Firewatch – Recensione

Ti rilasserai, dicevano. Dimenticherai i problemi a casa, dicevano. Tanta aria fresca e movimento fisico, dicevano. Ecco, non mi aspettavo che fare il guardaboschi in una location segregata del parco nazionale di Yellowstone diventasse occasione di misteri, flirting via radio e un’atmosfera alla Wayward Pines di strana inquietudine.

Firewatch è la storia di Henry, un omone che – tormentato dalla malattia che affligge la sua povera moglie – decide di spendere un’estate a controllare gli incendi in un’immensa foresta, per ritrovare sé stesso e la pace interiore, perduta da tempo. È qui che entro in gioco io, in pigiama sul letto con un pad PlayStation 4 in mano, intento a recensire la mia seconda “avventura moderna in prima persona” (così non dico walking simulator dai, ndr) in pochi giorni, dopo il buon Gone Home: Console Edition. Non più una casa di campagna nel 1995 però, mi trovo in un bosco popolato di Grizzly negli anni ’80, all’interno del titolo d’esordio per lo sviluppatore Campo Santo.

Difficile parlarne

Dopo aver speso le 4 ore circa che servono per portare a termine il gioco, mi sono reso conto di essere in grossa difficoltà; non tanto per giudicare un titolo che vi dico subito non è né sublime né pessimo, ma più che altro nel dovervene parlare senza anche solo fare troppi accenni a quello che succede nella storia. Perché scoprirlo in proprio è davvero la componente più riuscita di Firewatch, quella che potrebbe farvi finire il gioco anche in una sola sera, per la mera curiosità di vedere cosa succede.

I primi momenti in Firewatch sono infatti davvero spiazzanti. Cacciare due ragazze confusionarie da un laghetto, controllare tracce e movimenti di orsi, compiti di tutti i giorni nel mestiere, diciamo. Il tutto, accompagnati dalla suadente voce di Delilah, l’unica vera compagnia dell’intero gioco, la controparte femminile ed esclusiva interlocutrice via radio del buon Henry. La splendida alchimia che si instaura tra i due personaggi è sicuramente una delle caratteristiche meglio realizzate del pacchetto, oltre che ottimamente scritta dal punto di vista dei dialoghi.

Momenti spiazzanti, dicevo, in quanto dopo pochi minuti si comincia a capire che “qualcosa non va”, che gli splendidi paesaggi del parco nascondono insidie nascoste e che, sì, non si è davvero soli inFirewatch.


Viste mozzafiato

Dal punto di vista del gameplay, Campo Santo non osa tanto, lasciandoci perlustrare un mondo più o meno aperto (si può andare dove si vuole ma su percorsi bene o male prestabiliti), alla ricerca di indizi e navigando grazie alla mappa e alla bussola in dotazione, un elemento originale che aggiunge un qualcosa in pio all’esplorazione. A volte capiterà anche di interagire con l’ambiente scalando pareti o formazioni rocciose, maFirewatch resta un fulgido esempio di gioco d’avventura moderno, totalmente privo di momenti concitati o di meccaniche complesse.

Quello che rende Firewatch un vincente è la direzione artistica e la realizzazione tecnica in generale. Specialmente mentre leggerete queste righe, ossia post rilascio della prima patch del gioco, in grado di migliorare nettamente la qualità del frame-rate, al lancio davvero scostante e ballerino. Infatti ho alzato il voto di almeno mezzo punto dopo il buon lavoro di “fix” fatto dagli sviluppatori. Ora, Firewatch è più che giocabile a prestazioni soddisfacenti e ci permette di godere in pieno dei suoi incredibili scorci e onirici colori, in grado di portare in vita lo Yellowstone con un’identità visiva indimenticabile, opera del celebre artista britannico Olly Moss. Trovare il miglior angolo per osservare il paesaggio o scattare qualche foto con la nostra fotocamera usa e getta diventerà il vostro passatempo preferito.

E meno male, aggiungerei, perché Firewatch – come, devo ammettere, moltissimi dei suoi “colleghi” – esaurirà la sua narrazione in poche brevi sessioni, arrivando a un finale che non posso che definire “controverso”. Impossibile aggiungere dettagli, ma senza dubbio è stata la parte che ho meno apprezzato dell’intera esperienza, comunque più che interessante e che sono stato veramente contento di aver vissuto.

Fatemi poi sapere il vostro parere.

8

Pro

  • - Che spettacolo visivo
  • - Narrativa intrigante
  • - Copione sapientemente scritto

Contro

  • - Non perfetto in quanto a prestazioni
  • - Finisce abbastanza a breve e in maniera discutibile
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