Half-Life 2, decimo anniversario di una rivoluzione

Accadeva esattamente dieci anni fa: il 16 novembre 2004 Valve rilasciava Half-Life 2 sul mercato.

Il motivo per il quale vogliamo ricordare questo evento appare evidente ai milioni di giocatori che hanno vissuto il suo arrivo. Ma c’è anche chi non ha avuto questa fortuna. Per coloro che allora erano più giovani potrebbe essere stato tra i primi giochi provati nella propria esistenza, senza così poterne godere appieno, ed esiste anche tantissima gente che non l’ha mai provato – e non sono solo nuove generazioni (purtroppo). Permetteteci di spiegarvi perché, anche al decimo anniversario, Half-Life 2 rimane ancora uno dei prodotti più influenti dell’industria videoludica.

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Il mondo è pieno di videogiochi belli, ma non sono molti quelli che possono vantare di aver creato un nuovo metro di paragone, tanto meno se non si tratta di titoli nuovi usciti dal nulla, ma bensì seguiti. Un seguito che, nel caso di Half-Life, è stato fortemente voluto e atteso.
L’originale, uscito nel 1998, è stato uno dei titoli più acclamati della storia degli sparatutto in prima persona, ed era lecito attendere una continuazione, eppure ci sono voluti quasi cinque anni perché si sapesse qualcosa in proposito. Fino a metà del 2003, infatti, Half-Life 2 era solo una voce di corridoio, niente più che speculazioni e speranze tra i fan del primo. Dopo aver attirato l’attenzione con le prime immagini e i primi brevi video dimostrativi, Valve ha atteso l’E3 di quell’anno per mostrarlo in una forma quasi completa, con una presentazione, tenuta da Gabe Newell in persona, che ha lasciato tutti a bocca aperta.
Il mondo aveva assistito a un videogioco così tecnologicamente avanzato da surclassare tutto ciò che si era visto fino a quel momento: grafica realistica, animazioni complesse, oggetti che rispondevano alle leggi fisiche, nemici di diverso tipo che reagivano al giocatore… tutte cose che volevamo tutti ma che nessuno aveva ancora offerto.

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La conseguenza di quell’evento fu una sorta di isteria collettiva protrattasi per un anno e mezzo – molto più del tempo originariamente previsto. Il gioco avrebbe dovuto infatti uscire nel settembre dello stesso anno, ma non è andata così: un hacker era infatti riuscito a penetrare nella rete di Valve e appropiarsi di una copia del codice sorgente del gioco, che venne poi diffuso online, creando uno dei più grandi illeciti informatici della storia. La vicenda costrinse Valve a rimandare l’uscita, e nei lunghi mesi a venire non si parlava d’altro, interrogandosi sulla veridicità dell’accaduto (sul quale nessuno ha avuto notizie chiare fino a qualche anno fa, per ammissione stessa del colpevole). Non bastasse questo, a pochi mesi dall’uscita Valve e Vivendi, l’allora publisher, entrano in conflitti legali.

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All’epoca, il solo menù di gioco bastava a lasciare basiti

Nonostante tutto questo, Half-Life 2 ce l’ha fatta ed è uscito, come già sappiamo, il 16 novembre 2004, e né il furto né i ritardi hanno compromesso il risultato finale, superando le aspettative di tutti e garantendogli decine di riconoscimenti da tutte le fonti mediatiche specializzate, molteplici candidature come miglior gioco di sempre, e milioni di copie vendute. A oggi, noi stessi riteniamo che non sia mai stato creato uno sparatutto in prima persona single-player migliore, grazie alle novità introdotte dal gameplay, alla grande varietà del level design, e, più in generale, a una cura del prodotto finale che pochi altri titoli al mondo possono vantare. Il nostro parere completo lo trovate nella relativa recensione (postuma, dal momento che nel 2004 GameSource non esisteva).

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Counter-Strike, croce e delizia di ogni lan party

Half-Life 2, di per sé, non è l’unica cosa che ci porta a definirlo un cambiamento nell’industria: anzitutto, occorre citare il fatto che il gioco è stato distribuito insieme a Counter-Strike Source, versione commerciale del popolare mod del primo Half-Life, il quale era divenuto non solo più popolare del gioco su cui era basato, ma addirittura il gioco più popolare al mondo (almeno fino al diffondersi di World of Warcraft). Questo però non basta; un fatto particolarmente curioso e senza precedenti riguarda il modo con cui è stato distribuito Half-life 2: oltre alle tradizionali copie fisiche nei negozi, il gioco poteva essere acquistato e scaricato online tramite una piattaforma proprietaria di Valve, chiamata Steam
All’epoca, tramite questo programma le persone potevano pre-scaricare i file di Half-Life 2 (e di tutti gli altri giochi dello sviluppatore), che sarebbero stati sbloccati il giorno dell’uscita, e avrebbe anche permesso di tenerli aggiornati automaticamente, senza bisogno di cercare e installare le patch manualmente.

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Se non avete passato gli ultimi dieci anni in una caverna, saprete benissimo che Steam è, alla data odierna, la principale piattaforma di distribuzione digitale al mondo, con un catalogo di migliaia di titoli provenienti da ogni sviluppatore e publisher. Nel corso degli anni, da semplice manager automatico di file e download, è diventata una piattaforma con funzioni social e integrata con ogni sorta di servizio, compresa una piattaforma di sharing di mod per i giochi che la supportano. È diventata anche il punto di riferimento per tutti gli sviluppatori indipendenti (e non solo), che grazie ad esso possono ridurre i costi di pubblicazione, e, da un paio di anni a questa parte, anche auto-promuoversi tramite il programma Steam Greenlight, gestito (quasi) interamente da utenti e sviluppatori.

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Sembra incredibile, ma questo era Steam dieci anni fa

Tutte queste caratteristiche sono diventate un punto focale del mercato dei videogiochi, che ha spinto tutti gli altri grandi del settore ad imitare Valve, e non solo in ambito PC, ma anche su console. Sono tutte comodità che oggi diamo per scontato e che esigiamo, ma che, probabilmente, non sarebbero mai diventate uno standard se non fosse stato per il successo di Steam, e, prima ancora, di Half-Life 2. Se il gioco non avesse venduto così tanto, Valve non avrebbe potuto investire ulteriormente su Steam. Se non avesse investito su Steam, questa sarebbe rimasta una piattaforma limitata. Conseguentemente, non ci sarebbe stato un proliferare così esponenziale di sviluppatori indipendenti, il mercato sarebbe stato ancorato alla distribuzione fisica per molto tempo, ed EA, Ubisoft, Sony e Microsoft non avrebbero cercato di imitarne le funzionalità e i principi di vendita (inclusi i famosi saldi massivi). Non sarebbe lo stesso mondo. O forse sì, magari per mano di qualcun altro. O magari tutti gli sviluppatori avrebbero la loro piattaforma. Chi lo sa.

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Notate nulla di strano?

Infine, parlando di dubbi, c’è il grande interrogativo di tutti i fan: il seguito. Half-Life 2 ha avuto due “espansioni”, ovvero Episode One ed Episode Two. Due giochi stand-alone della durata di poche ore, rilasciati a distanza di un anno l’uno dall’altro, che portavano avanti la trama del titolo originale. Si sarebbe dovuto tutto concludere con Episode Three, ma dopo diversi rimandi se ne sono perse le traccie. A oggi, nessuno ha idea se uscirà mai, e le voci dicono che sia stato abbandonato in favore di un seguito vero e proprio – sul quale però non c’è nessuna notizia ufficiale, se non qualche presunto artwork e presunti loghi, alcuni dei quali diffusi da Valve stessa ma senza alcuna comunicazione in merito, creando sempre maggiore tensione e attesa. Come fan, auspichiamo che l’occasione del decimo anniversario possa portare qualche novità, ma non è sicuramente qualcosa sul quale scommetteremmo.
Ciò che possiamo fare è concederci una certezza: il piacere di rivivere l’esperienza di dieci anni fa. Da ieri, migliaia di persone hanno ricominciato Half-Life 2, e chi vi scrive ha passato l’intera nottata a finire il gioco e seguire altri fare altrettanto in streaming

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Buon decimo anniversario a tutti.

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