Il sandbox: cosa, come e perchè

Sandbox, una parola che di recente si sente nominare spesso, ma di cui molti ignorano il significato e le origini. Vediamo quindi di provare a fare un po’ di chiarezza e definire con precisione che cos’è il sandboxing in ambito videoludico e in particolare nei mmorpg.


Le Origini

In italiano si potrebbe tradurre come "sabbiera" e la parola, inizialmente, era utilizzata per identificare il classico recinto pieno di sabbia in cui i bambini giocano con formine e secchiello.

In ambito informatico si iniziò a definire come sandbox, un ambiente di test in cui fosse possibile andare a provare tutte le diverse caratteristiche di un’applicazione in modo veloce, senza dover passare per le interfacce e le limitazioni imposte agli utenti finali.

Questo modo di lavorare era presente anche nello sviluppo dei videogiochi, che avevano ambienti di test liberi in cui il tester poteva sbizzarrirsi e provare le diverse interazioni del personaggio con ciò che lo circonda, in modo da verificare eventuali problemi. Si decise di integrare questi luoghi particolari nel gioco finale, un po’ come veniva fatto con gli editor di mappe, per aggiungere maggior longevità al gioco e permettere al giocatore di provare attività che sarebbero risultate complicate durante una sessione normale. Gli esempi sono innumerevoli ma ricordiamo, ad esempio, il livello sandbox di Black and White, le sessioni di Training di vari picchiaduro o circuiti speciali per giochi di corse, snowboard, skate ecc. ecc.

L’ultimo passo fu iniziare a sviluppare giochi con un’impostazione aperta, slegata da trama e costrizioni, già presente sicuramente in passato, ma che sta diventando man mano più conscia e preponderante. Un gioco sandbox è quello che non ti dà una o più strade tra cui scegliere, come i giochi normali, ma ti permette di crearla integralmente. Fu così che, con il tempo, si iniziarono ad identificare tutti i titoli con queste caratteristiche marcandoli come "sandbox games" e a sviluppare nuovi videogames con ben chiara questa mentalità. C’è da dire che quasi sempre si sono dimostrati titoli di nicchia, a parte pochi rari casi come il recente Little Big Planet.


Il sandbox nei mmorpg

Nei mmorpg, il concetto di sandbox è decisamente più complesso, o perlomeno se ne possono definire abbastanza bene i contorni e le caratteristiche, perciò ci appare come un argomento decisamente vasto. Tentiamo quindi di evidenziarne i punti salienti e dare un’idea chiara di cosa stiamo trattando.

Innanzitutto c’è da dire che per molti, me compreso, il concetto stesso di mmorpg è sandbox. Questo genere è interazione pura e gli Mmorpg dovrebbero essere prodotti in questo modo. Purtroppo non è così. Per capire questo conflitto di attribuzioni, bisogna risalire all’inizio della storia dei giochi di ruolo online e capire il perchè vengano chiamati così questi due tipi di prodotto molto differenti.

Senza scendere troppo nel dettaglio, per non risvegliare la nostalgia dei più anziani di voi, possiamo dire che tra il 1996 e il 2000, si era configurata una situazione in cui due tipi di gioco, profondamente differenti, reclamavano la definizione di Mmorpg, pur non avendo quasi nulla in comune uno con l’altro. Questi due "filoni" oggi vengono chiamati Mmorpg Sandbox e Mmorpg Theme Park. Sebbene nella pratica le differenze strutturali siano tantissime, nella teoria la distizione si può ricondurre ad un solo punto: i Sandbox puntano a dare gli strumenti ai giocatori per interagire tra loro e con il mondo di gioco, mentre i Theme Park, come dice il nome, vogliono che il gioco conduca per mano il player dall’inizio alla fine, facendo visitare tutto ciò che gli sviluppatori hanno preparato per loro.


Le caratteristiche del sandbox

Nella teoria l’idea suprema di sandbox in un mmorpg, sarebbero i mondi virtuali come Second Life, There, Whirled o Metaplace, in cui tutti possono fare tutto. L’unica discriminante è la capacità intellettiva e le conoscenze di ognuno. Peccato che vengano a mancare tanti tratti tipici di un gioco di ruolo online, quelli che sono in grado di dare un’esperienza immersiva e coerente.

Nella pratica però gli sviluppatori, i pochi coraggiosi che percorrono la strada del sandbox, hanno ideato numerosi stratagemmi per tendere sempre di più all’obiettivo dell’interattività completa, integrata con una dose di sano divertimento. Vediamo quindi le caratteristiche minime necessarie per poter definire un mmorpg sandbox.

In primis il controllo territoriale: implementabile in vari modi, un esempio è centuplicare le possibilità di interazione tra player. Si accompagna ad assedi, meccaniche di gestione e costruzione, bonus e strutture sociali.

Il crafting: creare i propri oggetti è fondamentale e personalizzarli lo è ancora di più. L’apice si raggiunge nei giochi in cui è possibile customizzare anche visivamente gli arnesi alla costruzione, scegliendo i materiali con cui produrlo, con la necessità di sperimentare per scoprire nuove combinazioni.

Libertà d’interazione: Non c’è libertà d’azione se non si possono compiere gli atti che desideriamo. Uccidere, rubare, stordire, baciare, prendere in braccio, polverizzare gli altri giocatori è fondamentale per dar vita a reazioni interattive a catena che tanto fanno amare questo genere di mmorpg.

Possedimenti personali o Housing: La possibilità di occupare una parte del territorio di gioco con qualcosa di nostro è impagabile, che sia una casa, una piantagione, un negozio o un grattacielo poco importa, l’importante è lasciare la propria impronta.

Build libere/skill based: La possibilità di personalizzare il proprio pg sotto ogni aspetto è fondamentale per essere efficaci e differenziarsi. La struttura a classi e livelli mal si presta a questa categoria, a meno di non avere una vasta possibilità di scelta, che fa dimenticare le limitazioni strutturali.

Oltre ai punti sovraelencati, vi sono numerose opzioni che caratterizzano i singoli giochi e che spesso non sono presenti in quasi nessun altro titolo, ma che vanno indubbiamente citati. I maestri in questo campo sono Ultima e Mabinogi. Quest’ultimo permette di comporre le proprie canzoni, scrivere i propri pensieri su foglietti o libri da passare ad altri giocatori, dipingere e tanto altro.


Il sandbox oggi

Sebbene prima del 2004-2005 i giochi in produzione sembravano in equilibrio tra Sandbox e Theme Park, con l’uscita di WoW gli sforzi degli sviluppatori si sono orientati in tutt’altra direzione, e i giochi che avrebbero potuto dare speranze in questo senso, sono stati pesantemente modificati per esigenze commerciali.

Oggi, uno che vuole giocare a un titolo Sandbox, cosa dovrebbe scegliere? Oltre ad un laconico: "Aspettare", i consigli migliori sono: Ultima Online, evergreen della categoria, Eve Online, unico a modo suo, Shadowbane, per chi vuole un gioco duro e spietato e Saga of Ryzom se avete già provato i precedenti. Per chi vuole un gioco, magari non propriamente sandbox, ma con tanta libertà d’azione e interazione: Atlantica Online, Goonzu/Luminary, Dofus.

Ma veniamo al motivo per cui questo articolo è stato scritto, ovvero gli attori della scena mmorpg che hanno riportato in auge questa parola ormai dimenticata. Parlo principalmente di Darkfall, il primo di una lunga serie di titoli estremamente orientati al Sandbox in uscita nell’arco del 2009. Sebbene non sia nè il più promettente, nè il più originale, ha avuto sicuramente il merito di dimostrare che questo ritorno al concept originario ed autentico dei mmorpg può destare l’interesse di molteplici utenti, al contrario della tendenza totalmente opposta avuta dal mercato negli ultimi anni.

Spero di aver chiarito le idee a coloro che ancora non avessero ben presente questo termine e vi rimando a questi due articoli(1 e 2) realizzati da me poco tempo fa, che contengono approfondimenti per quanto riguarda i titoli in uscita.

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