I Am Alive – Recensione I Am Alive

I Am Alive fu un gioco che a suo tempo suscitò attese nei videogiocatori proponendosi come titolo pronto ad offrire un’originale esperienza di sopravvivenza. A distanza di qualche mese, dopo essere stato giocato dagli utenti console, il gioco arriva anche su PC. Scopriamo dunque se le attese erano ben riposte.


Catastrofe attorno a noi

Una delle cose che contribuiscono a rendere accattivante l’idea di un titolo come I Am Alive, è senz’altro l’ambientazione che fa da sfondo alle nostre vicende. Il giocatore si dovrà cimentare nell’impresa di sopravvivere tra le rovine della città di Haventon, sconvolta da più di un anno da terribili terremoti e tempeste di sabbia e polveri. A livello concettuale gli sviluppatori di Ubisoft Shangai non sbagliano il colpo, offrendo ai giocatori un contesto dalle origini volutamente imprecisate del quale si sa ben poco l’evoluzione. Tale contesto riesce a trasmettere al giocatore l’idea che l’unica cosa importante sia sopravvivere e riuscire nel contempo a raggiungere il personale obiettivo del personaggio che impersoneremo. Il nostro protagonista ha infatti percorso un lungo viaggio per arrivare ad Haventon allo scopo di poter ritrovare sua moglie e sua figlia, ma dopo una catastrofe del genere sarà impossibile potersi concentrare su ciò senza dover avere a che fare con macerie, sciacallaggio, miseria e mancanza di cibo e risorse. Tutte queste premesse hanno contribuito in passato a far crescere attorno a queste gioco diverse attese, ma quest’ultime non verranno ripagate in pieno.

Sabbie e arrampicate (ma non è Prince of Persia) 

Subito dopo aver preso familiarità con l’ambientazione, si nota fin dai primi istanti come pochi aspetti finiscano per monopolizzare la nostra esperienza con questo titolo, rendendo la nostra esperienza survival confinata  su binari precisi. Via via che prenderemo familiarità con i comandi, noteremo come l’ambientazione sia modellata per tracciare degli ovvi percorsi, nei quali il nostro protagonista dovrà dare fondo alle sue abilità per arrampicarsi e aggrapparsi, balzando tra travi e resti di edifici in rovina. Quest’aspetto sarà talmente evidente nei primi minuti di gioco, che ciò ci farà comprendere quanto l’esperienza survival sia decisamente meno complessa di quanto ci si potesse aspettare, e nello specifico, quanto ogni meccanica legata alla sopravvivenza sia ingabbiata in precisi schemi ripetitivi. L’aspetto che richiamerà maggiormente alla sopravvivenza durante le nostre scalate, sarà la meccanica inerente la fatica, infatti il nostro protagonista si stancherà nello stare aggrappato ad una parete, e correre e saltare farà perdere ancor più energie. Il rischio sarà quello di cadere nel vuoto a causa della stanchezza, costringendoci così a dare fondo alle nostre forze di riserva, riducendo la nostra resistenza complessiva che potremo ripristinare grazie cibi, medicine e bevande che troveremo tra le rovine della città. Detto così sembra divertente, peccato che il gioco offrendoci binari precisi con sempre lo stesso schema finisca per essere ripetitivo.

Fermi, mani in alto

Parlando di ripetitività, il gioco non si limita ad offrirci lo stesso schema unicamente nelle fasi d’esplorazione, infatti noteremo come anche nelle poche altre meccaniche del gioco, le azioni del giocatore finiscano per ricadere in una serie di azioni precise. Ci riferiamo alle fasi di combattimento che si ridurranno all’incappare nel solito gruppetto di sciacalli pronti a intimidirci circondando il nostro protagonista. Potremo scegliere se temporeggiare per attaccare a sorpresa oppure attaccare subito, ma quest’ultima opzione sarà sempre la meno consigliata a causa delle munizioni limitate, dovremo dunque agire sempre secondo lo stesso schema: far avvicinare a noi chi è armato di pistola tenendo le mani alzate, tagliargli la gola a sorpresa guadagnandoci un proiettile da utilizzare prontamente contro un suo compagno con arma da fuoco, potendo così minacciare i nemici rimasti. Potremo intimidirli per un po’ con la nostra pistola finchè non si accorgeranno della nostra mancanza di munizioni ed è per questo che dovremo sfruttare l’ambiente circostante cercando di spingere gli avversari giù da un precipizio o su un fuoco.  Fondamentalmente lo schema sarà sempre questo e, tranne per rarissime occasioni, sarà sempre e solo questo l’ordine in cui dovremo agire.

 

Polveri sottili

Un altro elemento fondamentale di questo titolo, che ha vaghi richiami survival, ma che rientra sempre nello schema suddetto, è la presenza di perenni polveri nocive sul livello delle strade della città: quest’ultime ci faranno perdere costantemente le energie causandoci potenzialmente la morte, l’unico modo per riprenderle senza dover utilizzare oggetti sarà quelli di scalare le macerie per arrivare in un punto rialzato libero dalle polveri. Lo scopo di quest’elemento è aumentare il senso di sfida nel giocatore, che rallentato dalle polveri, dovrà spendere molto più tempo per esplorare la piccola area di gioco, al fine di trovare sopravvissuti ed oggetti che potranno aiutarlo nella sua avventura. Le polveri non solo ci daranno l’illusione che l’area di gioco sia più grande di quel che è, ma saranno talmente fitte da limitare la visibilità enormemente. Quest’espediente permette di notare meno la mancanza di particolari dettagli grafici. Infatti, nonostante la grafica sia leggera e a tratti gradevole, si rivela dettagliata soltanto su pochi elementi, mentre la maggior parte dell’ambiente e dei personaggi rimangono poveri di dettagli, in particolare i sopravvissuti e i banditi che incontreremo avranno quasi sempre gli stessi volti e gli stessi abiti.

 

Crisi d’identità

Dopo aver compreso le meccaniche del gioco, diviene sempre più difficile poter considerare I Am Alive un titolo principalmente survival. La mancanza di libertà e la ripetitività dello schema d’azione offerto al giocatore portano il gioco ad essere lontano da quella che potrebbe essere considerata un appagante esperienza di sopravvivenza. Il gioco si potrebbe quasi definire un’avventura arcade da completare per battere determinati record ed ottenere così dei migliori punteggi personali. Questa sensazione viene data dalla povertà della storia e degli ambienti. Le origini della catastrofe rimangono ignote per il giocatore e, come abbiamo già detto, questa è stata una valida scelta stilistica da parte degli sviluppatori; tuttavia tutto viene vanificato con la piattezza e la linearità della storia e delle vicende che il nostro protagonista dovrà affrontare, che finiscono per essere solo un pretesto per giustificare gli obiettivi che il giocatore dovrà raggiungere. A peggiorare il tutto è la povertà dell’ambientazione che sembra essere funzionale solo alle meccaniche di gioco, infatti nel nostro tragitto potremo incontrare in diversi luoghi dei sopravvissuti che potremo aiutare dandogli uno dei nostri oggetti (un medikit, del cibo, etc…) ma quest’ultimi saranno dei personaggi anonimi, caratterizzati solo da poche linee di dialogo ripetute al passaggio del giocatore, la cui unica funzione a livello di gameplay sarà quella di donare in cambio dell’oggetto, delle possibilità di ritentare nel caso si muoia troppe volte.  Per chiudere, l’ultimo aspetto è la risicata longevità del gioco, il titolo infatti si potrebbe finire potenzialmente in due o tre ore, con l’obiettivo teorico di essere rigiocato, cosa che però stona con le meccaniche ripetitive e la mancanza di un reale interesse nelle vicende anonime dei personaggi, elementi che non spronano il giocatore a migliorare i propri punteggi ne lo portano a voler scoprire oggetti ed aree segrete.

Conclusione

Nonostante la conversione per PC sia stata ben eseguita, i comandi ricordano ancora molto quelli della versione console e la grafica non ha particolari attrattive in questa versione PC. Trascendendo ciò, il limite del titolo è quello di essere eccessivamente indirizzato su binari precisi di gameplay, rendendolo tutt’altro che una divertente esperienza survival; d’altra parte anche dal punta di vista dell’avventura e della sfida non riesce a lasciare il segno a causa della longevità limitata e della ripetitività.

Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento