Madden NFL 08 – Recensione Madden NFL 08

Mini campo da football

In contemporanea all’uscita dell’omonima versione su PS2, Madden NFL 08 allarga i propri orizzonti e “restringe” le proprie misure per approdare su PSP. L’obbiettivo di EA games era non deludere le aspettative e soddisfare quei videogiocatori che si aspettavano un gioco NFL degno di questo nome. La realizzazione multipiattaforma avrà sicuramente portato via qualcosa a quello che poteva rivelarsi un titolo di tutto rispetto, ma che resta comunque un punto di riferimento per gli appassionati del genere.

Uno spettacolo discreto

Analizzando l’aspetto prettamente grafico del gioco, ci si aspetta che EA sia riuscita a sfruttare al massimo le doti del gioiellino Sony. Risposta errata. Giocare a Madden sarà graficamente gradevole e piacevole, ma di certo non è stato il miglior risultato finora ottenuto da una console portatile. La realizzazione dei menù è in perfetto stile EA Sports: icone, sfondi di caricamento, logo, elenchi, immagini varie, organizzazione; tutto è funzionale all’ottima visibilità e ad una corretta gestione dei menù. Difficilmente lo sfondo vi darà fastidio e potrete in ogni caso cambiare le tonalità dei colori modificando nelle opzioni il vostro team preferito. Passando ai dettagli veramente importanti, nemmeno in-game l’estetica di Madden 08 delude; però inizia a perdere colpi. Una volta passati all’inizio dell’incontro, durante il lancio della monetina potrete ammirare lo stadio gremito di spettatori ad un livello di definizione sorprendente considerando i precedenti EA e la console sulla quale il gioco gira. Gli stessi movimenti dei giocatori vi sembreranno da subito molto fedeli e ben curati, così come l’infinità di tattiche e schemi a disposizione, ognuno adatto a diverse situazioni di difesa o varianti stili di attacco. Una volta iniziata la partita vera e propria però, noterete un piccolissimo, gravissimo particolare.
Dopo un vero e proprio tempio della cura grafica e una più che ottima realizzazione estetica, EA ha gettato l’ancora proprio nel momento del dettaglio più piccolo ma non meno importante: le ombre. A livello grafico, tutto di Madden potrebbe essere criticato ingiustamente, ma le ombre non troverebbero mai una valida difesa. Curare così minuziosamente la fattura del pubblico, il dettaglio delle figure sul campo e i movimenti pavoneggianti dei giocatori in touchdown per poi lasciare una fattura così rozza per le ombre è autoriduttivo per gli sviluppatori e la valutazione del gioco. Medesimo risultato è stato ottenuto dalla gestione dei replay: se infatti fino al livello estetico del momento di gioco i movimenti e le sembianze sono riprodotte fedelmente, passando sul piano ravvicinato dei replay ci si accorge di quanto Madden lasci a desiderare in dettagli. I volti e le sagome dei giocatori sono quasi squadrate, le espressioni inesistenti, i lineamenti precompilati e gestiti superficialmente. Vi capiterà di trovare numerose similitudini tra giocatori totalmente diversi nella realtà fra loro: della fisionomia, oltre all’altezza e alla robustezza del giocatore, viene cambiato solo il colore della pelle, contando il fatto che i capelli sono coperti dal casco di protezione. Certo, si tratta pur sempre di una console portatile,ma è insensato scusarsi così quando quella console ha potenzialità maggiori e lo ha dimostrato; ad ogni modo, l’abilità di valorizzare al massimo un gioco sta anche nel saper mostrare i punti di forza e nascondere quelli deboli.

Ea soundtrack: una tradizione di valore

Riscontri migliori si possono trovare nella colonna sonora del gioco, curata veramente molto bene. Posto il fatto che EA GAMES ha sempre soddisfatto sul piano delle colonne sonore, scelte fra canzoni appartenenti a gruppi di notevole importanza o gran stile, rivelando così un ottimo gusto sonoro, non ci sorprende il fatto che anche questo titolo sia accompagnato da tracce più o meno belle ma sicuramente adatte ai vari momenti.
Cantanti come Timbaland & Justin Timberlake, Ozzy Osbourne, Sum 41 e Queens of the Stone Age (con la loro 3’s & 7’s presente anche nella tracklist del prossimo Guitar Hero) assicurano senza dubbio un sonoro apprezzabilissimo e ancora una volta una colonna sonora degna di tale nome. Magari non vi innamorerete di ogni singolo brano, ma sicuramente apprezzerete la loro compagnia durante gli eterni caricamenti.
In quanto agli effetti sonori in-game, anche qui il lavoro realizzato mantiene alta la qualità del comparto audio: anche se pochi, i vari effetti, come gli scontri, i placcaggi, le strategie gridate dal QB al resto della squadra prima di riprendere il gioco, le prese al volo in lanci lunghissimi e l’esaltazione del pubblico sono frequenti e ben riprodotti. Vi sembrerà di trovarvi proprio in mezzo al campo con l’intera tifoseria a incitarvi nelle vostre azioni.
Sicuramente uno dei reparti migliori se non il più curato: l’attenzione mancante all’estetica viene in parte compensata da quella destinata al sonoro, ben gestita, ma sicuramente non in grado di supplire alle mancanze grafiche.

Touchdown nel passato

Tralasciando ogni aspetto proprio della giocabilità in sé del titolo, della quale parleremo in seguito, è utile fare un piccolo salto a parlare di quanto realmente questo gioco può appassionare e impegnare a lungo un videogiocatore.
La stagione, il cosiddetto “Franchise”, è costituita da una serie di partite di lega, che se terminate con una serie abbastanza alta da farvi accedere ai “playoff”, saranno seguite da partite per la vittoria della divisione e della confederazione, dal super bowl e infine dal pro bowl, costituito da un match fra le formazioni All Star delle due confederazioni. Per fare tutto ciò, prendendosela con comodo, vi basterà una settimana nel caso abbiate impostato il tempo minore possibile per ogni 4th (1 minuto). Giocare a tempi maggiore è vivamente sconsigliato, almeno contro le squadre più deboli e ai livelli più bassi, in quanto stare mezz’ora o più ad infierire su una formazione tutt’altro che alla pari diviene dapprima soddisfacente ma subito dopo noioso e logorante; a meno che non vogliate porvi al primo posto di ogni statistica, finire partite così lunghe con risultati di 140 a 0 vi farà stancare dopo i primi due match, non uno di più. Nel Franchise però non esiste solo la regular season: all’inizio di essa troverete un periodo in cui sarà disponibile il training camp, un allenamento vero e proprio che farà acquisire punti abilità ai giocatori utilizzati e vi consentirà di aumentare le loro caratteristiche; inutile provarci senza un minimo di pratica acquisita, diventerebbe solo una perdita di tempo e di occasioni (rarissime) per aumentare la potenza dei vostri giocatori. Finito il training camp inizia il pre-season, tranquillamente trascurabile, dopodichè potrete passare immediatamente alla stagione. Finita essa però inizia la parte più bella e allo stesso terribile di questo gioco: l’off season.
Tra stagione e stagione, in ambito calcistico, c’è il calciomercato di giocatori e allenatori; all’inizio della nuova stagione, nel basket, si ha l’NBA Draft, dove si scelgono i rookie promettenti che si considerano pronti o validi per approdare nel massimo campionato di basket.
Nell’NFL, così come in ogni altra lega sportiva americana, i due elementi sono strettamente uniti e costituiscono il periodo di off season. Per chi non è già espertissimo dell’ambiente, o comunque non vi si è mai addentrato, è vivamente consigliato evitare questo periodo e passare direttamente alle nuove partite se si vuole conservare la sanità mentale. Se non si padroneggia perfettamente l’inglese poi, è inutile anche solo cercare di capirne il significato.
Riempito di termini specialistici e specifici, costituito da innumerevoli opzioni di scambio, acquisto, vendita, ingaggio, rinnovo, draft e allenamento, l’off season è veramente riservato solo agli appassionati e intenditori di tale sport. Sforzarvi potrà portarvi a capire superficialmente il funzionamento di alcune modalità, ma la maggior parte delle opzioni più complesse e magari vantaggiose resterà comunque un mistero irrisolvibile. Tutto ciò però è un vero peccato data l’incredibile cura che questi aspetti presentano, facendo di Madden un gioco sportivo ma allo stesso tempo manageriale, dove bisogna scegliere con cura i rookie migliori, i senza contratto più utili, i giocatori meno costosi per esigenze di bilancio ed effettuare gli scambi più vantaggiosi e gli allenamenti più importanti; senza dimenticare poi di mettere in atto le strategia migliori dopo aver studiato i propri avversari e la tattica più parsimoniosa nel rinnovo degli ingaggi faraonici delle vostre punte di diamante. Tutto ciò può essere lasciato tranquillamente al computer, togliendo una grossissima fetta della bellezza totale ma risparmiando infinitamente in semplicità. Senza queste opzioni il gioco stancherà prima, ma d’altra parte, essere un neofita e ritrovarsi magari queste opzioni fra le obbligatorie assicura il cestinamento immediato.
Dall’eliminazione o no di questi elementi dal proprio cammino, si ricaverà comunque un fattore che certamente aumenterà, ironicamente, la durata del gioco: i caricamenti
Essere di fronte ad un gioco così “enorme” per le opzioni offerte rende i caricamenti una certezza con la quale convivere; ma in questo caso si trasforma in un’agonia che dà veramente ai nervi. Prendendo un caso scientificamente provato (da me), salvando alle 00.07, subito prima di tagliare il periodo off season per proseguire verso il pre stagione, ho risalvato (senza esagerazioni) alle 00.27, dopo ben 20 minuti tondi di caricamento per l’esecuzione di tutti i passaggi dell’off season: un eternità.
Stare 20 minuti a guardare una schermata di attesa (dove nel frattempo il computer ci informa sul procedimento in corso) eseguirà una pesantissima selezione fra utenti che continueranno a giocare e utenti che spegneranno prima di aver completato il caricamento, parecchio nervosi e decisi a non iniziare mai la nuova stagione. In qualsiasi altro caso, anche nella semplice simulazione di una partita, vi toccherà aspettare anche oltre i due minuti: alla lunga ci saranno buone probabilità che questo fattore influenzerà notevolmente la vostra voglia di giocare ancora a Madden 08.
Un’altra modalità parecchio attraente è ad esempio quella della superstar challenge.
Chi, in giochi come PES o FIFA, non ha mai desiderato rivivere la finale dei mondiali dell’82 con le esatte squadre e formazioni in campo? Chi in NBA Live non ha mai sognato di rigiocare con le stesse condizioni il match da 100 punti di Chamberlain?
Fantasie analoghe, in NFL 08, sono perfettamente attuabili. Con la superstar challenge sarete chiamati a rispolverare i momenti leggendari della storia sportiva del football: dovrete essere abbastanza bravi da portare a termine gli obbiettivi che le varie prove vi propongono così da vivere esattamente le emozioni e le situazioni che avevano caratterizzato quelle partite, costretti a vincere nello stesso modo, controllando una delle leggende che hanno trasformati queste semplici partite in pietre miliari del football americano. Lo scopo non sarà “fare punti e vincere la partita”, ma superare la sfida che vi pone la CPU, diversa di volta in volta, che vi costringerà ad adattarvi a diverse situazioni: difendere per 1 minuto i vostri ultimi 20 yards da un touchdown che si rivelerebbe fatale, riuscire in un calcio piazzato da 40 yards oppure recuperare palla nel proprio campo ed eseguire un touchdown con almeno 60 yards di corsa.
La varietà delle sfide, il piacere di controllare leggende intramontabili, molte conosciute anche dagli inesperti, l’emozione che quei momenti riescono a trasmettere fanno di questa modalità una sezione azzeccatissima e un punto di forza, peccato non duri molto.
Il resto infine si divide in sfide riguardo gli allenamenti, utili a far apprendere al meglio i fondamentali e a mettersi alla prova. Modalità carina e adatta a chi ha sempre voglia di essere il migliore in tutto e stabilire record, ma niente di speciale. E’ poi sempre possibile fare pratica con e contro qualsivoglia squadra e svolgere partite amichevoli in qualsiasi momento si preferisca. Il tutto assicura così un altissimo livello di longevità tecnica legata ad un bassissimo tasso di longevità ludica condizionato dai caricamenti e da alcune sezioni troppo monotone e complicate. Un gioiello sporco, per farne una metafora, ma sicuramente un elemento che poteva essere più attenzionato per avere il massimo risultato.

Singleback o Shotgun?

Per ultimo dunque c’è bisogno di soffermarsi sul piano del gioco vero e proprio. Perché per ultimo? Perché questo fattore determinerà la doppia valutazione di questo titolo: una per i non esperti del genere, l’altra per gli appassionati e intenditori.
Riguardo la prima categoria, Madden NFL 08 può tranquillamente costituire un buon appiglio per avvicinarsi al genere sportivo e provare un titolo sull’NFL. Capire le più basilari meccaniche di gioco sarà complicato ma non impossibile, giusto questione di un paio di allenamenti e qualche partita. Arrivare a comprendere regole più complesse sarà opera di pochi, magari superficiali conoscitori delle norme reali, mentre capire a fondo l’intero sistema di gioco è un’utopia. Finché si tratterà di utilizzare i normali controlli e far muovere i giocatori, lanciare la palla in direzione del WR che corre verso la goal line e placcare il portatore di palla avversario non ci saranno problemi; placcare quest’ultimo nel modo migliore per causare un fumble, saper evitare un attacco di peso durante una corsa, lanciare al momento giusto e con la corretta direzione la palla verso il ricevitore e scegliere al meglio i vari schemi di difesa e attacco sarà già più complicato e oscuro, con notevoli sforzi per comprendere gli effetti e le condizioni di applicazione di ogni opzione. Potrete ad ogni modo giocare a livelli ottimali e battere anche le formazioni più valide, ma il “saper premere il tasto giusto al momento giusto” sarà tutto un altro discorso.
Spostandoci invece sulla categoria di intenditori e appassionati, tutto cambia. Da premettere l’ottima conoscenza dei termini specialistici e delle regole di gioco, nonché dei ruoli dei giocatori, osservando le partite reali si ha il vantaggio di apprendere le tattiche più vantaggiose nei momenti più importanti, le abilità dei giocatori e gli schemi principali.
Si è sicuramente un passo avanti, si conoscono le squadre e le rose, le modalità di draft e di trade (scambi), il perché ad una squadra interessi un QB o un WR, le “Weapons” (abilità speciali) che un determinato ruolo è più consono che abbia.
Parlando proprio di weapons, è una particolare esclusiva Madden: si tratta delle abilità chiave, caratteristiche di ogni giocatore. Possono essere la velocità, la presa, la precisione nel passaggio, l’abilità di placcaggio e molte altre di vario genere.
Utilissime a semplificare il lavoro di acquisto e scambio giocatori da parte dei principianti, questi “bollini” sono una vera e propria salvezza nonché arma potenzialmente vincente di ogni incontro: una volta scelto uno schema shotgun, a lancio lungo del quarterback, guardare all’ultimo momento quale dei vostri due WR possiede la weapon della velocità e magari ha contro un avversario non dotato di questa specialità potrà rendervi facile la vita e il touchdown.

Concludendo, è possibile dire che Madden si divide in un gioco per principianti e novizi, che possono sfruttare solo alcune delle innumerevoli opzioni offerte, e in un altro per esperti e appassionati, capaci, chi più chi meno, di fare proprie tutte le modalità al meglio, assaporando le reali potenzialità di questo enorme titolo EA. Consigliato per provare il genere a chi intende scoprirlo; da acquistare per chi è profondo conoscitore e amante del genere sportivo.

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