Life Is Strange

Nel corso degli episodi di Life Is Strange abbiamo potuto giocare al grande capolavoro creato da Dontnod. Con le singole recensioni degli episodi vi abbiamo proposto un quadro di quello che è stato il lavoro dello studio francese. Superato ormai il capitolo finale, troverete di seguito una panoramica di quella che è l’esperienza di gioco offerta da Life Is Strange. Scopritelo in questa recensione.

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Oltre il concetto Indie

Il videogioco di Dontnod è un mix delle avventure grafiche TellTale, del gameplay innovativo di Heavy Rain e consolidato con Beyond: Two Souls, e del realismo di Gone Home, di cui riesce a prendere tutti i punti di forza e incanalarli in un unico titolo, riuscendo a creare qualcosa di unico nel genere videoludico.

La storia del videogioco è tanto semplice quanto complicata. Il gioco segue le vicende di Max Caulfield e della sua migliore amica Chloe Chloe, ritrovatesi ad Arcadia Bay, Oregon, anni dopo il trasferimento di Max a Seattle per frequentare il liceo. Chloe è cambiata diventando una ragazza ribelle, capelli azzurri e dragone tatuato sul braccio, il vizio del fumo e qualche problema di droga, il classico esempio di ragazza ribelle che ci raccontano i film americani, in un gioco di stereotipi che fa da sfondo alla vicenda. Max è invece la classica ragazza tranquilla, forse a volte ingenua, che non è poi cambiata così tanto da quando ha lasciato Arcadia Bay per poi farvi ritorno.

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Un gioco di stereotipi

In quello che nel primo episodio sembra un gioco di stereotipi della società americana Max è la ragazza semplice, Chloe la ragazza ribelle, Victoria la ragazza snob, il patrigno di Chloe, ex Marine fissato della sicurezza e convinto di essere ancora in guerra, il bullo della scuola Nathan protetto dalla potenza della famiglia, e Rachel, una ragazza bellissima e piena di talento che scompare qualche settimana prima e che sarà proprio la chiave della vicenda, Max e Chloe decideranno infatti di appianare le differenze e di cercarla insieme, dando il via a una serie di eventi che le porteranno a capire che ad Arcadia Bay nulla è come sembra. Un gioco di stereotipi, come detto, che nello svilupparsi della vicenda assume i contorni di una storia reale, i personaggi infatti scopriremo non essere solo uno stereotipo ma di essere sviluppati incredibilmente dallo studio francese, tutti hanno una storia da raccontare all’interno delle vicende della cittadina americana.

Il tutto viene accompagnato da numerose citazioni letterali e non solo: il furgoncino di Chloe, per esempio, è targato Twin Peaks, un omaggio alla famosa serie di David Lynch, una delle porte del dormitorio ha la scritta Redrum, chiaro riferimento al film The Shining, e poi ancora Cocoon, il romanzo di David Saperstein, che ritroviamo anche in Final Fantasy.

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Il segreto nascosto di Arcadia Bay

Il quadro della vicenda si svolge nei dintorni della Blackwell Academy, la scuola di fotografia a cui è iscritta Max, e la cittadina come detto di Arcadia Bay. Nel corso del primo episodio Max ha una visione di un tornado che sta per distruggere la cittadina americana e sempre nel corso di Life Is Strange – Chrysalis, Max scopre di avere un potere speciale, ha la capacità di fare tornare indietro il tempo. Questo potere diventa la chiave della storia, e la chiave su cui si basa il gameplay, fatto di numerose scelte, in cui ogni dialogo, ogni azione e ogni interazione con gli altri personaggi dà una sfumatura diversa all’intera vicenda, e che grazie al potere di riavvolgere il tempo potremo cambiare ogni qual volta lo desideriamo per capire quale effetto avrebbe avuto una scelta o una risposta diversa sugli eventi che vengono raccontati. Nessuna scelta è giusta o sbagliata, non c’è una sola scelta disponibile per risolvere i numerosi enigmi del titolo, che di fatto sono l’unica difficoltà del titolo, come non c’è un’unica soluzione agli eventi del videogioco, tutto si evolve in base alle nostre scelte in un Pánta rêi eracliteo.

Nel secondo episodio del titolo iniziamo ad avere le prime risposte alle scelte e proprio nel corso di Life Is Strange – Out Of Time inizieremo a capire che tutte le scelte che faremo non saranno slegate dalle altre o quindi fini a sè stesse ma che ogni scelta sbloccherà un diverso finale e un diverso scenario. Il che ci potrebbe portare a caricare un salvataggio precedente per cambiare determinate azioni. La teoria del caos avvolge tutte la vicenda, generando una serie di variabili imprevedibili in base alle scelte che compieremo, il cosiddetto effetto farfalla. Nel terzo episodio del titolo inoltre scopriamo che Max non solo ha il potere di riavvolgere il tempo ma che può anche decidere di tornare indietro nel tempo anche di diversi anni focalizzandosi su alcune foto. In questo nuovo capitolo Life Is Strange – Chaos Theory troveremo anche le prime risposte ai legami fra i vari protagonisti e di come questi siano intrecciati alla storia che lo studio francese ci vuole raccontare.

Nel quarto capitolo della storia Life Is Strange – Dark Room otterremo finalmente le risposte che cercavamo e questo darà il via agli eventi conclusivi della storia. In un videogioco fatto di scelte morali con il capitolo finale Life Is Strange – Polarized Dontnod ci mette di fronte alla scelta più difficile di tutto il videogioco, una scelta divisa fra il libero arbitrio e il determinismo, in quello che a tutti gli effetti è il doppio finale voluto dallo studio francese.

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Una narrazione da Oscar

Il gameplay su cui si base il videogioco come detto è fatto di scelte e di enigmi, ogni scelta che faremo ha influenze sulla storia e con il potere di riavvolgere il tempo potremo anche decidere una determinata risposta a una determinata domanda, il tutto si svolge all’interno di una narrazione eccellente. Allo sviluppatore non interessa fare arrovellare il cervello con i numerosi enigmi, quanto piuttosto spingersi con il videogiocatore dentro le atmosfere e gli eventi che circondano il titolo, in un susseguirsi di emozioni che pochi altri titoli hanno saputo regalare. Il tutto viene impreziosito dal lavoro dello scrittore, Christian Divine, che ci riesce a fare immergere in quello che non è solo un videogioco, ma che a tutti gli effetti è un romanzo grafico in cui ogni cosa è al suo posto e in cui noi ci ritroviamo a bocca aperta dinnanzi a tanto splendore.

Un titolo viene definito capolavoro quando ogni cosa è al suo posto e quando ogni cosa che viene raccontata ci viene spiegata in ogni dettaglio e articolata all’interno di uno sfondo credibile. Lo sfondo di Life Is Strange è uno sfondo credibile. Uno sfondo che si evolve con l’evolversi della vicenda. Andando avanti nei capitoli, anche i colori dello sfondo cambieranno e diventeranno sempre più oscuri, passando dai colori brillanti del primo episodio fino agli sfondi neri del capitolo finale, Dontnod ci dice che la scelta è voluta e che i colori seguono l’andamento della storia.

Il tutto viene avvolto da una colonna sonora da Oscar, dove le musiche di Jose Gonzalez e di Jonathan Morali del primo episodio, a cui si aggiungo le altre splendide realizzate per gli altri capitoli di questa storia, sono curate in ogni dettaglio, rendendo la colonna sonora una delle più belle mai realizzate per un videogioco.

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[signoff icon=”quote-circled”]Il titolo di Dontnod è quanto di meglio si può chiedere a un’avventura grafica, in un susseguirsi di eventi che vi lasceranno incollati allo schermo, e che vi faranno gridare al capolavoro. Una realizzazione tecnica impeccabile, fatta da un gameplay consolidato, una grafica curata in ogni dettaglio, una narrazione sempre eccellente e una colonna sonora da Oscar, fanno di Life Is Strange una delle migliori avventure grafica mai realizzate. Un vero grande capolavoro come questo è una pietra miliare nel mondo dei videogiochi. Complimenti Dontnod![/signoff]

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