L’angolo dello staff: I videogiochi sono arte?

L’angolo dello staff. Ecco il titolo definitivo della nostra rubrica che va avanti da ormai diversi mesi e che ha l’obiettivo di raccogliere le opinioni, assolutamente personali, dei nostri membri staff riguardo gli argomenti più disparati. Insomma, offre proprio un angolo, un piccolo spazio dove poter esprimere le proprie idee senza il vincolo dell’impersonalità da seguire nei normali lavori che pubblichiamo sul sito.
Questa volta l’argomento trattato è molto interessante: i videogiochi sono davvero arte? Ci sono stati pareri discordanti su questa spinosa questione, andiamoli a leggere insieme. 

Il principe, newser

Partiamo dal principio: che cos’è l’arte? L’arte è un linguaggio che si interpreta attraverso immagini, colori, suoni, architettura e così via. Videoludicamente parlando iniziamo col prendere in esame i primi tre. Ogni videogioco è composto da un proprio stile grafico e da una colonna sonora, in alcuni casi addirittura composta a livello orchestrale. Su questi tre aspetti i maggiori esempi di arte videoludica sono sicuramente ICO e Shadow of the Colossus, due titoli, due poesie. Sì, perché un fanciullo non accettato dalla sua tribù che aiuta una fanciulla innocente dai poteri misteriosi a evadere da un castello è una vera e propria fiaba, che il giocatore vive in prima persona. Il fulcro del titolo è rappresentato dal legame o più precisamente dalla stretta di mano tra i due, un gesto semplice ma allo stesso tempo profondo. In Shadow of the Colossus invece troviamo un uomo, con il suo fidato destriero, intento a salvare la sua amata. Per farlo si metterà contro dei colossi. La sensazione di sentirsi un moscerino di fronte a quelle creature è unica, non si riesce a spiegarla a parole, bisogna "giocarla". Per quanto riguarda la colonna sonora il titolo alterna interminabili silenzi alle musiche epiche delle battaglie, un contrasto unico e geniale. Rimane poi fuori il quarto linguaggio dell’arte: l’architettura. A questo proposito mi ricollego ad una serie che ha avuto un successo incredibile in questi anni: Assassin’s Creed. Grazie a questo brand camminare per le vie di Damasco, incontrare un certo Leonardo Da Vinci, scalare il Pantheon e il Colosseo è diventata una passeggiata, divertente e culturale allo stesso tempo. Rimane ora da chiedersi, come mai non tutti considerano il videogioco un’arte? Perché chiaramente ci vuole tempo per dare un giudizio globale, così come ci è voluto tempo per dare valore ai classici letterari (qualcuno ha parlato di "Ai posteri l’ardua sentenza"?).
Il videogioco è chiaramente una forma d’arte, ma al momento ancora in via di sviluppo in quanto non tutte le persone sono attualmente in grado di capire questo svago. La speranza che il videogioco diventi una forma d’arte considerata comunque esiste. Le fiere dedicate al mondo videoludico sono aumentate e le nuove generazioni prendono sempre prima confidenza con questo passatempo artistico.

Knucle, recensore

Enciclopedicamente parlando, l’arte è espressione del bello e, ancor più approfonditamente, arte è ogni opera umana capace di trasmettere emozioni. Pare logico, quindi, giungere alla conclusione che l’arte, proprio perché arte, sia soggettiva e personale. Eppure è un concetto poco diffuso. Molti considerano l’arte come un insieme di regole e di canoni: un quadro è arte solo se segue determinati percorsi, lo stesso dicasi per la musica, per la scultura e l’architettura, e tanti saluti alle emozioni, soggettive per loro natura. Altri ancora considerano arte solo le opere antiche. Per queste persone il cinema e il fumetto non possono essere considerati arte perché ancora troppo giovani; figuriamoci il videogioco.
Da sempre bistrattato e considerato passatempo per bambini decerebrati e violenti, il videogioco non gode di grande stima, complici anche certe associazioni di genitori disinformate e perbeniste. Eppure perché non considerarlo arte? Non è forse il videogioco una summa di molte altre arti, come il cinema o il teatro? Non trasmette forse emozioni? Al di là del contenuto poetico di certe produzioni (Final Fantasy ad esempio, o Shadow of the Colossus, per fare qualche nome), il videogioco è un potente veicolo di messaggi, concetti ed emozioni, capace di diventare ben più dell’insieme di musica, immagini e storia. Il videogioco è interattivo, supera le barriere e permette al fruitore di vivere un’esperienza personale ed unica, pur senza snaturare quanto l’artista (o gli artisti, in questo caso) volevano esprimere. Quante altre forme d’arte possono vantare una tale potenza espressiva?
Qualcuno sentenzierà che il videogioco è ormai, per certi versi, solo mercato. Verissimo. Eppure non è mercato anche il cinema? Non è mercato la letteratura? Non è mercato la pittura contemporanea? Questo è il punto del discorso. Se tutte queste forme d’arte, pur intaccate dal mercato, sono appunto arte, perché non considerare arte anche il videogioco?

Omega, caporedattore

Il videogioco non è arte.
Il presupposto è dato, ora veniamo al come ci siamo arrivati. Il videogioco è il bacile nel quale l’artista ha deciso di rigettare il proprio attacco d’arte, che sia questo di spessore o meno. È ovviamente triste, per me, dover denigrare in tal senso il videogioco, un prodotto col quale lavoro da oramai cinque anni e col quale ho trascorso gli ultimi dieci anni della mia vita, quindi la metà di essa fino ad ora. In questo lustro, però, criticandoli e guardandoli con occhio più attento, che potesse andare oltre al semplice divertimento, ho avuto il dispiacere di notare quanto approssimativi e quanto disordinati siano i prodotti videoludici, e quanto difficilmente si avvicinino, giorno dopo giorno, al concetto di arte. Un prodotto sporco non può essere arte, un prodotto banale non può essere arte, allora saremmo costretti a dover fare una cernita e decidere, ergendoci, quale videogioco è arte e quale non lo è: un lavoro che non darebbe sicuramente lustro all’autore né alla categoria. Ad oggi, per me, definire il videogioco come arte è una manovra approssimativa e saccente da parte della massa desiderosa di trovare una giustificazione alla loro passione.
Così come Jason Rubin disse che bisognava dare più importanza ai titoli di coda in un videogioco, io così vi dico: chiamate artisti coloro i quali creano un videogioco, non chiamate arte il videogioco. È un bacile, un condensato, è il cesto dove i pittori lasciano le tele, alla rinfusa, nella speranza che ai più piacciano così.

Yevon, recensore

Rispondere all’annoso quesito "i videogiochi sono arte?" risulta sempre più difficile per chi frequenta il mondo videoludico da almeno una decade: come si fa a classificare qualcosa come il videogioco in un’unica parola? Come si possono unire sotto lo stesso titolo sparatutto, actions, racing games, simulatori e non di calcio, RPG ed RTS?
L’unica risposta che mi riesce di dare è dunque: solo alcuni. Solo alcuni perché quando il sottoscritto inserisce un DVD o un Blu-Ray nel tray/lettore della console, non lo fa per battere il tempo sul tracciato, per vincere il campionato 2011/2012 (anche se viste le "soddisfazioni" della squadra nerazzurra non sarebbe poi una cattiva idea): lo fa per emozionarsi, per sfruttare quella che è la capacità più meravigliosa ed incredibile del videogioco: quella di disincarnare il giocatore e trasformarlo ora in un eroe solitario, ora in un onorevole condottiero, conducendolo per mondi e facendogli incontrare individui che mai e poi mai nella monotonia della quotidianità potrebbero presentarsi.
Il videogioco ha ancora tanto di inesplorato, e l’unica cosa che mi riesce di pensare è che sia come un bruco nel suo bozzolo: i Dragon Age, gli Shadow of the Colossus e gli ICO, gli Heavy Rain ed i Metal Gear Solid hanno sin qui dato esempio di catalizzatori eccezionali, ma c’è ancora un percorso di maturazione da compiere prima di ammirare la farfalla in tutto il suo delicato splendore.
E’ arte ciò che esprime l’emozione dell’artista e ne regala a chi la osservi, e ad oggi, purtroppo, non tutti i videogiochi riescono in ciò.

Mr. Faz, recensore

I videogiochi possono essere considerati arte? A mio parere sì. Precisiamo, innanzitutto, la mia concezione del termine: personalmente considero come arte un’opera dell’ingegno umano in grado di suscitare una qualche emozione nei suoi fruitori, sia essa un disegno, una melodia, una scultura o un filmato. Insomma, il mio concetto di arte è assai ampio, comprendendo un ventaglio di declinazioni che va da un quadro a un concerto di musica dal vivo, passando per le opere architettoniche e per (perché no?) i piatti di alta cucina, arrivando così a comprendere, infine, anche i videogiochi. Credo che, per chi è d’accordo con il mio pensiero, non sia difficile capire dove voglio arrivare: se vediamo come arte il cinema, la letteratura, la musica, la scultura, la pittura (e qui, nella mia accezione più ampia, considero tranquillamente anche il fumetto) e così via, perché non dovremmo considerare nell’insieme anche i videogiochi? Dopotutto, soprattutto negli ultimi anni, si sta sempre di più assistendo ad un melting-pot di generi che vede il medium videogioco assorbire sempre più elementi dalle altre arti: le capacità pittoriche dietro ai paesaggi di un Final Fantasy, la trama da film scritta per Heavy Rain, i temi morali di un Infamous o la fantasia da romanzo fantascientifico di un Dead Space sono tutti ottimi elementi a sostegno di questa tesi. E la cosa bella è che si potrebbe andare avanti con molte altre illustri citazioni (chi ha detto Shadow of the Colossus?), a dimostrazione di come i videogiochi, se proprio per qualcuno di voi non possono ancora considerarsi arte, siano a un passo dal meritarsi la promozione.

Okamisama, faqer

Il videogioco è arte? Sì e no. Mi verrebbe da dire "sì, certo, il videogioco è arte": in sé ha una trama, frutto dell’ingegno umano, che quindi lo porta a inserirsi nella schiera di romanzi, film o quant’altro che presenti una storia più o meno complessa; ha una colonna sonora, propria o presa in prestito da fonti già esistenti, appaiandosi così di nuovo all’industria cinematografica o semplicemente a quella musicale volendo estrapolare brano per brano; ha una parte grafica che quindi la porta paradossalmente a potersi accomunare a un dipinto e più in generale alla branca visiva dell’arte.
Tutto questo però non significa che sia propriamente arte. Infatti ognuna delle componenti sopracitate vale di per sé come un piccolo assaggio di arte, come se fosse un microsistema all’interno di un disegno più grande. E proprio per questo non mi sento di definire il videogioco arte, almeno non in senso classico.
Il videogioco, volendo trarre un sunto da quanto sopra scritto, è un insieme di varie componenti, di per sé artistiche, che però non rendono oggetto artistico il lavoro nel complesso. A voi, dunque, definire se con ciò è lecito o meno inserire il videogioco tra le opere d’arte.

Conclusioni

Che il videogioco sia arte o meno poco importa ai veri videogiocatori, che cercano in questo mezzo di intrattenimento nient’altro che divertimento. Se poi il videogioco offre qualcosa che va oltre, tanto di guadagnato. Avete visto che i nostri membri staff hanno diverse visioni della situazione, ma ognuna è perfettamente rispettabile. Insomma, per concludere, alla domanda "i videogiochi sono davvero arte?" possiamo rispondere  "sì e no", come propone il nostro Okamisama, perché c’è chi si ferma al solo divertimento e chi va oltre, cercando emozioni.

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