Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon – Recensione Fragile Dreams: Farewell Ruins of The Moon

Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon. Questo è il titolo completo di un gioco per Wii che in Giappone ha fatto molto parlare di sé. Sviluppato da Tri-Crescendo, la casa che ci ha regalato anche l’ottimo Trusty Bell (conosciuto da noi come Eternal Sonata), Fragile è un gioco che ci ha fatto penare. Uscito nel Gennaio del 2009 in Giappone, sembrava non arrivasse mai in Occidente fino a quando, per opera pia della Namco, a Marzo 2010 lo abbiamo finalmente avuto tra le nostre mani. Diamo un’occhiata, dunque, a questo gioco decisamente fuori dagli schemi, nei suoi pregi e nei suoi difetti.

Solo e sperduto.

Fragile Dreams è ambientato in un futuro ipotetico, un cupo futuro nel quale la Terra è coperta costantemente da una densa nebbia e ha perso tutta la sua luce. Per qualche misterioso motivo, la popolazione umana è sparita quasi nella sua interezza, e le città sono tutte completamente disabitate e vuote. Il protagonista del gioco è un giovane ragazzo di nome Seto, che ci narra di come il vecchio con cui viveva, l’uomo che chiamava "nonno", sia appena morto, lasciandolo ora completamente da solo.
Seto decide però, in preda alla solitudine, di partire per cercare altri umani sulla Terra, altri "sopravvissuti" come lui. Ed è vagando per le strade che trova una misteriosa ragazza, Ren, che canta sotto la luna, e che fugge via, subito dopo. Seto decide di cercarla, ad ogni costo, ma nel suo viaggio si ritroverà di fronte molti misteri e nemici, tra cui spettri e demoni malvagi. Cosa è accaduto alla Terra per ridurla così?


La misteriosa ragazza che canta sotto la luce pallida della luna. A quanto pare, Seto non è in grado di resistere al suo fascino…

Action? Gdr? No, Drama.

Questo gioco fuori da ogni canone, racchiude in sé moltissimi generi diversi. Alcuni potrebbero definirlo Survival Horror, e probabilmente è una definizione che gli si avvicina molto. Ma il combattimento presenta componenti action, il sistema di menu e di sviluppo ricorda molto un gioco di ruolo. Ci si chiede sotto quale categoria mettere questo videogame, e la risposta degli sviluppatori è di prenderlo come un drama. Un gioco che, a prescindere dal suo funzionamento, ha l’unico scopo di raccontare una storia, con le sue ambientazioni, i suoi personaggi tanto veri da farci provare le loro stesse emozioni, e osservare il corso degli eventi come se stessimo vedendo un film.
Il controllo è piuttosto semplice e intuitivo. Con il control stick controlleremo i movimenti di Seto, mentre muovendo il Wiimote potremo decidere dove illuminare con la torcia elettrica che abbiamo in mano. Questo ci permetterà, oltre a illuminare meglio varie zone con ottimi effetti di ombra, a indebolire vari spettri e demoni nemici, che solamente illuminati dal fascio di luce potranno venire colpiti dalla nostra arma, con il pulsante A. Premendo il tasto in successione potremo dare vita anche a semplici combo, per aumentare i danni inflitti ai nostri avversari. Il pulsante B, invece, è adibito per passare a una visuale in prima persona, nella quale saremo fastidiosamente costretti a stare fermi, ma che è necessaria per esaminare più da vicino alcuni oggetti necessari a proseguire nel gioco o raccogliere strumenti e via dicendo.
Nella nostra avventura troveremo sulla nostra strada dei tizzoni da accendere per fare un falò, e in questo modo riposarci e salvare la partita. Questo sarà necessario spesso, poiché Seto è un ragazzo assolutamente comune. Non è né un eroe né un combattente, e basteranno pochi colpi dei suoi nemici per metterlo al tappeto. Contrariamente, le uniche sue armi per affrontare le minacce che incombono su di lui saranno attrezzi di fortuna: bastoni di legno, spade di bambù e altri strumenti di ben poca potenza distruttiva.
L’inventario è ben costruito: troveremo infatti una griglia, simile a quella che troviamo in giochi come Diablo, dove potremo inserire gli oggetti che possediamo, ognuno dei quali occupa più o meno quadrati della griglia a seconda del suo effettivo ingombro. Questo permetterà al giocatore di gestirsi come più preferisce gli oggetti da equipaggiare, e spostare nell’inventario varie iconcine, come ad esempio quella delle armi, per decidere quale arma terrà in mano in quel momento Seto. Sono presenti anche dei collectibles: sparsi per le città ci sono infatti degli oggetti appartenuti a persone ormai scomparse, e appropriandosene è possibile ascoltare i pensieri più profondi del loro vecchio possessore, aggiungendo quindi profondità alla trama e a volte svelando anche curiosi particolari.
Non c’è molto altro da dire, i concetti fondamentali di Fragile sono tutti qui. Semplice e alla lunga, come si può bene immaginare, ripetitivo. Eppure, allo stesso tempo, ricco di una magia carica di sentimenti e realtà, per i quali è impossibile odiarlo.


Spettri, demoni e quant’altro tenteranno di prendersi la vita del giovane Seto, che dalla sua ha solo una torcia e armi di fortuna.

2+2 = 6

Fragile Dreams è un titolo molto, molto ambiguo e difficilissimo da giudicare con razionalità. Infatti nonostante non raggiunga poi eccellenti voti in varie categorie, come il gameplay o la longevità, vedendo le cose nel loro insieme, riesce a farle funzionare, molto più di quanto si possa credere. Graficamente non possiamo lamentarci: il gioco sfrutta appieno le capacità della Wii per darci personaggi ottimamente realizzati, anche se a volte con movimenti un po’ macchinosi, e delle ambientazioni stupende e dettagliate. Il gameplay e la longevità sono appunto un malus, a causa dell’inevitabile ripetitività che si verrà a presentare dopo un po’.
Ma il vero punto di forza di Fragile Dreams è il sonoro. Un capolavoro sotto questo punto di vista, grazie alle stupende musiche, alle canzoni, e anche addirittura ai lunghi silenzi, che ci donano una atmosfera irripetibile in ogni situazione.


Commenti finali

Non basta una rapida occhiata per capire questo sottilissimo titolo che a primo acchito può sembrare una grossa delusione. Bisogna infatti entrare in sintonia con la mentalità nella storia, nei personaggi e nelle loro emozioni, per percepire bene quello che i ragazzi di Tri-Crescendo vogliono trasmetterci. Questo gioco non è per tutti. Se siete soliti menar le mani con Dante, calciare la palla in sfide frenetiche o cose simili, e non avete pazienza, questo gioco non fa per voi. Ma per chi avesse voglia di provarlo, gli basterà passare sopra ad un gameplay un po’ monotono per scoprire a poco a poco paesaggi dettagliati, musiche straordinarie, una storia commovente, e personaggi che non potrebbero essere più reali.

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