Ghost Squad – Recensione Ghost Squad

Welcome back Arcade games

Senza dubbio, non sono in pochi ad aver notato che il Wii è un ottimo pretesto per riproporre alcuni classici da sala giochi (vedi anche House of the Dead 2&3). Ghost Squad non è da meno ed è stato dunque riadattato in questa versione casalinga. Ghost Squad è anche uno dei giochi indicati ad essere fruiti tramite la periferica Zapper (così come Medal of Honor 2 Heroes, Link’s Crossbow Training, Resident Evil: The Umbrella Chronicles). La paura, in questi casi è che, come già avvenuto in molte occasioni, venga effettuata una mera riconversione senza un minimo di adattamento o miglioramento. Vediamo com’è andata in questo caso.

Fuoco a volontà

Indubbiamente, Ghost Squad non è esattamente un esempio di originalità creativa o di design. Calàti nei classici stereotipi di guerra, ci troviamo a sparare con non troppo senso a schiere di nemici. La modalità Arcade è quella principale. Creato un personaggio, ci inoltriamo in una giungla di scontri a fuoco senza, come da tradizione, la possibilità di muoverci. Dovremo infatti fare affidamento a nient’altro che la nostra mira e la nostra velocità.
Ci troviamo, qui, nei panni della squadra Alpha con il compito, non troppo nuovo, di debellare alcuni terroristi. I livelli di gioco si riducono in realtà a 3 grandi schemi all’interno dei quali avremo diversi compiti (salvare ostaggi, principalmente). Tali schemi sono suddivisi in un’operazione all’interno di una villa, una nell’alto dei cieli e una nella giungla. Fortunatamente, in nostro soccorso, c’è anche il fatto di poter intraprendere diversi percorsi all’interno dei livelli, dettaglio interessante che allunga la longevità complessiva di gioco. E’ inoltre presente un fattore esperienza per il nostro personaggio, così come una crescente difficoltà.
L’arsenale di armi a disposizione è sufficientemente variegato ed è un buon rimedio alla altrimenti inevitabile ripetitività offerta dal gioco. In effetti, uno dei motivi per cui tali giochi funzionano meglio in sala giochi che sulle home console, è proprio la possibilità di fare un game over. Il concetto di "partita rapida", è infatti fondamentale per le sale giochi, che puntano a far introdurre agli utenti più gettoni possibili.
Simpatiche, le opzioni Ninja Mode e Paradise Mode, nelle quali ci troveremo a sconfiggere Ninja e ragazze in costume da bagno. Simpatiche e nulla più, dato che la ripetitività è a dir poco ridondante.
La meccanica di gioco, dunque, si basa principalmente sull’abilità di puntare/sparare e sui tempismi di ricarica delle armi, con qualche variazione in alcune fasi di "disinnescaggio", o cecchinaggio.
Insomma, c’è un po’ di amarezza, perché nonostante sia possibile sbloccare vari contenuti, principalmente armi, oltre al rigiocare il gioco operando scelte diverse, la longevità del titolo è seriamente minata dal comunque scarso numero di locazioni.

Multiplayer e tecnica

Fortunatamente, uno degli aspetti meglio riusciti è la parte multiplayer: giocare in 4 risulta piuttosto divertente, anche grazie ai diversi compiti da svolgere. Questa opzione risolleva di netto la longevità di un gioco che, altrimenti, si attesterebbe a livelli piuttosto bassi. Peccato, però, che l’avventura principale è affrontabile solo in 2, mentre in 4 è possibile provare le altre modalità. Merita un’appunto anche l’inserimento dell’opzione Wi-Fi Connection, che ci permetterà di inviare i nostri punteggi a delle classifiche internazionali.
A livello grafico, il gioco è stato leggermente migliorato dalla sua controparte Arcade, ma non certo fino a far gridare al miracolo. Quello che più convince, è l’alta interazione con gli elementi sullo schermo, così come la quantità dei nemici.  Pecca, invece, il dettaglio grafico generale e un po’ la fisica di gioco. 
La colonna sonora non brilla per innovazione, ma ben si inserisce nel contesto di gioco. Nulla da dire sugli effetti sonori, in linea con il gioco sì, ma ripetitivi fino alla nausea, in particolar modo le grida dei caduti.
Una nota di demerito, infine, al prezzo di gioco, inspiegabilmente superiore rispetto alla versione usa.
Degno di attenzione risulta quindi soprattutto il fattore rigiocabilità, grazie al multiplayer e soprattutto alle opzioni durante le sessioni di gioco, ma una volta spolpato è probabile che comincerà a stufarvi. Le precedenti considerazioni sul fattore sala giochi, condannano abbastanza il titolo.
A dirla tutta, dunque, mi sentirei di consigliare il titolo solo agli amanti del genere, per tutti gli altri, forse è meglio aspettare House of the Dead 2&3.

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