Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge – Recensione Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge

Il ritorno del pirata fantasma

Nel mondo dei videogiochi ci sono titoli che non hanno bisogno di presentazioni. Per coloro ai quali, sentendo il nome "Monkey Island", non viene subito in mente "avventura grafica", "Ron Gilbert" e "bei vecchi tempi", basti sapere che questa recensione parla del secondo titolo di una serie che ha lasciato un marchio indelebile negli animi di innumerevoli videogiocatori. Uscito nell’ormai lontano 1991 e seguito diretto di The Secret of Monkey Island, questo gioco narra le avventure di Guybrush Threepwood, un pirata costretto dalla sua pessima sorte a fronteggiare il suo vecchio nemico, un pirata non-morto di nome LeChuck. In un mondo assurdo, armati solo del vostro cervello e di una buona dose di senso dell’umorismo, dovrete destreggiarvi tra gare di sputo, costumi imbarazzanti e temibili cani da guardia, per scoprire il segreto che si nasconde dietro al Big Whoop.

La via del pirata

Il gameplay di questo titolo ricalca quello del suo predecessore: lo spostamento del personaggio e le azioni da fargli compiere, come d’obbligo per un punta e clicca, sono affidate al solo ausilio del mouse, mentre alla tastiera viene affidato solo il compito di richiamare il menù di gioco per salvare in qualsiasi momento o caricare una partita precedente.

Per muovere Guybrush sarà quindi sufficiente cliccare nel punto da raggiungere, mentre per ogni altra azione sarà necessario cliccare prima su uno dei nove riquadri, sempre visibili in una barra alla base della schermata di gioco, e poi sull’oggetto per far partire l’interazione. Accanto alla tabella, una serie di quadri ospiteranno gli oggetti del vostro inventario, sempre disponibili per essere sfruttati al momento giusto. Per evitare di dover continuamente ricorrere alla casella per compiere le azioni più frequenti, come ad esempio "apri" nel caso una porta o "parla con" selezionando una persona, spesso sarà possibile usare invece il tasto destro del mouse: selezionando l’oggetto in questione, l’azione assegnata al tasto prima citato in quel caso si illuminerà

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Un bel modo per iniziare un’avventura, no?

Il gioco si struttura in una serie di enigmi e di situazioni in cui dovrete saper sfruttare non solo gli oggetti che potrete raccogliere, ma anche le informazioni che vi verranno fornite parlando con la gente ed esaminando ciò che vi circonda. È impossibile incappare in un game over, se non in alcuni finti messi apposta per scherzo, quindi tutto ciò di cui avrete bisogno è di tanta inventiva e di un po’ di pazienza. Per i neofiti è inoltre possibile all’inizio scegliere una modalità in cui alcuni enigmi hanno una soluzione più semplice e sono quindi necessari meno oggetti per completare il gioco; inspiegabilmente è comunque possibile raccoglierne alcuni che, a causa del minor numero di puzzles, finiranno per essere effettivamente inutili. Questo potrebbe in effetti risultare un problema per qualcuno che, non sapendo come proseguire, potrebbe cercare invano di sfruttare questi oggetti superflui. L’originalità con la quale diversi giochi enigmistici vanno risolti è quasi un marchio di fabbrica della serie, rendendo questo gioco abbastanza ostico.

La longevità di Monkey Island 2 è notevole, e grazie alla sua nota comica molto spiccata è dotato di un alto fattore di rigiocabilità, cosa non comune nel genere delle avventure grafiche. Anche qualora, in preda alla disperazione, si arrivasse a ricorrere ad una soluzione per poter proseguire, la godibilità del titolo rimarrebbe intatta, grazie alle numerose trovate ed alla particolarità di ogni situazione. Sebbene alcuni doppi sensi e citazioni propri della lingua madre del gioco vadano inevitabilmente perduti nella traduzione, complessivamente il titolo resta di alto livello, e consigliato a chiunque voglia passare del tempo divertendosi.


Anche se il livello di dettaglio è piuttosto basso, chi non capirebbe che quello a sudest è un cimitero?


Luna rotonda sul mare…

La grafica, con le sue ovvie limitazioni visto l’anno di uscita del gioco, compie il suo lavoro egregiamente: le ambientazioni e gli scenari sono ben disegnati e ricchi di particolarità e dettagli, colorati e belli da vedere.
Sebbene il gioco soffra di pixel hunting, ovvero la difficoltà di distinguere certi oggetti a causa della bassa risoluzione, difficilmente farà storcere il naso a chi saprà farsi conquistare dal suo stile indimenticabile; le animazioni sono numerose e funzionano da mezzo efficace per far trasparire la comicità delle situazioni, l’eccentricità dei personaggi e il fascino degli scenari di tutto il gioco.

A condire in modo impeccabile le scorribande di Guybrush tornano le composizioni di Michael Z. Land, compositore della colonna sonora -già tormentone- del primo titolo. Ad aggiungere qualità al già eccellente lavoro del signor Land, una novità arrivò a sorprendere i primi giocatori di Monkey Island 2. Grazie all’allora innovativo motore iMuse, infatti, in molte occasioni, per marcare determinate azioni o per rendere più piacevole la transizione tra diverse parti dello stesso scenario, è possibile notare come la colonna sonora si adatti alla situazione o all’atmosfera: se nella cittadina di Woodtick ci spostiamo, ad esempio, nella casa del falegname, ecco che il tema musicale gradualmente cambia in uno che comprende colpi di martello e rumori di una sega, per poi tornare com’era una volta usciti.

Le composizioni sono tutte estremamente piacevoli e orecchiabili, in perfetta sintonia con l’atmosfera di gioco, e rimarranno sicuramente impresse a chiunque capiti di ascoltarle, anche solo per poco. Gli effetti sonori sono di buon livello, comprendendo una vasta gamma di suoni per ogni occasione: dal cigolare delle rotelle di una sedia al ticchettio di una ruota della fortuna.


Chi altri potrebbe far sembrare comica la profanazione di una tomba?

La X segna il punto

Con la sua irresistibile carica comica, Guybrush torna a divertirci con questo seguito, degno del primo intramontabile Monkey Island. Consigliato a chiunque voglia passare qualche ora di sano divertimento e arrovellamento di cervello, a chi non ha mai giocato a un’avventura grafica prima d’ora, nonchè a chiunque riesca a metterci le mani sopra, Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge è un titolo che ha saputo stregare milioni di giocatori di tutte le età. Monkey Island è un gioco da avere: provare per credere.

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