Grand Theft Auto: Liberty City Stories – Recensione Grand Theft Auto: Liberty City Stories

Un mito chiamato GTA

Accade spesso che titoli realizzati appositamente per una console domestica vengano convertiti per una console portatile: GTA Liberty City Stories ne è appunto un esempio. Esso è il primo capitolo di questa leggendaria saga ad essere realizzato esclusivamente per PSP, così anche i possessori della console portatile Sony potranno assaporare il gusto di questa serie. È stata una mossa innovativa da parte della Rockstar, che ha esportato così un prodotto fino a prima sconosciuto agli handheld ed è questo ciò che sta alla base del successo che il titolo ha riscosso su PSP.
È difficile invece pensare ad un porting di un videogame progettato per una console portatile ad una console domestica, eppure è il caso di dire che “c’è sempre una prima volta", infatti proprio la medesima casa è andata controcorrente, non facendosi sfuggire l’occasione di creare un port per PS2 del titolo che ha dato vita alla saga GTA su PSP. Ma può GTA LCS riscuotere un successone anche su PS2 dopo l’uscita di ben tre capitoli entusiasmanti? La risposta è semplice: se per la PSP questo titolo ha riscosso un grande successo per ovvi motivi (il primo GTA comparso sull’handheld di casa Sony), lo stesso non si può dire per la PS2, per il semplice fatto che questo gioco non fornisce nulla di nuovo ai giocatori, anzi, probabilmente deluderà particolarmente quelli che hanno avuto modo di passare il tempo con GTA San Andreas, poiché la nuova produzione Rockstar Games non solo non offre nulla in più, ma è anche povera delle tante conquiste ottenute da GTA SA.
È ovvio che la famigerata casa statunitense ha fatto leva sul prestigio della saga, ormai un mito che raccoglie un gran numero di “clienti fissi”, che allettati da questo nome altisonante non si saranno fatti pregare ad acquistare anche questo titolo; ma il nome da solo non basta per raggiungere il successo. Per carità, si tratta sicuramente di un gioco ben realizzato ed è fuori discussione che gli appassionati potranno rimanere delusi da questo gioco. Tuttavia non ci si può aspettare chissà che cosa da un porting diretto da un handheld ad una console di casa; e questo la Rockstar lo sapeva già. Non è un caso infatti che si sia applicato un prezzo molto competitivo al titolo.

Ritorno al passato

Già ad un primo sguardo, sembra quasi che GTA LCS sia precedente a GTA SA, questo perché il nuovo gioco, differendo totalmente da quest’ultimo, si rifà perfettamente allo stile dei primi due capitoli della saga su PS2, GTA 3 e Vice City. Ci troviamo dinnanzi ad una sorta di involuzione, un ritorno al passato insomma…
In GTA SA ci eravamo abituati ad una un personaggio versatile, che poteva essere modificato nell’aspetto, poteva nuotare, andare in giro con BMX o addirittura pilotare aerei e che acquisiva le abilità nel corso del tempo: così ad esempio egli non era un cecchino già all’inizio del gioco, ma acquisiva dimestichezza con le armi progressivamente e facendo pratica al poligono; lo stesso con i veicoli, tanto che era possibile frequentare la scuola guida e così via… Questa elasticità del protagonista è scomparsa in GTA LCS, nel quale potrete contare su un alter ego statico sul modello dei primi due capitoli, che è fin dall’inizio un tiratore perfetto con qualsiasi arma, che è un portento sia con le motociclette che con le macchine, ma che irrimediabilmente annega appena cade in uno specchio d’acqua e non può essere personalizzato nell’aspetto se non per alcuni set predefiniti di abiti.
Anche l’ambientazione del videogame ci riporta indietro: le vicende del gioco si svolgono infatti a Liberty City, che si presenta leggermente diversa da come l’abbiamo conosciuta in GTA 3, poiché le vicende sono ambientate qualche anno prima rispetto agli eventi di quest’ultimo. Anche il protagonista è una vecchia conoscenza: Tony Cipriani, apparso anche in GTA 3; un criminale al servizio della famiglia dei Leone, che sarà incaricato di sporchi compiti con lo scopo di assoggettare la città al controllo della famiglia. L’impresa non sarà però facile perché la città è contesa anche da altre famiglie mafiose e organizzazioni criminali, che faranno di tutto per mettervi i bastoni tra le ruote.
Nonostante l’ambientazione e i PG, il titolo non è totalmente identico al primo capitolo per PS2. Sono infatti evidenti alcuni elementi introdotti in GTA VC, come ad esempio la possibilità di guidare le motociclette (assenti in GTA 3) e una più ampia varietà di automobili, che comprende macchine comparse sia nell’uno sia nell’altro capitolo. È sempre più evidente che ci troviamo di fronte ad un mix dei primi due capitoli realizzati per PS2.

Dalle stelle alle stalle

Di certo la conversione di un titolo per PSP a uno per PS2 non rappresenta un evento entusiasmante, soprattutto se consideriamo il fatto che questo videogame non offre nulla di nuovo, rifacendosi agli standard dei primi due già citati capitoli. La conversione è stata diretta, proprio con lo scopo di non apportare modifiche degne di nota rispetto all’originale versione. Non a caso il gioco non ha subito miglioramenti o modifiche importanti, anzi, si può dire che abbia risentito di questa conversione sotto differenti punti di vista. Innanzitutto, la struttura di GTA LCS non si adatta bene all’hardware Sony e, per rendersene conto basta pensare alla lunghezza delle missioni da completare, certamente inferiore rispetto agli standard della serie a cui eravamo abituati; se questa breve durata degli incarichi è ammissibile per un handheld, risulta essere assai discutibile per una console domestica, in cui potevano certamente renderli più lunghi. A ciò consegue una minore longevità rispetto agli altri esponenti della saga, anche se questa è attenuata dalle missioni secondarie e dal freeroaming (anche se fino ad un certo punto).
È da notare che, nonostante il titolo sia sostanzialmente un copia-incolla da PSP a PS2, chi acquista la versione domestica non potrà beneficiare della modalità multiplayer, che era presente e anche ben fatta nella versione portatile. Non si capisce il perché di questa omissione, resta il fatto che la sua presenza avrebbe assicurato una maggiore longevità.
Anche dal punto di vista tecnico il videogame lascia leggermente a desiderare: essendo un porting diretto, le modifiche sono state nulle anche sotto questo aspetto, eccetto che per un lieve aumento della profondità visiva che comunque è quasi irrilevante. Se i miglioramenti sono stati pressoché inesistenti, non si può dire altrettanto dei difetti grafici che purtroppo non sono pochi. Una delle principali pecche è rappresentata da un frame-rate basso, che è la causa di alcuni scatti e rallentamenti che di tanto in tanto vengono fuori. I poligoni non sono molti, e ciò si esplica con un conseguente risentimento delle auto e dei passanti, che sono realizzati in maniera non molto precisa e superficiale; godono invece di un buon livello di dettaglio i PG principali, che sono senza dubbio ben caratterizzati. Certamente il comparto grafico, che non va oltre la sufficienza, poteva essere curato meglio, tenuto conto anche che questo gioco non sfrutta al massimo la potenzialità dell’hardware.
Nulla da eccepire invece sul sonoro, sulla trama del gioco e sul gameplay (ormai consolidato), grazie a doppiaggi come al solito perfetti, ai suoni ambientali di sottofondo che riproducono in maniera realistica i rumori cittadini e alla possibilità di scorrere tra dieci stazioni radio quando si è al volante, che offrono musica in grado di soddisfare i gusti più svariati. La storyline, anche se non particolarmente originale, è comunque divertente e ben strutturata.

In sintesi

Per PSP un prodigio, per PS2 deludente, così si presenta la nuova produzione Rockstar Games: GTA LCS. Dopotutto era immaginabile che un porting diretto da un handheld ad una console domestica non sarebbe stato nulla di eccezionale, ed è proprio a causa della conversione diretta del titolo che sono dovuti i principali limiti tecnici, che si sarebbero potuti tranquillamente evitare riadattando il videogame al nuovo hardware. Il problema non si limita solo alle caratteristiche tecniche, ma anche alla struttura stessa del gioco. Ad esempio: le missioni sono troppo brevi con conseguenze negative sulla longevità, che è minore rispetto agli standard della saga, ed è ulteriormente scoraggiata dall’assenza della modalità multigiocatore (presente nella versione per PSP), che invece avrebbe potuto rappresentare un’arma in più. Il fatto che GTA LCS non offra nulla di nuovo è un altro valido motivo che ha deluso gli appassionati. Il titolo si presenta infatti come un mix tra i primi due capitoli di GTA realizzati per PS2 e non ha tutte le novità che hanno invece contraddistinto GTA SA.
Comunque non era nell’interesse della Rockstar realizzare un successone, anzi, molto probabilmente la casa stessa sapeva perfettamente che il gioco avrebbe potuto deludere. È ovvio che il gioco è stato realizzato per permettere anche a chi non possiede l’handheld Sony di giocarci, magari nell’attesa dell’uscita di un prossimo GTA su piattaforma next-gen, su cui la Rockstar sta lavorando da tempo. Non è un caso infatti che il titolo sia stato piazzato sul mercato ad un prezzo budget, che ne evidenzia l’effettivo valore.

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