.hack//Outbreak Part 3 – Recensione .hack//Outbreak Part 3

OUTBREAK è il terzo capitolo della particolare serie .hack della Bandai. Il gioco è uscito con un mero mese di ritardo rispetto ai promessi tre dal secondo capitolo; questo perché il gruppo di localizzazione ha avuto alcuni problemi con la traduzione di determinati elementi iconografici di carattere religioso presenti.
Ancora una volta vestiremo i panni di Kite e dei suoi compagni per risolvere i misteri legati a The World.
Questa serie è composta da capitoli univocamente legati tra di loro, quindi è assolutamente irragionevole imbarcarsi in questo gioco senza prima aver giocato i primi due, così come è irragionevole leggere questa recensione senza prima aver letto le precedenti; quindi se siete qui senza sapere di cosa si sta parlando, visionate prima queste altre due recensioni: .hack//INFECTION.hack//MUTATION.

Outbreak

La trama continua direttamente da MUTATION. Avevamo visto come la corruzione provocata dallo strano virus che infesta The World era stata isolata in determinate aree. Eppure i suoi effetti sono riusciti ad aggirare questi margini e a espandersi a dismisura, arrivando persino alle città e invadendo fortemente il mondo reale, creando disagi consistenti.
Kite e i suoi compagni non possono fare altro che tentare di combattere questo fenomeno con tutte le loro forze, anche se spesso la situazione sembra davvero esasperata. Per fortuna, in questo capitolo verranno aiutati da altri personaggi, tra i quali ce ne sono alcuni molto importanti. Faranno una piccola comparsa anche i PG visti nella serie animata .hack//SIGN.

Dopo il risollevamento del secondo capitolo rispetto al primo (che accennava solo molte cose senza chiarire nulla), in questo terzo gioco la trama procede spedita e sicuramente in maniera meno criptica che in passato. In verità questo episodio è quello che più di tutti, per ora, si concentra sulla storia e sulle scene narrative.
Assisterete a colpi di scena e rivelazioni finalmente consistenti, che non faranno altro che farvi attendere con più trepidazione il quarto e ultimo capitolo della saga.
Parlando di collegamenti, c’è da dire che questo videogame propone un finale sicuramente migliore di quelli visti per i primi due della serie, presentando una conclusione piuttosto solida e aprendo le porte al prossimo capitolo in maniera degna.

La corruzione di The World sembra inarrestabile

Gameplay

Come già visto nell’episodio precedente, .hack non è affatto una di quelle serie che si rinnovano col susseguirsi dei capitoli;  anche questo titolo non fa eccezione. Le dinamiche di gioco rimangono le stesse viste nei predecessori, con i soliti dungeon generati in modo random e la consueta struttura di battaglia.
Sono stati fatti comunque dei leggeri passi avanti; in particolare, notevoli progressi sono stati fatti per quanto riguarda la A.I. dei personaggi del vostro party: essi reagiranno in maniera più realistica e con più senso tattico, ad esempio curando o resuscitando tempestivamente altri personaggi; in generale potrete contare su un aiuto più solido che in passato.
Il miglioramento della A.I. riguarda però anche i nemici, che sembrano ora leggermente più svegli e aggressivi. Questo, unito al fatto che il loro livello in questo capitolo va da 50 a 70, e che più frequenti saranno gli scontri contro avversari dotati di immunità fisiche o magiche, rende i combattimenti finalmente più impegnativi che in passato. La difficoltà generale appare dunque più alta, ma questo dipenderà anche da quanto avrete sviluppato il vostro party in MUTATION. In effetti, addirittura all’inizio dell’avventura il gioco stesso vi farà capire che per andare avanti una partita frettolosa al secondo capitolo vi renderà la vita difficile, quando dovrete superare un dungeon col solo Kite.
Se avete sviluppato bene il vostro gruppo comunque non vi troverete in grosse difficoltà, anche perché un nuovo elemento è stato aggiunto per bilanciare la situazione: il 2128 Drain, ovverosia un upgrade del consueto bracciale di Kite che permetterà di ottenere oggetti rari dai nemici.
A parte questo, poche sono le aggiunte per il titolo.
E’ stata introdotta un’ulteriore funzione per i Grunty: il “Grunty Search”. In pratica potrete chiamarne differenti tipi per mandarli a cercare oggetti, portali e altro.
E’ stata aggiunta la città di Fort Auf (anche se davvero poca è la differenza tra le città di .hack) e il nuovo server Sigma. Inoltre, altri due personaggi si uniranno al vostro gruppo durante l’avventura.

Fondamentalmente siamo ancora di fronte alla stessa struttura di gioco, leggermente migliorata e resa più competitiva forse, ma che conserva ancora tutti i suoi difetti, la ripetitività in primis.
Certo che se siete arrivati a questo capitolo ci avrete molto probabilmente fatto il callo, eppure qualche aggiustatina in più non sarebbe stata di certo sgradita, anche per elementi che non avrebbero “snaturato” la formula originaria (ad esempio la famigerata telecamera).

La A.I. del gioco è migliorata, ma il gameplay rimane fondamentalmente inalterato

The World³

Se sul piano del gameplay qualche leggero passo avanti è stato fatto, su quello grafico non se ne vede l’ombra. Per farla breve, la grafica di OUTBREAK è la stessa di sempre, e probabilmente ora viene espressa meglio del solito grazie alle nuove tecniche disponibili, ma sempre dello stesso livello latente stiamo parlando.
Le nuove ambientazioni non offrono molti miglioramenti sul piano della qualità, così come i nuovi personaggi.

Anche al livello del sonoro le differenze sono poche. Sono presenti alcuni brani inediti che riescono a spiccare per una certa qualità, ma sono casi isolati che faticano a innalzare il comparto audio nella sua interezza ad alti livelli visti in altri giochi. Ad ogni modo, come detto in passato, dal punto di vista sonoro .hack rimane sufficientemente solido.
Anche questa volta è possibile passare dal doppiaggio inglese a quello giapponese. Quello occidentale è come sempre più che discreto, anche se in alcune occasioni assisterete a dialoghi che potrebbero farvi storcere il naso per l’inefficacia della trasposizione.

Completare questo capitolo non sarà più lungo del solito, diciamo che in media potreste metterci una ventina di ore. Come sempre la durata varierà in base a quante subquest vorrete intraprendere; esse saranno disponibili nel bel mezzo dell’avventura, non solo verso la fine come in altri giochi. Se tirerete avanti ignorando queste deviazioni potrete completare l’avventura in anche 10-15 ore, mentre se deciderete di impiegare il vostro tempo nel potenziare il party potrete ritrovarvi impegnati per circa 25 ore di gioco.

Conclusione

A conti fatti, questo capitolo della saga è probabilmente il meglio riuscito, anche se tale affermazione deriva da un livello di semi-mediocrità da cui il primo episodio parte.
Il gameplay non è stato migliorato molto, ma sicuramente sono apprezzati gli aggiustamenti apportati. La trama sarà presente in grandi dosi e sicuramente vi soddisferà, in attesa della conclusione.
Se siete arrivati a desiderare questo terzo capitolo può essere solo per due motivi: o siete giocatori “di bocca buona” senza troppe pretese (e non ci sarebbe niente di male in ciò) che si sono sinceramente divertiti con i primi due capitoli, oppure siete attratti semplicemente dall’intrigante e originale trama che caratterizza la saga.
In entrambi i casi, l’acquisto di questo terzo episodio è sicuramente consigliato.
Non acquistatelo solo se, secondo i vostri gusti, dai primi due capitoli avete ricevuto solo delusione e frustrazione.
Ma del resto è altamente probabile che chi sia arrivato a questo punto lo abbia fatto accettando la serie così com’è.

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