Ehrgeiz – Recensione Ehrgeiz

Ehrgeiz è il frutto di una collaborazione decisamente interessante tra la Squaresoft e la Dream Factory (Tobal) con la Namco (Tekken, Soul Calibur…).
Alle aspettative derivate da quest’alleanza si aggiunse anche la gustosa possibilità di utilizzare in combattimento alcuni dei protagonisti del popolarissimo Final Fantasy VII, cosa che fece interessare anche chi non era attratto dai beat ‘em up.
Insomma le prospettive per un grande titolo c’erano tutte, vediamo di cosa si tratta.

God bless the ring

In un futuro non troppo distante dal nostro, nelle rovine di un antico castello tedesco, viene trovata una spada contenente un materiale sconosciuto: questa spada venne chiamata Ehrgeiz e divenne un simbolo di potere da conferire al guerriero più forte del mondo. Inoltre, una misteriosa organizzazione conosciuta come Red Scorpion, si accinge a compiere delle ricerche su un antico tempio che dovrebbe contenere i segreti di una remota tecnologia per lo sviluppo di armi biologiche, ma la chiave per accedervi è proprio la spada misteriosa.
Le storie dei vari guerrieri si incrociano più o meno con questo nucleo di avvenimenti. Ognuno ha il suo piccolo background e il proprio finale in FMV. Delude, però, la mancanza di filmati per i personaggi di FFVII (fatta eccezione per quello di Sephiroth…che consiste in un collage di filmati presi dal gioco originale).
La storia non è niente di eclatante, ma funge bene al suo scopo di avvolgere la vicenda in una lotta per qualcosa di mitico e miracoloso. I personaggi sono moderatamente originali e per lo più “classici” nei loro stili di combattimento.

Non-conventional fighting

Il gameplay del gioco trova la sua radice in quello di Tobal della Dream Factory. I combattenti sono liberi di muoversi all’interno di un’arena 3D e di saltare su livelli rialzati che potrebbero rivelarsi delle posizioni di vantaggio o di svantaggio a seconda delle situazioni. Sono state anche introdotte delle casse da spingere verso gli avversari che, una volta rotte, doneranno extra di diversi tipi, da armi da tirare a bonus vari.
Alla struttura di base purtroppo si accosta una meccanica di gioco senza dubbio discutibile. Per pararsi dai colpi alti il giocatore dovrà lasciare il joypad neutro (senza toccare nulla dunque) mentre è rivolto verso l’avversario, mentre per parare i colpi bassi c’è un tasto apposito. Questo sistema risulta senza dubbio poco efficace, sia perché mentre ci si muove nell’arena è difficile rivolgersi adeguatamente all’avversario, e sia perché ci vorrà molto tempo ad abituarsi al singolare sistema di parata. Per fortuna, ad aiutare questo, c’è una funzione che permette di girare attorno all’avversario mantenendo la direzione giusta per fronteggiarlo.
Le mosse special possono essere fatte in qualunque momento, ma sono limitate da una barra che ne indica la disponibilità. Queste vanno dai classici colpi a lunga distanza attraverso armi da fuoco, sfere di energia ecc… all’uso che alcuni personaggi hanno di combattere impugnando armi bianche.

Senza dubbio la libertà di movimento e l’uscire fuori dai canoni dei picchiaduro è un fattore interessante (sistema che comunque per qualche anno è stato “battuto” da vari giochi come il già citato Tobal, Bushido Blade e altri per arrivare al divertente Power Stone della Capcom), ma nell’insieme la giocabilità di Ehrgeiz è quantomai carente di precisione ed efficacia. Palese dimostrazione di questo sono le mosse speciali più complesse, che necessitano di combinazioni di tasti tediose e imprecise: si fa decisamente prima a sconfiggere l’avversario con mezzi convenzionali piuttosto che attraverso i vari tentativi per attivare una mossa particolarmente ostica (anche perché i combattimenti possono essere risolti in pochi secondi).

La versione casalinga del gioco presenta modalità inedite rispetto alla controparte arcade.
La più interessante è la Quest Mode, nella quale si verrà calati nei panni degli archeologi Koji Masuda e la sua assistente Clare Andrews. I due dovranno esplorare il dungeon scoperto dalla Red Scorpion. A differenza della quest mode di Tobal, che permetteva al personaggio di usare le stesse mosse della modalità a scontri, in Ehrgeiz le funzioni di combattimento sono ridotte all’osso, e sono concentrate in 4 tasti che rispondono rispettivamente ad attacco, difesa, magia e raccolta degli oggetti (proprio così: un solo tasto per l’attacco). A questo si aggiungono alcuni problemi di visuali, di controllo e di collisioni. Sarà difficile arrivare alla fine della modalità senza stancarsene prima.
Oltre ad essa ci sono vari minigiochi che vi porranno uno-contro-uno (contro la CPU o un amico) in varie competizioni, tra cui la corsa in perfetto stile Track&Field: ovvero una corsa intorno ad un’arena nella quale potrete rallentarvi a vicenda colpendovi.
Simpatiche e fantasiose introduzioni che potranno distrarvi ogni tanto dalla modalità a scontri, ma niente di più.


Ring e dungeon

L’aspetto grafico di Ehrgeiz è probabilmente la cosa migliore del gioco. Considerata l’epoca e il genere di gioco, i modelli poligonali sono sufficientemente dettagliati e le mosse in motion capture sono abbastanza convincenti. Le visuali in alta risoluzione fanno il loro dovere e il gioco scorre fluido ad un buon frame-rate. Ci sono alcuni difetti comunque, come ad esempio gli sfondi 2D che non coprono tutto lo schermo e lasciano le arene 3D immerse nell’oscurità esterna.
Gli effetti speciali sono modesti e non interferiscono eccessivamente con la fluidità del gioco.

Sonoro

I brani che accompagnano i combattimenti si adeguano bene alle arene di combattimento e risultano abbastanza gradevoli. Le loro tonalità vanno dal metal all’upbeat-techno fino al reggae. Buoni anche i brani durante i filmati di intro al gioco.
Gli effetti sonori svolgono la loro funzione discretamente senza particolari pretese.

Il più forte e il più eclettico

Terminare la modalità arcade non impiegherà molto tempo, ma è interessante sbloccare i vari filmati finali di ogni personaggio, alcuni dei quali sono anche divertenti anche se un po’ brevi.
Le modalità alternative sono abbastanza numerose e varie, ma difficilmente potranno prendervi per molto tempo.
Tutto sommato è un titolo sufficientemente longevo.

Per concludere

Per essere schietti, questo gioco potrebbe interessarvi solo se conoscete Final Fantasy VII e vi piacerebbe far confrontare i personaggi disponibili l’uno contro l’altro (quale migliore occasione per far scontrare Cloud e Sephiroth ancora e ancora?!). Per chiunque rientri in questa categoria di giocatore, Ehrgeiz potrà essere un titolo discretamente divertente, se non si hanno troppe pretese.
Se Cloud &Co. non vi dicono nulla, esistono picchiaduro ben più solidi e interessanti di questo, malgrado le idee non siano malvagie

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