MediEvil – Recensione MediEvil

Un vecchio scheletro che non perde mai la grinta

Uscito ormai quasi da un decennio, il celebre titolo che spopolò all’epoca sulla prima console Playstation rimane ora, agli occhi di chi è oramai abituato ai giochi di nuova generazione, uno scheletro vecchio e sdentato, sepolto in una cripta puzzolente, coperta da muffa e ragnatele. Viene elogiato da tutti come un mito, ma apparirà come una massa informe di pixel e texture ripetitive. Che il povero Sir Dan debba per sempre rimanere rinchiuso in un fetido ripostiglio a prendere polvere e sparire? Oppure, com’è giusto che sia, bisognerebbe dare una seconda possibilità a quegli eroi del passato, quei cavalieri dall’armatura non più scintillante, cigolante anche, ma ancora capace di resistere a molte, moltissime battaglie? Per scoprirlo non vi resta che continuare a leggere.

Dimostrare di essere un Eroe

Esiste, tra le vacue nebbie del mito, un paese incantato che porta il nome di Gallowmere. Esso potrebbe essere il luogo dove tutte le fiabe si riuniscono e danno fiato alla leggenda, che, in questo caso, narra di un’epica battaglia tra le forze del bene e quelle del male, capitanate da eroi e demoni, cavalieri e potenti stregoni. Il mago, a capo delle malvagie milizie, si chiama Zarok, un tempo grande indovino del regno che, per odio dei costumi semplici della gente di Gallowmere, e delle loro insulse vite, decise di prendere il potere con la forza. Ma, come sempre accade nelle fiabe, un manipolo di valorosi si oppose alla sua ascesa, ed uno di loro in particolare, Sir Daniele Fortesque, benché colpito a morte ad un occhio, riuscì a portare con sè nella tomba il malvagio stregone, e a porre fine alla guerra. Eppure, a volte, le leggende non dicono la verità.
Quello che da tutti veniva considerato un prode eroe, era in realtà un damerino annacquato dal fiume della nobiltà, un cavaliere indegno di brandire uno spadino, caduto per una misera freccia in un occhio, senza aver nemmeno la possibilità di tirare un fendente ad un solo nemico. Gli altri cavalieri si facevano beffa di lui, rinchiuso in una cripta ammuffita e puzzolente, per sempre ritenuto un eroe, per sempre realmente un impostore.
E poi, passarono cent’anni, e Zarok tornò, rafforzato dall’odio e dalla furia, sottomettendo nuovamente Gallowmere, priva di validi eroi capaci di fermarlo. Ma il fato, deciso a porre rimedio alle cose, scelse di dare una seconda possibilità a Sir Dan, rianimando le sue ossa e la sua armatura arrugginita, così che esso possa realmente sconfiggere Zarok, entrando di diritto nella leggenda.


Appena risvegliato dalla sua cripta, Sir Dan dovrà riprendere confidenza con i vari comandi



Nei panni di un eroe ossuto e valoroso

Capiamo sin da subito, appena entriamo nei panni dello scheletrico Sir Dan Fortesque, che l’eroe del quale facciamo le veci è veramente un damerino privo di eroismo ma, animato dalla voglia di rivalsa, si farà aiutare dal nostro valore di giocatori. I comandi sono semplici ed intuitivi, si corre premendo due volte sulla croce direzionale, oppure spingendo in fondo il pad analogico, si attacca con la X,  si salta con il cerchio, ci si para col triangolo, ed il quadrato fa compiere un attacco poderoso. Una formula semplice, semplicissima, che riesce a coinvolgere sin da subito il giocatore che, usando la cripta di Dan come parco allenamento, potrà finalmente uscire per il mondo. Il mondo di Gallowmere è veramente pazzo e divertente, ma ne discuteremo approfonditamente più avanti, ora preme parlare del gameplay.
Come abbiamo detto, i comandi che ci permetteranno di controllare Sir Fortesque all’interno di Gallowmere sono semplici ed intuitivi, risparmiandoci la pena di un lungo e tormentoso apprendistato. E già qui le cose iniziano ad andare bene. Appena mettiamo piede fuori dalla cripta, iniziamo subito a prenderci la mano, falciando maleodoranti zombie a destra e a manca, e capiamo che MediEvil è un riuscito adventure-game innaffiato con tanta, tanta azione di qualità. Passato il primo livello, ci accorgeremo che la ripetitività qui non è proprio di casa e che, se non bastasse, dovremo anche lavorare un po’ di ingegno per proseguire con l’avventura, seminata qua e là da semplici ma geniali enigmi.
Con l’avanzare del gioco, il nostro ossuto paladino, abbattendo un giusto numero di nemici, potrà acquisire uno speciale calice, chiamato Calice delle anime (nascosto qua e là nei vari luoghi che visiteremo) che, dopo aver concluso con l’ambientazione in atto, ci permetterà di teletrasportarci nell’imponente salone degli eroi. Questo è il luogo dove riposano i valorosi eroi del passato, banchettando e divertendosi. Ad ogni nostra visita, inoltre, riusciremo a parlare con tutti gli occupanti del salone, sotto forma di statue, che ci offriranno il loro aiuto, donando a Dan quasi sempre una nuova, utilissima arma (oppure qualche fiala dell’energia od un sempre ben accetto forziere del tesoro). 

Parlando con le statue nel salone degli eroi otterremo nuove e devastanti armi

Parlando un po’ delle armi, sono molte e varie, si va da un semplice ed arrugginito spadino ad una splendente spada magica, da una grezza ma efficace ascia ad un nerboruto martello, da una balestra ad un arco incantato, passando per lance, saette magiche, pugnali, fino ad arrivare a quanto mai stralunate cosce di pollo (che tramutano i nemici in tacchini arrosto), armature draconiche e, addirittura, l’ossuto braccio di Dan, che potrà staccarsi, si potrà usare come mazza, e persino scagliare contro gli avversari.
Non mancheranno, inoltre, boss di tutto rispetto che, con l’avanzare dell’avventura, si dimostreranno sempre più ostici ed assetati di sangue (citando il buon vecchio Brook di One Piece: “vogliono il mio sangue… anche se sono uno scheletro e non ho sangue”), che ci costringeranno a ricorrere a tutto l’arsenale del nostro scheletrico cavaliere. Ma niente paura, se abbiamo finito gran parte delle nostre munizioni potremo, all’occorrenza, comprarle da degli ingordi Gargoyle, appesi ai muri di tutti i livelli che visiteremo.
Concludendo con questa carrellata nel gameplay di MediEvil, c’è da aggiungere una piccola nota di demerito. La gestione delle telecamere, infatti, risulta a volte poco pratica, a tratti frustrante, dando qualche difficoltà in quei livelli molto funambolici che Dan dovrà affrontare. Niente di allarmante, si intende, solo un piccolo elemento negativo che non intacca minimamente la bontà dell’insieme.

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