Ion Assault – Recensione Ion Assault

Malinconici ricordi

Quando ancora il videogioco era un passatempo strano e misterioso ed il 2D era un obbligo, non una scelta, la fantasia svolgeva in parte ciò che la grafica non riusciva a compiere. Pac-Man si muoveva rotondeggiante su uno sfondo nero, mangiucchiando qua e là linee colorate molto simili a fantasmini. O ancora, che dire degli sparatutto spaziali a bordo di astronavi, dei quali Space Invaders e Asteroids sono gli esempi più classici? A quei tempi bastavano uno sfondo nero, un’astronave squadrata, omini verdi molto stilizzati e qualche linea per gli asteroidi e la magia poteva prendere forma. Quel che le linee non dicevano, ebbene, lo aggiungeva la fantasia del giocatore.
Ora i tempi sono un po’ cambiati. La tecnologia ha fatto passi da gigante e quelle che prima erano semplici linee sono diventate texture, poligoni ed un mare di effetti speciali da capogiro che non lasciano più nulla all’immaginazione. Eppure l’anima di certi titoli pare non morire mai. Coreplay e Black In. paiono saperlo bene e, avvalendosi del servizio Arcade della bianca console Microsoft, mettono a disposizione dei giocatori Ion Assault, nipote spirituale di quall’Asteroids al quale abbiamo accennato poco più su. Facciamo un tuffo nello spazio profondo e scopriamo assieme di che pasta è fatto questo Ion Assault.

 

 


Materia ed energia

Chi non conosce la famosa formuletta Einsteiniana E=mc2? Sicuramente pochissimi sono all’oscuro della sua esistenza. Nonostante ciò, sono ancor di meno coloro che ne comprendono a pieno il significato. Per dirla in maniera molto, molto semplice, suddetta formula afferma che l’energia è uguale alla massa per la velocità della luce alla seconda. In termini ancor più semplici, una piccola quantità di materia è in grado di sprigionare un’enorme mole di energia. Ma voi vi starete domandando: cosa c’entra tutto questo con Ion Assault? E’ presto detto.
Pur mantenendo in tutto e per tutto lo schema di gioco dei classici Shooter Multidirezionali (come Asteroids, per intenderci), gli sviluppatori hanno deciso di inserire alcuni elementi originali, e di indubbio gusto, per rendere una formula di gioco non proprio nuovissima al passo con i tempi. Si ritorna dunque al discorso sulla famosa formula di Einstein. Gli sviluppatori hanno infatti deciso di non donare alla nostra astronave nessun’arma convenzionale. Non aspettatevi cannoni al plasma, gutling laser o siluri fotonici, l’arma che saremo costretti ad utilizzare risulta ben più interessante: potremo infatti tramutare la materia, qui sotto forma di pulviscolo spaziale (ion), in energia semplicemente premendo il grilletto sinistro del nostro pad. La nostra astronave inizierà così a tramutare le particelle in energia e più ci insinueremo in parti della mappa dense di Ion, più il colpo finale si rivelerà potente. Rilasciando infine il grilletto, spareremo un raggio energetico di indiscutibile potenza, in grado di fare piazza pulita intorno a noi. Questa idea si rivela il vero fulcro di tutto il gameplay. Proseguendo con i livelli, infatti, otterremo potenziamenti per la nostra arma (che ci permetteranno di acchiappare molta più materia) oppure armi secondarie, come mine ad antimateria o speciali droni d’assalto.
 

 

Tutto il resto pare preso di peso da Asteroids ed i suoi seguiti, previe modifiche ovviamente. Ci ritroveremo in arene spaziali chiuse (diversamente da Asteroids, dove oltrepassare il bordo ci faceva riapparire nel bordo opposto), piene zeppe di asteroidi e altri detriti rocciosi, che andranno distrutti uno per uno. Una volta fatta piazza pulita degli asteroidi, una voce ci informerà dell’avvenuto completamento del "livello" ed un vortice spaziale apparirà al centro del livello per teletrasportarci in quello successivo. Naturalmente, alcune rocce spaziali si dimostreranno più dure di altre e distruggerle ci porterà via parecchio tempo. A questo inconveniente da poco, si aggiungerà anche una scocciatura ben più pericolosa: avversari. Appariranno infatti dei portali spaziali dai quali sbucheranno nemici di tutte le forme e dimensioni. Si andrà dalle piccole astronavette, fastidiose ma facilmente abbattibili, a giganteschi granchi spaziali, passando per serpenti metallici e corazzate dall’enorme potere offensivo. Tra questi spiccheranno alcuni fastidiosi boss di fine quadro, che appariranno alla fine di uno dei 4 schemi di gioco.
Purtroppo, tutto quello appena descritto inizierà a stufare già dai primi schemi. Un sistema arcade semplicissimo, che ha il suo obiettivo nell’accumulo sempre maggiore di punti, si rivelerà dunque limitativo e alla lunga leggermente stancante. Meno male che per risollevare un ritmo davvero alla lunga cedevole ci penseranno tre ulteriori modalità. La prima sarà la modalità in Cooperativa, nella quale, assieme ad un secondo giocatore, si affronteranno gli stessi schemi visti nella modalità in singolo. In questo modo il divertimento si rivela raddoppiato e gli schemi fileranno via in maniera più fluida. Questa è infatti la modalità migliore e quella che regalerà più soddisfazioni. Subito dopo la modalità in cooperativa si avrà quella Versus, chiamata Arena, dove 4 giocatori comanderanno una base spaziale dalla quale far fuoriscire degli squadroni della morte. La terza modalità è la "Harvest", nella quale dovremo sparare la nostra materia dentro un buco nero per avere l’energia da utilizzare.
Queste modalità, specialmente quelle in multiplayer, si riveleranno un vero e proprio toccasana, capaci di risollevare in maniera degna un gameplay a volte sin troppo riduttivo e monotono in singolo, ma che riesce a divertire in maniera diretta e priva di fronzoli. Ultima nota da segnalare è la complessità del gioco. La difficoltà infatti si attesta su ottimi livelli. I casual gamer sono dunque avvisati: molti potrebbero trovare il gameplay frustrante.


I colori dello spazio

Graficamente parlando Ion si rivela abbastanza accattivante. Una visuale dall’alto in due dimensioni sarà arricchita da dei modelli completamente in 3D. Effetti particellari davvero superbi (le particelle di cui ci serviremo sono create davvero ottimamente) e modelli poligonali credibili riusciranno a rapire l’occhio. Peccato che a volte, per l’elevato numero di elementi su schermo, riuscirà difficile comprendere a pieno l’azione di gioco. Ciò capita specialmente quando la nostra navicella, già di per se piccolina, si troverà tra un mucchio di nemici o detriti spaziali in un tripudio impazzito di colori. In questo caso, nemmeno tanto raro, capire cosa accade diverrà davvero arduo. In linea di massima comunque, tra ottimi effetti speciali e colori ispirati (sembra davvero di danzare e sparare dentro qualche nebulosa planetaria) la resa visiva di Ion si rivela di tutto rispetto pur nella sua estrema semplicità.
Dal punti di vista sonoro, invece, siamo nel completo anonimato: le musiche proposte non riescono infatti a stabilirsi nella testa, rimanendo davvero anonime e piatte. Un vero peccato, perchè sarebbe stato bello avere dei sottofondi sonori capaci di invogliare il giocatore all’azione.
 

In conclusione

Ion Assault si rivela un titolo semplice, diretto e stimolante per chi ama la difficoltà. Peccato che in singolo si dimostri sin troppo monotono. Avere accanto un compagno di avventure renderà l’esperienza di gioco molto più accattivante e divertente.
Il gioco in questione è consigliato solo agli amanti del genere degli Shooter Multidirezionali e degli arcade atti a risollevare lo spirito durante una giornata particolarmente noiosa. Tutti gli altri dovrebbero prima provarlo. Anche se il costo non è eccessivo (800 Microsoft Points sono 9.30€) è sempre bene sapere in anticipo cosa si andrà ad acquistare.

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