Guitar Hero World Tour – Recensione Guitar Hero World Tour

Adesso tocca a noi!

Quando i ragazzi di Harmonix decisero di vendere i diritti di Guitar Hero alla Neversoft, tutti pensarono che per loro sarebbe stato un ottimo affare, considerando che in fondo erano stati loro ad ideare la serie e non avrebbero avuto troppi problemi a crearne un’altra, magari migliore. Senza dubbio le intenzioni di Harmonix erano queste e gli sviluppatori stessi non persero tempo a scoprire le carte in tavola: “stiamo lavorando ad un gioco musicale, intitolato Rock Band”. Ai tempi la notizia fece scalpore, i fan furono propensi a seguire i propri beniamini della Harmonix e gli sviluppatori stessi si convinsero che le novità presentate con Rock Band avrebbero distrutto la fama di Guitar Hero: l’introduzione della batteria fu sicuramente il punto di forza del nuovo gioco Harmonix. Neversoft sembrò essere entrata in un declino irreversibile, molti pensavano che non sarebbero stati capaci di continuare la striscia positiva dei precedenti Guitar Hero e che di lì a poco si sarebbe rivelato tutto un fallimento: ebbene, nonostante il mezzo fallimento di Guitar Hero III (GH3) che fu sì divertente ma non entusiasmò le folle, tutti quanti si sbagliavano.
Rock Band (RB) ha ricevuto voti altissimi e opinioni entusiaste in tutta l’America, ma qui in Europa (e soprattutto in Italia) ha trovato la sua fine, rivelandosi un enorme flop. Il costo veramente eccessivo (prezzo consigliato: € 139; prezzo di partenza: € 299) e la superficialità del nuovo sistema di gioco (i rettangolini erano tremendamente fastidiosi e la batteria realizzata davvero banalmente) hanno influito pesantemente sulle vendite di RB, rivelandolo una grossa delusione.
La Neversoft, che adesso non è più al suo primo tentativo e ha già sulle spalle GH3 e GH: Aerosmith, entrambi con un buon successo, si lancia al contrattacco e fa sentire la sua risposta: Guitar Hero World Tour!

Un, due, tre… World Tour!

Guitar Hero World Tour (GH4) ha voluto strafare, presentando sul mercato ben quattro strumenti (chitarra, basso, batteria e microfono) e tre versioni differenti: il gioco in singolo, chitarra + gioco, gioco accompagnato da chitarra (che può sempre funzionare anche da basso), batteria e microfono (Complete Band Bundle). Il prezzo di partenza del pacco completo (che oscilla tra i 209 e i 179 euro) è sicuramente più conveniente di quello di RB e presenta in ogni caso più strumenti. La batteria è realizzata con estrema cura anche nei dettagli e sembra davvero un sogno per gli appassionati. Mentre Rock Band presentava una batteria semplice a quattro casse, da usare quasi come tamburi, la Neversoft ha praticamente preso una batteria vera e l’ha adattata a GH4: tre casse, due piatti e un pedale, da utilizzare per forza seduti e con una posizione realistica al massimo. Sembra davvero di essere un Drum Hero mentre si passa dal rosso (prima cassa) al verde (terza cassa) battendo nel frattempo i piatti e infine schiacciarli entrambi per attivare lo Star Power; inoltre ci si abitua facilmente e la visualizzazione si mantiene chiara e precisa sia in singolo sia con lo schermo diviso quando si gioca in gruppo: le bacchette, poi, sono griffate “Guitar Hero”.

La chitarra si ripresenta forte e solida come sempre, con un nuovo stile e due piccole aggiunte, ancora un po’ imprecise: la barra Star Power (SP) e il Touchpad. La prima è stata inserita tra i pulsanti Start e Select, fra la penna e il distorsore; in base alla posizione è facilmente raggiungibile dal palmo della mano, aiutando così i meno esperti a utilizzare lo Star Power senza dover “impennare” la chitarra; purtroppo a volte è fin troppo facilmente raggiungibile, tanto che capiterà di ritrovarvi lo SP attivo per aver urtato accidentalmente questa barra. Per quanto riguarda il Touchpad, accanto alle note regolari e a quelle dello Star Power saranno presenti delle note speciali che potranno essere suonate sia premendo semplicemente i tasti colorati (senza dover fare la pennata), sia poggiando le dita sul touchpad, diviso in piccoli rettangoli scuri segnati da striscette che richiamano il colore della nota; purtroppo è veramente difficile passare velocemente dai tasti al touchpad senza sbagliare, così come indovinare le varie note senza avere un minimo aiuto al tatto (bisogna andare “ad esperienza”, ovvero conoscere alla perfezione la distanza tra i vari rettangoli colorati) e dunque ne risulta evidente l’inefficienza. Escludendo questo, la chitarra, wireless e smontabile così come quella di GH3, si rivela ancora una volta estremamente divertente e maneggevole, mantenendosi protagonista indiscussa del gioco.

Per finire abbiamo il microfono, una chicca che con ogni probabilità gli sviluppatori hanno voluto aggiungere giusto per far aumentare le opzioni disponibili. Il sistema è quello dei normali karaoke: una scia, chiamata cometa, percorre la barra dove compaiono il testo della canzone e la tonalità da seguire, e a seconda dell’intonazione e del ritmo si riescono a fare punti, conquistare SP e aumentare i moltiplicatori. La realizzazione generale è abbastanza semplice e talvolta grossolana: le lezioni non spiegano alla perfezione il funzionamento del microfono e bisogna fare molta pratica prima di divenire davvero bravi, senza contare che è necessario anche conoscere alla perfezione la musicalità di tutte le canzoni; quest’ultimo è il motivo principale per cui la carriera “Voce” è consigliata come l’ultima da affrontare, in quanto prima bisogna aver fatto molta esperienza con gli strumenti in modo da imparare alla perfezione il ritmo e magari anche il testo delle varie canzoni. 
Senza dubbio è la modalità che più “stona” nell’insieme, in quanto GH4 raggiunge la sua perfezione negli strumenti, ma grazie ad essa anche i meno esperti riusciranno a divertirsi e a gustarsi delle belle giocate in compagnia.

Una band a spasso

La modalità principale di GH4 è ancora una volta la carriera, ma invece di riproporre la solita minestra con qualche minimo ingrediente in più, stavolta si rinnova sul serio. I ragazzi di Neversoft hanno voluto rispettare quello che è il titolo del gioco, “World Tour”, e difatti la modalità vi renderà appunto protagonisti di numerosi viaggi in ogni parte del mondo per andare a suonare veri e propri concerti. Nelle modalità in singolo, di volta in volta impersonerete un musicista che desidera diventare famoso e risponde alle varie richieste di altri gruppi: una volta troverete ingaggio in Svezia, un’altra in America, un’altra ancora ad un evento speciale e così via sino a partecipare a concerti sempre più grandi e importanti. La vera novità sta proprio nei concerti da suonare. Fino ad ora GH era strutturato in una track list, la cosiddetta “scaletta”, divisa in gruppi da quattro o cinque canzoni: si partiva con un solo gruppo disponibile e completandone alcune canzoni si riusciva a sbloccare la serie seguente, con un avanzamento lineare. Adesso si è veramente liberi, ma anche costretti a suonare tutte le canzoni: la carriera è infatti divisa in concerti, da suonare integralmente tutti d’un fiato, con una canzone dietro l’altra; ne saranno disponibili contemporaneamente due o più, così da poter scegliere quale si preferisce affrontare per primo e quale dopo. Questo metodo è sicuramente più realistico e libero, ma costringe i giocatori a dover disporre di abbastanza tempo per poter suonare ciascun concerto (soprattutto più avanti nel gioco con concerti da 6 canzoni e più) e li obbliga anche ad eseguire qualche pezzo che magari non gradiscono molto. Tuttavia, si può considerare un passo avanti e se si ha il tempo per giocare (e con GH4 è indispensabile) ci si diverte alla grande.

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