Final Fantasy IV – Recensione Final Fantasy IV

Da diversi anni la Square-Enix sembra essere entrata in una specie di folle febbre del remake. I sintomi? Il continuo riaffiorare di vecchie glorie, più o meno rimaneggiate, su tutte le consolle della corrente generazione, portatili in primis. Gli annunci riguardanti le uscite di porting e rifacimenti sono quasi all’ordine del giorno e spesso superano in numero quelli riguardanti le novità. Per la sola PSP la Square-Enix ha prodotto ben quattro remakes ed un solo nuovo titolo, tra l’altro uno spin-off.
I giochi ad aver subito un numero maggiore di reincarnazioni sono i capitoli più antichi della saga che ha reso la Squaresoft celebre; stiamo parlando di Final Fantasy, ovviamente. Purtroppo nella in moltissimi casi questi rifacimenti si sono rivelati dei prodotti fatti in fretta, creati con l’evidente obiettivo di scucire quanti più soldi fosse possibile ai fan, disposti a perdonare qualunque cosa ai creatori della loro saga adorata.
La storia di Final Fantasy IV è emblematica sotto questo punto di vista. Il gioco, originariamente sviluppato su Super Nintendo, prima di approdare sul Nintendo DS ha già visto altri remake; prima su Playstation, poi su Gameboy Advance. Purtroppo nessuno dei due ha reso giustizia all’originale; il porting per PSX soffriva di odiosi rallentamenti, un ode7 inguardabile ed aveva come unico extra un paio di filmati. La versione GBA invece, pur vantando una qualità grafica migliorata ed buon numero di extra era marchiata dalla presenza di numerosi bug nel sistema di combattimento e da un livello di difficoltà pressoché inesistente.
Fortunatamente stavolta la Square-Enix stavolta ha deciso di fare sul serio, creando questo nuovo remake però a partire da basi ben fondate; la parte tecnica è stata affidata allo stesso team che si è occupato, con ottimi risultati, della conversione di FFIV. Non solo; il team di Kaneda, lo storyboarder che partecipò anche all’originale, ha lavorato a questo progetto con l’intenzione d’inserire tutto ciò che i limiti dello SNES costrinsero ad escludere. Insomma, adesso ci sono tutti i requisiti necessari per creare una versione definitiva di FFIV, che riprendesse lo spirito dell’originale e lo migliorasse, adattandosi alle nuove possibilità tecnologiche. Stavolta ci saranno riusciti? Scopriamolo insieme, dando un’occhiata alla versione giapponese del gioco.

Il mio nome è Cecil, capitano delle Ali Rosse

La storia di Final Fantasy IV, quale che sia la versione che stiamo giocando, è sempre la stessa. Il protagonista della storia è Cecil, un cavaliere oscuro al servizio del regno di Baron. Sotto ordine del suo re Cecil vola per il mondo assieme alla sua flotta di navi volanti, le Ali Rosse; razziando ed uccidendo il guerriero compie la sua missione, ossia recuperare i quattro cristalli degli elementi. Cecil, però, è un uomo di giustizia e non sopporta più il dover spargere sangue innocente, anche se è il re a comandarglielo. Il cavaliere verrà allontanato dal regno a causa d’un suo diverbio col monarca e spedito a compiere una missione infima, senza l’ausilio della sua flotta. Da quel momento in poi Cecil inizia un viaggio alla ricerca d’un modo per bloccare il fiume di sangue causato dalle mire del suo stesso re; quello stesso viaggio lo porterà a scoprire molto di più su se stesso, sulle sue origini e su numerosi misteri riguardanti il suo pianeta. Ad accompagnare Cecil ci saranno sia i suoi amici di Baron, come Kain il dragone o Rosa la maga bianca, sia coloro che incontrerà in giro per il mondo, come l’evocatrice Rydia ed il ninja Edge.

Sia i neofiti che i veterani che prenderanno in mano questa nuova versione di FFIV resteranno più che soddisfatti. I giocatori di vecchia data saranno felici di sapere che tra i nuovi contenuti figurano alcune parti della storia che erano rimaste fuori durante lo sviluppo dell’originale. Grazie alla versione DS è possibile scoprire alcuni interessanti retroscena che renderanno la trama ancora più interessante. Chi invece va incontro al gioco per la prima volta non potrà far a meno d’appassionarsi alla trama, né potrà evitare d’adorare i vari personaggi; Final Fantasy IV è un titolo che potrebbe insegnare moltissimo a diversi jRPG usciti ad anni di distanza. Nonostante sia stato il primo della saga ad essere basato su una trama più profonda e complessa rispetto allo standard, sotto questo punto di vista resta uno dei migliori nel suo genere.

Dal 2D al 3D

Se avete già provato la versione per Nintendo DS di Final Fantasy III, saprete già che tipo di performance grafica aspettarvi. In caso contrario, basterà il video introduttivo in Full Motion Video a venire l’acquolina in bocca. O, se siete dei veterani, una lacrimuccia di commozione. Dimenticatevi le pessime sequenze in FMV della versione PSX; stavolta assisterete ad una presentazione del mondo e dei personaggi a dir poco epica.

FFIV si mantiene sugli stessi standard grafici del suo predecessore; l’hardware della consolle viene sfruttato egregiamente, dando vita ad un mondo interamente in 3D caratterizzato dallo stile Super Deformed. Cecil e Co. non sono mai stati così vivi; i modelli dei personaggi sono stati ridisegnati per il nuovo adattamento, in modo da risultare adatti alla transizione in 3D. Le possenti armature del cavaliere nero e del dragone e le leggiadre vesti di Rosa e Rydia appaiono più belle che mai. Lo stesso discorso si può fare per gli ambienti; i dungeon scarni e monocromatici sono stati arricchiti di particolari, di vita, mentre i villaggi si sono trasformati da gruppi di casupole sparse a veri e propri centri abitati. Chi ha giocato a FFIII in compenso sarà felice di sapere che in questo gioco è stato eliminato un grosso difetto che caratterizzava il suo predecessore: in FFIV non capiterà quasi mai di avere uno degli schermi della consolle oscurato perché inutile. Mentre durante le scene vengono usati entrambi per mostrare una panoramica più ampia, durante il resto del gioco mentre lo schermo superiore ci mostrerà l’azione vera e propria, l’altro ci fornirà informazioni extra; world map, statistiche sui nemici che stiamo combattendo e così via.
A proposito di miglioramenti, dimenticatevi la staticità del vecchio FFIV; sia sulla mappa, specie durante le sequenze legate alla trama, che durante le battaglie assisteremo a numerosissime animazioni. Persino eventi tutt’altro che utili, come le ballerine che danno spettacolo qua e là per il mondo, hanno la propria scenetta animata. Il fiore all’occhiello del gioco però restano le evocazioni, come da tradizione enormi e scenografiche. D’altronde, la Square-Enix ci ha sempre abituati ad altissimi standard in quanto a grafica; non potevamo aspettarci di meno.
Se siete dei puristi, non preoccupatevi; il passaggio alla terza dimensione non ha affatto snaturato il gioco. Sebbene vi siano state delle aggiunte, la configurazione delle mappe è assolutamente identica all’originale. Persino i passaggi segreti sono rimasti allo stesso posto!


Libera la voce!

Una delle più attese innovazioni di questa versione è il doppiaggio; per la prima volta potremo sentir parlare Cecil e compagnia. Non sempre, ovviamente, in quanto i limiti di spazio della cartuccia non lo consentono. In compenso tutte le scene più importanti sono accompagnate dal parlato. Le voci dei personaggi risultano azzeccatissime, adatte a sottolinearne il carattere; Rosa ha una voce soffusa, dolce, mentre Kain si esprime con una tonalità bassa e possente, contrariamente a Gilbert, così delicato da sembrare quasi una donna.
Il doppiaggio non è l’unica novità per quanto riguarda l’acustica; le tracce fin troppo simili a dei midi che imperavano sia nell’originale che sui remake sono fortunatamente sparite. Gran parte delle musiche originali sono state riarrangiate e, ovviamente, l’intera soundtrack è stata aggiornata per adattarsi alle capacità dell’hardware. Insomma, FFIV è uno di quei giochi da assaporare con l’audio del DS al massimo volume.

Classi, Decant, Touch Screen

Dal punto di vista del gameplay, FFIV era stato concepito per essere un jRPG piuttosto classico. Ogni personaggio era legato ad una classe che gli conferiva determinate stats, abilità e possibilità d’equipaggiamento. Rosa, la maga bianca, pur essendo un’ottima guaritrice aveva meno possibilità di fare danni ingenti rispetto agli altri personaggi; Kain era fortissimo fisicamente ed aveva un’abilità incredibilmente utile, Jump, ma non poteva usare alcun tipo di magia. Edge, il ninja, era in grado d’equipaggiare due spade per volta, mentre Yang, il monaco, poteva attaccare soltanto utilizzando le sue mani nude o degli artigli. Insomma, ogni personaggio era specializzato nell’esecuzione di uno o due compiti. Riproporre un sistema del genere avrebbe potuto far storcere il naso ai neofiti della saga, abituati a poter effettuare una customizzazione pressoché totale dei propri personaggi.
I creatori del gioco hanno perciò deciso di migliorare il vecchio sistema a classi fisse aggiungendo una novità; il Decant System. Utilizzando degli speciali oggetti ottenuti durante il gioco, sarà possibile far imparare ai nostri personaggi nuove abilità, sia attive che passive, e nuove magie. Potremo far apprendere abilità originariamente utilizzate da un unico personaggio ad altri membri del party; comandi come il canto del Bardo o l’accumulo di forza del monaco non saranno più esclusive di Gilbert/Edward o Yang. Non solo, potremo far imparare anche altre abilità, sia già presenti nel vecchio gioco, come Counter-Attack o Twin, sia nuove per quanto riguarda l’universo di Cecil e compagnia. Sono presenti persino abilità caratteristiche dei capitoli successivi della saga, come No Random Encounters, Doublecast, ed alcune novità, come il Reflect Pierce, che permette di lanciare le proprie magie ignorando gli incantesimi reflect dei propri avversari. Tra vecchie e nuove abilità, il nuovo sistema permette di personalizzare i nostri personaggi scegliendo tra un discreto numero di possibilità.
Grazie al Decant System è inoltre possibile scegliere di volta in volta quali abilità utilizzare, anche perché si possono portare in battaglia un massimo di cinque comandi differenti. Uno di questi, Item, è obbligatorio, quindi dovrete limitarvi a sostituire gli altri quattro; fortunatamente, il comando Attacca è rimpiazzabile. Il gioco fornisce la possibilità di inserire al posto d’un comando una specifica magia; ad esempio, potrei decidere di sostituire il comando Attacca di Rosa con Curaga, e per farlo sarebbe sufficiente mettere la magia stessa tra le abilità disponibili, come se fosse un comando vero e proprio.

Un’altra novità esclusiva a questa versione è Poochika, una nuova particolarissima Summon di Rydia, a metà tra una classica evocazione, un eone di Final Fantasy X e Gogo, il mimo di Final Fantasy VI. Una volta evocato, Poochika combatte al posto di Rydia per alcuni turni; non aspettatevi attacchi spettacolare né danni stellari da lui. Non senza un po’ di sudore, perlomeno. Poochika è completamente customizzabile; può utilizzare tutte le abilità a disposizione dei vari personaggi. La sua forza, però, dipende dai risultati che abbiamo ottenuto negli speciali minigames accessibili tramite Fat Chocobo. Più la media dei migliori punteggi sarà alta, più la nostra summon diventerà forte. Poochika è personalizzabile anche nell’aspetto; è possibile mettergli diversi costumi, anch’essi ottenibili tramite i mini-games, nonché disegnare la faccia della creatura tramite un sistema assai simile a quello visto in Drawn to Life. Se avete degli amici che possiedono FFIV, potrete far sfidare i vostri rispettivi Poochika in Wireless.
Namingway fa la sua comparsa anche in questo capitolo, e stavolta non è sola; assieme a lei ci saranno svariati membri della sua famiglia, pronti ad offrirvi servigi usufruibili tramite il Fat Chocobo o la possibilità di affrontare delle nuovissime quest aggiuntive. Ad esempio, Mappingway ci ricompenserà ogni volta che completeremo una mappa d’un dungeon, mentre Puddingway ci chiederà di ottenere uno specifico oggetto per lei.
Purtroppo tra i vari extra mancano tutti quelli presenti nella versione Advance; non c’è più la possibilità di cambiare i personaggi presenti proprio party, né vi sono dei dungeon extra. In compenso il gioco offre un paio di nuovi superboss legati alla trama, che faranno senz’altro felici i giocatori più hardcore. E più pazienti.

A proposito di hardcore, la difficoltà e le battaglie non sono state esentate dal generale clima di rinnovamento. La versione DS di FFIV di per sé è decisamente più difficile rispetto a qualunque sua precedente incarnazione. Non sarà più possibile proseguire nel gioco senza preoccuparsi di salire di livello di tanto in tanto, come ci avevano abituato a fare gli ultimi capitoli della saga. Entrare in un dungeon senza la preparazione adatta equivale alla condanna a morte del nostro party; persino i comuni nemici incontrati casualmente nelle mappe richiedono un minimo di strategia. I Boss sono stati resi più ardui; non solo sono più potenti di quanto lo fossero nelle vecchie versioni del gioco, ora molti di loro spesso basano la propria strategia sul contrattacco. Lanciarsi di potenza su un boss senza conoscerne le caratteristiche può causare una celere morte dovuta ad una raffica di potentissimi contrattacchi.

I controlli del gioco sono quasi esclusivamente affidati ai tasti; lo stilo del DS viene utilizzato solo in poche occasioni, tutte legate a Fat Chocobo ed a Poochika. Sebbene sia possibile far muovere sulla mappa il nostro party tramite il pennino, questo risulterà assai meno comodo rispetto all’uso del tradizionale tastino direzionale. Né le battaglie né i vari menù permetteranno l’uso dello stilo. Ciononostante, non me la sento di criticare questa scelta; dopotutto jRPG come questi si adattano meglio all’utilizzo dei pulsanti in situazioni come queste. FFIV da questo punto di vista si rivela piuttosto classico; i comandi sono praticamente gli stessi di qualunque altro capitolo della saga. Tra l’altro, i creatori del gioco ci hanno riservato una piccola chicca; aprendo il menù infatti vedremo i pensieri del personaggio che rappresenta il party al momento. Per cambiare il PG alla guida del gruppo basta premere Y.

Nonostante il fiume d’elogi, FFIV non è esente da difetti; i vostri soggiorni nei dungeon saranno caratterizzati dalla comparsa di tonnellate di incontri casuali. Sebbene gli autori abbiano deciso di lasciare inalterato quest’aspetto per non snaturare troppo il gioco originale, per gli standard d’oggi un sistema del genere è tanto superato quanto noioso.

Infine, un avvertimento a tutti coloro che hanno intenzione d’importare il gioco: purtroppo la versione giapponese del gioco presenta un paio di gravissimi bug, alcuni tra questi sono persino capaci di rendere inutilizzabili i nostri salvataggi. Fortunatamente, grazie anche all’incredibile ritardo nella localizzazione dell’opera, è assai probabile che questi difetti saranno eliminati prima dell’arrivo in occidente del titolo.

Ancora, e ancora!!

Final Fantasy IV per essere un jRPG non è eccessivamente lungo; anche se deciderete di completare tutte le varie quest opzionali, una ventina abbondante di ore dovrebbero essere più che sufficienti. Il discorso cambia se si decide di voler affrontare i nuovissimi superboss secreti, in quanto per farli apparire sarà necessario finire il gioco più d’una volta. Un po’ come in Chrono Trigger, FFIV possiede una modalità New Game +, che consente di ricominciare il gioco mantenendo alcuni dei progressi ottenuti prima di finire il gioco; per la precisione, alcuni equipaggiamenti speciali e tutte le Decant Abilities apprese. Nessuno degli altri oggetti verrà portato oltre, e ricominciare il gioco con questa modalità oltretutto garantisce l’accesso immediato a delle abilità speciali non ottenibili in nessun altro modo. Comunque, boss extra e abilità speciali a parte, una seconda partita al gioco non garantisce nient’altro di nuovo; niente finali alternativi in stile Chrono Trigger, per intenderci.

Verso la luce, verso la luna

Dopo un paio di buchi nell’acqua, finalmente la Square-Enix è riuscita a rendere giustizia nei confronti d’uno dei suoi primi capolavori; la versione per Nintendo DS di Final Fantasy IV è senza dubbio quella definitiva. Non ci sono stati solo grandi miglioramenti nei comparti acustico e visivo, anche il gameplay è stato rivoluzionato grazie ad un bilanciamento della difficoltà ed all’introduzione del Decant System. Sebbene i numerosi incontri casuali e la necessità di soffermarsi a combattere per salire di livello possa far storcere il naso ai giocatori meno pazienti, il gioco si rivela una vera e propria perla, un must per tutti i possessori della consolle portatile della nintendo. Appena ne avrete la possibilità, tuffatevi nel mondo di Cecil, seguendo le sue avventure scoprirete un meraviglioso mondo fantasy dal fascino intramontabile.

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