Metal Gear Solid Philanthropy: intervista a Giacomo Talamini

Se avete sentito parlare di Metal Gear Solid Philanthropy solo da poco, e non sapete esattamente di cosa si tratta, vi starete chiedendo se per caso Hideo Kojima non abbia annunciato, sotto il vostro naso, l’uscita futura di qualche ennesimo Metal Gear Solid. Purtroppo o per fortuna, non è di un nuovo Metal Gear che andremo a parlare, bensì di un progetto tutto italiano che, pur non essendo un videogioco, è pregno dell’amore per la cultura videoludica e per la saga Kojimiana più famosa di sempre. Metal Gear Solid Philanthropy è infatti un film amatoriale ispirato alla saga di Metal Gear, della quale ne riprende le tematiche ed i personaggi (tra tutti il grande Solid Snake), sviluppando però una trama originale, pensata appositamente per questo progetto.
Col tempo, quello che era nato come piccolo film a tempo perso, si è trasformato lentamente in una pellicola amatoriale a largo seguito, alla quale hanno partecipato, gratuitamente, anche professionisti del settore. Il tutto però è rimasto nell’ambito del panorama italiano, e nell’ambito dei progetti a budget zero e senza fini di lucro.
Poco meno di una settimana fa la Hive Division, lo studio creato per portare a termine il progetto, ha finalmente finito le riprese, il montaggio ed il doppiaggio e si è apprestata a rendere pubblico tutto il film completo, in realtà la prima parte di una futura trilogia.
La pellicola completa, pur mostrando un’aria di amatorialità, riesce a riportare alla mente le atmosfere della saga, sia grazie a delle scelte stilistiche e registiche molto affini allo stile di Hideo Kojima, sia per le tematiche toccate dalla trama, ma anche grazie ai doppiatori inglesi, che sono riusciti a rievocare il lavoro svolto dai doppiatori ufficiali del videogioco.
Dal nostro punto di vista, dunque, possiamo affermare di esserci trovati di fronte ad un lavoro egregio e piacevole, certo non esente dai difetti, ma che lascia però ben sperare per il futuro dei ragazzi italiani della Hive Division.


 

Vista l’occasione, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Giacomo Talamini, la vera mente dietro Metal Gear Solid Philanthropy, del quale è stato regista, sceneggiatore ed attore nei pesanti panni del protagonista, ossia Solid Snake. 

Gamesource: Giacomo, come è nata l’idea di Metal Gear Solid Philanthropy? 

Giacomo Talamini: L’idea è nata molti anni fa, nel 2002, dopo aver girato un nostro primo lungometraggio un po’… brutto. Ci siamo riuniti per pensare quale sarebbe potuto essere il nostro progetto successivo, ed un mio amico, Gianluca Longo, ha avuto un’idea: dato che eravamo freschi di Metal Gear Solid 2, ha pensato che potevamo fare qualcosa su Metal Gear Solid. L’idea ci è sembrata subito buona, perchè fare qualcosa su Metal Gear Solid ci avrebbe permesso di radunare un team di gente già appassionata, e quindi partire con una marcia in più. Forti di questo, abbiamo iniziato a pianificare il film, che naturalmente non era quello che potete vedere adesso, ma una versione incompleta, che è stata però la motivazione di partenza.

GS: A proposito della tua ultima affermazione: la storia che abbiamo visto nel film, era la stessa che avevi concepito all’inizio, oppure si è evoluta in qualche modo?

G.T.: No, è molto diversa. E’ rimasta però la filosofia di fondo, nel senso che non volevamo fare il film di Metal Gear Solid 1, o 2, o 3, ma volevamo fare una storia originale. Questo è quindi rimasto inalterato.
La storia che avete visto nel film è stata scritta molto più avanti, tra il 2005 ed il 2006, quando c’è stata la ripresa del progetto. Quello vecchio lo abbiamo lasciato perdere, perchè era stato costruito attorno a delle esigenze di amatorialità, e per questo aveva dei limiti. Nel 2005 abbiamo invece deciso di scatenare la fantasia e fare una cosa senza alcun limite, così ho riscritto tutta la storia, che è quella che avete visto nella prima parte del film.

GS: Una domanda che ci è arrivata dai nostri utenti. Il fatto che voi siate giocatori di Metal Gear ci fa presumere che siate giocatori anche di molti altri titoli videoludici. Perchè scegliere proprio Metal Gear Solid e non qualche altro gioco?

G.T.: Io personalmente perchè ero rimasto molto colpito ed affascinato da Metal Gear Solid 2, capitolo che non è stato gradito da molti, essendo stato un gioco molto criticato, ma che personalmente mi ha davvero aperto gli occhi su cosa i videogiochi possono essere in quanto a narrazione, coraggio, esperimenti metanarrativi e così via. Mi era piaciuto così tanto, da scatenarmi per qualche mese una sorta di Metal Gear mania, cosa che mi ha subito fatto dire di si all’idea del mio amico Gianluca (anche lui molto colpito dal secondo titolo della saga di Kojima). In generale, è uno dei pochi videogiochi ad avere un retroterra narrativo interessante, dei personaggi validi e delle tematiche alte. Certo, ce ne sono altri, come ad esempio Xenogears e Silent Hill, dei quali sono un fanatico, tra tutti però, Metal Gear, vuoi anche per le tematiche militaresche, era un insieme di influenze che ci piacevano particolarmente.

GS: Ora una domanda più classica: le location del film. Una sintesi su dove avete girato le varie scene.

G.T.: Sono tutte quante nel territorio del Triveneto, a parte una piccola eccezione a Milano. Ci sono molte location naturali, ambientate tra le Dolomiti e le Prealpi Trevigiane, con in più alcune location industriali, che sono principalmente due. la prima è un’alluminieria di Porto Marghera, che ci è stata concessa molto gentilmente dall’autorità portuale di Venezia; L’altra era un ex zuccherificio, oramai demolito, che si trovava vicino a Porto Viro, dalle parti del Delta del Po.


 

GS: Tra tutte, quale parte del film è stata la più difficile da girare?

G.T.: A livello tecnico ed organizzativo sicuramente la battaglia finale. Non tanto per la difficoltà della ripresa in sè, perchè una volta che abbiamo iniziato a girare tutto è andato davvero molto liscio, ma perchè è stata difficile da concepire, organizzare ed autorizzare, data la demolizione anticipata della location nella quale dovevamo girare. Da allora ci abbiamo messo almeno 8 o 9 mesi per trovare un’altra location e lasciarcela autorizzare in tempo. E’ stata la scena più difficile da realizzare, perchè è stato terribile tutto quello che l’ha preceduta. Una volta che abbiamo cominciato a girare però, è andato tutto liscio, per quanto complicato, per via delle 60-70 comparse sul set da coordinare, camion militari e così via.
Invece la scena più difficile da girare in sè, è stata probabilmente l’ultima scena che abbiamo girato dentro lo zuccherificio. Era stata una giornata infernale, nella quale dovevamo fare a tutti i costi quasi cinquanta inquadrature, che in termini cinematografici è tantissimo. E’ stata davvero una ripresa terribile, non abbiamo nè mangiato nè bevuto. Vorrei non dover mai più girare in queste condizioni, anche se i miei compagni sono stati davvero molto eroici.

GS: Che progetti avete per i due prossimi episodi? Li completerete entrambi indifferentemente dal vostro futuro?

G.T.: L’idea è, prima o poi, di farli a prescindere, soprattutto perchè è una storia alla quale tengo molto. Il 2 ed il 3 li considero, narrativamente, ben più stimolanti del primo che, essendo il capitolo di apertura, ha un po’ il fardello di dover  introdurre tutto. Il primo inizia in modo un po’ barboso, didascalico, non evolve troppo, mentre gli altri due sono tutta un’altra pasta secondo me.
Le opzioni sono varie, tutto dipende molto dalla risposta di Konami e dalla risposta dei fan. In generale, l’opzione più pessimistica è che ci troveremo costretti a fare il 2 ed il 3 nel nostro tempo libero mentre faremo altro. Come potete immaginarvi, il nostro attuale focus principale è affermarci come casa di produzione ed iniziare a lavorare a qualche progetto originale tutto nostro. Per questo proposito abbiamo già i cassetti pieni di sceneggiature delle quali siamo innamoratissimi, e che vorremo mettere sullo schermo, visto anche che i tre anni passati su Philanthropy ci hanno fatto venire voglia di lanciarci su qualcosa di nostro.
In verità tutte le opzioni sono aperte: Philanthropy potrebbe essere gestito in contemporanea, un po’ sotto traccia rispetto le produzioni originali, oppure potrebbe essere addirittura la produzione principale se riceviamo determinati tipi di risposte. Tutti gli scenari sono aperti. 

GS: Per quanto riguarda la colonna sonora: come siete entrati in contatto con Aoife Ferry e Daniel James?

G.T.: Per quanto riguarda Daniel James, è stato lui stesso a contattarci. Aveva visto il nostro primo trailer, quello uscito nel 2007, e si è interessato, anche grazie al fatto che avevamo impostato il progetto perchè dimostrasse le sue potenzialità in largo anticipo rispetto al completamento, cosa essenziale sia per galvanizarci tra di noi, sia per attirare nuovi collaboratori affascinati da quello che potevamo far vedere.  Dopo aver visto il trailer, Daniel ha acconsentito a collaborare seguito dalla sua squadra, e così sono diventati, si può dire, parte della famiglia.
Il caso di Aoife è diverso. Un giorno, quasi per provare, Daniel ha scritto ad Aoife dicendole se le piaceva il progetto e se le andava di partecipare. Noi in Italia siamo abituati, non vorrei essere cattivo, ad una certa altezzosità da parte di chi riesce a sfondare un minimo dietro il muro della professionalità; questa non è la filosofia del mondo anglossasone, visto che Aoife ci ha contattati subito, dicendoci che le piaceva il progetto e che era disposta a collaborare, scrivendo una canzone. la cosa si è fatta molto più facilmente di quanto si sarebbe potuto pensare.



GS: Cosa si prova ad impersonare Snake?

G.T.: Purtroppo non sono molto contento nè della mia performance, nè in generale di aver dovuto impersonare Snake. Fin dall’inizio avrei voluto solamente dirigire il film. La direzione e la regia prendono già di per se molto tempo, e i difetti della pellicola forse non sarebbero stati presenti se mi fossi trovato solamente dietro la camera. Purtroppo abbiamo cercato per un anno intero qualcuno che conoscesse bene il personaggio, che avesse una minima conoscenza d’inglese, che fosse disposto a lavorare due anni ad un film e che fosse in grado di interpretare Solid Snake. Ho trovato una soluzione per tanto tempo, non ce l’ho fatta, e alla fine la scelta era tra continuare a cercare senza un termine preciso, oppure rassegnarsi e cominciare. Mi sono rassegnato, ho messo la bandana in testa ed abbiamo cominciato.

GS: Molti hanno fatto i complimenti per il doppiatore inglese di Snake, chè è praticamente identico a quello ufficiale del videogioco.

G.T: Guarda, io addirittura lo preferisco. Secondo me David Hayter era eccellente in Metal gear Solid, buono in MGS2, ma a partire da MGS3 trovo che abbia calcato troppo la mano sul lato ruvido e grezzo della voce. Secondo me sta diventando troppo caricaturale. Invece Philip, che è davvero bravissimo, mi ha restituito una resa che è molto più simile a quella del primo Metal Gear Solid, quindi una voce più profonda e normale. Sono molto contento, e penso che un buon 70-80% della resa del personaggio sia dovuto alla sua voce, più che a me come attore.

GS: Il film si chiama Philanthropy, quindi come la famosa organizzazione con la quale entra in contatto Snake dopo gli eventi del primo MGS. Nei prossimi due film darai più spazio a questa organizzazione, visto che il primo è molto più incentrato sulla storia di Snake?

G.T: Da quel punto di vista credo che faremo uso di personaggi legati a Philanthropy, avviando quindi "un’espansione del personale". Riguardo invece alla parola Philanthropy in sè, ho in mente delle espansioni collegate alla sceneggiatura, che come sapete ho già scritto, perchè in realtà Philanthropy è il titolo del film, non principalmente per via dell’organizzazione di Snake e dei suoi compagni, quanto per la tematica della filantropia in sè, non tanto come atto di beneficenza ma, risalendo alla radice greca del termine, come atto di amore per l’uomo e l’umanità. Tutte le forze principali del nostro film hanno come scopo finale il bene dell’umanità, ognuna con un ottica diversa ed ognuna lottando contro le altre. Questa sarà la tematica alla base della nostra trilogia.

GS: Un ultima domanda: cosa pensi dei film tratti dai videogiochi. Voi siete la prova vivente che è semplice fare un film ispirato ad un videogioco, non seguendone la trama, ma nonostante ciò rispettarne l’atmosfera, senza stravolgere quello che è il videogioco. Questo di solito non avviene quasi mai. Cosa hai da dire a riguardo?

G.T.: Philanthropy, essendo un film no profit, manca del riscontro economico legato al successo tra il grande publico, cosa che ad Hollywood è la più importante. Non so se Philathropy, messo al box office, darebbe più risultati di un film basato sulla trama del primo Metal Gear Solid, però penso che il successo commerciale arriderebbe di più a quest’ultimo. Ad Hollywood, se si fa un film su un videogioco, non è perchè c’è un James Cameron che ha creduto nel progetto e lo porta avanti lottando per quell’idea, che è il meccanismo che al cinema porta i migliori risultati, partendo da Star Wars fino ad arrivare ai casi recenti come District 9, ed è così che funziona il buon cinema. Nel caso dell’ibrido cinema-videogiochi questo meccanismo non può esserci, perchè il videogioco c’è già, quindi la più grande preoccupazione del produttore Hollywoodiano, che solitamente quel videogioco non lo ha mai toccato, è quella di crare un film che possa accontentare la fascia di pubblico più vasta possibile così da sbancare i botteghini. Il risultato di questi meccanismi, il 90% delle volte, sono prodotti come Dragon Ball, ossia nè carne e nè pesce.
Banalmente, per fare un film su un videogioco fatto bene, servirebbe un regista bravo ed appassionato del videogioco in questione.

GS: Prima di lasciarci, c’è qualcosa che vuoi aggiungere? Qualche invito per visionare il film?

G.T.: Invito tutti quanti a scatenare la fantasia sugli imput che vengono dati sul primo film, perchè mi sta capitando di fare delle chiacchierate in alcuni forum, con dei ragazzi che hanno intuito davvero tante cose dei seguiti a partire da questo primo episodio. Mi fa davvero piacere perchè vuol dire che gli indizi che abbiamo seminato stanno funzionando.
Invito anche a tenere d’occhio il nostro sito, perchè nei prossimi mesi annunceremo altri progetti oltre a Philanthropy, che il pubblico che ha gradito Philanthropy potrebbe trovare interessanti. 

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