[Gamescom 2016] Warhammer 40.000: Dawn of War III – Provato

Warhammer 40.000 Dawn of War III promette di portare la serie nel panorama delle battaglie su larga scala. Dopo la presentazione a porte chiuse avvenuta durante l’E3 2016 abbiamo finalmente potuto provare con mano una versione rivista e meno scriptata della stessa demo single player vista a Los Angeles: ecco le nostre impressioni.

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Uno dei fattori più interessanti della saga di Relic Entertainment è la diversa esperienza offerta dai vari capitoli: vi piacciono gli RTS con la classica formula “raccogli-costruisci-distruggi”? Giocate il primo Dawn of War. Preferite la micro-gestione delle unità con tattiche avanzate e personaggi unici? Giocate il secondo Dawn of War. Il terzo Dawn of War si configura come una via di mezzo fra i due: ritorna la costruzione di edifici e di unità e sono anche presenti unità speciali con abilità uniche ma ci sono molta meno personalizzazione, più autonomia e velocità nell’accumulo di risorse, e molta più azione.

La demo ci ha permesso di provare una missione controllando gli Space Marine contro gli Eldar con lo scopo di distruggere alcuni loro portali ed eliminare la loro unità più potente per respingerli dal territorio. Avendo un tempo limitato per giocare la difficoltà era bassa e abbiamo giocato in maniera molto casuale, tuttavia abbiamo comunque potuto renderci conto di gran parte delle peculiarità di questo capitolo.

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La prima cosa che salta all’occhio sono le unità speciali: in single player (come nel multiplayer) il giocatore può avere un massimo di tre eroi da selezionare a inizio partita che, una volta abbattuti, potranno essere riesumati solo dopo un periodo di cooldown più o meno lungo in base alla potenza dell’unità stessa. Le tre a disposizione nella nostra partita erano Gabriel Angelos, protagonista della campagna, una squadra di unità Terminator e, per la prima volta nella serie, un Knight Paladin, enorme unità bipede meccanizzata con potenza di fuoco devastante. Esiste inoltre un’abilità speciale richiamabile poche volte a battaglia: nel caso degli Space Marine si tratta di un raggio orbitale controllabile in tempo reale e in grado di creare grande devastazione su tutto ciò che tocca.

Le unità standard sono quelle che conosciamo – e che alternano prevalenza per l’attacco a distanza, come i Tactical Marine, o in corpo a corpo, come gli Assault Marine – alle quali si aggiungono unità di supporto come i Technopriest, in grado di ripristinare la salute di veicoli ed edifici. Non mancano naturalmente veicoli da scouting, assalto e artiglieria, in quantità maggiore rispetto al passato. Per gli Space Marine tornano anche i celebri Drop Pod: utilizzabili fino a tre alla volta e anch’essi dotati di cooldown, possono essere riempiti con le unità (fanteria o veicoli) desiderati e lanciati su qualsiasi terreno visibile al momento più opportuno.

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Naturalmente per poter produrre unità servono risorse: sulla mappa esistono dei punti definiti da conquistare e su cui è poi possibile costruire impianti per aumentare la produzione, divenendo punto cruciale di ogni battaglia. Questo ci porta a parlare dell’IA: pur in single player e a basso livello di difficoltà abbiamo notato che l’avversario non si limita ad attaccare e difendere senza una logica come spesso avviene anche in titoli come Starcraft, ma punta ad aggredire fonti di risorse e a muoversi verso la base quando la maggior parte del nostro esercito è impegnato altrove.
Tra gli altri punti di interesse delle mappe sono da segnalare le coperture: i vantaggi dovuti al terreno e agli elementi presenti nello scenario (come muri, alberi e così via) sono spariti per fare spazio a piccole aree localizzate che offrono maggiore difesa e fungono da scudo per gli attacchi a distanza. È stato inoltre eliminato anche il tasto di ritirata: a detta degli sviluppatori queste scelte nascono per spingere i giocatori ad adottare tattiche più aggressive e veloci invece del mordi e fuggi che caratterizzava Dawn of War II e la serie Company of Heroes.

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Dopo aver concluso con successo la missione (sebbene con un enorme spreco di risorse e giocando praticamente alla cieca) abbiamo colto l’occasione per chiedere qualche informazione aggiuntiva sul gioco: abbiamo scoperto, ad esempio, che concludere la campagna single player permetterà di ottenere nuove unità eroiche anche nel multiplayer, che le tre razze disponibili (Orki, Eldar e Space Marine) avranno tre campagne distinte con un’unica storia che si intreccia. Non si sa nulla su che razze verranno implementate in futuro, ma è lecito attendersi espansioni multiple come per i precedenti episodi.

Prossimo appuntamento al 2017, quando Warhammer 40.000 – Dawn of War III sarà disponibile nei negozi.

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