Heavy Rain – Anteprima Heavy Rain

Quantic Dreams continua nella sua strada

Heavy Rain è il nuovo titolo di Quantic Dreams, studio famoso per il suo affascinante Fahrenheit. David Cage, il "papà" di questi titoli, è fortemente convinto dell’importanza del legame emotivo tra avatar e giocatore. Per questo, i suoi videogiochi sono, sostanzialmente, film in cui è possibile operare delle scelte. Egli è un accanito sostenitore della potenza emotiva veicolabile dai videogiochi. Con questo non significa che staremo sempre a guardare, anzi, ma che in alcune situazioni, probabilmente troppo complesse per essere gestibili a livello di gameplay tradizionale, saremo chiamati a premere un certo tasto al giusto momento e, in base a questo, il resto della trama si svilupperà in un modo, piuttosto che in un altro. Ogni tasto corrisponde ad una determinata azione a schermo. Ovviamente, ci saranno dei punti di "ricongiungimento" globale a cui arrivare. E’ chiaro che questo sistema apre ad un lungo dibattito, che chiaramente va lasciato agli utenti, riguardo al medium videoludico stesso ed ai tanto chiaccherati QTE. Quel che è certo, è che Heavy Rain propone un tipo di narravità molto interessante, e più che far leva sulle possibilità tecniche di gameplay, si basa fondamentalmente sulla possibilità di operare delle scelte. Tali scelte, si diramano in una narrazione molto ampia, andando ad influenzare la storia generale.

  

Realismo

Heavy Rain, sviluppato esclusivamente per PS3, propone una grafica estremamente realistica. Questo, a detta dello staff, per favorire l’immedesimazione del giocatore: è più facile interfacciarsi con ciò che è simile alla realtà. In questo senso, Heavy Rain è totalmente plausibile. Per quanto visto fino ad oggi, non ci sono scene impossibili nè alieni misteriosi: si può parlare di una trama complessa (tantissimi i dialoghi) ma puramente di stampo realista. Enorme è l’enfasi posta sui personaggi, i visi e le loro espressioni. Se nel videogioco classico l’allacciamento tra trama e gameplay è spesso dettato dai dialoghi e dalle cut-scenes, metodo cinematografico di gratificazione, Heavy Rain cerca di fondere totalmente questi due aspetti, facendo leva sulle possibilità di scelta, creando una vera e proprioa "narrazione videoludica". Intendiamoci: anche uno Zelda qualsiasi crea una narrazione nell’istante in cui il giocatore decide di tornare a visitare il villaggio di partenza invece che proseguire sulla via designata, ma Heavy Rain cerca di prevedere uno sviluppo vero e proprio per ogni scelta fatta. Il punto è che, ovviamente, la storia, di fatto, è sempre già scritta e preparata nel gioco, pertanto nonostante il replay value sia sicuramente elevato, non aspettatevi di poter veramente decidere liberamente il corso degli eventi. Ma questi sono ostacoli tecnologici insormontabili, almeno per il momento. Lo scopo di Heavy Rain resta la creazione di una storia interessante e coinvolgente, in cui sia possibile immedesimarsi effettuando nel modo più personale possibile dei cambiamenti. Il vero confine del gameplay è dato dalla libertà limitata a livello di interazione: se per gli autori non ha senso che sia possibile saltare sul letto, non ti sarà permesso farlo. Pur essendo questo vero un po’ per ogni videogioco, in questo caso le opzioni in questo senso sono abbastanza limitate. Quello che è fuori dal contesto o dalla "normalità" spesso non sarà accessibile. Nonostante ciò, gli autori promettono di fare in modo che si crei una forte empatia con il personaggio, la giovane protagonista, che i giocatori una volta immersi saranno concentrati e impegnati nelle loro decisioni. 

 


Gameplay

Va detto che il tentativo di cambiamento di Heavy Rain si esprime anche nelle modalità di fruizione. Non aspettatevi, infatti, di camminare regolarmente con gli stick all’interno delle stanze. L’assegnazione dei tasti è divisa tra la possibilità di usare le braccia, di camminare genericamente, di guardarsi attorno e altre scelte situazionali. E’ difficile dire quanto questa scelta sia azzardata e quanto sia efficace, ma siamo sicuri che siano stati fatti tutti i test necessari per verificarne la facilità di interazione. Ora, la palla passerà ai giocatori. Un primo video di gameplay è apparso tempo fa in internet ed ha lasciato presagire che si tratterà di una avventura abbastanza impegnata e matura, tra crimini e mistero. Il senso cinematografico è fortemente espresso in ogni tipo: persino dividendo le visuali sullo schermo, inquadrando da una parte le nostre azioni e dall’altra quelle dell’uomo che ci cerca. A ricordare che nei videogiochi, ce lo possiamo anche permettere. Un’esperienza affascinante, che si scontrerà contro le opinioni del pubblico e della critica più per il suo gameplay particolare (Quick Time Events sempre compresi) che per il suo stampo cinematografico.

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