Hour of Victory – Recensione Hour of Victory

Dall’esclusiva xbox al pc

Nell’estate scorsa, quella del 2007, la Midway portava sul mercato l’esclusiva per Xbox360 di Hour of Victory: la seconda guerra mondiale vista dagli occhi degli inglesi. A distanza di pochi mesi la stessa casa di distribuzione regala lo sparatutto ultimo anche alla consolle madre in casa Microsoft. Lasciando alcuni segni di provenienza dell’Xbox nel sistema di multiplayer, il gioco mantiene gli stessi standard senza migliorarsi e senza peggiorarsi, ma permettendo anche ai non possessori di Xbox ma amanti della Microsoft di poter seguire in prima persone le vicende della lotta del mondo contro il nazismo, partendo da Al Shatar per proseguire.

Al Shatar, mondo fasullo

La vostra storia inizia nei panni di tre diversi personaggi, che potrete cambiare ad ogni game over o alla fine di ogni missione: Il comandante Ross, il tiratore scelto Bull e il soldato Tagger. Il Comandante Ross fa parte delle forze speciali SAS, un uomo forte e resistente, che ama le armi pesanti e che sa destreggiarsi molto bene anche nel corpo a corpo: combattere con lui significa poter subire qualche colpo in più prima di morire. Il ranger Bull è un tiratore scelto, e in quanto tale sa trattenere il suo respiro o dosarlo per bene, in modo tale da rimanere immobile ogni qualvolta punta il proprio fucile di precisione contro il nemico; col suo uncino può arpionarsi ad ogni tettoia, anche le più alte, e col suo forte salto più arrivare su tutte le sporgenze che gli permettano di prendere meglio la mira e colpire in piena fronte il proprio avversario. Infine l’incognito Tagger è un operativo OSS, un uomo abituato alle azioni di copertura, specializzato nel distruggere cancelli, aprire serrature e tagliare filo spinato: la sua arma preferita è lo Sten Mklls silenziato, che gli permette di agire nel silenzio e indisturbato. La nostra vicenda inizia con i soldati appena citati che ricevono una lettera dalle forze maggiori: il loro compito è di liberare le loro basi dall’arrivo dei tedeschi. Al Shatar, questa base appositamente inventata per la trama di Hour of Victory, è il primo obiettivo delle forze naziste e il vostro compito sarà quello di liberare la strada dall’imminente minaccia Hitleriana.

I mille modi per uccidere le Schutzstaffel

Anche se nelle descrizioni ognuno dei tre soldati predilige una determinata arma, tutti e tre potranno usare quella che preferite. Ovviamente le armi di partenza saranno diverse, e il tiratore scelto Bull si troverà con un fucile tra le mani, mentre Ross con un mitragliatore pronto a scaricare quanto più piombo sul nemico. Tutte le armi hanno diversa potenza e diverso tempo di caricamento, ad esempio Bull ci impiega molto a ricaricare il suo fucile, e una scarica di colpi sarebbe impossibile da effettuare. Per fortuna, uccidendo i vari nemici che troverete sul percorso, in questo caso i tedeschi, potrete raccogliere le armi che lasceranno cadere premendo il tasto F: il tasto Y cambia da arma primaria ad arma secondaria (che per tutti e tre all’inizio è una pistola a pochi colpi e dalla scarsa precisione, ma alta potenza); col tasto C il vostro soldato scelto si potrà accasciare e nascondersi dietro delle casse, delle piccole trincee o quant’altro troverete nel percorso, e se vi dimenticate cosa dovete fare vi basterà premere il tasto O per avere una delucidazione generale. Il vostro movimento può essere effettuato sia con le frecce direzionali che con i soliti tasti letterali quali W A S e D; con Q e E il vostro soldato si accosterà verso sinistra o destra e, infine, col tasto sinistro del mouse, il cui movimento bilancerà la telecamera, vi permetterà di fare fuoco; il tasto destro invece servirà a mettere la vostra arma in posizione diversa, per uno zoom più preciso: nel caso di un fucile di precisione vedrete comparire il mirino vero e proprio per poter sparare più facilmente nel punto desiderato del corpo del vostro nemico.

I tedeschi vestono di verde

Si tratta di un lavoro eseguito piuttosto bene per Hour of Victory, una grafica dettagliata e dei personaggi con dei movimenti poco meccanici e ben strutturati: non ci sono rallentamenti nell’azione e anche le più grandi esplosioni riescono a tenere fluido il motore grafico. Per quanto riguarda il doppiaggio si ha una buona interpretazione degli attori inglesi, seguita dai sottotitoli in italiano che però mancano negli intermezzi di panico durante piccoli filmati di esplosioni e movimenti bruschi: sarebbe stato interessante comprendere a meglio le urla e le imprecazioni o anche lo slang usato in quei frangenti. La situazione generale degli ambienti è notevole, e nelle prime occasioni, particolarmente a Al Shatar, noteremo dei veri e propri territori dilaniati dalla guerra, con le bombe che lasceranno tutto il fumo possibile dopo aver distrutto quello che capiterà sotto i loro piedi. Il cielo è grigio, sporco, e gli aerei sparano con molta foga sui soldati di terra: la guerra è giunta a casa vostra.

La caduta di Hitler

La Seconda Guerra Mondiale è stata trita e ritrita come argomento videoludico, a partire dalla serie di Call of Duty, che nei primi tre capitoli si è destreggiato nelle varie vicende della guerra contro il nazismo. Ora con Hour of Victory, allontanandosi dagli americani e vestendo i panni degli inglesi, ci si aspettava qualcosa di peggio, visto che nel genere molti si sono impegnati per scrivere i propri nomi nelle colossali produzioni videoludiche. La produzione Midway però riceve la giusta marcia in più dal motore grafico e dal comparto tecnico, ma perde un po’ nel sistema dei personaggi: la divisione a tre è solo un mero tentativo di ricordare le serie che mettevano a disposizione diverse varianti, ma qui si parla di tre personaggi che confluiscono nelle stesse uniche capacità, quindi la possibilità di avere tra le proprie dita un colonello, un tiratore scelto o un incognito, diventa solo un divertimento mero legato all’immagine. Tutto sommato rappresenta un bel lavoro però, e, aiutato anche dal prezzo di listino, Hour of Victory si riserva un posto in cima al genere sparatutto ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale. Hitler aspetta solo il vostro proiettile per cadere.

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