Kingdom Hearts II – Recensione Kingdom Hearts II

4 anni dopo il più paradossale connubio videoludico torna all’attacco:

Era il lontano 2002 quando la Squaresoft provò un difficile o alquanto paradossale connubio con la Disney, creando Kingdom Hearts, un RPG rivoluzionario su molti punti di vista. Passano 4 anni e quella che nel tempo è diventata la Square-Enix riprova l’unione in campo videoludico con la Disney che aveva portato ad un grande successo 4 anni prima: nasce così Kingdom Hearts II.
L’attesa è stata estenuante ma ciò ha permesso alla Square-Enix di migliorare la qualità del gioco, che non delude le aspettative.

Una nuova vecchia missione per i nostri eroi:

La trama è un continuum del capitolo che fu pubblicato per GBA, Kingdom Hearts Chains of Memories, e prima di impersonare il vero protagonista, ovvero colui che vi ha accompagnati durante il primo capitolo, Sora, dovrete eseguire un “allenamento” nei panni di un altro ragazzo, Roxas, del quale coglierete il vero senso e ruolo nella storia dopo qualche ora di gioco. Dopo un periodo di gioco, che potrete definire introduzione, entrerete nel vivo dell’azione comandando finalmente l’ amato protagonista Sora e andando a scoprire la verità nascosta dietro degli strani individui vestiti con un lunghi soprabiti neri e col volto coperto da un cappuccio nero, che si riuniscono sotto la misteriosa Organizzazione XIII che cerca in tutti i modi di ostacolare l’ardua impresa dell’ eroe di salvare ancora una volta i Mondi dall’attacco degli Heartless. Attraverserete mondi nuovi, come Port Royal, dove incontrerete il capitano Jack Sparrow direttamente dalla Maledizione della Prima Luna, e Space Paranoids, dal mondo di Tron, film Disney del 1982, e altri già conosciuti, come ad esempio il Castello della Bestia e Atlantica. Come anche nel primo capitolo, in ogni mondo vi è la possibilità di essere affiancati da un ulteriore personaggio da poter sostituire a Pippo o Paperino: tra i più rilevanti si possono annoverare Auron, direttamente da Final Fantasy X, Jack Sparrow, e tanti altri. Ma nessuno di questi però potrà accompagnarvi fuori dal proprio mondo come fanno Paperino e Pippo, fedeli compagni di viaggio. Naturalmente non scompare la figura di Malefica, antagonista del primo capitolo, che sarà affiancata da Pietro Gambadilegno, e nel finale, grazie al tanto atteso intervento di Re Topolino, si scoprirà la verità riguardante Ansem e Riku.

La mano Disney si sposa con la musica nipponica:

Graficamente parlando, Kingdom Hearts II non delude le aspettative migliorando i modelli di tutti i personaggi giocanti e non: Pippo e Paperino sono realizzati superbamente così come altri tanti personaggi di contorno, da Aladdin al Mago Merlino, da Tarzan a Tron fino ad arrivare allo strambo pirata Jack Sparrow. Molti mondi Disney sono del tutto inediti, mentre altri sono ripresi dal primo capitolo ma appositamente ritoccati e ben più definiti di come li ricordavamo: il tutto è sempre ben colorato e i personaggi Disney si amalgamano bene coi disegni dell’ormai confermato character designer di Final Fantasy nonché Direttore del progetto di Kingdom Hearts, Tetsuya Nomura. Tutto il gioco è lineare e privo di errori grafici, e la grandiosità del tutto è spesso testimoniata dai combattimenti dove l’azione è contigua e priva di interruzioni grafiche.
Ricordando che la Square-Enix vanta tra le migliori colonne sonore nel campo videoludico di certo non si può giudicare male il sonoro per questo gioco, dato che ogni momento del gioco è accompagnato da una melodia ben amalgamata all’occasione, dal momento critico all’esplorazione tranquilla e serena. Non bisogna, però, nemmeno tralasciare, dopo aver parlato di parte strumentale nel sonoro, la parte cantata, eseguita dall’armoniosa voce di Utada Hikaru, regina indiscussa del Japanese Pop da oramai molti anni, e già eseguitrice della oramai diventata famosissima Hikari (nella versione inglese Simple and Clean) del precedente capitolo di Kingdom Hearts, si presenta con una nuova armoniosa melodia che potrete sentire sia all’inizio della vostra avventura che nel momento conclusivo, come accade anche per Simple and Clean: i titolo della canzone è Sanctuary (Passion nella versione inglese).
I passi di Sora, parlando di effetti sonori, con i suoi enormi scarponi, sono ben riprodotti e ogni frase durante il combattimento, pronunciata da Pippo o Paperino è facilmente comprensibile a chiunque conosca un minimo di inglese, proprio a sottolineare come il sonoro e l’acustica siano fluidi e privi di bug e interferenze.


Gioco di Azione o Gioco di Ruolo?
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Kingdom Hearts II, già dal primo capitolo, rivoluzionò il modo di pensare della Squaresoft, che, abbandonando per questo progetto l’idea di RPG alla Final Fantasy, si dedicò ad un RPG più inclinato verso il gioco di Azione. Come sempre il protagonista, come in ogni RPG che si rispetti, guadagnerà punti esperienza che gli permetteranno di salire di livello e apprendere abilità che ci aiuteranno nel corso del gioco ad aumentare il nostro livello di combattimento.
Vi è inoltre la presenza nuove tecniche, come ad esempio le Fusioni. Esistono 4 tipi di Fusioni più una casuale, l’Antifusione, e queste tecniche le si apprenderanno nel corso del gioco: assorbendo l’energia di uno dei suoi compagni, uno tra Pippo e Paperino a seconda della Fusione scelta, Sora, avvalendosi anche dell’uso di un secondo Keyblade, userà la devastante forza di questa tecnica che aumenta notevolmente l’energia del nostro eroe. Altra aggiunta, oltre alla Fusione, è la tecnica chiamata Limite, utilizzabile in coppia con un qualsiasi compagno di viaggio, che sia esso Pippo, Paperino o Auron o Aladin, che porta ad una combo di attacchi notevoli e di grande forza devastatrice.
Durante i combattimenti con i boss, o anche con avversari di piccolo conto e con determinate caratteristiche, premendo il tasto triangolo sarà possibile effettuare particolari azioni, chiamate “comandi di reazioni”. I combattimenti, rispetto al primo capitolo, sono molto più movimentati e in alcuni punti li si potrebbero definire anche fin troppo semplici, ma l’azione non manca affatto anche grazie alle magie sempre punto fermo e consolidato della saga.

Mi terrà abbastanza occupato?:

Una pecca di Kingdom Hearts II, come anche per il primo capitolo, sta nella longevità, che se non fosse per le missioni secondarie da poter svolgere in totale libertà, sarebbe fin troppo scarsa. La strada principale del gioco non porta ad una longevità di più di 30-40 ore, che si può facilmente allungare se non raddoppiare: infatti sono presenti ben tre mondi secondari, Atlantica, le terre del branco e il bosco dei 100 Acri, e anche alcuni boss secondari da poter liberamente affrontare, come accadeva anche nel primo capitolo.

Conclusione:

Kingdom Hearts II non delude le aspettative, forse in alcune situazioni diventa fin troppo semplice, ma la trama riesce sempre a mantenere un alto livello. Sicuramente uno dei migliori giochi di ruolo degli ultimi anni sul punto di vista del divertimento e della giocabilità. La colonna sonora, diretta da Yoko Shimomura, è anche un punto a favore di questo progetto ben diretto da un oramai esperto Tetsuya Nomura, che mantiene le promesse e le aspettative.

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