Il fenomeno Hearthstone

È passato pochissimo tempo dall’inizio del closed beta di Hearthstone e da quel momento il mondo videoludico è impazzito. Tutti sono alla ricerca di una beta key e dal momento che Blizzard ne ha distribuite pochissime, i pochi che hanno avuto la fortuna di averne una hanno pensato bene di metterle in vendita. Le keys sono arrivate a costare fino a duecento dollari, per un gioco che quando sarà ufficialmente lanciato sarà free-to-play. Nonostante il ridotto numero di keys disponibile, comunque, molti famosi streamers di vari giochi ne hanno ottenuta una, in un modo o nell’altro. Girando tra i vari canali su Twich TV, mi sono sorpreso di come tutti giochino a Hearthstone, anche e sopratutto mentre giocano ad altro: durante la coda e il pick dei champions su League of Legends, tra un respawn e l’altro negli sparatutto, addirittura mentre giocano a Starcraft II. Hearthstone è veramente un fenomeno di massa.

 

 

Mi sono chiesto perciò cosa lo rende tanto affascinante. Ci ho giocato a lungo, perdendo anche numerose ore di sonno, ma non sono stato in grado di trovare qualcosa che lo rendesse così tanto divertente e soddisfacente, né una o più caratteristiche così tanto originali da muovere masse di gamers. Ok, in effetti l’arena è divertente. Draftare le carte con cui costruire un mazzo è stimolante per sua stessa natura, mette alla prova le proprie abilità di deckbuilder contro altra gente e vincere contro altre persone con un mazzo creato dal nulla è sempre soddisfacente. Ma a parte questa unica nota, non ha niente di speciale. Al massimo la grafica, più precisamente le animazioni e la scorrevolezza. Ma questo è ovvio quando hai le risorse della Blizzard, per cui non ci ho dato peso più di tanto. E va bene anche che, essendo un gioco basato su World of Warcraft, i milioni di giocatori di WoW aspettassero questo titolo spasmodicamente. Ma quando si va a esaminare il gamplay, ci si rende subito conto di quanto questo gioco sia non povero, ma come minimo semplificato. È un dTCG estremamente semplificato.

 

 

Partiamo dal deck building. L’essere vincolato all’eroe nella creazione del mazzo, comporta un’estrema limitatezza delle carte giocabili, che per forza di cose saranno più o meno sempre le stesse. È difficile che in un match tra due mazzi che hanno lo stesso eroe, si giochino carte tanto diverse. Probabilmente non vale nemmeno l’obiezione che molti faranno a ciò che ho appena scritto, cioè “si ok, ma è appena uscito quindi ci sono poche carte”. È vero, è appena uscito, ma il modo in cui è stato strutturato da degli indizi evidenti. La maggior parte delle carte appartenenti alla singola classe sono carte “utilities”, cioè carte che caratterizzano la classe con un tipo preciso di strategia. Ciò significa che più o meno la strategia sarà sempre la stessa, e semplicemente si utilizzeranno le carte più forti perché quella strategia sia efficace. L’unico modo di caratterizzare il proprio mazzo è con le carte neutre, ma anche qui, finché non si hanno abbastanza risorse per craftarsi un mazzo intero, conviene creare cinque o sei carte rare particolarmente efficienti che andremo a mettere in tutti i mazzi. Queste carte saranno scelte obbligate più o meno per tutti e quindi abbiamo ancora poca libertà di personalizzazione. È ovvio che si può scegliere di fare anche diversamente e magari creare una serie di carte comuni o affidarsi alle bustine, però per la mia esperienza consiglierei di non farlo.

 

 

Anche quello delle risorse è un meccanismo che non ho apprezzato particolarmente. Accumulare oro per comprare bustine o partecipare a un’arena è un percorso lungo e faticoso. Ci sono pochi modi per guadagnarlo: dopo cinque vittorie in PvP o con delle quest settimanali o come premio dopo le arene. In tutti i casi se ne guadagna comunque poco, a fronte di un costo relativamente elevato per partecipare alle arene. Sconsiglio vivamente di comprare bustine. Costano cento golds, mentre un’arena ne costa centocinquanta e garantisce come minimo una bustina.

L’altra risorsa è l’arcane dust che serve a creare le carte. L’unico modo per ottenerlo è come ricompensa dopo le arene o disincantando le proprie carte. Inutile dire che non si ha mai abbastanza dust.

 

 

Tutte queste cose possono piacere o non piacere, si tratta di gusti. Ma ciò che più mi ha fatto pensare è il gamplay. Come dicevo, Hearthstone è un dTCG semplificato e come tale è un gioco semplice. Estremamente semplice. È facile da capire e da imparare. Non ha meccaniche complesse e le scelte più difficili si limitano alla scelta dell’ordine con cui eliminare i bersagli. Se si riesce a costruire un vantaggio carte nel corso dei turni, si ha in mano la partita. Ribaltare la situazione è estremamente difficile. Quello che mi ha dato da pensare è che la chiave del successo di Hearthstone potrebbe stare proprio in questa disarmante semplicità nel suo gamplay. Ho giocato a molti dTCG e ce ne sono diversi migliori di questo, ma con la sua uscita, molti degli altri giochi ne hanno risentito, chi più e chi meno.

 

Così ho fatto un altro tipo di ragionamento. Pensiamo al dTCG come un e-sport. È possibile che un gioco come Hearthstone, sicuramente carino ma secondo il mio punto di vista più un casual game che un vero dTCG, possa avere la meglio su altri titoli più validi?

Il fatto che sia della Blizzard e che sia basato su WoW è un enorme punto a suo favore in questo senso. Non ha nemmeno bisogno di tanta pubblicità per accaparrarsi una grossa fetta di giocatori. D’altra parte però, molti di questi giocatori saranno probabilmente dei giocatori di WoW, gente che altrimenti nemmeno prenderebbe in considerazione di giocare a un gioco di carte e che scopre questo mondo grazie a Hearstone. Quello che cerco di capire è se questo gioco sia un punto d’inizio o di arrivo. La gente inizierà ad apprezzare di più i dTCG perché Hearstone va di moda ed è famoso, ma si fermerà lì? Oppure inizierà a cercare qualcosa di più stimolante e Hearstone diventerà il trampolino di lancio per tutti gli altri giochi fatti da produzioni molto più piccole della Blizzard e che fanno fatica ad affermarsi?

 

Ovviamente spero di più nella seconda opzione. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi, se avete dei punti di vista differenti o se la vedete come me, perciò scrivete, commentate, fate voi.

 

Se non l’avete ancora fatto, leggete il nostro hands-on di Hearthstone QUI.

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