Il metagaming nei mmorpg

Oggi analizziamo un altro concetto fondamentale per il mondo dei Mmorpg. Dopo il sandbox, trattato velocemente in un altro articolo, il meta-gaming è ciò che differenzia i Mmorpg da un semplice gioco online o da un gioco single player, poichè presente in centinaia di forme e in maniera molto più massiccia rispetto ai videogiochi classici.

Vediamo quindi che cos’è questo meta-gaming. Si definisce come meta-gaming tutto ciò che riguarda il gioco, fuori dal gioco. Il meta-gaming, prima dell’avvento di internet, era scambiarsi i trucchi presi sulle riviste con gli amici , discutere della strategia migliore per completare un tale gioco, leggersi le riviste stesse o ancora scambiare le figurine in cambio del pokemon che vi mancava. Parliamo di tutto ciò che inizia quando il gioco si spegne e che, soprattutto, non è controllabile dagli sviluppatori. Dubito che alla Nintendo avessero potuto immaginare che esportando Pokemon in Italia, un Omanyte potesse venire scambiato per Totti e Giannichedda.

Con l’avvento di Internet, il videogiocatore, tendenzialmente geek, iniziò a sviluppare nuove forme di meta-gaming. Discutere sui forum, creare comunità dedicate ai giochi, produrre materiale amatoriale come fanfic o traduzioni e mille altre cose che tutti conosciamo.

Veniamo ora a quello che più ci interessa, ovvero il meta-gaming nei Mmorpg. Per le caratteristiche e le dinamiche dei Mmorpg, era impensabile limitare l’aspetto sociale ed economico all’interno del client di gioco.

Per client in questo caso si intendono le pure meccaniche di gioco perchè, a differenza dei single player, il client stesso  offre metodi di interazione quali chat, forum, messenger integrati e tanto altro. Perciò il meta-gaming diventa tutto ciò che non è puramente gioco in sè. Meta-gaming diventa organizzarsi con la gilda per fare un’istanza, creare fitti intrecci politici, fondare alleanze, complottare alle spalle di un avversario per destabilizzare il suo potere, creare una catena di montaggio per produrre efficientemente oggetti, vendere gli stessi tramite annunci in gioco o sul forum. Rimane quindi come definizione di meta-gaming il fatto che non sia prevedibile dagli sviluppatori.

Vediamo quindi di ridefinirlo meglio: il meta-gaming sono tutte le interazioni rivolte al gioco per cui gli sviluppatori non hanno fornito i mezzi necessari. Faccio un esempio: se il vostro gioco preferito con pvp libero non consente di allearvi ufficialmente con una gilda, sarete liberi di attaccare tutti i suoi membri perchè il gioco non vi impone limitazioni. Il meta-gaming sta nell’accordarvi con tutti i vostri membri di gilda per non attaccarli ed aspettarsi lo stesso dagli altri. Non è più meta-gaming se nel gioco vi è un’opzione in grado di impedirvi di colpire membri della gilda alleata finchè è dichiarata in questo modo.

Ne nascono quindi nuovi risvolti a livello di gioco e a livello sociale. Il meta-gaming dà coinvolgimento, dà profondità al gioco, ne è l’anima. Al contrario, un eccesso nella mancanza dei mezzi d’interazione può portare frustrazione. Contattare i capi della gilda avversaria per coalizzarsi segretamente contro una terza gilda è divertente, dover rincorrere ogni tuo singolo gildano perchè si ostina ad uccidere alleati è noioso.

Il metagaming, come detto, non è pianificabile dagli sviluppatori ma è una componente che si può incentivare in vari modi, cosa che troppe software house ignorano. Molto spesso, con colpi di fortuna, i giocatori creano spontaneamente dei modi di giocare molto diversi da quelli intesi dai developers, ma sicuramente più divertenti. Se in un gioco prende piede la moda di fare tornei organizzati, anche se non è implementato alcun tipo di arena, ladder o altro, basteranno i duelli diretti per far divertire i player. E’ ovvio che con un’arena, i player faranno sicuramente più pvp, ma la magia del meta-gaming è vedere i giocatori arrangiarsi con quello che hanno. Coglierne la profondità e talvolta la tristezza (a seconda delle situazioni) non è certamente semplice, ma per tutti gli appassionati di filosofia o di sociologia, potrà apparire come qualcosa di profondamente significativo. Siccome non è mia intenzione stimolare riflessioni sulla triste condizione umana, ma solamente sulla triste condizione dei mmorpg-player, direi di passare oltre.

Come appena accennato, il meta-gaming ha anche degli aspetti fortemente negativi. Prendiamo un gioco PvE in cui sono implementate le arene o altre forme di proto-pvp. E’ ovvio che il pvp non potrà avere lo spessore di un gioco con un PvP valido e completo. I player di questo gioco PvE inizieranno però ad organizzarsi per compensare la noiosità del PvP: tornei, grandi seghe mentali sui forum per discutere se è meglio prendere o no quella skill nel caso si affronti un Mago Nano o un Paladino Elfo. Perchè questo è negativo? Perchè molti di quelli che inizieranno a scoprire i Mmorpg partendo da quel gioco, penseranno che quel PvP, pur divertente a suon di meta-gaming appunto, sia lo standard per i Mmorpg. Ignora che i giochi PvP abbiano uno spessore maggiore, probabilmente meno farm e sicuramente molte più skill e personalizzazioni rispetto alle 3 skill su cui dibattono su tutti i forum del gioco PvE. A me suscita gran tristezza il ragazzino quattordicenne sveglio ed intelligente che farma decine e decine di ore l’equip per andare a combattere perchè non sa che esiste il gioco PvP in cui in una ventina di ore puoi iniziare a combattere con un personaggio molto più dettagliato e personalizzato.

In questo senso il meta-gaming mette delle pezze dove mancano i contenuti, col rischio di far apparire completo un gioco che oggettivamente non lo è. Sul momento sarà sicuramente divertente, ma appena scoprirete che in realtà il gioco è una porcheria, vi direte: "Perdincibacco, che persona poco fortunata sono stata a rimanere su un gioco così poco interessante, i cui sviluppatori hanno madri  disinibite". Le volte che ho assistito a scene come questa in TeamSpeak, le parole non son state esattamente le stesse, ma il concetto si, soprattutto le considerazioni sulle madri degli sviluppatori.

Un altro aspetto del meta-gaming, anch’esso deleterio, è la compravendita di materiale in gioco, leveling e compravendita di account . Oltre ad essere illegale e perseguibile per legge, è però un buon indice della qualità del gioco. Se in un gioco prolifera questo tipo di mercato, significa che le fasi noiose di farming e grind sono lunghe comparate alle altre e di conseguenza ci si può fare un’idea dell’effettivo bilanciamento del gioco ancor prima di iniziare. In un gioco in cui farmare serve a poco e c’è tanto gioco "pieno", i gold sellers venderanno poco o niente e a prezzi alti (Shadowbane/Warhammer) mentre nei giochi lenti e farmosi vi sarà molta più offerta, più competizione e ovviamente tanti guadagni per i venditori (WoW, Lineage 2). E’ ovvio che nel primo caso nessuno ricorrerebbe ad un gold seller proprio perchè inutile, e se è inutile o il gioco è totalmente sbilanciato e si fa più gold di quel che serve, oppure il farming è una componente estremamente marginale. In entrambi i casi il gioco sarà probabilmente meglio di un qualsiasi titolo degnato di grandi attenzioni dalle aziende cinesi.

Spero ancora una volta di essermi reso utile spiegando un altro aspetto fondamentale del videomondo che ci circonda e mi auguro che questi miei articoli riescano  a farvi diventare un po’ più critici nei confonti di ciò che giocate. Perchè voi valete…
 

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