Eternal Sonata – Recensione Eternal Sonata

PlayStation 3 in Crescendo

Dopo un anno e mezzo circa, la Tri-Crescendo dona alla console Sony di ultima generazione, la PlayStation 3, uno dei J-RPG che più hanno appassionato il panorama videoludico della Xbox 360: Eternal Sonata. Il talento che aveva portato la neonata casa, fino ad ora dedicatasi alla fortunata saga di Baten Kaitos su GameCube, a comporre, nel vero senso della parola, un capolavoro per Microsoft, si presta quindi anche al monolite, in veste riveduta, ampliata e corretta, per regalare a tutti un’esperienza videoludica superiore. Si parla di aggiunte poichè il porting di Eternal Sonata si presenta con qualcosa in più, che magari non arriva a livelli così eclatanti da costringere un possessore della copia Xbox 360 a rigiocarlo su Ps3, ma che permetterà ,comunque, ai possessori di quest’ultima di godere di un’esperienza leggermente più appagante: un’esperienza che, dopo più di un anno, non è affatto invecchiata e, anzi, regalerà alla Tri-Crescendo un’ulteriore conferma nel mercato videoludico.

Trusty Bell: Chopin’s Dream
 
Qual è l’esperienza che Eternal Sonata viene a regalarci? Qual è quell’alone magico che avvolge questo piccolo capolavoro? In primo luogo è l’originalità della trama, inedita sotto molti punti di vista.
Frédéric François Chopin, noto ai più come compositore romantico polacco, vede la sua tormentata e malata vita concludersi in maniera tragica molto più velocemente di quanto si possa sperare per un artista della musica, per il poeta del pianoforte. Chopin morirà all’età di soli 39 anni di tubercolosi, in un letto parigino, accanto alla madre e alla sorella, dopo aver cercato un’eventuale cura alla sua malattia in un’aria più pulita; vagò per mezza Europa con la compagna,  Amandine Aurore Lucile Dupin, passata alla storia come George Sand, curiosa quanto ambigua scrittrice; ebbe l’opportunità di ascoltare geni come Paganini e Hummel; ebbe la fortuna di visitare e ammirare alcune delle più belle località del Vecchio Continente e di essere ammirato dagli abitanti di ognuna di esse. Per noi, tuttavia, non c’è tempo per curarsi di ciò che è stato Chopin; ci interessa  capire, invece, quello che sarà lo Chopin protagonista della nostra avventura. Eternal Sonata è l’eterna composizione del genio polacco, da lui vissuta nella propria mente di uomo agonizzante a cui un enorme talento, tuttavia, regala un ultimo mondo onirico; un mondo di musica. Gli incontri che il compositore farà durante il suo sogno, che mai più vorrà lasciare, per timore di dover alfine affrontare un’inevitabile morte, sono tutti perfettamente collegati alla vita parallela di Chopin: ognuno rispecchia un carattere distintivo dell’animo del musicista. Faremo la conoscenza di Polka, giovane ragazza con un animo travagliato da paura e travaglio; Allegretto, un orfano forgiatosi grazie alle lotte della vita di strada; Jazz, potente guerriero della resistenza, nonché di molti altri personaggi, giocabili e non, i quali andranno a comporre quella che stavolta non risulta essere un’immagine completa, bensì un pentagramma complesso e perfetto, spartito di una composizione carica di empatia e di sentimento.
La trama che, pur sviluppandosi in maniera abbastanza lineare, sfocia in molti eventi marginali, viene leggermente ritoccata per questa versione PlayStation 3, rendendo più chiaro il motivo della battaglia finale che, ovviamente, non andremo a risolvere su queste pagine e che lasceremo a voi e alla vostra esperienza.


Chopin e Polka al chiaro di Luna, durante il loro primo incontro

 

Una battaglia in quattro quarti

Eternal Sonata ci pone dinanzi ad una interessante innovazione nello stile di combattimento, che va a far confluire in sé molti aspetti dell’RPG, quasi riconducibili all’Action. Come prima cosa bisogna ricordare e sottolineare, cosa che probabilmente farà piacere solo ad alcuni, la totale assenza di scontri casuali: i nostri avversari, mostriciattoli per lo più, appariranno sulla mappa di gioco, lasciandoci la libera scelta di attaccarli, affrontando un combattimento, o allontanarci ed evitarli, quando necessario. Nessun radar segnalerà la nostra eventuale posizione, come nessuna mappa mostrerà le strade da percorrere, non èptremo neanche contare su di una legenda che segnali la presenza di avversari o di qualsiasi altro oggetto recuperabile: tutto questo sarà possibile grazie alla linearità del nostro cammino che, anche nei dungeon più intricati, non ci costringeranno a confrontarci con pericolosi bivi o strade alternative da prendere.
Torniamo ora al momento in cui decidere se avviare un combattimento, scontrandoci con un avversario. Verremo condotti in una mappa preimpostata che prenderà i colori e i toni del luogo che stiamo esplorando: se saremo, quindi, in una prateria colorata di verde, il nostro scenario ricorderà questo ambiente; se saremo, invece, in un castello piastrellato con quadrati, ci ritroveremo in un luogo circoscritto, molto simile ad esso. Una volta schierato il nostro party, per un massimo di tre componenti attivi in battaglia, non intercambiabili durante lo scontro, dovremo far bene attenzione a due fattori chiave dell’atto: tempo tattico e barra d’azione. Il primo sarà indicato, appunto, da un conto alla rovescia, che andrà diminuendo sempre più con l’avanzare della nostra avventura e l’aumentare dell’esperienza: durante questo frangente di tempo, calcolabile in secondi, potrete decidere cosa fare e muovervi normalmente nel campo di battaglia, avvicinandoci sempre più al nemico o allontanandoci da questo. Per quanto riguarda invece la barra d’azione, la potremo trovare sulla sinistra del nostro schermo e andrà ad indicare il tempo che abbiamo per eseguire un attacco contro il nostro avversario: questo inizierà a diminuire dopo la prima mossa. Ogni tasto corrisponderà ad un’azione e quindi, per attaccare, bisognerà premere quante più volte possibile il tasto X, per una magia il tasto predisposto e, per utilizzare eventuali attacchi speciali, il triangolo. I combattimenti risulteranno, perciò, brevi e frenetici in un primo momento ma,  andando avanti e trovandoci contro avversari sempre più ostici, l’unica cosa che noteremo sarà la frenesia dei movimenti, costretti dal tempo sempre più esiguo a nostra disposizione.
Per quanto riguarda l’avanzare del nostro party nel corso della storia, Eternal Sonata si affida all’accumulo di esperienza: totale per il party attivo, dimezzato per il party in seconda linea. Il livello di battaglia, invece, che regolerà alcune varianti dello scontro, aumenterà di atto in atto, da 1 fino ad un massimo di 6, se riuscirete a completare anche il dungeon segreto. Noteremo poi un’aggiunta degna di nota, in questa edizione per Play Station 3, ossia la possibilità di veder mutare l’aspetto dei nostri alter ego a seconda dell’equipaggiamento che faremo loro indossare (in stile MMORPG): cosa che, nella versione Xbox, non accadeva.

 


Una delle tante città che visiteremo: in primo piano Allegretto

 

Un dipinto in chiave di Sol

Ci troviamo di fronte, per quanto riguarda l’aspetto grafico e tecnico dell’opera Tri-Crescendo, ad una realizzazione ad alti livelli: probabilmente a molti non andranno a genio l’ambientazione ed il soggetto, molto simili a quelli della serie Tales Of: il tutto è tenuto su uno stile anime giapponese, sia per i colori armoniosi e accesi che per le ambientazioni molto poco occidentali. Ogni dettaglio è curato fin nel più piccolo particolare, che salta facilmente all’occhio, anche grazie ad una telecamera fissa, che dovremo assecondare in ogni movimento e che, però, ci garantirà la miglior visuale possibile dell’ambientazione nella quale ci troveremo in quel momento. Lo stesso charachter design raggiunge un livello molto alto nei colori e nella riproposizione dello stile anime nipponico: i movimenti dei personaggi rappresentano il brio e la spensieratezza che si potrebbe ritrovare nella felicità di ascoltare una composizione del Poeta del pianoforte ed ammirare, nel contempo, un paesaggio con ben pochi eguali.
Analizzando, poi, la parte uditiva, ovvero il sonoro, noteremo non solo una grande riproposizione dei brani di Chopin ma, di aver a che fare con una delle migliori colonne sonore degli ultimi tempi: Motoi Sakuraba, forte di numerosi interventi in altrettanto numerosi titoli RPG, e che alla Tri-Crescendo aveva lasciato già alcuni componimenti per Batein Katos (titolo nominato ad inizio discorso) si prende l’onere, e l’onore, di affiancarsi al musico polacco e unire la contemporaneità della musica videoludica allo stile romantico dell’epoca Chopiniana. Sakubara va a deliziare le nostre orecchie e il nostro pellegrinaggio attraverso lo storyline di Eternal Sonata, riproponendo uno stile barocco che fu di Vivaldi e Bach, spesso accompagnati da un coro melodico dai toni rilassanti: il risultato si rivela sublime.
In ultima analisi parliamo del doppiaggio, non in italiano, purtroppo, che rivela una buona trasposizione inglese che troverà nella prima mossa speciale di Chopin, il Più Grave, un’ottima pronuncia italiana. Come ben noto la musica, in tutto il mondo, parla italiano; era quindi doveroso non violare questa sacralità,  dando spazio anche alla nostra lingua che risulta, quando si parla di arte, profondamente legata alle tradizioni.

 


Serenata, uno dei due nuovi personaggi della versione PlayStation 3

Crescendo…

Per concludere con poche parole si sottolinea l’aggiunta, in questa versione, di due nuovi personaggi, Serenata e Crescendo, nomi che si sposano col contesto musicale de titolo. Per il resto ci si poteva aspettare di più da questo porting, visto e considerato il tempo trascorso dall’uscita della versione per Xbox360: non ci sono miglioramenti eclatanti e Eternal Sonata resta erede sia dei pregi che dei difetti della versione precedente. La notizia positiva è che, finalmente, la PlayStation 3 si colora di j-RPG, si veste di sostanza e allegria e dona agli appassionati del genere un must have fino ad ora reso disponibile solo ai gamers del marchio Microsoft.

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