Fire Emblem: Shadow Dragon – Recensione Fire Emblem: Shadow Dragon

Fire Emblem: Shadow Dragon

Una delle saghe più conosciute ed affermate per il genere degli strategici è senz’ombra di dubbio Fire Emblem. Ufficialmente esordisce in Giappone nel 1990, ma qui in Europa la saga arriva solo dopo più di dieci anni, nel 2003, con Fire Emblem: Rekka no Ken su GameBoy Advance.
Dal 2003 in poi la storica saga di Fire Emblem acquisisce fama mondiale, ed ogni titolo arriva ormai anche qui in Europa.
Avendo però perso gli albori della saga, gli sviluppatori di Intelligent Systems hanno pensato di riproporre il primo storico gioco su Nintendo DS, dandoci così la possibilità di gustarci lo storico esordio che noi non riuscimmo a vivere al tempo.

L’esordio di Marth

Nonostante il protagonista Marth si sia fatto conoscere da noi come partecipante dei vari Super Smash Bros, il suo vero esordio risale al primo capitolo di Fire Emblem. Marth altri non è che il diretto discendente di Anri, colui che sconfisse Medeus grazie al potere della Spada Sacra Falchion. Ed ora che Medeus è tornato, e il padre di Marth non è tornato dal fronte, il giovane principe esiliato dalla sua terra prende così le redini del suo destino e di quello del suo paese e si avvia alla ricerca della Falchion per sconfiggere Medeus. Il metodo di narrazione è costellato di cut-scene che mantengono vivido l’interesse sulla trama e sui personaggi principali, ma purtroppo la stessa cosa non si può dire per i personaggi secondari e per le sub quest, che sono state tralasciate.
 


Le cut-scene non le trovate meravigliose?
 

Strategico d’altri tempi

Il gameplay è rimasto invariato, e le caratteristiche dalla Nintendo DS sono state sfruttate al minimo, tanto è che molti troveranno più facile giocarci con i comandi tradizionali. La struttura del gameplay è rimasta la stessa, e chi ha giocato altri titoli della serie troverà forse questo capitolo un po’ scarno. Ma questa è la decisione presa per il remake: assoluta aderenza all’originale.
Il sistema si muove su una griglia, dove vengono poste le singole unità, ed ognuna di queste occupa un preciso settore della griglia. Il sistema è gestito a turni, e le statistiche delle unità fanno da padrone per vincere il nemico. Lo schermo superiore riporta le statistiche nel corso della programmazione delle azioni che dovranno svolgere le proprie unità; incominciati gli scontri lo schermo superiore sarà dedicato alla visualizzazione di alcuni dialoghi e più generalmente alla visione dello svolgimento dei combattimenti. Quest’ultimo aspetto farà contenti gli appassionati, ma rimane d’altra parte vero che la cosa potrà poi annoiare. Non vi è comunque alcun problema, perché in tal caso sarà possibile eliminare questa visualizzazione e sostituirla con una più rapida. La gestione dei parametri delle singole unità è resa intuitiva, ed è di assoluta importanza per la riuscita del gioco, dove il giusto equipaggiamento e formazione possono essere fattori decisivi. Il livellamento è palesemente attuabile solo effettuando numerosi sconti, a cui sarete spesso costretti vista l’ostilità che dimostrano alcuni boss. Non vi sono solo combattimenti, ma il tutto, anche durante le esplorazioni, si muove allo stesso modo in cui si muove durante gli scontri. I conoscitori della saga ricorderanno sicuramente che una delle principali caratteristiche del titolo risiedeva nella difficoltà di sfida proposta. Critiche negative e positive si sono mosse verso la morte definitiva delle proprie unità; non che la cosa sia sparita, ma i frequenti punti di salvataggio tutelano i neofiti. E a quest’ultimi rivolgo un cenno rassicurante, dato che le basi che ripropone il gioco sono sicuramente le più adatte per apprezzare in tutta tranquillità questo genere di gioco.
 


La visualizzazione dei combattimenti per animazioni, tende ad allungare i tempi di battaglia
 

Aspetto tecnico

Il comparto audio è lodevole, la colonna sonora è stata aggiornata con qualche nuovo tema musicale e gli effetti sonori, per quanto non eccelsi, sono comunque ben amalgamati col contesto. Per quanto riguarda il comparto grafico, la tenuta 2D è stata aggiornata e ripulita, e nonostante non ci sia alcuno sforzo artistico innovativo rimane un piacere per gli occhi.
La longevità del titolo è tendenzialmente sopra la media, se si prende in considerazione solo la quest principale costituita da 25 capitoli; se si aggiungono poi le sub-quest, alle volte ripetitive, e la possibilità di usufruire dell’online, questa aumenta sfarzosamente. È anche vero che molti si limiteranno a finire il gioco seguendo la strada principale, e questo avverrà per quei giocatori nuovi al genere, data la sensazione di monotonia che può dare il gioco sul lungo andare. Tornando all’online, questo remake è il primo capitolo della serie che gioca questa carta; le modalità multigiocatore permettono di sfidare gli amici in avvincenti battaglie, ed il tutto è facilitato dall’implementazione della chat vocale. Oltre la possibilità di giocare contro gli amici, la Nintendo Wi-Fi Connection permette anche di comprare e vendere i propri oggetti in un’armeria speciale, e si possono persino effettuare degli scambi di unità fra giocatori.

Reincarnazione

Gli stilemi di Fire Emblem: Shadow Dragon sono identici a quelli del gioco originale, che diede il via a questa storica saga, a cui si augura un futuro più brillante nel nostro continente. I remake più generalmente si suddividono in due categorie: quelli che innovano e quelli fedeli allo spirito originale del gioco. Fire Emble: Shadow Dragon appartiene alla seconda categoria dei remake, ed proprio in voga di questa scelta fatta da Intelligent Systems che si chiede ai giocatori di far attenzione nel prendere in considerazione l’acquisto di questo gioco. Per quanto svecchiato, rimane un titolo con ormai due decadi sulle spalle, e non si può certamente ignorare questa realtà.
Ad ogni modo, la natura del gioco è ottima e i conoscitori del genere noteranno quanto di avvenente e innovativo ci fosse in uno strategico del tempo, e quanto alcuni nuovi strategici si dimostrino, nelle loro fondamenta, manchevoli e meno elevati rispetto al primo storico titolo della saga di Fire Emblem.

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