LEGO Batman – Recensione Lego Batman

Dopo gli ottimi successi riscossi con LEGO Star Wars prima e LEGO Indiana Jones poi, Traveller’s Tales fa poker portando su tutte le principali console una nuova, celebre serie hollywoodiana, rivisitata e proposta, manco a dirlo, dal punto di vista dei famosi mattoncini. Il 2008 è stato al cinema l’anno di The Dark Knight, annunciato campione d’incassi, ed ecco che su PSP ed altre piattaforme giunge temibile l’oscuro cavaliere della notte: LEGO Batman!

Niente Christian Bale, per fortuna

Un’esplosione turba la tetra notte del centro di igiene mentale Arkham Asylum: le cure psichiatriche dal penitenziario non devono essere molto efficaci se puntualmente i suoi ospiti altro non bramano che tornare a seminare il panico e il terrore per le vie di Gotham City. L’evasione è di massa: il videogame, come i precedenti ambientati nei mondi di Indiana Jones e di Guerre Stellari, abbraccia idealmente diversi dei capitoli visti al cinema, ed ecco che le strade della metropoli sono invase dal fior fiore della criminalità.
I migliori psicopatici – e non solo quelli resi celebri dai lungometraggi – dell’universo dei fumetti DC prendono vita sotto l’inedita forma stilizzata dei simpatici e muti pupazzetti dalle mani a pinza e dalla testa ruotante: nei panni del LEGO Pipistrello e un Robin più sgangherato del solito, affronteremo inediti piani criminosi orditi dal Pinguino, Mr Freeze e Poison Ivy, dovremo sgominare le gang di Due Facce e dell’Enigmista, e naturalmente fare nuovamente i conti con due vecchie conoscenze, i temibili CatWoman e Joker.
Più che alle ultime generazioni di Batman, il gioco si rifà maggiormente all’atmosfera noir delle pellicole di Tim Burton, di cui propone fedelmente il logo, le musiche e gli storici Bat-veicoli, ma anche allo spirito un po’ trash e scanzonato della mitica serie tv degli anni 60; non solo perché molto poco di serioso hanno i mattoncini componibili LEGO, ma anche per alcuni dettagli all’apparenza secondari che faranno felici gli appassionati ed i nostalgici.

Non avendo una vera e propria trama unitaria, il nuovo simpatico platform made in T&T si struttura come una serie di livelli, organizzati su più quadri, terminanti con lo scontro col miniboss di rito; ovvero il criminale di cui ci è fornita una breve biografia all’inizio dello stage, colpevole del delitto di turno. Oltre che dall’intento di collezionare il 100% delle monete disperse per ogni livello, utili per acquistare costumi e personaggi dalle abilità peculiari, come BatGirl, una buona longevità è assicurata dai molti extra nascosti in numero piuttosto rilevante, visualizzabili nella sala dei trofei della tenuta Wayne. Dalla Bat-Caverna sotterranea avremo accesso aglle avventure da completare nell’ordine che preferiamo, con la massima libertà che negli altri capitoli della collezione di games LEGO ci permetteva di scegliere di volta in volta in quale film delle saghe di Star Wars o Indiana Jones entrare.

E non è tutto: la chicca più gustosa è la possibilità che ci viene data di affrontare livelli similari a quelli che vedremo nel corso della normale partita, ma dal punto di vista dei cattivi! Accedendo alla realtà speculare dell’Arkham Asylum, impersoneremo i malvagi criminali nel tentativo di sopraffare Batman e Robin. I folli protagonisti malefici non hanno a disposizione l’attrezzatura tecnica del’eroe mascherato, ma hanno in compenso abilità peculiari come grande forza fisica o poteri del controllo mentale (a seconda del personaggio che controlliamo, e sono fdavvero tanti) che vanno ulteriormente a variare la giocabilità anche di livelli in parte già affrontati.

Semplicità vincente

Il gameplay è piuttosto semplice: controllando la mitica coppia Batman & Robin, procederemo per locazioni tridimensionali affrontando sgherri agguerriti alla volta del loro capo. Come di consueto potremo con la pressione di un tasto passare dall’uno all’altro eroe mascherato, e durante gli scontri noteremo la migliorata – ma mai eccezionale né mai davvero decisiva – IA del nostro partner controllato dalla console. Anche il sistema di combattimento action per pugni e calci è stato reso meno macchinoso, meglio legando tra loro le animazioni ed inserendo nuove features come l’utile Bat-Boomerang. Del resto, non essendoci un numero di vite massimo, anche senza impegnarci troppo nel difenderci dagli attacchi nemici difficilmente avremo serie difficoltà nel proseguire.
La strada ci sarà spesso e volentieri bloccata, e sarà in quel caso che dovremo sfruttare al meglio le mille abilità del Cavaliere Oscuro. Più che nella versatilità della Bat-Cintura, il gioco guadagna profondità con l’introduzione dei diversi costumi disponibili per Batman e Robin. Ce ne sono infatti diversi, ed ognuno è dotato di peculiari abilità speciali che permetteranno ai nostri eroi di proseguire: c’è lo scafandro magnetico per camminare in verticale sulle superfici metalliche, il Bat-Deltaplano per planare, un aspirapolvere per attirare componenti fuori portata e molto altro. Non mancano poi sezioni alla guida di vari veicoli, tra cui è immancabile la Bat-Mobile burtoniana.
Distruggendo inoltre vasi o altri elementi di arredo, oltre che monete potremmo trovare utili mattoncini LEGO che una volta assemblati potranno costituire utili interruttori, scale, pedane o altri oggetti indispensabili nel corso dell’esplorazione.

Le ambientazioni e gli elementi dello scenario sono sempre graficamente pregevoli, anche quelli distruggibili perché composti da blocchi LEGO in vista. Soprattutto alcuni edifici sono riprodotti con davvero grande cura, mentre sono pressoché assenti effetti particellari o particolari giochi di illuminazione: ciò rende effettivamente il colpo d’occhio a volte leggermente piatto.
I personaggi che si muovono su schermo sono ottimamente e fluidamente animati, sebbene le loro mosse non siano a conti fatti poi molte. Essendo poi essi stessi componenti LEGO, la loro struttura fisica si ripropone sempre uguale, anche se restano comunque ben riconoscibili grazie ai differenti e sgargianti colori o da dettagli di ottima fattura. Tuttavia le textures, limitate e non poco dal depotenziamento della versione next-gen portata su PSP, sono a volte troppo sgranate e pixellose. Nulla di troppo brutto a vedersi, ma non sempre esse assolvono appieno al loro importante compito di esaltare modelli poligonali spartani per definizione; tal difetto è evidente praticamente soltanto nelle scene animate, poiché non avendo controllo alcuno sulla telecamera in-game la nostra visuale si manterrà sempre piuttosto lontana.


Official Sound Track

Molto meno condizionato da simili scelte stilistiche più o meno discutibili è il comparto sonoro: il gioco ci permette di riascoltare alcuni temi notissimi ai cinefili, riproponendo pezzi e musiche direttamente provenienti dalle più celebri pellicole dell’uomo pipistrello: tra tutti spicca il theme composto da Danny Elfman, ma anche le altre musiche ed effetti sonori si mantengono su livelli di particolare cura. Ad un aspetto grafico curato ma di certo lontano dall’eccellenza, per motivi palesi, si contrappone insomma un comparto sonoro di tutto rispetto che riesce anche a sopperire alla mancanza di scene dialogate con parole intelligibili, dato che i personaggi LEGO non parlano ma tendono ad esprimersi a gesti o con mugugni e mugolii in ogni caso simpatici.

Alla Bat-Caverna!

Le avventure di LEGO Batman confermano i pregi dei precedenti titoli ad esso simili, e si pongono come una loro davvero buona evoluzione in termini estetici e di giocabilità. Soprattutto rispetto a LEGO Star Wars, l’azione è più varia ed appagante e la grafica più nitida, nonostante qualche rallentamento e qualche texture imperfetta dovute al porting da Xbox 360. Gli ottimi personaggi della DC Comics ed il loro background, l’ironia degli irresistibili e per Batman inediti siparietti, nonché il vario e mai frustrante gameplay, fanno il resto: l’acquisto è caldamente consigliato sulle console casalinghe più potenti, data l’attuale penuria di platform. Su PSP e DS invece la concorrenza è certamente più agguerrita, ma questa spiritosa incarnazione del Cavaliere Oscuro merita senza dubbio più che uno sguardo.
L’unico serio appunto che si può muovere all’operato di Traveller’s Tales consiste nell’aver esplorato pressoché tutto il range applicabile all’universo LEGO in termini di giocabilità: un quinto capitolo costruito sulle medesime fondamenta di quanto finora visto peccherebbe probabilmente di eccessiva ripetitività.

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