inizierà l’avventura, suddivisa in capitoli. I primi due, che seguono ancora il romanzo poc’anzi citato, sono dedicati rispettivamente alla lotta contro il despota del Yellow Turban Rebellion e alla distruzione dell’oppressivo regno del terrore di Dhon Zuo. Finite queste prime sequenze inizierà la salita per far crescere il vostro impero. Nel corso dell’avventura potete cimentarvi  in missioni secondarie necessarie per sbloccare non solo oggetti speciali, utili per la crescita del vostro personaggio, ma per proseguire con la storia. 

Un uomo tutto casa e…spade!

Il nome Dynasty Warriors è legato a combattimenti in mischia contro i nemici più temibili. Eppure in Strikeforce si può prendere uno stacco dalle numerose lotte. Il vostro eroe infatti si ritroverà in un villaggio dove potrà potenziarsi prima di ogni missione. Questo spazio è suddiviso in numerosi negozi:
– Academy: questo luogo vi permetterà di acquistare particolari abilità come ad esempio salti più alti, o avere effetti maggiori dagli oggetti di recupero.
– Market: qui potrete comprare gli oggetti da utilizzare in battaglia per ripristinare la vostra salute, supportare i vostri alleati ecc.
– Workshop: in questo negozio potrete ottenere, con gli oggetti necessari, delle abilità con cui equipaggiare le vostre armi.
– Blaksmith: si tratta dell’armeria. Potrete comprare l’arma da voi desiderata e potenziarla con gli oggetti giusti.
– Storehouse: potrete conservare i materiali raccolti.
– Exchange: in questo luogo potrete scambiare gli oggetti ottenuti in missione con altri più utili per il vostro potenziamento.
Infine vi è una bacheca per accedere alle missioni secondarie e il portone sorvegliato da una guardia per proseguire nella trama principale. Nel corso del gioco potrete far crescere la vostra città ottenendo servizi sempre più efficienti. La crescita di essa è legata a delle carte che vi lasceranno alcuni ufficiali di passaggio dalla vostra città. Ma i visitatori che incontrerete saranno numerosi e sopratutto particolari. A voi il piacere di scoprirlo.
La possibilità di far crescere un villaggio è sicuramente un elemento positivo, non solo utile per il potenziamento del protagonista, ma per spezzare il ritmo dai lunghi e violenti combattimenti che caratterizzano la serie.

 

 

Quanto alle missioni, sia secondarie che principali, consistono principalmente nel battere orde e orde di nemici per poi raggiungere il boss. Detto così potrebbe sembrare noioso eppure grazie a diversi stratagemmi tipici della saga il gioco diventa piacevole. Innanzitutto il vostro protagonista potrà trasformarsi in demone, o come dice il gioco entrare in modalità Fury, una volta caricata un’apposita barra sotto quella dell’energia vitale. Questa trasformazione implica una crescita dei parametri e della potenza del vostro alter ego. Altro elemento che giova a rendere il gioco piacevole è la possibilità di portarsi alcuni alleati, per un massimo di tre, per affrontare le missioni. Proprio questo elemento nella versione su PSP è stato elemento di critiche poiché sviluppato male. Era infatti possibile assoldare degli ufficiali ma erano talmente scarsi da rendere futile il loro supporto. Non potevano trasformarsi in demoni, erano dotati di poco attacco e poca resistenza e alla fine il vostro personaggio si ritrovava solo contro tre ufficiali nemici. Roba da far saltare i nervi anche ai più pazienti.
Nel nuovo Strikeforce per PlayStation 3 le cose sono cambiate. I personaggi che potrete scegliere come alleati sono gli stessi scartati dalla vostra scelta iniziale del protagonista. Essi saranno dotati di loro abilità particolari sempre legate alle armi. Potranno trasformarsi in demoni e sopratutto cresceranno di livello insieme a voi portando ad una certa omogeneità nel gruppo. Ovviamente alcuni degli ufficiali si sbloccheranno solo attraverso procedimenti particolari come raggiungere un determinato livello. Unica nota di demerito a riguardo è il fatto che il nuovo ufficiale sbloccato partirà al livello 1 quando voi avrete già raggiunto il 20. 
 

 

Come è stato scritto, le missioni, per quanto abbiano propositi diversi, consistono essenzialmente nello sconfiggere i boss e i loro seguaci. Le battaglie risultano adrenaliniche e soddisfacenti grazie a dei comandi immediati. Potrete effettuare attacchi veloci, attacchi pesanti e in aria. Basta combinarli tra loro per ottenere combo devastanti. Vi è tuttavia la telecamera che gioca spesso brutti scherzi rendendo le situazioni caotiche e vi spingerà a premere casualmente tasti per capire dove si trova il vostro personaggio.
In definitiva le missioni potrebbero presto stufare a causa della loro mancanza di varietà, ma grazie allo stacco che si ha con la città, che dà al gioco un tocco di GdR, il giocatore ne guadagna in longevità.

Ovviamente Dynasty Warriors: Strikeforce supporta il multyplayer rendendo la partita davvero divertente. Con l’aiuto di amici l’avventura principale raggiunge un livello di divertimento certamente superiore alla media. 

Uno stile troppo antiquato

Il comparto grafico non è mai stato tra le preoccupazioni principali degli sviluppatori della saga, e non lo è stato nemmeno in questo capitolo. È giusto dire che sullo schermo spesso sono presenti numerosissimi nemici e quindi la qualità degli effetti visivi ne risente per consentire una movenza più fluida. Tuttavia non è più possibile accettare oggi bug come la spada che passa attraverso il mantello.
 

 

Tutto, per quanto realistico, è troppo spigoloso e scarno, e per tutto si intendono sia i personaggi, praticamente inespressivi, che gli elementi decorativi del villaggio e delle ambientazioni. Quanto a quest’ultime anch’esse sono vuote e prive di qualità. La vegetazione è spenta, le abitazioni anonime. Insomma con una veste grafica diversa il gioco avrebbe sicuramente avuto un impatto totalmente diverso.
Il sonoro per fortuna sembra essere buono. Si tratta per lo più di brani rock proprio per enfatizzare le battaglie e far immedesimare il giocatore. Quando vi troverete nel villaggio invece udirete una melodia tipicamente orientale e molto rilassante.


In sintesi

Dynasty Warriors: Strikeforce è sicuramente un buon gioco ma niente di eccezionale. Senza dubbio a chi si avvicina alla saga di Dynasty Warriors per la prima volta farà un’ottima impressione grazie all’alternanza che vi è tra villaggio e terreno di combattimento. Le missioni, per quanto alla lunga potrebbero stancare, riescono a coinvolgere e a far divertire il giocatore grazie a un mix di diversi elementi come il supporto degli ufficiali, la modalità Fury e così via. Ovviamente il gioco va consigliato anche al fan che ama le caratteristiche tipiche della saga. Se invece siete giocatori che hanno giocato troppo a lungo a Dynasty Warriors e siete alla ricerca di un episodio che si discosti dalle sue radici, allora rimarrete pesantemente delusi.

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